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Provincia di COSENZA

Capoluogo: Cosenza

Scheda

 
Stemma della provincia Cosenza
   

Provincia di Cosenza - Ambiti

DEFINIZIONE Il territorio della provincia può essere ragionevolmente diviso in quattro aree principali, caratterizzate da comuni tratti socio-economici o da un passato storico che le contraddistingue, in una suddivisione che, rispettando anche le relazioni istituzionali e commerciali con i centri di gravitazione, finisce per ricalcare la competenza territoriale delle Usl, per cui i comuni della costa tirrenica rientrano nella competenza della Usl n. 1 di Paola, quelli dell'area del Pollino fanno parte della Usl n. 2 di Castrovillari, il versante ionico è riunito sotto la Usl n. 103 di Rossano mentre l'area del capoluogo e la Sila fanno parte della Usl n. 4 di Cosenza. Fa eccezione il comune di San Giovanni in Fiore, che fa parte della Usl n. 5 di Crotone ma ai fini della nostra suddivisione va senz'altro aggregato al comprensorio silano e quindi all'area di gravitazione del capoluogo provinciale.

Costa tirrenica: Acquappesa, Aiello Càlabro, Aieta, Amantea, Belmonte Càlabro, Belvedere Marìttimo, Bonifati, Buonvicino, Cetraro, Cleto, Diamante, Falconara Albanese, Fiumefreddo Brùzio, Fuscaldo, Grisolìa, Guàrdia Piemontese, Lago, Longobardi, Maierà, Orsomarso, Pàola, Papasìdero, Pràia a Mare, San Lùcido, San Nicola Arcella, San Pietro in Amantèa, Sangineto, Santa Domènica Talao, Santa Marìa del Cedro, Scalèa, Serra d'Aiello, Tòrtora, Verbicaro.

Pollino: Acquaformosa, Altomonte, Castrovìllari, Cervicati, Cìvita, Fagnano Castello, Firmo, Frascineto, Laìno Borgo, Laìno Castello, Lungro, Malvito, Mongrassano, Morano Càlabro, Mormanno, Mottafollone, Roggiano Gravina, San Basile, San Donato di Ninea, San Lorenzo del Vallo, San Marco Argentano, San Sosti, Sant'Àgata di Èsaro, Santa Caterina Albanese, Saracena, Spezzano Albanese, Tàrsia, Terranova da Sibari.

Versante ionico: Albidona, Alessàdria del Carretto, Amendolara, Bocchiglièro, Calopezzati, Caloveto, Campana, Canna, Cariati, Cassano all'Iònio, Castrorègio, Cerchiara di Calàbria, Corigliano Càlabro, Cropalati, Crosìa, Francavilla Marìttima, Longobucco, Mandatorìccio, Montegiordano, Nocara, Oriolo, Paludi, Pietrapàola, Plàtaci, Rocca Imperiale, Roseto Capo Spùlico, Rossano, San Cosmo Albanese, San Demetrio Corone, San Giorgio Albanese, San Lorenzo Bellizzi, Scala Coeli, Terravècchia, Trebisacce, Vaccarizzo Albanese, Villapiana.

Sila e alta valle del Crati: Acri, Altìlia, Aprigliano, Belsito, Bianchi, Bisignano, Carolèi, Carpanzano, Càsole Brùzio, Castiglione Cosentino, Castrolìbero, Cèlico, Cellara, Cerisano, Cerzeto, Colòsimi, Cosenza, Dipignano, Domànico, Figline Veglia turo, Grimaldi, Lappano, Lattàrico, Luzzi, Malito, Mangone, Marano Marchesato, Marano Principato, Marzi, Mendicino, Montalto Uffugo, Panettieri, Parenti, Paterno Càlabro, Pedace, Pedivigliano, Piane Crati, Pietrafitta, Rende, Rogliano, Rose, Rota Greca, Rovito, San Benedetto Ullano, San Fili, San Giovanni in Fiore, San Martino di Finita, San Pietro in Guarano, San Vincenzo la Costa, Santa Sofia d'Epiro, Santo Stèfano di Rogliano, Scigliano, Serra Pedace, Spezzano della Sila, Spezzano Pìccolo, Torano Castello, Trenta, Zumpano.

COSTA TIRRENICA

Territorio. Passare in un attimo dal mare alla sommità della Catena costiera, con una strettissima fascia litoranea pianeggiante che si apre leggermente solo in corrispondenza della foce del fiume Lao, tra Capo Scalea e la Punta di Cirella: questo è il carattere peculiare di un territorio che offre allo sguardo una notevole varietà nella vegetazione che lo ricopre: alle quote più basse leccio e quercia da sughero, alberi da frutta ed olivo; poi, mano a mano che si sale in quota verso il crinale della Catena costiera, si incontrano querce miste a oleastro, mirto, agrifoglio e lauro; poi ancora castagno con ginestre e cisti aggrappati alle rocce ed infine faggio e pino. Lungo la costa si trovano alberi che producono cedri di dimensioni impressionanti. La parte più settentrionale del comprensorio è inserita nel Parco Nazionale del Pollino, all'interno del quale si trovano la riserva naturale Valle del fiume Lao e la Riserva naturale Valle del fiume Argentino; molto più a sud, invece, lungo la costa, si incontra l'Oasi blu degli scogli Isca.

Comunicazioni. Il sistema delle strade statali conta la strada stale n. 105 di Castrovillari, la statale n. 108 Silana di Cariati, la statale n. 278 di Potame che congiunge Amantea con il capoluogo provinciale, la statale n. 283 delle Terme Luigiane, la statale n. 504 di Mormanno che unisce l'omonimo centro a Scalea, e la strada statale n. 533 di Fagnano. Una linea ferroviaria sale da Paola fino a Cosenza; Diamante è dotata di un porto turistico.

Storia. Comunità di valdesi si sono stanziate intorno a Guardia Piemontese caratterizzando con il loro dialetto ed i loro costumi di derivazione provenzale la zona circostante; altri e più antichi toponimi richiamano la presenza dell'antica popolazione italica dei Bruzi mentre vestigia assai più recenti, come le torri di avvistamento costiere, ricordano il pericolo rappresentato in passato dalle incursioni saracene.

Struttura socio-economica. In questa zona hanno sede il distretto scolastico n. 17 di Amantea, il n. 21 di Diamante ed il n. 23 di Paola. L'economia locale si fonda per la maggior parte sul turismo balneare, che ha in quest'area alcune delle località più famose: da Praia a Mare a Scalea, da Diamante a Paola. Non mancano tuttavia altre attività meno legate ai cicli stagionali, come l'industria tessile, presente a Praia a Mare, Belvedere Marittimo, Cetraro e Scalea. A Diamante ha sede l'“Accademia italiana del peperoncino” e non manca una sagra annuale nel corso della quale con la spezia che ha reso celebre la gastronomia regionale vengono “corretti” addirittura il gelato e la birra.

POLLINO

Territorio. L'area è costituita in pratica dai fianchi del monte Pollino che digradano verso la piana di Sibari, con un alternarsi di valli e montagne. Il verde intenso della vegetazione si deve alle abbondanti precipitazioni invernali e alla presenza di numerosi corsi d'acqua: il fiume Coscile, l'Esaro, il fiume Garga, il Follone, solo per citarne alcuni. Sul monte Calòria, in una cornice ambientale quasi incontaminata, si trovano laghetti che si formano con le piogge invernali per evaporare poi in estate; uno soltanto, il lago dei Due uomini, è visibile anche nella stagione calda. Questa parte della provincia racchiude la porzione maggiore del Parco Nazionale del Pollino, nel quale si trovano la riserva naturale biogenetica di “Serra Nicolino”, e la sede del Parco naturale regionale “Lago di Tarsia-Foce del fiume Crati”.

Comunicazioni. Poche ma importanti strade statali attraversano la zona: la strada statale n. 105 di Castrovillari, la statale n. 504 di Mormanno che conduce a Scalea, sulla costa tirrenica, e la statale n. 534 di Cammarata e degli Stombi, particolarmente importante perché unisce Sibari (Cassano all'Ionio) e la costa ionica all'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria. La linea ferroviaria Sibari-Castiglione Cosentino attraversa una parte del territorio.

Storia. La zona, abitata in epoca preistorica, ha seguito per lo più le vicende del suo principale centro di gravitazione. All'inizio del Cinquecento le terre non soggette al demanio facevano parte del feudo della famiglia Carafa; altre famiglie nobiliari di cui si conserva il ricordo furono gli Spinelli di Cariati e i Sanseverino di Bisignano. Nel 1638 un disastroso terremoto ha cancellato una parte notevole del patrimonio storico-architettonico. La popolazione locale appoggiò la rivoluzione del 1799 e l'occupazione francese del 1806.

Struttura socio-economica. Non è forse l'ambito sub-provinciale con la più spiccata vocazione industriale; la produzione di fibre artificiali e sintetiche è comunque nota nel circondario di Castrovillari, dove l'agricoltura produce invece uve da vino da cui si ricavano il Lacrima ed il Pollino. Sul monte Pollino si produce energia grazie all'impianto di una centrale idroelettrica. Hanno sede qui il distretto scolastico n. 19 di Castrovillari ed il n. 25 di Roggiano Gravina.

VERSANTE IONICO

Territorio È composto dalla pianura alluvionale formata dai detriti trasportati dal Crati, dal Coscile e dalle fiumare. In particolare il fiume Crati, nella parte terminale del suo corso, attraversa la piana di Sibari per gettasi nel mare Ionio in mezzo al golfo di Corigliano. Per una piccola parte il territorio rientra nel comprensorio del Parco Nazionale del Pollino, dove si trova la Riserva statale 'Gole del Raganello'; qui l'omonimo torrente ha scavato nel corso dei millenni una fenditura nella roccia con pareti alte anche 700 metri. Altre aree protette sono la Riserva naturale biogenetica di S. Salvatore-Macchia della giumenta, la Riserva naturale biogenetica Trentacoste ed il bosco di Gallopani, che fa parte del Parco Nazionale della Calabria.

Comunicazioni. Oltre all'arteria litoranea, fanno parte del complesso delle strade statali la n. 92 dell'Appennino meridionale, la statale n. 108 ter Silana di Cariati, la statale n. 177 Silana di Rossano, la statale n. 282 delle Fossiate, la statale n. 383 di Mandatoriccio, la statale n. 481 della Valle del Ferro, la statale n. 531 di Cropalati e la strada statale n. 534 di Cammarata e degli Stombi, che conduce da Sibari (Cassano all'Ionio) all'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria. A Sibari (Cassano all'Ionio) si trovano il caposaldo della linea ferroviaria per Castiglione Cosentino ed un porto.

Storia. Abitata durante le età del bronzo e del ferro, visse la parentesi gloriosa della colonia greca di Sibari (Cassano all'Ionio), distrutta dalla rivale Crotone nel 510 a. C.; a questo riguardo Erodoto riferisce che gli aggressori deviarono addirittura il corso del fiume Crati per spazzare via anche le rovine. La zona fu poi occupata e colonizzata dai romani, cui seguirono i bizantini, autori di una nuova colonizzazione ad opera di profughi greci provenienti dalla Sicilia e dalla Turchia e di ebrei, la cui presenza ha lasciato traccia in alcuni centri che hanno ancora oggi quartieri denominati Giudecca. In particolare Rossano fu il centro nevralgico di quella cultura greca che tuttora si fa sentire in diversi comuni di tutta la regione. Seguì poi un processo di “latinizzazione” ad opera dei normanni e poi di angioini ed aragonesi, il cui passaggio coincide con il periodo meno florido sotto il profilo economico e sociale. Al XV secolo risalgono le numerose torri costiere di avvistamento contro i pirati e nello stesso periodo i Ruffo si segnalano tra le famiglie nobiliari proprietarie di vaste estensioni di terreno; due secoli più tardi saranno le famiglie dei Sanseverino e dei Saluzzo a far parlare di sé. Nel 1824 e nel 1836 si ricordano due disastrosi terremoti, l'ultimo dei quali fu seguito da un'epidemia di colera.

Struttura socio-economica. La zona, che ospita i distretti scolastici n. 18 di Cassano all'Ionio, n. 20 di Corigliano Calabro, n. 26 di Rossano e n. 29 di Trebisacce, presenta i caratteri delle fasce litoranee di questa e di altre province: l'economia è quindi dominata dall'industria turistica, in particolare quella legata al turismo balneare, che nel suo recente sviluppo ha soppiantato le attività di più antica memoria. Oggi a Rossano si produce olio, oltre che energia nella centrale termoelettrica; per il resto il sistema produttivo vive i ritmi ciclici delle attività stagionali, toccando la sua massima vivacità in estate. SILA

E ALTA VALLE DEL CRATI

Territorio. Si caratterizza per la presenza di tre elementi fondamentali: il vallo del Crati, che si apre procedendo verso nord, ed i suoi argini naturali: la catena costiera a sinistra ed il massiccio granitico della Sila a destra; dopo aver raccolto le acque del fiume Mucone, all'altezza di Tarsia il fiume piega verso nord-est. Appartiene a questa parte del territorio provinciale anche il corso superiore del fiume Neto, che si getta poi nello Ionio a nord di Crotone. Sulla Sila, oltre ai più famosi Arvo ed Ampollino, si trovano i laghi di Cecita e di Ariamàcina, il lago Votturino, il lago del Savuto ed il fiume Savuto, che lo attraversa per alimentare poi il bacino del Crati. Estese piantagioni di olivo si trovano sul versante sinistro dell'alto corso del fiume Crati, nella piana di Sibari e sulle pendici settentrionali della Sila Greca, alle quote più basse. Parte del territorio è inserita nel Parco Nazionale della Calabria; zone di particolare interesse sottoposte a tutela sono la riserva naturale biogenetica Iona Serra della Guardia, la riserva naturale biogenetica di Tasso, la Riserva statale I Giganti della Sila.

Comunicazioni. La rete delle strade statali è qui più completa ed articolata che altrove: vi sono infatti le strade statali n. 108 e n. 108 bis Silana di Cariati, la statale n. 177 Silana di Rossano, la statale n. 178 del lago Arvo, la statale n. 179 del lago Ampollino, la statale n. 278 di Potame, la statale n. 279 Silana di Rose, la statale n. 533 di Fagnano, la statale n. 535 del Savuto, la statale n. 559 di Luzzi, la statale n. 616 di Pedivigliano, la statale n. 648 del valico di Monte Scuro, la statale n. 660 di Acri. Appare completa anche la rete ferroviaria, con le linee Sibari-Castiglione Cosentino, Cosenza-Catanzaro, Cosenza-Paola e Pedace-San Giovanni in Fiore.

Storia. Verso la metà del IX secolo i longobardi strapparono la zona ai bizantini e la accorparono al ducato di Benevento. Tornò dopo qualche decennio sotto il dominio di Bisanzio come le altre province calabresi. Nei dintorni del capoluogo si trova, ancora avvolto dal mistero più fitto, il tesoro di Alarico, re dei Visigoti, morto nel 410 e seppellito con i suoi bottini di guerra.

Struttura socio-economica. Il comprensorio ospita le sedi dei distretti scolastici n. 15 di Cosenza, n. 16 di Acri, n. 22 di Montalto Uffugo, n. 24 di Rogliano, n. 27 di San Giovanni in Fiore e n. 28 di Spezzano della Sila. Nel panorama delle attività produttive spicca il composito e vivace tessuto del terziario raccolto attorno al capoluogo provinciale; l'industria produce abbigliamento a Cosenza e Rende, dove si trovano aziende impegnate anche nella chimica di base e nella lavorazione del legno; altre attività censite sono la produzione di materiali da costruzione e di energia elettrica, con le centrali idroelettriche realizzate sulla Sila, grazie ai laghi artificiali Arvo e Ampollino, e lungo il corso del fiume Mucone.

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