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Provincia di PORDENONE

Capoluogo: Pordenone

Scheda

 
Stemma della provincia Pordenone
   

Provincia di Pordenone - Ambiti

DEFINIZIONE L’analisi morfologica e idrografica individua sette subaree provinciali, ognuna delle quali è fortemente caratterizzata dalla presenza di elementi geografici che, nel corso dei millenni, ne hanno influenzato lo sviluppo economico e urbanistico: il “cuore”, che l’alto grado di urbanizzazione e la forte concentrazione industriale hanno saldato in modo indissolubile; l’alta pianura, che si estende dal Pedemonte alla linea delle risorgive; il Pedemonte; l’ampia zona montana, che raggruppa i comuni delle valli Cellina, Colvera, Meduna, Cosa e Arzino; la striscia che si estende lungo la riva destra del Tagliamento; le ampie distese coltivate che si snodano nei dintorni dell’abbazia di Sesto; i fertili campi lambiti dal Livenza. L’individuazione di nuclei fortemente urbanizzati, in grado di esercitare un’attrazione socio-economica a largo raggio, ha ridotto a tre gli ambiti sub-provinciali: l’Area metropolitana, che trova il suo naturale punto di aggregazione nel capoluogo di provincia; il Destra Tagliamento, che gravita su Spilimbergo e San Vito al Tagliamento; l’Area montana e pedemontana, che si stringe intorno al polo industriale di Maniago.

Area metropolitana: Aviano, Azzano Decimo, Brugnera, Budoia, Caneva, Cordenons, Fiume Veneto, Fontanafredda, Pasiano di Pordenone, Polcenigo, Porcia, Pordenone, Prata di Pordenone, Pravisdomini, Roveredo in Piano, Sacile, San Quirino, Zoppola.

Destra Tagliamento: Arzene, Casarsa della Delizia, Chions, Cordovado, Morsano al Tagliamento, San Giorgio della Richinvelda, San Martino al Tagliamento, San Vito al Tagliamento, Sesto al Reghena, Spilimbergo, Valvasone.

Area montana e pedemontana: Andreis, Arba, Barcis, Castelnovo del Friuli, Cavasso Nuovo, Cimolais, Claut, Clauzetto, Erto e Casso, Fanna, Frisano, Maniago, Meduno, Montereale Valcellina, Pinzano al Tagliamento, Sequals, Tramonti di Sopra, Tramonti di Sotto, Travesio, Vajont, Vito d’Asio, Vivaro.

AREA METROPOLITANA

Territorio. L’area rappresenta il cuore della provincia non solo per ragioni puramente geografiche ma anche per l’alto grado di urbanizzazione e la forte concentrazione industriale: il tessuto economico ha promosso lo sviluppo urbano del capoluogo di provincia e dei comuni vicini, lungo il filo conduttore di una strada e di un fiume e più in generale dell’acqua e dei luoghi umidi di cui la zona è ricca. Il fiume Livenza nasce alle falde del monte Spada da due sorgenti: i due rami, assai ampi già a pochi metri dalla sorgente, attraversano il Palù -la vasta zona di risorgiva paludosa del fiume Livenza, compresa tra le alture di Sarone a sud, la dorsale allungata del Longone a ovest e i pendii sudorientali del Cansiglio- per congiungersi e aggirare a nord il Longone, dove ricevono le acque del Gorgazzo, lungo le cui sponde le marcite sfruttano le acque delle zone di risorgiva. L’area è tutelata dal Parco Rurale Naturalistico San Floriano di Polcenigo, che ha, tra gli scopi istituzionali, la conservazione e il ripristino delle caratteristiche ambientali naturali in equilibrio con l’antica vocazione agricola, attraverso coltivazioni e allevamenti opportunamente individuati. Il colle di San Floriano fa parte dei rilievi collinari che orlano le Prealpi Carniche: protetto dai venti settentrionali dai poderosi bastioni del massiccio del Cavallo ed esposto a quelli, più caldi e umidi, provenienti dal mare, presenta un clima con caratteristiche di leggera continentalità e una copertura vegetale costituita prevalentemente da boschi.

Comunicazioni. La qualità dei collegamenti è di buon livello e si affida alle strade statali n. 13 Pontebbana, n. 53 Postumia e n. 251 della Val di Zoldo e Val Cellina; a queste vanno aggiunti i tracciati autostradali dell’A27 Mestre-Vittorio Veneto-Pian di Vedoia e dell’A28 Portogruaro-Pordenone. Le linee ferroviarie Sacile-Gemona, Venezia-Udine, Udine-Tarvisio, Portogruaro/Caorle-Casarsa completano il quadro delle infrastrutture di trasporto.

Storia. Nell’area dell’attuale comune di Pordenone, oltre a tracce di insediamenti preistorici, furono rinvenuti, in località Torre, reperti romani pertinenti a una villa, sorta con ogni probabilità nei pressi di un porto fluviale. Nell’undicesimo secolo, a qualche chilometro di distanza, cominciò a svilupparsi il porto sul Noncello, intorno al quale si formò Pordenone. Dal 1077 al 1420 la zona rimase quasi tutta sotto la giurisdizione temporale dei patriarchi di Aquileia, fatta eccezione per Pordenone, appartenuta, fin dalla prima metà del XIII secolo, a vari signori tedeschi e, dal 1278, agli Asburgo -che concessero numerosi privilegi e immunità-. Fino al 1508 fu capitale di uno staterello ben più antico: la Curtis regia Naonis -costituitasi all’incirca nei secoli VIII e IX-, che mai fece parte della Patria del Friuli, soggetta ai patriarchi di Aquileia e, dal 1420, alla repubblica di Venezia. Nel 1508, nel corso di vicende europee connesse con la lega di Cambrai, Venezia conquistò Pordenone e la cedette in feudo alla famiglia del condottiero Bartolomeo d’Alviano fino al 1539: da allora rimase direttamente sotto la giurisdizione della Serenissima fino alla scomparsa di questa nel 1797. Fu un periodo di stabilità contrassegnato dagli scambi commerciali e dallo sviluppo delle attività artigianali: la città rinsaldò i suoi rapporti privilegiati con Venezia, lungo il sistema idroviario Noncello-Meduna-Livenza, e preparò le condizioni del suo futuro sviluppo industriale. Piuttosto negativo fu invece il bilancio per il resto della zona, soprattutto per l’incameramento e la vendita delle “terre comuni”, su cui per secoli era sopravvissuta gran parte della popolazione. Nel 1797 fu ceduta da Napoleone all’Austria, dei cui possedimenti fece parte fino al 1866, quando fu annessa al regno d’Italia. Dai primi anni dell’Ottocento fiorirono a Pordenone molte industrie, destinate a segnare profondamente la storia della città: nel 1811 la ceramica Galvani e dal 1840 i cotonifici. Divenuta meta di un consistente flusso immigratorio, aumentò rapidamente la propria popolazione, soprattutto dopo il secondo conflitto mondiale, conquistando, nel 1968, il titolo di capoluogo di provincia.

Struttura socio-economica. Antichissime tradizioni commerciali e manifatturiere sono alla base dell’intenso processo di urbanizzazione e di concentrazione industriale che ha interessato l’area metropolitana. Il comparto meccanico, concentrato soprattutto nel Pordenonese (elettrodomestici, grande carpenteria metallica, mobili metallici, macchine agricole, macchine utensili per la lavorazione dei metalli, del legno e dei tessili), occupa un elevato numero di addetti mentre le industrie tessili -un tempo assai famose- sono quasi del tutto scomparse. L’intera fascia che ha come centro Bugnera e si estende tra Budoia, Polcenigo, Caneva, Sacile, Prata Pasiano, Pravisdomini rappresenta una delle più forti concentrazioni europee del comparto del legno. Il riscatto irriguo e colturale dell’alta pianura e la bonifica della bassa hanno inoltre favorito l’espansione delle colture specializzate e industriali: il mais, la soia, la floricoltura, la vivaistica e soprattutto la vitivinicoltura. L’industrializzazione non ha cancellato le tracce del mondo antico, dalla preistoria ai castelli medievali, la cui rivalutazione e riqualificazione promuovono lo sviluppo del turismo, il cui potenziale è in parte ancora inesplorato anche se l’insediamento turistico estivo e invernale di Piancavallo, nel comune di Aviano, è già una realtà consolidata a livello internazionale.

DESTRA TAGLIAMENTO

Territorio. Il filo conduttore che lega tra loro questi comuni è costituito essenzialmente dal vasto fiume, che ha sempre condizionato comunicazioni ed economia. Il Tagliamento nasce a sud-est di Lorenzago (UD), solca la valle che divide le Prealpi Carniche e confluisce con i fiumi Degano e But. Entrato nella parte valliva del suo corso, perde parte delle sue acque a causa della forte permeabilità del terreno e, nei pressi di Casarsa della Delizia, entra nella zona delle risorgive, dove riemerge in polle, sorgenti e rigagnoli, fino a sfociare nell’Adriatico. È una zona fittamente abitata, con un fitto reticolo di strade, che insistono sulle tracce dell’antica centuriazione attuata dai coloni della romana CONCORDIA nel I secolo a.C.

Comunicazioni. Al tracciato autostradale dell’A28 Portogruaro-Pordenone si affianca una fitta rete di strade statali di estrema importanza per i collegamenti locali e con i capoluoghi friulani (n. 13 Pontebbana, n. 251 della Val di Zoldo e Val Cellina, n. 463 del Tagliamento, n. 464 di Spilimbergo). Il trasporto su rotaia può contare su una rete ferroviaria altrettanto fitta e articolata (Venezia-Udine, Udine-Tarvisio, Portogruaro/Caorle-Casarsa, Sacile-Gemona).

Storia. Lungo il letto del fiume si schierano castellieri preistorici, tombe a tumulo, insediamenti romani -sulla via che, dalla colonia romana di CONCORDIA, saliva al passo del Tagliamento-, castelli medievali, ricoveri e ospizi per mercanti e pellegrini che affrontavano il guado. Il patrimonio storico-architettonico, che alimenta la vocazione turistica dei comuni che accompagnano il Tagliamento nel suo percorso verso il mare, racconta la nascita e la crescita di un tessuto urbano, favorito dalla vicinanza al fiume, che, nei secoli, ha promosso lo sviluppo delle attività commerciali e dell’agricoltura. Le rive del Tagliamento vissero tuttavia momenti di tragedia: dalle invasioni ungare del X secolo a quelle turche del XV, dalle battaglie napoleoniche alle tragiche giornate di Caporetto, alle vicende della seconda guerra mondiale.

Struttura socio-economica. La realtà economica è piuttosto composita e ben ripartita tra i settori agricolo, industriale-artigianale e del commercio e servizi. L’agricoltura è altamente specializzata: oltre al mais, viti e frutteti punteggiano la sponda del fiume, riscattando un terreno un tempo improduttivo. Il settore industriale è caratterizzato dalla piccola industria e da un diffuso artigianato: sono soprattutto i comparti edile, metalmeccanico e del legno ad assorbire i flussi più consistenti di manodopera. La composizione del terreno, costituito essenzialmente da sabbia, argilla e ghiaia, ha favorito lo sviluppo dell’industria estrattiva, cui si affiancano i comparti alimentare e dell’abbigliamento. Una percentuale consistente della popolazione attiva è occupata nei settori del commercio e dei servizi, quasi a perpetuare un’antica vocazione favorita dalla posizione geografica.

AREA MONTANA E PEDEMONTANA

Territorio. La posizione geografica, i fenomeni geomorfologici di erosione e carsismo, l’impianto urbanistico, le condizioni storiche di isolamento che hanno determinato un fortissimo esodo migratorio senza ritorno, il mancato sviluppo di centri di aggregazione e gravitazione hanno configurato i comuni dislocati lungo la via del Pedemonte e quelli compresi nelle valli Cellina, Colvera, Meduna, Cosa e Arzino come compagine storico-naturalistica unitaria. Il sistema orografico è costituito dai rilievi delle Prealpi Carniche percorse da torrentelli, cascate e fonti e punteggiate di borghi, che raggiungono le massime quote della zona con i monti Valcalda e Frascola. Il sistema idrografico comprende il torrente Arzino e i corsi montani dei torrenti Cosa e Meduna; i primi due appartengono al bacino del Tagliamento mentre il Meduna è il maggior affluente di sinistra del Livenza. Il territorio, esteso altimetricamente dalla pianura alla fascia subalpina, presenta una notevole varietà floristica e il regresso della presenza umana nelle aree montane ha favorito l’incremento faunistico del territorio, tutelato in parte dal Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, caratterizzate da pareti verticali, punteggiate da estesi boschi e incise dall’acqua.

Comunicazioni. Il territorio è attraversato dalle strade statali n. 251 della Val di Zoldo e Val Cellina, n. 463 del Tagliamento, n. 464 di Spilimbergo e n. 552 del Passo Rest nonché dalle linee ferroviarie Sacile-Gemona, Conegliano-Ponte nelle Alpi, Padova-Calalzo/Pieve di Cadore. I tracciati autostradali dell’A23 Udine-Carnia-Tarvisio, dell’A27 Mestre-Vittorio Veneto-Pian di Vedoia e dell’A28 Portogruaro-Pordenone completano il quadro delle infrastrutture di trasporto.

Storia. Alla leggenda appartiene la mitica città romana di CAELINA, di cui si hanno pochissime notizie e che, secondo alcuni studiosi, sarebbe stata il primo insediamento urbano del comprensorio. È noto tuttavia che i romani arrivarono poco prima dell’era cristiana e, a quel tempo, la zona cominciò a essere frequentata se non abitata: infatti Maniago compare nelle fonti solo tra il IX e il X secolo d.C. È probabile però che alcuni villaggi, specie nelle valli interne, siano sorti come estremi baluardi alle scorrerie dei barbari, succeduti ai romani dopo il loro declino. Dai patriarchi di Aquileia al dominio della Serenissima e all’unità d’Italia, la storia di queste valli è la stessa dell’intero Friuli.

Struttura socio-economica. L’agricoltura, praticata con criteri d’avanguardia, si è specializzata nella coltivazione della vite ma il settore economico che maggiormente caratterizza questa terra è l’artigianato, che, utilizzando le poche risorse offerte dalla natura, quali legno, ferro e pietra, è riuscito a imporsi e a sopravvivere nel corso dei secoli. Le necessità dello sfruttamento idroelettrico, e più ancora quelle della guerra, hanno aperto queste valli alla realizzazione di strutture che valorizzano il patrimonio naturalistico ed etnografico e favoriscono lo sviluppo del turismo.

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