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ÖTZI

Approfondimento

Approfondimento: ÖTZI

Il cosiddetto Ötzi o "Uomo di Similàun", altrimenti noto come "Uomo venuto dal ghiaccio", è il cadavere mummificato di un uomo, scoperto da due escursionisti il 19 settembre 1991 nei paraggi del Rifugio Similàun-Similaun Hütte, non lontano dal lago di Vernago-Vernagt, località di Senales-Schnals (BZ) che, attraversando la Val di Tisa, si trova a quota 3.016, a breve distanza dal confine tra Italia e Austria. L'uomo aveva perso la vita, all'età di circa 45 anni, da ben 53 secoli, cioè all'Età del Rame; la sua altezza era di 161 centimetri, il suo peso di circa 45 kg (allo stato attuale appena 13). Con lui si sono ritrovati anche il suo equipaggiamento e il vestiario, che contribuiscono a farne una delle scoperte archeologiche più significative del secolo. Per la prima volta, infatti, è possibile esaminare tanti elementi quasi intatti e comunque ben conservati di un essere umano della fine del Neolitico. Attualmente, mentre la mummia si trova presso il Museo Archeologico di Bolzano, la documentazione fotografica dell'"Uomo venuto dal ghiaccio", con multivisione sull'ambiente nel quale egli visse, è in mostra a Madonna-Unser Frau in Schnals, località di Senales-Schnals (BZ). Nello stesso comune, presso la stazione a monte delle funivie ghiacciai Val Senales (Grawand), è stata allestita la "Ötzi Show Gallery", dove si trova la documentazione sul punto di ritrovamento e sulle condizioni di vita di Ötzi. La particolarità di questa mummia, per esempio rispetto a quelle egiziane, è quella di esserci pervenuta intatta, cioè non eviscerata, il che ha messo a disposizione degli studiosi molti elementi in più: nel suo stomaco, infatti, sono state trovate tracce di polline di carpinella, una pianta diffusa all'epoca solo nella zona a sud della dorsale alpina, cioè in Val Venosta e Val Senales, dal che si deduce che l'uomo viveva in boschi caratterizzati da un clima piuttosto mite; nell'apparato digerente sono state trovate tracce anche di altri elementi granulari derivati da nocciolo, betulla, pino e abete; dai vari esami effettuati si è dedotto che nel corso del suo ultimo pranzo Ötzi aveva assunto farina finemente macinata, probabilmente della spelta minore (pianta simile al frumento ma con spighe più sottili e più appuntite), carne, vegetali e susine selvatiche (tipici frutti da raccolta come nocciole, fragole, lamponi e more). Altri elementi dedotti dai vari esami: piccoli tatuaggi sull'epidermide, derivanti, probabilmente, da una terapia primitiva contro l'artrosi (di cui si sono trovati postumi sullo scheletro); spostamento del cadavere dal luogo in cui era avvenuto il decesso (ma non si sa da dove e da quale distanza sia stato spostato nè da chi e nemmeno come). Per stabilire le cause della morte occorrono ancora ulteriori analisi e approfondimenti: allo stato attuale si può parlare solo di ipotesi pù o meno azzardate.

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