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Provincia di CATANZARO

Capoluogo: Catanzaro

Scheda

 
Stemma della provincia Catanzaro
   

Provincia di Catanzaro - Ambiti

DEFINIZIONE La conformazine di questa ed altre province calabresi permette di distinguere i due versanti dell’Appennino calabro con i comuni che su di essi insistono: quelli del versante tirrenico, che trovano il loro naturale punto di riferimento in Lamezia Terme e Soveria Mannelli, nonché quelli del versante ionico, che hanno invece i loro poli di gravitazione nel capoluogo provinciale, in Chiaravalle Centrale e in Soverato. A distinguere i due ambiti è quindi un criterio di divisione basato su elementi fisici, naturali, più che su profonde differenze nella caratterizzazione socio-economica, tipiche semmai della contrapposizione tra comuni montani e comuni rivieraschi. Quella qui adottata è, comunque, sostanzialmente la stessa distribuzione dei comuni nelle Unità Sanitarie Locali, fatta eccezione per Marcedusa, che ricade nella giurisdizione della Usl di Crotone (quindi fuori provincia). Un’ultima annotazione: Cicala e San Pietro Apostolo sono inseriti nel Versante ionico ma per taluni servizi gravitano sul Versante tirrenico

Versante tirrenico: Carlòpoli, Conflenti, Cortale, Curinga, Decollatura, Falerna, Feroleto Antico, Gizzerìa, Jacurso, Lamèzia Terme, Màida, Martirano, Martirano Lombardo, Motta Santa Lucia, Nocera Terinese, Pianòpoli, Platanìa, San Mango d’Aquino, San Pietro a Màida, Serrastretta, Soverìa Mannelli.

Versante ionico: Albi, Amàroni, Amato, Àndali, Argusto, Badolato, Belcastro, Bòrgia, Botricello, Caraffa di Catanzaro, Cardinale, Catanzaro, Cenadi, Cèntrache, Cerva, Chiaravalle Centrale, Cicala, Cròpani, Dàvoli, Fossato Serralta, Gagliato, Gasperina, Gimigliano, Girifalco, Guardavalle, Isca sullo Jònio, Magisano, Marcedusa, Marcellinara, Miglierina, Montàuro, Montepaone, Olivadi, Palermiti, Pentone, Petrizzi, Petronà, San Floro, San Pietro Apòstolo, San Sòstene, Santa Caterina dello Jònio, Sant’Andrèa Apòstolo dello Jònio, San Vito sullo Jònio, Satriano, Sellìa, Sellìa Marina, Sersale, Settingiano, Sìmeri-Crichi, Sorbo San Basile, Soverato, Soverìa Sìmeri, Squillace, Stalettì, Taverna, Tiriolo, Torre di Ruggièro, Vallefiorita, Zagarise.

VERSANTE TIRRENICO

Territorio. La fascia costiera va da Nocera Tirinese a Curinga, lungo il Golfo di Sant’Eufemia. Si trova qui l’unica estensione pianeggiante che abbia qualche rilievo. Alle spalle dei centri rivieraschi il profilo geometrico si muove, più bruscamente verso nord, dove raggiunge i 1.417 metri sul monte Reventino. Altri corsi d’acqua, oltre quelli maggiori, interessano questa parte del territorio; tra questi i torrenti Pesipe, Pilla e Turrina. Nei dintorni di Nocera Terinese si trovano terme solfuree. Tra i tipi colturali spicca l’olivo, mentre le caratteristiche della piana di Sant’Eufemia consentono la coltivazione di mais e frumento.

Comunicazioni. Oltre che dall’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e dal raccordo autostradale tra Lamezia Terme e Catanzaro, questa parte del territorio è interessata, per un breve tratto, dalla s.s. 19 delle Calabrie; altri tracciati viari di un certo rilievo sono le strade statali n. 109 della Piccola Sila e n. 181 di Maida e Squillace che solcano il territorio con percorsi sinuosi e tormentati per congiungere le due coste marittime. A Lamezia Terme si trovano uno dei capolinea del tronco ferroviario che raggiunge Catanzaro Lido e, soprattutto, le strutture dell’aeroporto.

Storia. Già sede di insediamenti e colonie greche (Nocera Terinese fu distrutta da Annibale), fu interessata poi dal fenomeno della colonizzazione romana. Teatro delle gesta di normanni e bizantini, la zona conobbe la signoria degli aragonesi nel XV secolo; fu poi dei Caracciolo e del Regio demanio. Un catastrofico terremoto la colpì nel 1638 e poi di nuovo nel 1873. I reperti archeologici sono numerosi ed arricchiscono i musei civici dei comuni dell’area; l’impronta normanna è evidente nell’architettura sacra risalente al XII secolo.

Struttura socio-economica. Un certo sviluppo industriale si registra intorno a Lamezia Terme, dove sono sorte installazioni per la realizzazione di prodotti della chimica di base e per la lavorazione di legno e vetro; si registrano poi imprese impegnate nella produzione di materiali da costruzione e la presenza di un’apprezzata industria olearia. L’agricoltura conta in questa zona i suoi impianti principali, in particolare per la produzione di frutta ed ortaggi.

VERSANTE IONICO

Territorio. Occupa la fascia costiera tra i comuni di Belcastro e Guardavalle nonché i monti della Sila Piccola e l’entroterra collinare a sud del capoluogo provinciale, interrotto dalle valli solcate, tra gli altri, dai fiumi Corace, Alli e Sìmeri. Le quote maggiori si registrano nella parte più a nord, dove superano i 1.700 metri, ma il profilo geometrico torna ad impennarsi alle spalle della parte più meridionale del litorale: si trovano qui i monti Pietra Cavallera (1.222 metri), Trematerra (1.228 metri) e S. Nicola (1.260 metri). Unico specchio d’acqua meritevole di nota è il Serbatoio del Passante. L’olivo caratterizza il paesaggio dell’immediato entroterra, mentre è decisamente meno estesa la coltivazione della vite. Faggi e castagni occupano invece i pendii delle montagne. In corrispondenza del monte Gariglione si trova l’omonimo bosco, inserito nell’area del Parco Nazionale della Calabria: il bosco, dell’estensione di circa 2.500 ettari, custodisce mirabili esemplari di ontano, faggio e abete bianco e dà rifugio a scoiattoli, volpi, puzzole, cinghiali, caprioli, poiane e falchi. Sui rilievi della Sila Piccola si trova infine la Riserva statale Poverella Villaggio Mancuso, zona protetta di 1.086 ettari, che è costituita sostanzialmente da boschi di leccio, castagno e pino, habitat naturale del lupo appenninico.

Comunicazioni. I collegamenti sono garantiti soltanto dalla viabilità ordinaria ed in particolare dalle strade statali n. 19 bis della Calabria, n. 109 bis della Piccola Sila, n. 179 dir. del lago Ampollino, n. 182 delle Serre Calabre e n. 384; la rete ferroviaria è costituita dalla linea Cosenza-Catanzaro. Non vi sono invece porti commerciali o aeroscali.

Storia. Vi sono tracce della presenza umana (soprattutto resti e corredi funerari) a partire dal Neolitico, sebbene la fondazione degli agglomerati principali risalga al periodo bizantino. Sorse a Squillace, per opera di Cassiodoro, il centro culturale e monastico di Vivarium. Come gran parte della regione, fu preda dei normanni dopo l’anno Mille e della loro presenza restano tracce significative. Nel corso del Medioevo il territorio conobbe le signorie feudali di casati quali i Ruffo, i Carafa e i Soriano; l’area intorno al capoluogo beneficiò in particolare della dominazione aragonese prima di conoscere un periodo di depressione sotto l’autorità spagnola.

Struttura socio-economica. L’area intorno al capoluogo è l’altro sito provinciale che abbia registrato un qualche sviluppo industriale: vi si realizzano costruzioni metallurgiche, prodotti di stampa ed editoria, materiali da costruzione; la ricchezza di corsi d’acqua e la natura del territorio hanno permesso lo sfruttamento della risorsa idrica per la parziale soddisfazione del fabbisogno energetico: sono sorte così alcune centrali idroelettriche lungo il corso del fiume Simeri. Il turismo rappresenta una risorsa non trascurabile e offre attrattive per gli amanti della villeggiatura tradizionale, che hanno a disposizione le strutture ricettive costiere, e per gli appassionati della natura e dell’ambiente: costoro possono immergersi nei suggestivi scenari della Sila, eventualmente a bordo di uno dei convogli appositamente predisposti dalle ferrovie private nel tratto silano della linea Cosenza-Catanzaro Lido, composti da vagoni d’epoca trainati da locomotive a vapore. L’artigianato conta sulle pregiate produzioni di merletti e pizzi al tombolo e più in generale sulle creazioni degli interpreti dell’artigianato tessile, diffuso anche nel resto della provincia e che raggiunse il suo apice all’inizio del Novecento; tra i prodotti più apprezzati i “vancali”, caratteristici scialli in seta e lana, e i tappeti (le cosiddette “pezzane”).

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