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Provincia di VARESE

Capoluogo: Varese

Scheda

 
Stemma della provincia Varese
   

Provincia di Varese - Statistiche

Territorio. La provincia si estende nella parte nord-occidentale della regione, coprendo una superficie di 1.198 chilometri quadrati, distribuita in 141 comuni. Posta al confine con la Svizzera, con le province di Como e Milano, nonché con la regione Piemonte (province di Novara e Verbano-Cùsio-Ossola), presenta, in genere, un profilo geometrico irregolare, con quote comprese tra i 200 e i 1.600 metri. La zona meridionale del territorio, al confine con la provincia di Milano, presenta invece i tratti propri della pianura padana. Piuttosto ricca di risorse idriche, ha nei fiumi Ticino e Olona i corsi d'acqua principali mentre la presenza del lago Maggiore, o Verbano, del lago di Lugano, o Ceresio, e di una serie di laghi minori ne caratterizza l'ambiente e l'economia. Le risorse ambientali sono valorizzate dall'istituzione di parchi regionali, dei quali il più esteso e noto è senz'altro il Parco del Ticino. Lo stemma, concesso con Regie Patenti, trae i suoi elementi costitutivi da quelli di Varese e Gallarate. In esso si raffigurano, in campo rosso attraversato da un palo d'argento, S. Vittore martire, Patrono della città di Varese, e un gallo d'argento, simbolo di Gallarate.

Comunicazioni. Il territorio è interessato dal tracciato dell'autostrada A8 Milano-Varese e dal raccordo che la unisce all'A26 Voltri-Gravellona Toce; la parte sud-orientale della provincia è attraversata dalla A9 Lainate-Como-Chiasso. La viabilità ordinaria conta soprattutto sule strade statali n. 233 Varesina, che collega Milano al confine italo-svizzero all'altezza di Ponte Tresa, e n. 629 di Angera, che costeggia la parte inferiore della sponda varesina del lago Maggiore. Abbastanza sviluppata nella parte meridionale della provincia, con Saronno e Gallarate che costituiscono snodi importanti, la ferrovia raggiunge anche la zona a nord del capoluogo provinciale fino a Porto Ceresio, sul lago di Lugano, e lungo la sponda del lago Maggiore fino a Pino sulla Sponda del Lago Maggiore e Tronzano Lago Maggiore, al confine italo-svizzero. La provincia ospita inoltre uno dei più importanti scali aerei europei, l'aeroporto intercontinentale della Malpensa; non vi sono invece porti fluviali o lacuali di grosso rilievo, considerato anche che la navigazione interna riveste un interesse soprattutto turistico. La qualità dei collegamenti, generalmente buona, è migliore nella parte centrale e meridionale del territorio, grazie alla presenza delle autostrade e ad una rete ferroviaria più capillare.

Storia. La provinciaha ospitato nel passato più antico civiltà palafitticole (si pensi alla cultura di Golasecca e alla cultura di Lagozza) insediatesi attorno agli attuali specchi d'acqua; di esse restano tracce evidenti ed importantissime dal punto di vista archeologico. Meno significativi che altrove sono invece i resti romani, sebbene diversi centri della provincia risalgano certamente a quell'epoca. I celti, i galli, i liguri, e -secondo alcuni storici- popolazioni etrusche abitarono i rilievi a nord del capoluogo. Durante il Medioevo ha seguito le sorti della regione, con i borghifortificati infeudati alle grandi casate storiche: dai Visconti ai Torriani, agli Sforza; tutta la zona fu duramente colpita dalla peste del 1630. Oltre ai giacimenti culturali più antichi e ai castelli ancora conservati, sorgono in questa parte della regione antiche ville nobiliari che ancora oggi costituiscono motivo di interesse storico e architettonico e di attrazione turistica.

Struttura socio-economica. Le attività del settore primario hanno perduto quasi del tutto la loro importanza negli ultimi due secoli: oggi l'agricoltura produce soltanto lo 0,5% del reddito provinciale. Restano comunque le attività florovivaistiche e l'allevamento ovino e caprino. Il reddito provinciale proviene tuttavia per il 47% dall'industria che, distribuita in modo piuttosto equilibrato sul territorio, impegna il 43% delle unità produttive ed assorbe quasi il 66% della manodopera. Fin dal ' 700era già praticata la tessitura della seta, poi a Gallarate e Busto Arsizio prese piede la filatura del cotone; è dei primi anni dell'800 la prima filanda di cotone che utilizzava macchine inglesi. Contemporaneamente si andava affermando anche l'industria cartaria. Oggi i comparti prevalenti sono il meccanico e il tessile, con una certa supremazia dell'industria meccanica: si fabbricano macchine utensili, elettrodomestici, macchine elettriche, minuteria e carpenteria metallica; la provincia detiene quasi il monopolio nazionale nella produzione di bilance di precisione. Il comparto tessile produce soprattutto filati di cotone, maglieria e abbigliamento. Sono rappresentati anche i comparti alimentare, plastico e chimico.; si fabbricano articoli in gomma, pelle e cuoio e non mancano l'editoria e la produzione di giocattoli. Tra le aziende del mercato nazionale che producono i loro beni in provincia figurano marchi notissimi sia in Italia che all'estero. Circa un terzo della produzione industriale della provincia, infatti, è destinato all'esportazione. Ottiene un successo indiscutibileanche l'artigianato (quelo varesino è tra i primi posti in Italia per valore aggiunto), organizzato in consorzi e concentrato soprattutto nella metalmeccanica e nell'elettronica, che occupano il 22% degli addetti, e nel tessile, che dà lavoro al 20% degli addetti. Oltre ai ricami di pregio si producono articoli in pelle e cuoio: sono famosi i calzaturifici e la produzione di valigeria e pelletteria; anche qui buona parte del prodotto viene esportata. Un caso del tutto particolare è rappresentato dalla realizzazione di pipe in radica: l'80% della popolazione nazionale e il 40% di quella mondiale vengono dalla provincia varesina; completano il quadro l'oreficeria, la produzione di ceramica e l'impiantistica, soprattutto elettrica e termosanitaria, in espansione. Il terziario costituisce una voce importante, soprattutto grazie al commercio e ai servizi alle imprese; il commercio estero si svolge soprattutto con gli Stati Uniti d'America, con i mercati del Sudamerica e con i Paesi arabi. Lo sviluppo industriale ha condizionato anche le scelte formative: non è un caso la presenza del Libero Istituto Universitario Cattaneo di Castellanza, per la formazione dei manager industriali.

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