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Provincia di LA SPEZIA

Capoluogo: La Spèzia

Scheda

 
Stemma della provincia La Spezia
   

Provincia di La Spezia - Ambiti

DEFINIZIONE La suddivisione del territorio qui ipotizzata tiene conto, per un verso, tanto delle tradizioni comuni quanto delle peculiarità geografiche o, addirittura, come nel caso della zona delle Cinque Terre, della divisione da sempre operata nella mente degli abitanti del luogo; si sono, però, tenuti in considerazione anche elementi di attrazione di tipo socio-economico-commerciale, quali possono essere considerati quelli da noi individuati come poli di gravitazione. Se, proprio nel caso delle Cinque Terre, tradizionalmente si è sempre definita una zona come costituita da determinati comuni, nel nostro caso non viene mortificata la definizione; nell’ambito vengono, però, ricompresi comuni della riviera e alcuni dell’entroterra, che più propriamente starebbero da soli (per non dire, poi, di quei comuni che hanno un polo di attrazione fuori provincia: è il caso di Carro, Deiva Marina ma anche di Maissana e Varese Ligure, nella Val di Vara) ma che non trovano in nessuno di loro un vero e proprio elemento aggregante, che contribuisca a renderli entità a sé stante; un cenno a parte merita Riomaggiore, che tradizionalmente è stata sempre accomunata alla zona e che, per quanto vicina al capoluogo provinciale e su di esso gravitante, continueremo a ricomprendere nell’ambito delle Cinque Terre. Un po’ diverso (speculare, diremmo) è il caso della terza zona individuata: alcuni dei comuni ivi compresi decisamente appartengono alla Val di Vara e ne condividono, chiaramente, la vocazione economica, così come hanno partecipato alle sue sorti nei secoli; innegabilmente, però, le loro vicende, in tempi più recenti, si sono legate a quelle del capoluogo provinciale tanto da far sembrare anacronistica una divisione diversa da quella operata. Sicuramente più pacifica è risultata l’estrazione della Lunigiana dal contesto provinciale.

Spezzino e Val di Vara: Beverino, Bolano, Borghetto di Vara, Brugnato, Calice al Cornoviglio, Follo, La Spezia, Maissana, Pignone, Portovenere, Riccò del Golfo di Spezia, Rocchetta di Vara, Varese Ligure, Vezzano Ligure, Zignago. Cinqueterre, riviera ed entroterra: Bonassola, Carro, Carrodano, Deiva Marina, Framura, Levanto, Monterosso al Mare, Riomaggiore, Sesta Godano, Vernazza.

Lunigiana: Ameglia, Arcola, Castelnuovo Magra, Lerici, Ortonovo, Santo Stefano di Magra, Sarzana.

SPEZZINO E VAL DI VARA

Territorio. Dal punto di vista paesaggistico questa zona deve essere senza dubbio divisa in due parti: la zona dello spezzino e del golfo, che presenta i caratteri dei luoghi di mare, la cui vita è stata cadenzata, nei tempi antichi, dal mare e dalle abitudini cui esso costringeva, dalle incursioni che da esso provenivano; urbanisticamente gli abitati si intersecavano nelle insenature naturali e si aprivano un varco proprio nelle zone che le acque non avevano conquistato; la seconda zona è quella della Valle del Vara, in cui il paesaggio è dato, invece, da piccoli paesi e borghi in cui è sempre l’acqua il denominatore comune ma è quella del fiume. La stessa La Spezia, che tanta parte ha avuto nella storia della zona, ma anche della provincia tutta, era in principio abitata da pescatori e raccoglitori di sale, che dimoravano in un gruppo di casupole. Se i comuni del golfo e dello spezzino hanno mutato la loro fisionomia, più vicini alla struttura di un tempo sono rimasti quelli della Val di Vara che, pur conservando l’impronta antica, non disdegnano le influenze dei tempi mutati.

Comunicazioni. Le due autostrade A12 Genova-Livorno e A15 Parma-La Spezia offrono uno dei modi di collegarsi al resto della regione; il territorio è attraversato anche dalle statali: n. 1 via Aurelia; n. 370 litoranea delle Cinque Terre; n. 523 del colle di Cento Croci, n. 530 di Portovenere e n. 566 di Val di Vara. I collegamenti ferroviari sono dati dalle linee Genova-Livorno, Genova-Pisa e Sarzana-Santo Stefano di Vara; al porto turistico di Portovenere si aggiunge quello di La Spezia, di tipo mercantile.

Storia. Tutta la zona risente dell’influenza della repubblica marinara di Genova, che si espanse in tutta la Liguria. Fino al secolo XIV il territorio dipese dalla podesteria di Carpena e fu poi eletta a podesteria autonoma dal doge di Genova Simon Boccanegra. La zona dovette subire per buona parte le scorrerie dei corsari barbareschi, soprattutto nelle zone costiere, e fu segnata dalle vicende legate alla presenza degli eserciti spagnolo e francese. La crisi economica e demografica che ne seguì fu interrotta dall’avvento delle truppe napoleoniche, nel 1814. Tutta la zona passò al regno di Sardegna, insieme al resto della repubblica ligure, e vide il nascere dei primi collegamenti viari importanti per il suo futuro sviluppo.

Struttura socio-economica. Se nell’alta Val di Vara risulta caratteristica la produzione di formaggi e tra i prodotti della terra vi sono i funghi, nei pressi del fiume Magra è notevole la produzione di frutta, favorita dalle condizioni di fertilità del terreno. Lo Spezzino è, come ci si aspetta, condizionato dall’economia del capoluogo, che si incentra maggiormente sulle industrie che realizzano armi e munizioni e sulla cantieristica. Non si può dimenticare il ruolo degli impianti di raffinazione dei prodotti petroliferi né l’importanza dell’industria metalmeccanica: le caratteristiche economiche del capoluogo costituiscono elemento di analisi della struttura del circondario, benché non si possa omettere di registrare l’importanza che riveste il turismo, soprattutto grazie alla presenza di luoghi incantevoli come Porto Venere.

CINQUETERRE, RIVIERA ED ENTROTERRA

Territorio. Il paesaggio della costa è fra i più tipici della regione: la strada litoranea si inoltra fra le colline, i vigneti, gli antichi borghi di pescatori, le chiese in stile genovese. Le Cinque Terre sono cinque piccoli abitati di pescatori e contadini, ubicati nella zona terminale della costa di Levante, tra Levanto e Portovenere. Urbanisticamente la struttura è quella tipica dei borghi liguri, con stretti carruggi, viuzze talvolta molto ripide che, attraversando gli abitati, convergono su un porticciolo, come nel caso di Vernazza; in altri casi i paesi si trovano aggrappati su un promontorio a picco sul mare (come Riomaggiore). L’antica opera dell’uomo è qui ancora testimoniata dai terrazzamenti dei versanti coltivati (la cui presenza ha meritato a tutta la fascia di costa il regime di area protetta) resi necessari dalle difficoltà di accesso, derivanti dall’orografia del territorio, decisamente accidentata e tormentata. Particolarmente suggestivo è l’autunno, con i suoi colori intensi e caldi: durante quella stagione il periodo della vendemmia rende più gradevole una visita sui rilievi coltivati con viti e ulivi. Tipico e sicuramente unico è il tratto, di collegamento fra Riomaggiore e la sua località Manarola (definito “via dell’amore”), di quel sentiero che congiunge i cinque borghi, in parte scavato nella roccia -e per questo spesso interrotto da frane- e in parte inciso lungo i terrazzamenti di viti e ulivi. I percorsi che attraversano i cinque borghi consentono, altresì, di ricostruire la storia geologica della zona; nei punti a ridosso del mare è possibile osservare le scogliere che precipitano a mare, le piccole spiagge costituite da materiali di franamento e le dorsali rocciose le cui pieghe e fenditure “raccontano” le vicende delle mutazioni morfologiche dei luoghi. Una vera e propria oasi di verde, punteggiata di campagne e villette, è la zona dell’alta Val di Vara: i paesi, attraversati dal fiume Vara, conservano ancora le strutture medievali. La zona è ricca di boschi, immersi in una folta vegetazione, e di sentieri, che attraversano un paesaggio verde rimasto intatto; in alcuni tratti è percorribile a cavallo.

Comunicazioni. L’area può essere raggiunta più agevolmente dopo la costruzione dell’autostrada A12; è attraversata anche dalle strade statali n. 1, via Aurelia; n. 370 litoranea delle Cinque Terre (che si immette nella n. 1 a La Spezia) e n. 566 di Val di Vara (che confluisce nella n. 1 a Borghetto di Vara). Il mezzo più comodo per percorrerla resta, però, il treno, che la collega con la linea ferroviaria Genova-Pisa.

Storia. Gli abitati delle Cinque Terre erano un tempo (prima che fosse attivata la linea ferroviaria) raggiungibili solo in barca o a piedi, lungo i sentieri che li congiungevano. Dal XII secolo fu creato quel paesaggio a fasce, tipico del sistema agricolo tradizionale, che con una paziente opera di terrazzamento, estesa per circa 2.000 km, ha costituito nel tempo un carattere distintivo della zona, che si conserva ancora intatto. Qui gli ostacoli generati dalla natura hanno consentito una politica di conservazione del paesaggio, occasione per difendersi dai fenomeni di intensa urbanizzazione, che, del resto, la natura impervia dei luoghi non ha favorito. Per una parte di origini antiche, in taluni casi fondati da profughi emiliani, i borghi della zona furono a più riprese dominati da signori locali che, inevitabilmente, furono costretti a cedere alle mire della repubblica marinara di Genova, di cui i paesi seguirono le sorti, grosso modo a partire dal XII secolo; importanti e determinanti in molti casi furono la presenza sul territorio di più eserciti stranieri e la frequenza delle incursioni piratesche sulla costa, che provocarono crisi demografiche ed economiche, arrestando per molto tempo lo sviluppo della zona. Al termine dell’invasione napoleonica, nel 1814, questa fu annessa al regno di Sardegna, partecipando ai successivi avvenimenti nazionali e internazionali.

Struttura socio-economica. I vigneti prensili sostenuti dai muretti a secco riportano alla memoria la creazione antica dell’uomo che ha saputo fronteggiare la natura impervia del territorio; conferiscono al paesaggio un’architettura caratteristica e affascinante ma, soprattutto, garantiscono la produzione dei vini delle Cinque Terre, famosi sin dall’antichità, come lo Sciacchetrà (un vino passito). Anche Bonassola, Levanto e Framura producono vini bianchi secchi di pregio. Nell’entroterra si producono vini bianchi degni di menzione a Sesta Godano.

LUNIGIANA

Territorio. Omogenea e ricca di storia, nel paesaggio, nelle composite culture, nelle emergenze architettoniche e nella cordialità ripropone i caratteri più peculiari di Toscana e Liguria. Vi si riconoscono le tracce della storia italiana ed europea, che qui è passata lasciandovi il segno: dalla lontana preistoria al medioevo, all’età moderna. Tutto il territorio infatti si caratterizza per un paesaggio punteggiato di castelli, pievi romaniche, borghi murati, costruzioni rustiche e gentilizie, che rappresentano l’eredità di un’altissima civiltà, il prodotto di un sottofondo culturale che si è conservato intatto attraverso i secoli. In ogni epoca vi sono passati popoli ed eserciti che hanno contribuito a costituire la struttura degli insediamenti e, soprattutto, i sistemi difensivi. Sulla traccia dei “castellari” protostorici si riconoscono ancora fortificazioni bizantine e longobarde, castelli trecenteschi dalle complesse opere piombanti, imponenti strutture cinquecentesche, integrate dalle bastionature del seicento. Con i popoli e gli eserciti passarono anche le idee, che si rinvengono nella civiltà delle statue-stele e, in particolare, nel cristianesimo, che ha innalzato chiese romaniche di grande suggestione.

Comunicazioni. Il principale collegamento viario nord-sud che interessa la zona è costituito dall’autostrada Parma-mare, la A15, che all’altezza di Santo Stefano di Magra si interseca con la Genova-Livorno, la A12. I collegamenti interni sono resi possibili da un’ottima rete di strade provinciali, comunali e statali: fra queste la principale è la n. 62 della Cisa, che da Sarzana, risalendo il corso del Magra per tutta la valle, raggiunge il passo omonimo e si dirige a Parma. La attraversano anche la n. 1 via Aurelia; la n. 330 di Buonviaggio (che si immette nella n. 62 e nella n. 1); la n. 331 di Lerici (che a La Spezia confluisce nella n. 1) e la n. 432 della Bocca di Magra. È servita dai porti turistici di Lerici e di Ameglia ed è attraversata dalle linee ferroviarie Sarzana-Santo Stefano di Magra e Genova-Pisa.

Storia. L’intera zona fu sottoposta alla signoria dei vescovi di Luni (da cui deriva il nome), città fondata dai Romani nel 177 a.C.; le sue origini rimontano dunque ad epoche remote. Il trasferimento della sede vescovile a Sarzana agli inizi del XIII secolo segnò la decadenza di Luni, che entrò a far parte dei possedimenti della repubblica marinara di Genova, cui l’avevano contesa a lungo soprattutto pisani, fiorentini, lucchesi. Sul finire del XVIII secolo fu invasa da Napoleone e nel 1814 fu annessa, con tutta la repubblica ligure, al regno di Sardegna, di cui condivise le sorti nei successivi avvenimenti nazionali e internazionali.

Struttura socio-economica. Le due rive del fiume Magra dimostrano la loro fertilità nella produzione di frutta, in particolar modo. Anche gli ortaggi costituiscono un prodotto della zona. Sicuramente la produzione di vino costituisce un punto di forza anche per questa zona; sono pregevoli: il vermentino doc dei colli di Sarzana; i bianchi, l’aleatico e i rosati delle colline di Castelnuovo di Magra e di Ortonovo; il bianco e il rosso di Bolano; i bianchi di Arcola e Vezzano; il tocai di Arcola. A Sarzana si conservano numerose botteghe artigiane di antiquariato e restauro come è offerta la possibilità di praticare sport acquatici Tutta la zona costiera è dotata di spiagge che danno un discreto apporto all’economia della zona.

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