Comune di montagna di origini medievali; trae sostentamento principalmente dall’industria estrattiva e dal suo indotto –nel territorio comunale si trovano numerose cave di porfido–. La comunità degli albianesi o biani presenta un indice di vecchiaia nella media e si concentra esclusivamente nel capoluogo comunale, cui fanno corona l’aggregato urbano elementare di Barco di Sotto e alcune case sparse sui fondi. L’abitato, interessato soprattutto negli anni Sessanta e Settanta del Novecento da un’intensa espansione edilizia, è disteso su un terrazzo morenico. Il territorio, che presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, è rivestito per la maggior parte di vegetazione montana –tra le altre specie sono presenti il pino silvestre e l’abete rosso–, mentre alle quote inferiori è caratterizzato dalla presenza di terrazzi artificiali, degradanti verso le sponde del torrente Avisio e utilizzati per la coltivazione della vite e di alberi da frutto. Diversi punti del comprensorio albianese (monte della Gallina, Acquadiva, Acquaviva, Palù dei Preti, Prà Possender) presentano un elevato grado di umidità, vista l’abbondanza di acqua superficiale o la scarsa profondità delle falde acquifere; in tali aree si distendono prati umidi e crescono rare specie arboree idrofile, come l’ontano bianco. Nello stemma comunale, concesso con Regio Decreto, è raffigurata una pianta di castagno, posta su un campo arato e accompagnata da un mucchio di cubetti di porfido.