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Provincia di TRENTO

Capoluogo: Trento

Scheda

 
Stemma della provincia Trento
   

Provincia di Trento - Ambiti

DEFINIZIONE La provincia, suddivisa in undici Comprensori, è molto omogenea per territorio e struttura urbana. La stessa omogeneità si riscontra anche dal punto di vista etnico, considerato che in Trentino non si ritrova il trilinguismo proprio dell’Alto Adige-Südtirol, essendo la popolazione quasi tutta di lingua italiana. La popolazione ladina, infatti, si è notevolmente ridotta nei secoli, raggruppandosi e compattandosi in una zona ben definita, per preservare la propria antica identità e cultura. A fare da poli aggreganti sono, principalmente, le valli, in cui si concentrano le abitazioni, le strutture turistiche, le aree industriali e tutti i servizi di pubblica utilità. Per la definizione degli ambiti sub-provinciali, quindi, si è tenuto conto soprattutto della disposizione geografica. Solo per la comunità ladina si è data preminenza alla connotazione culturale locale, non accorpando la Val di Fassa ad altri ambiti. Poiché il Trentino, delimitato a nord dal territorio della provincia autonoma di Bolzano, sugli altri lati si incunea tra la Lombardia (ovest e sud-ovest) e il Veneto (est e sud-est), la contiguità con le due regioni e con l’Alto Adige-Südtirol ne caratterizza ampia parte. A una fascia centrale, che attraversa tutta la provincia da nord a sud, si affiancano, quindi, tre aree frontaliere, ciascuna con una propria omogeneità che la caratterizza: quella sul versante lombardo, quella sul versante veneto e quella, connotata dalla lingua ladina, sul versante altoatesino. Quest’ultima, a sua volta, è formata da due zone, che si distinguono tra loro per caratteristiche legate essenzialmente proprio alla lingua: il ladino, infatti, in una è ravvisabile solo come componente, sia pure essenziale, della parlata locale, nell’altra, invece, è lingua vera e propria della maggioranza della popolazione. La distinzione lascia individuare due ambiti, coincidenti con altrettanti Comprensori. Si sono definiti, quindi, cinque ambiti sub-provinciali, tenendo presenti anche i bacini di utenza delle principali vie di comunicazione: Fascia centrale, Versante lombardo, Versante veneto, Comprensorio Valle di Fiemme, Comprensorio Ladino Valle di Fassa. La Fascia centrale comprende i 90 comuni di tre Comprensori: Valle di Non, Valle dell’Adige, Vallagarina, i cui poli di gravitazione sono, rispettivamente, Cles nella parte settentrionale, Mezzolombardo (oltre, ovviamente, a Trento) nella parte centrale, e Rovereto a sud. Il Versante lombardo include i 66 comuni di altri tre Comprensori: Val di Sole, Giudicarie, Alto Garda e Ledro, i cui poli di gravitazione sono, all’interno, Tione di Trento e Riva del Garda, mentre i comuni più a nord sono attratti soprattutto da Cles, nella vicina Val di Non, e solo in minima parte da Malè. Del Versante veneto fanno parte i 49 comuni di altri tre Comprensori: Alta Valsugana, Bassa Valsugana e Tesino, Primiero, i cui poli di gravitazione sono Borgo Valsugana e Pergine Valsugana (ma i comuni del Comprensorio del Primiero gravitano anche su Feltre, nella veneta provincia di Belluno). Del quarto ambito fanno parte gli 11 comuni del Comprensorio Valle di Fiemme, il cui polo di gravitazione è Cavalese. Del quinto ambito fanno parte i 7 comuni del Comprensorio Ladino Valle di Fassa, che non ha al proprio interno un vero e proprio polo di gravitazione e quindi gravita anch’esso su Cavalese. Il capoluogo provinciale rappresenta comunque polo di gravitazione per tutti i comuni.

Fascia centrale: Ala, Albiano, Aldeno, Amblar, Andalo, Avio, Besenello, Brentonico, Bresimo, Brez, Cagnò, Calavino, Calliano, Campodenno, Castelfondo, Cavareno, Cavedago, Cavedine, Cembra, Chienis, Cimone, Cis, Cles, Cloz, Coredo, Cunevo, Dambel, Denno, Don, Faedo, Fai della Paganella, Faver, Flavon, Folgaria, Fondo, Garniga, Giovo, Grauno, Grumes, Isera, Lasino, Lavis, Lisignago, Livo, Lona-Lases, Malosco, Mezzocorona, Mezzolombardo, Molveno, Mori, Nanno, Nave San Rocco, Nogaredo, Nomi, Padergnone, Pomarolo, Revò, Romallo, Romeno, Ronzo-Chienis, Ronzone, Roveré della Luna, Rovereto, Ruffrè, Rumo, San Michele all’Adige, Sanzeno, Sarnonico, Segonzano, Sfruz, Smarano, Sover, Spormaggiore, Sporminore, Taio, Tassullo, Terlago, Terragnolo, Terres, Ton, Trambileno, Trento, Tres, Tuenno, Valda, Vallarsa, Vervò, Vezzano, Villa Lagarina, Volano, Zambana.

Versante lombardo: Arco, Bersone, Bezzecca, Bleggio Inferiore, Bleggio Superiore, Bocenago, Bolbeno, Bondo, Bondone, Breguzzo, Brione, Caderzone, Caldes, Carisolo, Castel Condino, Cavizzana, Cimego, Commezzadura, Concei, Condino, Croviana, Daone, Darè, Dimaro, Dorsino, Drena, Dro, Fiavè, Giustino, Lardaro, Lomaso, Malè, Massimeno, Mezzana, Molina di Ledro, Monclassico, Montagne, Nago-Torbole, Ossana, Pejo, Pellizzano, Pelugo, Pieve di Bono, Pieve di Ledro, Pinzolo, Praso, Preore, Prezzo, Rabbi, Ragoli, Riva del Garda, Roncone, San Lorenzo in Banale, Spiazzo, Stenico, Storo, Strembo, Tenno, Terzolas, Tiarno di Sopra, Tiarno di Sotto, Tione di Trento, Vermiglio, Vigo Rendena, Villa Rendena, Zuclo.

Versante veneto: Baselga di Pinè, Bedollo, Bieno, Borgo Valsugana, Bosentino, Calceranica al Lago, Caldonazzo, Canal San Bovo, Carzano, Castello Tesino, Castelnuovo, Centa San Nicolò, Cinte Tesino, Civezzano, Fiera di Primiero, Fierozzo, Fornace, Frassilongo, Grigno, Imer, Ivano-Fracena, Lavarone, Levico Terme, Luserna, Mezzano, Novaledo, Ospedaletto, Palù del Fersina, Pergine Valsugana, Pieve Tesino, Roncegno, Ronchi Valsugana, Sagron Mis, Samone, Sant’Orsola Terme, Scurelle, Siror, Spera, Strigno, Telve, Telve di Sopra, Tenna, Tonadico, Torcegno, Transacqua, Vattaro, Vignola-Falèsina, Vigolo Vattaro, Villa Agnedo.

Comprensorio Valle di Fiemme: Capriana, Carano, Castello-Molina di Fiemme, Cavalese, Daiano, Panchià, Predazzo, Tesero, Valfloriana, Varena, Ziano di Fiemme.

Comprensorio Ladino Valle di Fassa: Campitello di Fassa, Canazei, Mazzin, Moena, Pozza di Fassa, Soraga, Vigo di Fassa.

FASCIA CENTRALE

Territorio. Comprende la zona interna della superficie provinciale, dall’estremo nord all’estremo sud, lungo il corso del torrente Noce e del fiume Adige. La parte più settentrionale è rappresentata dalla Val di Non, delimitata a nord dal confine con l’Alto Adige-Südtirol e attraversata, per almeno metà della sua estensione, dal Noce. Il bacino lacustre più importante della valle è il lago di Santa Giustina; a ovest si trova il lago di Tòvel. La parte centrale dell’ambito corrisponde a un ampio tratto della Valle dell’Adige, seguendo il corso del fiume fino alla Vallagarina, da cui è delimitata a sud. A est è delimitata dalla Val di Cembra e dall’Alta Valsugana, a ovest dalla Valle dei Laghi e dal Gruppo del Brenta. Il Comprensorio Valle dell’Adige comprende quattro aree: la Val di Cembra (per la parte che resta al di fuori della Valsugana), l’area di Mezzocorona e Mezzolombardo, quella del capoluogo provinciale e, infine, la Valle dei Laghi, in cui si trovano i più importanti bacini lacustri della Valle: di Cavedine, di Toblino, di Santa Massenzia, di Terlago, di Molveno e il Lago Santo, nonché numerosi altri bacini di minori dimensioni. A sud della Valle dell’Adige si trova la Vallagarina, che è delimitata a sud e a est dal Veneto e a ovest dal Comprensorio Alto Garda e Ledro. La Val di Non gravita su Cles, la Valle dell’Adige su Trento e Mezzolombardo, la Vallagarina su Rovereto.

Comunicazioni. È sicuramente l’ambito sub-provinciale più trafficato, sia per la posizione che per la presenza al proprio interno del capoluogo provinciale e delle più importanti aree industriali. La Valle dell’Adige e la Vallagarina sono attraversate dalle più importanti direttrici di traffico della regione: la A22 Brennero-Modena, accessibile dai caselli di Ala-Avio, Lago di Garda nord, Rovereto sud, Rovereto nord, Trento centro, Trento nord e San Michele all’Adige Mezzocorona; la strada statale n. 12 dell’Abetone e del Brennero, che collega il Passo del Brennero a Pisa in Toscana passando per Trento, Verona, Modena e Lucca. L’ambito è poi attraversato da altre importanti strade statali: la n. 43 della Val di Non e la n. 43 diramazione che collegano i comuni situati nei pressi del lago di Santa Giustina al casello di San Michele all’Adige Mezzocorona e che si immettono sulla n. 42 del Tonale e della Mendola (che attraversa la parte più settentrionale della Val di Non, dirigendosi a Bolzano e a Bergamo, in Lombardia); la n. 45 bis Gardesana Occidentale, che da Trento si dirige verso sud-est costeggiando la riva occidentale del Lago di Garda; la n. 47 della Valsugana che attraversa la valle omonima collegando Trento a Padova, in Veneto; la n. 237 del Caffaro, che dalla n. 45 bis si diparte, all’altezza del Lago di Toblino, raggiungendo Brescia in Lombardia. C’è, poi, un reticolo di strade minori: la statale n. 349 di Val d’Assa e Pedemontana Costo e la n. 350 di Folgaria e Val Diasico, a servizio dei comuni a sud-est di Trento; la n. 612 della Val di Cembra, a servizio dei comuni a nord-est di Trento; la n. 421 dei laghi di Molveno e Tenno, a servizio dei comuni a ovest di Trento, dall’area di Mezzocorona e Mezzolombardo fino a Riva del Garda. Le principali linee ferroviarie sono quelle che collegano Trento al Brennero, a Verona e a Venezia, nonché la locale Malè-Mezzocorona. A parte l’aeroporto privato di Trento/Mattarello “Giovanni Caproni” (senza voli di linea), manca uno scalo aereo, così come mancano, ovviamente, quelli marittimi, non essendoci sbocchi a mare. Per la presenza di numerose località turistiche in quota vi è un gran numero di seggiovie e funivie.

Storia. Il territorio pianeggiante, attraversato da un corso d’acqua di notevole portata, ha favorito l’insediamento umano, che risale alla preistoria. Fu la prima zona a essere colonizzata dai romani nel 15 a.C. e da allora ha sempre conservato una decisiva importanza territoriale, trovandosi a fare da confine e cuscinetto fra il potere asburgico e quello italiano. Durante l’alto medioevo viene occupata dai longobardi e successivamente diviene il principale possedimento del principe vescovo di Trento. Con le numerose donazioni a favore degli imperatori asburgici entra a far parte dell’Impero austriaco e diviene teatro di numerosi scontri proprio a causa della posizione geografica, come ad esempio durante la campagna napoleonica e i due conflitti mondiali.

Struttura socio-economica. La zona è sempre stata in una posizione strategicamente vitale, sia come collegamento fra Italia e Austria, sia perché collocata lungo il corso del secondo fiume d’Italia per lunghezza. Di conseguenza, accanto alle tradizionali attività agricole e zootecniche, già nei secoli passati il commercio divenne una pratica redditizia per le popolazioni locali, che hanno conosciuto uno sviluppo economico qualitativamente e quantitativamente maggiore rispetto al resto della provincia. La produzione agricola è incentrata soprattutto su prodotti tipici e di qualità, come le famose mele della Val di Non. Attorno al capoluogo e ai centri minori sono poi nate le prime aree industriali. Lo stesso turismo non poteva che trarre vantaggio dalla qualità e quantità di collegamenti stradali, autostradali e ferroviari nonché dalla bellezza del paesaggio. Sul lembo trentino del lago di Garda, nella parte meridionale, l’attività turistica è molto intensa e le strutture numerosissime, mentre nella zona occidentale si trova il Parco naturale dell’Adamello-Brenta, altra forte attrattiva per i turisti.

VERSANTE LOMBARDO

Territorio. Questo ambito, delimitato a ovest e a sud dal territorio della Lombardia (a parte un brevissimo tratto in cui, a sud, confina con il Veneto), sui rimanenti due lati confina con altro territorio delle due province autonome. Al suo interno si trovano, partendo da nord: la Val di Sole, le Valli Giudicarie e il Comprensorio Alto Garda e Ledro, che occupa la parte più a sud, accanto alle Giudicarie esteriori. La Val di Sole è un’ampia vallata che segue il corso del torrente Noce ed è preceduta, a occidente, dalla Val Vermiglio; a est si incrocia con la Val di Non. Gli altri corsi d’acqua di maggior rilevanza sono gli affluenti del Noce. Fra i principali laghi si trovano: il Gelato, il Ritorto, il Vedretta, il Tòvel, delle Malghette, di Cornisello e il Lago Ritorto. Comprende parte del Parco nazionale dello Stelvio. Nella zona racchiusa dalla Val di Sole, dalla Val Meledrio e dalla Valle Rendena, a ovest delle Valli dell’Adige e di Non, vi è il Gruppo del Brenta, il cui relativo Parco naturale Adamello-Brenta comprende anche la zona a ovest della Valle Rendena, in cui si trova il massiccio dell’Adamello. La Valle Rendena è attraversata da nord a sud dal torrente Sarca di Campiglio che, dopo essersi immesso nel Lago di Ponte Pia, diviene il fiume Sarca. L’altro bacino lacustre di rilievo è il Garzone. Le Valli Giudicarie si trovano a sud del massiccio dell’Adamello, dalle cui cime nascono il torrente Arnò e il fiume Chiese: il primo si immette nel Sarca, il secondo scende fino al Lago d’Idro, che si trova già in Lombardia. Da qui è nata la distinzione fra Giudicarie Esteriori (attraversate dal Chiese) e Giudicarie Interiori (attraversate dell’Arnò e poi dal Sarca). Il Comprensorio Alto Garda e Ledro si trova al confine meridionale del Trentino con la provincia veneta di Verona e quella lombarda di Brescia. È delimitato dalle Valli Giudicarie, dalla Valle dell’Adige, dalla Valle dei Laghi e dalla Vallagarina. Nella parte meridionale comprende la costa trentina del Lago di Garda. All’interno della Val di Sole manca un polo di gravitazione, se si fa eccezione per Malè, che ha una certa capacità di attrazione; i suoi comuni, quindi, gravitano su Cles, in Val di Non. Le Giudicarie e il Comprensorio Alto Garda e Ledro gravitano, rispettivamente, su Tione di Trento e Riva del Garda.

Comunicazioni. La principale arteria stradale della Val di Sole è la statale n. 42 del Tonale e della Mendola, che collega Bolzano a Bergamo, in Lombardia, proprio attraverso la valle; la n. 239 di Campiglio si diparte verso sud da Dimaro e attraversa la Val Meledrio e la Val Rendena, seguendo il Sarca di Campiglio, fino a Tione di Trento, dove si immette sulla n. 237 del Caffaro; questa segue il corso del Sarca fino al Lago di Toblino, mentre in direzione opposta attraversa le Giudicarie interiori ed esteriori per poi raggiungere Brescia, in Lombardia. La rete di arterie minori che attraversano le varie valli di questo ambito sub-provinciale garantisce ottimi collegamenti con i centri maggiori nonché con le vicine regioni e il Parco naturale dell'Adamello-Brenta. L’autostrada più vicina è la A22 Brennero-Modena. La linea ferroviaria che entra in questo ambito è la Malè-Mezzocorona, che si collega alla Verona-Brennero e quindi alla Trento-Venezia. Manca uno scalo aereo, così come mancano, ovviamente, quelli marittimi, non essendoci sbocchi a mare. La presenza di imponenti rilievi, zone turistiche e riserve naturali ha reso indispensabile la costruzione di numerose funivie e seggiovie.

Storia. La zona, molto vasta, era frequentata sin dalla preistoria, come dimostrano i numerosi ritrovamenti, soprattutto nelle principali valli. A seguito dei primi stanziamenti vennero edificati i castellieri, poi utilizzati come torri di guardia o fortificazioni dai romani, giunti nel 15 a.C. e colonizzatori di tutta la regione. Dopo la caduta dell’Impero, molte etnie barbare si avvicendarono sul territorio, almeno fino alla creazione del regno longobardo. Da allora il territorio ha seguito le alterne vicende della provincia: i conflitti fra il principe vescovo di Trento e i conti del Tirolo nel Duecento, la plurisecolare dominazione asburgica, le lotte per l’annessione al Regno d’Italia e infine i due conflitti mondiali, che molte vittime hanno causato in questa zona di confine.

Struttura socio-economica. Come nel resto della regione, anche qui il settore primario è stato per secoli l’unica fonte di sostentamento per la popolazione locale, fin quando l’industria e il commercio non si sono affermati come le nuove e stabili fonti di reddito. L’agricoltura ha quindi puntato soprattutto sulla produzione di alta qualità, non dovendo più far fronte ai bisogni quotidiani della famiglia contadina quanto piuttosto alle esigenze di un mercato molto attento alle produzioni tipiche. I comparti più sviluppati del settore industriale sono quelli della produzione di energia idroelettrica e del legno. Oltre allo sviluppo dell’industria e del commercio si è avuto negli ultimi decenni un incremento notevole del turismo, che può contare su paesaggi naturalistici unici e su una efficiente organizzazione di strutture e infrastrutture, nonché su buoni collegamenti stradali e ferroviari.

VERSANTE VENETO

Territorio. Questo ambito si stende nella parte sud-orientale della provincia, a est della Fascia centrale, con sviluppo da sud-ovest a nord-est, fino al versante meridionale della Catena dei Lagorai. Ne fanno parte i Comprensori: Alta Valsugana, Bassa Valsugana e Tesino, Primiero. La Valsugana si estende a est di Trento, formando un arco che segue l’alto corso del fiume Brenta. L’Alta Valsugana comprende il tratto che da Pergine Valsugana raggiunge Levico Terme, mentre il Comprensorio Alta Valsugana è più ampio, visto che si estende a nord nella Val di Cembra; la Bassa Valsugana inizia nei pressi di Novaledo e prosegue verso est fino al Veneto, più precisamente fino alla confluenza del torrente Cismon nel Brenta. Quest’ultimo, partendo dalla confluenza dei due emissari dei laghi di Caldonazzo e Levico, i più importanti della Valsugana, attraversa il Veneto e sfocia nell’Adriatico. Ha numerosi affluenti. La Val di Cembra, a occidente, mette in collegamento l’Alta Valsugana con il Lago di Stramentizzo e la Val di Fiemme. Nei paraggi si trovano i laghi di Piazze e di Serraia nonché le Paludi di Sternigo, di notevole interesse ambientale. Sul lato opposto, a oriente, a confine con il Veneto, sul versante settentrionale della Valsugana si trova la piccola conca del Tesino, corrispondente alla media valle del torrente Grigno. Il confine orientale del Trentino con il Veneto continua, poi, con l’area del Primiero, adiacente alla provincia di Belluno e al Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi. I principali corsi d’acqua sono i torrenti Vanoi e Cismon, il Canali, il Travignolo e i rii di Valzanca, Valsorda e Lozen. Fra i laghi si trovano: il Val Noana, il Forte Buso, il Colbricon, il Buca Ferrari e il Calaita. La superficie del Comprensorio Valli di Primiero è per metà occupata dalle Dolomiti e dal Parco naturale Paneveggio-Pale di San Martino, con le incantevoli Pale di San Martino, tra i rilievi più belli di tutto l’arco dolomitico. L’Alta Valsugana gravita su Pergine Valsugana; Bassa Valsugana e Tesino gravitano su Borgo Valsugana, su cui gravitano in parte anche le Valli del Primiero, i cui comuni, però, hanno il loro principale riferimento in Feltre (BL), nel confinante Veneto.

Comunicazioni. La Valsugana fa da ponte fra il Trentino e la provincia veneta di Belluno, grazie all’unica importante arteria di questo ambito, la strada statale n. 47 della Valsugana, che da Trento raggiunge Padova, in Veneto appunto. L’ambito è interessato anche dalla strada statale n. 612 Val di Cembra, che attraversa l’omonima valle, e dalla strada statale n. 349 di Val d’Assa e Pedemontana Costo, che mette in collegamento la zona del Lago di Caldonazzo, in Alta Valsugana, con l’importante strada statale n. 12 dell’Abetone e del Brennero nonché con l’Altopiano dei Sette Comuni, in Veneto, e con la strada statale n. 350 di Folgaria e Val Diasico. Numerose strade minori garantiscono poi i collegamenti con i piccoli comuni che si trovano fra la Valsugana e la catena dei Lagorai, a nord. L’autostrada A22 Brennero-Modena è accessibile dal casello di Trento centro. La zona del Primiero è attraversata da nord a sud dalla strada statale n. 50 del Grappa e del Passo Rolle, che arriva dalla Val di Fiemme e attraversa il Parco naturale di Paneveggio-Pale di San Martino, per arrivare poi in Veneto e immettersi sulla n. 51 di Alemagna. Su di essa si innesta la n. 347 del Passo Cereda e del Passo Duran, a sua volta diretta verso il Veneto. La rete autostradale si trova a una certa distanza dall’ambito, con la A22 Brennero-Modena verso ovest e la A31 Vicenza-Piovene Rocchette verso sud. La linea ferroviaria Trento-Venezia, invece, attraversa la Valsugana ed è il punto di riferimento per il trasporto su rotaia, mettendo in collegamento col capoluogo provinciale e quindi con le altre province e regioni. All’interno dell’ambito non ci sono scali aerei per voli di linea né, ovviamente, marittimi, mancando sbocchi a mare. Numerose funivie e seggiovie garantiscono collegamenti in quota fra le località turistiche.

Storia. Sin dalla preistoria sul territorio sono presenti tanto cacciatori nomadi che agricoltori stanziali, grazie sia al territorio pianeggiante che alla presenza del Brenta e dei suoi affluenti. L’etnia dominante, che cercò di far fronte alla colonizzazione romana avviata nel 15 a.C. da Augusto e i figliastri Druso e Tiberio, fu quella dei reti. All’iniziale ribellione seguì una forzata convivenza, aiutata dalla politica romana di assimilazione e tolleranza delle culture locali. Alla caduta dell’Impero vi fu un avvicendarsi di popolazioni barbare, sino alla creazione del regno longobardo e del Ducato di Trento. La religione cristiana era ormai diffusa capillarmente e con la nascita della figura del principe vescovo tutta la zona entrò a far parte dei suoi possedimenti, essendo il potere ecclesiastico anche politico, oltre che spirituale. Seguì poi le alterne vicende del principato vescovile, entrando a far parte dell’impero asburgico e quindi dell’Austria fino alla fine del secondo conflitto mondiale.

Struttura socio-economica. In passato l’agricoltura ha rivestito un ruolo fondamentale nell’economia della zona, ruolo che è stato però ridimensionato dal crescente sviluppo dei settori secondario e terziario. Le coltivazioni di frutta e l’allevamento bovino finalizzato alla produzione del formaggio, oggi principali attività legate al settore primario, sono altamente specializzate e puntano alla produzione di specialità tipiche garantite. Il turismo ha un ruolo decisivo nell’economia locale: la zona del Primiero è estremamente suggestiva dal punto di vista ambientale, soprattutto grazie alla presenza di alcuni dei più bei tratti delle Dolomiti, mentre la Valsugana può contare su un paesaggio meno aspro e quindi su un turismo meno di settore.

COMPRENSORIO VALLE DI FIEMME

Territorio. Si estende nella parte nord-orientale del Trentino, a confine con l’Alto Adige-Südtirol, e si collega alla Val di Cembra a ovest, in corrispondenza del Lago di Stramentizzo e della Val Cadino, nonché alla Val di Fassa a nord-est, all’altezza di Moena e della Valle di San Pellegrino. Nel primo tratto si snoda da ovest a est fino a Predazzo, dove svolta verso nord-est. Ha come valle confluente da est la Valle Travignolo, che dal Lago di Forte Buso scende a Predazzo. A sud è delimitata dalla Catena dei Lagorai. È attraversata dal torrente Avisio e dai torrenti e rii che vi si immettono, come l’emissario del Lago Lagorai, sulla catena omonima. Polo di gravitazione per tutta la Valle è Cavalese.

Comunicazioni. È attraversata dalla strada statale n. 48 delle Dolomiti, che all’altezza di Ora-Auer (BZ) si diparte verso est e nord-est dalla strada statale n. 12 dell’Abetone e del Brennero, arrivando fino a Cortina d’Ampezzo (BL) e Auronzo di Cadore (BL), in Veneto. La strada statale n. 50 del Grappa e del Passo Rolle parte invece da Predazzo e raggiunge il Veneto attraversando il Parco naturale di Paneveggio-Pale di San Martino; la n. 620 del Passo di Lavazè collega Cavalese alla Selva di Ega e ai vicini comuni altoatesini. L’autostrada A22 Brennero-Modena è accessibile dal casello di Egna-Ora (in Alto Adige-Südtirol), verso nord, e da quello di San Michele all’Adige Mezzocorona, verso sud. La linea ferroviaria più vicina è la Verona-Brennero. L’ambito è privo sia di scali aerei per voli di linea che, ovviamente (visto che mancano sbocchi a mare), di scali marittimi. Seggiovie e funivie collegano in quota le principali località di rilevanza turistica e paesaggistica.

Storia. La Valle era frequentata da cacciatori nomadi sin dalla preistoria, mentre non è semplice datare la nascita dei primi nuclei stabili. La colonizzazione romana del 15 a.C., portata avanti con l’usuale metodo romano dell’assimilazione, diede i suoi frutti. Sebbene la maggioranza etnica della zona sia italiana, la poca distanza e la comune storia con la vicina popolazione ladina della Val di Fassa ha influenzato profondamente la parlata locale, in cui è facile ravvisare echi della lingua ladina. Vicina a Trento, lo fu anche a quello che fino a due secoli fa era un territorio completamente sottoposto al potere del principe vescovo e, per non breve periodo, ai conti del Tirolo. Per questo motivo la Valle ha seguito gli stessi binari della storia trentina, partecipando in egual misura alle lotte per l’annessione all’Italia, che hanno interessato il XIX e parte del XX secolo.

Struttura socio-economica. La principale risorsa economica di questo ambito sub-provinciale è il turismo, a cui seguono l’industria del legno e della produzione di giocattoli, quindi l’allevamento.

COMPRENSORIO LADINO VALLE DI FASSA

Territorio. La Val di Fassa occupa la punta estrema nord-orientale del Trentino, a confine con l’Alto Adige-Südtirol, e si collega, a ovest, alla Val di Fiemme, che ne costituisce la naturale prosecuzione lungo l’Avisio, dopo l’alto corso del torrente, dal confine con la provincia di Bolzano fino a Moena. Vi confluisce da ovest la Val di Duron, mentre a est si trovano la Valle di San Nicolò e la Valle di San Pellegrino, che da Moena segna il confine meridionale di questo ambito. Il lago di maggiori dimensioni è quello di Fedaia mentre, a parte i piccoli rii che confluiscono nell’Avisio, non si segnala la presenza di altri corsi d’acqua di una qualche rilevanza. La zona settentrionale è delimitata dal Gruppo di Sella e dal Sasso Lungo mentre a ovest si erge il Catinaccio. Manca nella Valle un vero e proprio polo di gravitazione; il ruolo è svolto da Cavalese, capoluogo della confinante Val di Fiemme.

Comunicazioni. Sebbene non molto estesa, la zona gode di buoni collegamenti, agevolati anche dalla posizione favorevole rispetto alle mete turistiche delle Dolomiti. È attraversata dalla strada statale n. 48 delle Dolomiti, che la collega alla Valle di Fiemme e alla strada statale n. 12 dell’Abetone e del Brennero nonché, in direzione opposta, a Cortina d’Ampezzo (BL) e ad Auronzo di Cadore (BL), in Veneto. Da Pozza di Fassa si diparte verso nord-ovest la strada statale n. 241 di Val d’Ega e Passo di Costa Lunga, che arriva a Bolzano. Poco a sud del Gruppo di Sella inizia la n. 242 di Val Gardena e del Passo Sella che attraversa la Val Gardena in Alto Adige-Südtirol. La n. 346 del Passo di San Pellegrino collega Moena ai vicini comuni veneti. L’autostrada A22 Brennero-Modena è accessibile dal casello di San Michele all’Adige Mezzocorona, verso sud, e da quello altoatesino di Egna-Ora, verso nord. La linea ferroviaria più vicina e accessibile è la Verona-Brennero. Non ci sono né scali aerei per voli di linea né (mancando sbocchi a mare) scali marittimi. Vi sono, invece, numerose seggiovie e funivie che creano collegamenti con le principali località turistiche del Catinaccio, del Sasso Lungo e del Gruppo di Sella.

Storia. La frequentazione preistorica della zona da parte di cacciatori è comprovata dai reperti archeologici e risale almeno al periodo mesolitico, cioè a 9.000 anni fa. All’arrivo dei romani, nel 15 a.C., la zona era popolata dai reti, che dovettero cedere di fronte alla potenza imperiale. Nacque così, dalla convivenza forzata di reti e romani, la cultura ladina. A testimonianza e protezione di questa cultura oggi rimangono solo piccole comunità, come quella della Val di Fassa, strenuamente dedite alla difesa della propria lingua e delle proprie tradizioni. I ladini hanno subito, nei secoli, due diverse e opposte oppressioni: quella dell’impero asburgico, che ha germanizzato la lingua dell’intera area, decimando culturalmente la popolazione ladina (che in Alto Adige-Südtirol è più numerosa che in Trentino), e successivamente quella fascista, che invece ha spinto in direzione opposta, cioè alla italianizzazione. A tutt’oggi i ladini non si considerano adeguatamente tutelati e chiedono maggiore rispetto per la propria identità.

Struttura socio-economica. La comunità locale è gelosa custode del ladino (lingua della maggioranza della popolazione) e della cultura connessa, in cui ha sempre occupato un posto preminente l’agricoltura. Col tempo, comunque, il settore primario ha ceduto a industria e commercio il ruolo di protagonista nell’economia locale, anche se è il turismo a rappresentare la voce principale. Il patrimonio naturalistico di questa zona è notevole, soprattutto considerando la piccolissima distanza che la separa dalle suggestive cime del Catinaccio, del Sasso Lungo e del Gruppo Sella, facilmente raggiungibili anche grazie alle seggiovie e funivie.

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