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Regione PIEMONTE

Capoluogo: Torino

Scheda

 
Stemma della regione Piemonte
   

Regione Piemonte - Statistiche

Regno di Sardegna nel XVIII secolo, fu il fulcro su cui si costituì l’attuale stato unitario italiano. Tramite naturale tra la Penisola e l’Europa, era ed è attraversato da traffici commerciali notevoli essendo interessato dal “triangolo industriale” formato da: Torino, Milano e Genova. Ospita numerose opere militari, segno di un passato travagliato e combattivo che ha segnato il carattere dei suoi abitanti, (famoso il detto: “Torino: pane e tamburino”). Ricco di panorami diversi come le sue genti, il Piemonte ha saputo trovare nel tempo unione e sviluppo. Sempre a confronto con il vicino francese, ha cercato e mantenuto identità e indipendenza nei confronti dello straniero. Compreso tra il confine francese (lambisce i dipartimenti della Provenza e della Savoia) e la Lombardia, da nord a sud è situato tra la Val d’Aosta, la Svizzera (confina con i cantoni Vallese e Ticino) e la Liguria, nonché, per un breve tratto, l’Emilia Romagna. Privo di sbocco verso il mare, si può suddividere tra le aree: di pianura (al centro), collinare (nella parte meridionale) e montuosa (ad arco sul versante nord-occidentale). La sua posizione è stata di grande interesse strategico per il limitato numero di varchi nelle catene montuose: chi controllava i valichi poteva concedere o negare il passaggio di eserciti, il che ha contribuito a consolidare la fortuna della millenaria dinastia Savoia, detti “i signori dei passi”.

Collegamenti. I principali valichi transfrontalieri sono cinque per la Francia (A32 Torino-Bardonecchia, la statale n. 24 del Monginevro, la n. 25 -E70- del Moncenisio, la n. 21 della Maddalena, la n. 20 -E74- del Colle di Tenda e di Valle Roja) tre per la Svizzera (la strada statale n. 33 -E62- del Sempione, la n. 337 della Val Vigezzo e la n. 34 del Lago Maggiore). Le vie di comunicazione meglio distribuite sul territorio sono le strade statali, provinciali e comunali, il cui sviluppo complessivo ammonta a ben 21.676 km; nonostante ciò, l’intero apparato non è ancora pienamente sufficiente a sopportare il carico a cui è sottoposto. Quasi 800 chilometri sviluppa, invece, la rete delle autostrade: la A32 Torino-Bardonecchia, la A6 Torino-Savona, la A21 Torino-Brescia, la A5 Torino-Aosta, la A4 Torino-Milano-Trieste, la A26 Voltri-Gravellona Toce. A completare il quadro delle infrastrutture viarie contribuiscono le ferrovie, sia private che statali, le quali ultime sviluppano 1.829 km, ovvero circa 1/8 della rete nazionale. Per quanto riguarda il trasporto aereo, l’unica struttura di rilievo è l’aeroporto “Sandro Pertini”, sito nel comune di Caselle Torinese (circa 240 voli nazionali e 250 collegamenti su rotte europee). L’aeroporto di Cuneo/Levaldigi, nel comune di Savigliano (CN), svolge un ruolo di rilevanza più che altro regionale mentre l’aeroporto di Milano/Malpensa garantisce voli di linea su tutte le rotte intercontinentali. Il porto di Genova, in Liguria, assicura ogni genere di trasporto marittimo.

Territorio. La sua morfologia è sinteticamente rappresentata dal nome stesso della Regione: Piemonte, ovvero ‘che si trova ai piedi dei monti’. Circa il 70% della sua superficie, infatti, è occupata da rilievi montuosi o collinari. La sua formazione risale all’epoca cenozoica, quando il ciclo orogenetico portò all’innalzamento del fondale marino; i corrugamenti che ne derivarono portarono alla formazione della catena alpina primitiva. Le attuali catene che delineano l’arco piemontese sono, da sud a nord: le Alpi Marittime, le Cozie, le Graie, le Pennine, le Lepontine. L’idrografia del territorio è costituita da un complesso sistema fluviale, centinaia di ghiacciai (oggi quasi tutti in ritiro) e alcuni laghi, come il Maggiore e altri di minor estensione. Il fiume principale è il Po, che sorge sul Monviso; i suoi maggiori affluenti sono, da sud a nord: lo Scrivia, l’Orba, il Bormida, il Tanaro, la Stura di Demonte, il Maira, il Chisone, la Dora Riparia, la Stura di Lanzo, l’Orco, la Dora Baltea, il Sesia, l’Agogna e il Ticino. La Regione ha una notevole rilevanza naturalistica, grazie all’ottimale rapporto tra uomo e natura; la scarsa antropizzazione di alcune aree ha permesso, infatti, la conservazione di un ambiente pressoché intatto. La vegetazione presenta sostanzialmente immutate le sue caratteristiche originarie, grazie alla costituzione di numerose e preziose aree protette che, come spesso avviene lungo i confini piemontesi, proseguono in territorio francese, formando così veri e propri polmoni verdi per tutta l’Europa. Nel dettaglio, la provincia più a nord, Verbano-Cusio-Ossola, è nota per la dolcezza del clima e per la natura intatta e caratteristica; la provincia di Vercelli, più a sud, presenta un panorama variegato che va dalle pendici del Monterosa alle risaie, di cui Vercelli è considerata la capitale europea; procedendo si incontra la provincia di Novara, naturale tramite tra la Lombardia e il Piemonte, anch’essa popolata da numerose antiche aziende agricole dedite alla coltura risicola; segue, quindi, la provincia di Biella, ricca di pascoli e di caratteristiche fattorie fortificate denominate “ricetti”, di cui il più famoso è quello di Candelo; molte sono le aree dalla natura incontaminata, pur essendo presenti anche molti lanifici, i cui prodotti sono noti in tutto il mondo. Il Canavese, area all’interno della provincia di Torino, è il nucleo storico del Piemonte; le ricche industrie presenti sono inserite nell’ambiente senza stravolgerlo: un raro connubio tra progresso e tradizioni. La provincia di Alessandria è prevalentemente collinare e forma, in comunione con quella di Asti, il cosiddetto Monferrato. Entrambe le province sono, in buona parte, terre di vigneti, la cui economia si basa, quindi, soprattutto sull’agricoltura e sul turismo ad essa legato. È una zona tradizionalmente contesa per la posizione geografica e l’importanza commerciale ad essa legata, poiché è il tramite naturale tra la Liguria e le ricche città del nord. Ultima delle province è Cuneo, la più grande d’Italia, formata da terreno montuoso e collinare, nota soprattutto per i suoi prodotti quali le nocciole e i tartufi. La spettacolarità dei paesaggi è immutata da secoli: dalle Langhe (formate da dolci colline che raggiungono le pendici dei monti liguri) fino al Roero (vero e proprio dedalo di colline o altopiani). Dalla sostanziale conservazione di condizioni ambientali favorevoli è stata avvantaggiata anche la fauna locale: specie autoctone hanno potuto sopravvivere e, in periodi favorevoli, ripopolare le zone dalle quali erano scomparse (in Europa tutti gli stambecchi erano estinti, fuorché nell’area del Gran Paradiso). Il sottosuolo offre risorse minerarie che hanno rivestito notevole importanza fin dalla preistoria.  

Clima. Relativamente all’orografia, si individuano nella regione: un clima alpino, uno padano e uno pedemontano. La regione montana è caratterizzata da forti escursioni termiche diurne (circa 9°), da escursioni annue non egualmente rilevanti, da temperature medie annue più basse che in pianura (circa -5°), da venti locali d’incanalamento, da frequenti giorni di sereno in inverno e nuvolosità in estate, da piovosità modesta all’interno delle valli e crescente verso l’alto, con massimi sulle Alpi Graie, prevalentemente primaverili e autunnali. Le colline pedemontane hanno temperature particolarmente elevate (10÷12°) medie annue ed abbondanti precipitazioni (oltre 1.500 mm annui). In pianura, come anche nelle zone di collina del Monferrato e delle Langhe, ad un’accentuata continentalità delle condizioni termiche, con inverni piuttosto freddi (circa 2° medi in inverno) ed estati calde (circa 25° medi in estate), si accompagnano precipitazioni relativamente uniformi e modeste come quantità, con due massimi, uno primaverile, predominante nella parte occidentale, e l’altro autunnale, più marcato, che si registra nella parte orientale, per un totale di circa 1.000 mm annui. I venti dominanti nella regione, a parte quelli generati dalle configurazioni bariche a grande scala in cui si inseriscono anche venti eccezionali come il föhn, sono rappresentati dalle brezze di monte e di valle, che sono generate dal differente riscaldamento diurno e notturno tra le cime dei monti e le valli.

Attività produttive. Benché la morfologia del Piemonte rappresenti spesso un elemento di criticità, l’agricoltura e l’industria di trasformazione ad essa correlata rivestono un’importanza primaria nelle risorse economiche regionali. In pianura si ha principalmente la produzione di cereali (riso in particolare), seguita, per quantità, da quelle di: granturco, frumento, ortaggi (barbabietole soprattutto), soia e frutta (da altofusto e sottobosco). In collina il maggior prodotto è il frumento, seguito da: uva da vino, granturco, orzo, ortaggi, frutta. In zona montana si producono in particolare ortaggi e, in ordine decrescente: frumento, orzo e frutta. L’allevamento del bestiame, sia per l’industria casearia che per quella della carne, è onnipresente soprattutto per le razze bovine (alpina e frisona); in minore quantità sono allevati anche suini e ovini. Grazie alla disponibilità di pascoli alpini, la produzione di carni pregiate ha una forte incidenza sul mercato del settore. Altro derivato dell’agricoltura, che assurge a dignità propria, è il vino, che in Piemonte ha molti celebri esempi: Barolo, Freisa, Erbaluce, Barbera, Moscato, Arneis e Barbaresco, ai quali se ne possono aggiungere molti altri. La tradizione industriale, dal suo canto, è fortemente concentrata sul territorio: l’esempio più macroscopico è offerto dalla casa automobilistica italiana per antonomasia, che è la più grande fabbrica del Paese e permea la vita economica di gran parte del Piemonte. Nuovi segnali di sviluppo stanno arrivando dall’industria delle telecomunicazioni e da quella alimentare. Il terziario è ben articolato e costituisce un’importante entrata per il Pil regionale: notevole apporto economico è dato dalla presenza degli istituti bancari tra i più floridi d’Italia. Significativa voce delle esportazioni è quella fornita dalle storiche società per la produzione di energia elettrica che, soprattutto grazie ai loro invasi, producono pulita energia idroelettrica per buona parte del fabbisogno nazionale; è presente anche una centrale nucleare in via di dismissione.

Analisi statistica. Area sociale. Le statistiche culturali e sociali varie vedono la regione collocarsi, nel complesso, al di sopra delle medie nazionali; occupa il nono posto per diffusione di periodici per abitante con 78 copie contro le 66 della media nazionale e il settimo per spesa pro-capite per spettacoli, manifestazioni sportive e trattenimenti vari. Vicino ai valori medi nazionali è il numero di laureati e diplomati su mille abitanti. Per quanto riguarda le statistiche sanitarie si colloca lievemente al di sotto della media nazionale sia sul versante pubblico sia su quello privato. Area economica. L’apporto più consistente all’economia regionale è dato dal terziario con una percentuale lievemente inferiore alla media italiana (61%); buona è la percentuale relativa al valore aggiunto del settore industriale (36,4%) mentre inferiore ai valori medi nazionali è l’apporto dato dal settore agricolo (2,6%). Nella graduatoria dei conti economici pro-capite la regione si colloca su posizioni superiori alle medie nazionali con il nono posto per Prodotto Interno Lordo e il decimo posto per i consumi. Per quanto riguarda la graduatoria degli occupati per 1.000 abitanti occupa il sesto posto con 398 occupati contro 346,5 della media italiana. Area demografica. Quasi il 74% dei comuni ha una popolazione non superiore ai 2.000 abitanti e la classe di ampiezza demografica che va dai 500 ai 1.000 abitanti è quella che comprende il maggior numero dei comuni (283). La città più popolosa è il capoluogo regionale con una popolazione che si avvicina ad un milione di abitanti. La regione occupa il sesto posto nella graduatoria dell’indice di vecchiaia con un valore sensibilmente superiore alla media italiana. Per quanto riguarda la vita media con 73,2 anni per gli uomini e 79,9 anni per le donne occupa rispettivamente la quattordicesima e la tredicesima posizione. Area ambientale. La superficie territoriale secondo la zona altimetrica presenta una composizione prevalentemente montuosa (43,3%) superiore alla media nazionale; inferiore ai valori nazionali è la percentuale di superficie collinare (30,3%), il 26,4% di superficie pianeggiante completa l’estensione territoriale della regione.

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