ph Lara Gallina

Statua di Togato romano

Realizzata in un grande blocco monolitico, la statua, rinvenuta nel 2005 all’interno della peschiera antica, è un classico esempio di statuaria romana databile in Età Imperiale. Anche se danneggiata in alcune porzioni, il reperto conserva la sua altezza totale, calcolabile dalla base di appoggio fino all’attaccatura del collo, dov’è presente un incavo che serviva per l’alloggio della testa realizzata separatamente. Pur se con molte incrostazioni dovute all’immersione nelle acque marine, rimane ben leggibile la sua originaria lavorazione, mostrando così per intero l’immagine del togato romano che rappresenta. Nella porzione frontale l’abito è meglio conservato, composto da una lunga tunica resa con un ricco panneggio su cui resta visibile la toga, realizzata con profonde incisioni che rendono ancora gli originari effetti chiaroscurali. La posa tipica, con il braccio destro ripiegato all’altezza del petto nell’atto di sorreggere la toga e il sinistro disteso lungo il corpo, chiarisce lo status del personaggio rappresentato. Il linguaggio rappresentativo è organizzato secondo schemi derivanti dal mondo greco, mostrando la gamba destra leggermente ripiegata in appoggio e il peso portato sulla gamba sinistra distesa, in contrapposizione alle posizioni delle braccia richiamando, anche se con schemi più naturalistici filtrati dalle produzioni classiche romane, il chiasmo greco. La statua rappresenterebbe un’immagine imperiale, ma ad oggi non risulta ancora chiara la sua corretta identificazione. Le ipotesi più attendibili parlerebbero di Augusto, proprietario della villa a Punta Eolo o di Tiberio che vi successe al trono di Roma dopo aver sposato sua figlia Giulia, la prima nobildonna romana ad essere esiliata a Ventotene, di cui si conserva una testa marmorea nel locale museo. Statua di Togato romano- Inv. 603/142002 Luogo di rinvenimento: peschiere romane Anno di rinvenimento: 2005 Anno di esposizione: 2019 Misure: m.1.70 di altezza x 0.60 di larghezza Il direttore del Museo Civico Storico e Archeologico Luigi Iacono, Prof Alessandro De Bonis