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ITALIA

Capitale: Roma

Scheda

 
Stemma dell'Italia
  • Numero regioni: 20
  • Numero province: 110
  • Numero comuni: 8.100
   

Nazione Italia - Territorio

La Penisola italiana è una delle maggiori del continente europeo, insieme alla Scandinavia, alla penisola iberica e ai Balcani. Il territorio, dalla forma assai caratteristica, si estende per 301.251 chilometri quadrati ed è pianeggiante per il 41,7 % e montuoso per il 35,2%. Le coordinate dei punti estremi sono, rispettivamente: 47° 05' 29'' di latitudine Nord per il punto più settentrionale, la Vetta d'Italia, in Valle Aurina, nella provincia autonoma di Bolzano; 35° 29' 26'' di latitudine Nord per l'estremo meridionale, la Punta pesce Spada dell'Isola di Lampedusa, in provincia di Agrigento; 6° 37' 32'' di longitudine Est per il punto più ad ovest, la Testata della Valle Stretta nelle Alpi Cozie, in provincia di Torino, e 18° 31' 13'' di longitudine Est per l'estremo orientale del faro di Capo d'Otranto, in provincia di Lecce. La penisola confina a nord con la Francia, la Svizzera, l'Austria e la Slovenia ed è bagnata ad ovest dal Mar Ligure, dal Mare di Sardegna e dal Mar Tirreno, a sud dal Mar Ionio e ad Est dal Mare Adriatico, per uno sviluppo costiero complessivo di 7.456,4, che comprendono anche le isole. Le isole. Il territorio insulare italiano conta, oltre alla Sicilia e alla Sardegna, arcipelaghi come quello Toscano (isole di Elba, Capraia, Giglio, Pianosa, Montecristo, Giannutri e Gorgona), le isole Partenopee (Ischia, Capri e Procida), le isole Ponziane (Ponza, Palmarola, Zannone, Ventotene e Santo Stefano), le Tremiti (S. Domino, S. Nicola e Capraia), le Egadi (Favignana, Maréttimo e Lèvanzo), le isole Pelagie (Lampedusa e Linosa) ed altre isole sparse quali: San Pietro, Sant'Antioco, La Maddalena, Caprera e l'Asinara, che circondano la Sardegna; Ustica e Pantelleria, al largo delle coste siciliane, solo per citare le maggiori. Di queste alcune ospitano comuni autonomi, alcune fanno parte di aree protette o per altre cause non sono liberamente accessibili mentre altre, un tempo abitate, sono ormai abbandonate. Si contano anche alcune isole lacustri, sia nei bacini prealpini che nei laghi dell'Italia peninsulare.

Principali sistemi montuosi. Il territorio è chiuso a nord dall'arco alpino, il principale sistema montuoso europeo, che lo divide dagli stati esteri confinanti; la catena delle Alpi presenta nella parte occidentale le cime più elevate con il Monte Bianco (4810 metri), il Monte Rosa (4634), il Cervino (4478) ed il Gran Paradiso (4061) ed è tradizionalmente divisa in otto regioni (Alpi Marittime, Cozie, Graie, Pennine, Lepontine, Retiche, Carniche e Giulie) che a loro volta comprendono sottogruppi quali ad esempio le Alpi Orobie, le Dolomiti, le Alpi Venoste, Breonie, Aurine e Pusteresi. Ad occidente, quasi senza soluzione di continuità, dalle Alpi Marittime parte la dorsale dell'Appennino che percorre da nord a sud tutta la penisola dividendosi a sua volta nell'Appennino Ligure, Tosco.Emiliano, Umbro e Marchigiano, Abruzzese, Campano e Lucano; in Calabria tale sistema montuoso si articola nei gruppi della Sila, delle Serre e dell'Aspromonte per proseguire in Sicilia con i Monti Peloritani, i Nebrodi e le Madonìe. Accanto alla catena appenninica si individuano sistemi subappenninici e preappenninici o edifici montuosi diversi ma di notevole importanza: è il caso, per esempio, delle Alpi Apuane in Toscana, dei Monti Sabini nel Lazio, del promontorio del Gargano in Puglia e dei Monti del Gennargentu in Sardegna. Il sistema appenninico, con il suo sviluppo continuo e lineare, rende in modo efficace l'idea della formazione del territorio, caratterizzato da un'accentuata sismicità, soprattutto nelle regioni centrali e meridionali, e dalla presenza di attività geotermica e vulcanica. In Sicilia spicca l'Etna, in più importante vulcano ancora attivo, cui fanno da corona lo Stromboli ed il Vulcano, nelle Isole Eolie, anch'essi in attività; in Campania al Vesuvio ormai spento si aggiunge l'area del Campi Flegrei e di Pozzuoli, dove si registra invece la presenza di solfatare ed attività bradisismica. L'origine vulcanica unisce tutte le località comprese nella regione tirrenica che va dalla zona di Napoli alla provincia di Grosseto, cui si devono aggiungere la zona amiatina, la Sardegna nord-occidentale e parte delle prealpi venete con i Monti Lessini e l'altopiano di Asiago: ne sono prova la presenza di laghi vulcanici e sorgenti termali e la natura geologica del territorio. Meno di un quarto del territorio nazionale è pianeggiante. La maggior parte (oltre il 70%) è occupata dalla pianura padana, che si estende dal nord del paese, dal Piemonte al Mare Adriatico, tra il versante meridionale dell'arco alpino e quello settentrionale dell'Appennino Tosco-Emiliano; si concentrano in questa regione le attività industriali e la zootecnia. Altre estensioni degne di rilievo sono la pianura veneta, che occupa la regione alle spalle del golfo di Venezia, tra i Colli Euganei e il golfo di Trieste; il tavoleire e la penisola salentina in Puglia; la Maremma e la piana dell'Arno in Toscana; l'agro romano e quello pontino, che si estendono senza soluzione di continuità nel Lazio tra i Monti della Tolfa ed i Monti Ausoni; l'agro campano che circonda Napoli ed il Vesuvio, occupano buona parte della provincia di Caserta ed arrivando fino alla penisola sorrentina; il Campidano in Sardegna, esteso dalla penisola di Sinis, che cuide a nord il golfo di Oristano, fino al golfo di Cagliari.

Idrografia. La pianura più estesa coincide con il più importante bacino fluviale del paese: il Po è il primo fiume italiano per lunghezza e portata media annua (rispettivamente 652 km e circa 1.500 mc/sec.); nasce in Piemonte dal Monviso, sfocia nel Mare Adriatico in territorio veneto ed insiste su un bacino di quasi 75.000 kmq. Tra i suoi affluenti di sinistra figurano corsi d'acqua di notevole importanza come il Ticino (secondo fiume italiano per portata media annua con oltre 280 mc/sec.), l'Adda e l'Oglio; i maggiori affluenti di destra sono il Tànaro (sesto per lunghezza con 276 km e quinto per le dimensioni del suo bacino di 8.324 kmq), il Taro, il Secchia e il Panaro. L'altro grande fiume del nord è l'Adige, secondo in Italia per lunghezza (410 km), terzo per le dimensioni del bacino fluviale (12.200 kmq) e quarto per portata media annua (oltre 200 mc/sec.): nasce nelle Alpi e sfocia nell'Adriatico dopo aver attraversato l'Alto Adige, il Trentino e il Veneto. Il Tevere, che bagna la capitale, nasce invece in Emilia Romagna, sul monte Fumaiolo, e sfocia nel medio Tirreno dopo aver attraversato il suo bacino di oltre 17.000 kmq, il secondo d'Italia, distribuito tra la Toscana, l'Umbria e il Lazio. Procedendo verso sud le caratteristiche orografiche del territorio non favoriscono lo sviluppo di corsi d'acqua di grande portata o lunghezza ed i bacini fluviali rivestono per lo più un'importanza regionale. In una rapidissima rassegna si segnalano i più importanti: il Reno in Emilia, l'Arno e l'Ombrone in Toscana, in Sangro in Abruzzo, in Volturno in Campania. Al nord si trovano anche i maggiori bacini lacuali: il lago di Garda (o Benaco), diviso tra la Lombardia, Veneto e Trentino Alto-Adige;, che presenta una superficie di 370 kmq ed una profondità massima di 346 metri; il lago Maggiore (o Verbano), a sua volta diviso tra la Lombardia, Piemonte e Svizzera, con 212 kmq di superficie e 372 metri di profondità massima; il lago di Como (o Lario) con 146 kmq di superficie, che è il più profondo tra i maggiori laghi italiani, con 410 metri. Laghi di notevoli dimensioni si trovano anche nell'Italia centrale: il lago Trasimeno, in Umbria, con 128 kmq di superficie ed appena sei metri di profondità massima, ed il lago di Bolsena, nel Lazio, con 114 kmq di superficie e 146 metri di profondità massima. Scendendo verso sud figurano al settimo e al nono posto nella graduatoria dei più estesi: i laghi pugliesi di Varano e di Lésina, rispettivamente con 60 e 51 kmq di superficie e 6 e 2 metri di profondità massima.

Clima. Il clima italiano è indubbiamente influenzato dalla circolazione a grande scala dell'atmosfera (macroclima) però, a scala minore (mesoclima), risente in modo decisivo della presenza delle catene alpina ed appenninica nonché dell'influenza del mar Mediterraneo; a scala locale (microclima), infine, la caratterizzazione è funzione della conformazione e composizione del terreno, della vicinanza dei monti o bacini idrografici, della presenza di insediamenti industriali, del tasso di urbanizzazione, ecc. La circolazione a grande scala è determinata dai movimenti relativi dell'anticiclone-atlantico e di quello asiatico nonché della pressione del nord-Europa e di quella africana: la disposizione greografica di dette configurazioni bariche determina il tipo di aria che viene convogliata sulla penisola. D'estate si assiste ad una netta prevalenza dell'anticiclone atlantico ( o delle Azzorre), che comporta tempo stabile, caldo e venti a regime di brezza. D'inverno prevale l'anticiclone asiatico (o siberiano) che comporta ancora tempo stabile ma freddo continentale al nord e temperato al centro sud, per l'influenza mitigatrice del Mediterraneo. Le fluttuazioni temporanee di queste configurazioni stabili, amplificate dalle forti correnti in quota chiamate ''correnti a getto'', d'estate fanno confluire sulle regioni italiane correnti fresche ed instabili nord-orientali, che specie al nord innescano fenomeni temporaleschi; d'inverno favoriscono l'arrivo di perturbazioni, che generalmente transitano sul nord-Europa. L'autunno e la primavera sono dette stagioni di transizione tra le due stagioni stabili. In autunno, si assiste ad un progressivo ritiro dell'anticiclone delle Azzorre e relativo avanzamento di quello siberiano, in che consente frequenti irruzioni di aria fredda da quadranti nord-occidentali, con precipitazikni forti e persistenti, considerata anche l'azione di blocco svolta dall'anticiclone siberiano. In primavera, invece, l'anticiclone delle Azzorre posizionato in latitudini basse al passaggio di frequenti e veloci perturbazioni di origine atlantica o di aria che si perturba quando interagisce con la catena appenninica. In definitiva, si può dire che il versante occidentale della penisola, rispetto agli Appennini, essendo più esposto alle perturbazioni atlantiche, è sicuramente più piovoso di quello orientale ma è anche più temperato, essendo il versante orientale esposto alle correnti fredde provenienti dai Balcani. Un clima caratteristico è quello della pianura padana, essendo questa protetta quasi completamente dalle perturbazioni occidentali e dalle correnti fredde orientali; le precipitazioni sono abbondanti e persistdell'enti solo nei casi di scirocco, mentre venti consistenti si verificano solo in situazioni di svalicamento alpino dell'aria fredda e umida, che al suolo irrompe come aria calda e secca (fohn).

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