UNA LUCE NEL PASSATO: L'ILLUMINAZIONE NELLA STORIA

Anche la luce, come molti oggetti ormai noti alla nostra quotidianità ha un suo passato, una sua evoluzione nel corso dei secoli, la lampada infatti ha origine molto radicate nella preistoria; in dei recipienti chiusi da pietre, conchiglie o terracotta, i quali vennero in seguito costituiti da metallo e provvisti di maniglia l'uomo primitivo bruciava all'internbo del grasso animale od olio vegetale per olluminare l'oscurità dell'ambiente. Col passare del tempo la tecnica dell'illuminazione venne raffinata; si incominciò ad usare lo stoppino, un filo di cotone o lino mediante il quale il liquido raggiungeva per capillarità l'estremità della lampada dove bruciando, produceva luce a suffcienza. Nel 1700 lo stoppinfo cilindrico venne sostituito da quello piatto al fine di allunagre la fiamma e in seguito, nel 1800, il chimico svizzero A. Argand adottò nel 1780 lo stoppino tubolare intrecciato, l’alimentazione del combustibile mediante due cilindri cavi concentrici di metallo, un vetro migliorava il tiraggio, proteggeva la fiamma dalle correnti d’aria ed evitava la produzione di fumo. Le lampade Argand, che producevano luce dodici volte più intensa delle precedenti, a causa degli elevati consumi, non erano però alla portata di tutti. A Soragna, la luce elettrica, arrivata in paese solo nel 1914, era stata preceduta dall'illuminazione domestica alimentata dall'olio prodotto dal "torchio" dei Mantovani e ottenuto dalla spremitura di graspi, vinaccioli, semi di lino e noci. Per quasi vent'anni Camillo Mantovani che ha svolto quest'attività, trasmessagli dai suoi avi e, contemporaneamente si occupava di macine e farina nell'antico mulino alla periferia del paese. Fonti: https://www.storieeracconti.it/ a cura di Eno Santecchia Bruno Colombi "Vecchia Soragna, addio!" In foto; lampada a petrolio (100 anni circa) Foto a cura dell'ufficio turistico di Soragna presso il museo della civiltà contadina di Soragna .