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Provincia di FROSINONE

Capoluogo: Frosinone

Scheda

 
Stemma della provincia Frosinone
   

Provincia di Frosinone - Statistiche

Territorio. Estesa nella parte sud-orientale della regione, presenta una morfologia prevalentemente montuosa e collinare, che solo in minima parte lascia spazio a pianure di fondovalle; la sua economia è incentrata sui settori secondario e terziario nonché su quello primario, afflitto tuttavia da una crisi lenta ma irreversibile. La popolazione provinciale, con un indice di vecchiaia nella media, si distribuisce in 91 comuni e fa registrare tassi di densità abitativa assai alti nelle aree pianeggianti e di bassa collina; le zone montane della circoscrizione, al contrario, hanno conosciuto massicci fenomeni di abbandono e spopolamento, in parte regrediti. Un’ampia porzione del territorio provinciale è occupata dal sistema orografico posto a guardia del confine orientale con l’Abruzzo e il Molise, cui appartengono i monti Simbruini ed Ernici e le catene della Meta e delle Mainarde; a occidente, invece, la circoscrizione frusinate è separata dalla provincia di Latina dalle boscose propaggini settentrionali dei monti Lepini, Ausoni e Aurunci. Tutte queste dorsali, costituite prevalentemente da rocce calcaree, presentano estesi fenomeni carsici e, di conseguenza, una ricca circolazione di acque sotterranee, che, come nel caso notissimo della località termale di Fiuggi, spesso affiorano in superficie sotto forma di sorgenti dall’elevato potere curativo. Dagli scoscesi versanti dei monti Simbruini, fitti di faggi, carpini, aceri, querce, lecci e castagni, ha origine il fiume Liri, il cui bacino costituisce, con quello del fiume Sacco, la maggiore estensione pianeggiante della provincia; inoltre, confluendo nel fiume Gari all’altezza di Sant’Ambrogio sul Garigliano, il Liri origina il fiume Garigliano, che per un breve tratto segna il confine della provincia con la Campania. Non mancano pittoreschi specchi d’acqua, come il lago carsico di Canterno, nel comune di Trivigliano, e quello di Posta Fibreno, con la sua singolare isola vegetale galleggiante. Sullo sfondo azzurro dello stemma provinciale, concesso con Regio Decreto, campeggia un leone d’oro che impugna una daga d’argento, accompagnato, in punta, da due corni di abbondanza, dorati, ricolmi di frutta e di spighe. Il motto è: FEROCIOR AD BELLANDUM.

Comunicazioni. Il territorio provinciale, che funge da cerniera tra l’Abruzzo e la costa adriatica da un lato e il litorale tirrenico, dall’altro, è interamente percorso dall’autostrada A1 del Sole (Milano-Roma-Napoli) e dalla linea ferroviaria di rilievo interregionale Roma-Cassino-Caserta, oltre che da quella secondaria Avezzano-Roccasecca. Sulla circoscrizione frusinate convergono inoltre numerose strade statali: di grande rilievo è la n. 6 Casilina, che fin dal Medioevo ha svolto un ruolo fondamentale nelle comunicazioni con la Campania, favorendo la nascita lungo il suo percorso di importanti insediamenti, come Anagni e Frosinone; altri fondamentali assi viari sono la superstrada Fondovalle del Liri, la statale n. 82 della valle del Liri, la n.155 di Fiuggi, la n. 156 dei monti Lepini, la n. 509 di Forca d’Acero, la n. 630 Ausonia e la n. 637 di Frosinone e Gaeta; i pochi abitati ubicati nella catena dei Simbruini, piuttosto decentrati rispetto alle principali direttrici di traffico, sono sfiorati dalla statale n. 411 Sublacense.

Storia. Frequentata fin dal paleolitico inferiore (2 milioni di anni a. C. circa-70.000 a. C. circa), in epoca preromana ospitò ben quattro popolazioni italiche: gli ernici, gli equi, i volsci e i sanniti. I primi si stabilirono nella valle del fiume Sacco, dove fondarono ANAGNIA (Anagni); i secondi, provenienti dalla fascia appenninica compresa tra Rieti e il Fucino, in Abruzzo, occuparono la zona dei monti Simbruini e la valle del fiume Aniene; il popolo dei volsci si stabilì nella valle del fiume Liri, dove fondò Sora e Arpino, e sui monti Lepini; i sanniti, infine, occuparono la piana di Cassino. Il crollo dell’impero romano, le scorrerie dei vandali e dei goti nonché la guerra di riconquista intrapresa nel VI secolo d. C. dall’imperatore Giustiniano (guerra greco-gotica) ebbero gravi ripercussioni sull’intero territorio, che entrò ben presto a far parte del DUCATUS ROMANUS bizantino. Tra il VII e l’VIII secolo la zona dei monti Simbruini e i territori a ridosso della sponda sinistra del fiume Liri vennero conquistati dai longobardi e inglobati nel ducato di Benevento; di lì a poco i franchi, discesi nella penisola con il favore dei pontefici romani, presero possesso di larga parte dell’attuale circoscrizione provinciale, a esclusione della valle del Liri, che, come attesta la CHRONICA SANCTI BENEDICTI CASINENSIS, rimase in mani longobarde. Il IX e il X secolo furono segnati dalle scorrerie e dalle devastazioni dei saraceni, che nell’883 rasero al suolo l’abbazia di Montecassino, e degli ungari; nei due secoli successivi, invece, furono i normanni a contendere una vasta porzione del territorio al controllo dei pontefici. Dal pontificato di Innocenzo III (1198-1216) fino all’unità d’Italia, tuttavia, la parte settentrionale dell’attuale provincia e l’enclave di Pontecorvo entrarono saldamente a far parte dei territori della Chiesa; la porzione meridionale, delimitata dal versante destro della valle del Liri -a eccezione dell’abbazia di Casamari-, fino alla confluenza con il fiume Sacco, fu invece parte del regno di Napoli. Oltre alle abbazie di Subiaco e Montecassino, diverse famiglie nobiliari nel corso dei secoli esercitarono diritti territoriali più o meno riconosciuti dalla Santa Sede: meritano una menzione particolare quelle dei Caetani e dei Colonna. La zona ha subito danni gravissimi nel corso del secondo conflitto mondiale, in quanto attraversata dalla linea difensiva tedesca Gustav, della quale Cassino rappresentava il caposaldo; dopo la sanguinosa quanto inutile resistenza tedesca sul fiume Garigliano e a Cassino, che causò la distruzione completa dell’abbazia, gli alleati si aprirono da qui la strada verso Roma.

Struttura socio-economica. Le profonde trasformazioni socio-economiche dell’ultimo quarantennio hanno causato un sensibile incremento demografico degli abitati distribuiti lungo le valli dei fiumi Sacco e Liri, lambiti dall’autostrada del Sole: è lungo questa direttrice, infatti, che a partire dagli anni Sessanta del Novecento si è concentrato e sviluppato sensibilmente l’apparato produttivo industriale della provincia, specie lungo l’asse Anagni-Frosinone-Piedimonte San Germano-Cassino e intorno a Sora e Isola del Liri -i comparti trainanti sono quelli automobilistico, metalmeccanico, elettronico, chimico, farmaceutico, tessile, dell’abbigliamento, dell’estrazione di materiali lapidei, del mobile e della carta-. Vivace e uniformemente diffuso sul territorio è anche l’artigianato, legato alla produzione di ceramiche e alla lavorazione del ferro, del rame, del legno e dei metalli preziosi. Per quanto concerne l’andamento del settore primario, negli ultimi vent’anni si è verificata una diminuzione percentuale dei cereali e delle foraggere permanenti, a favore di quelle avvicendate e delle piante industriali; particolarmente adatti alle attività agricole sono i fondovalle e le basse colline, dove la mitezza del clima favorisce, tra l’altro, la coltivazione dell’olivo e della vite nonché la connessa produzione enologica -il Cesanese di Piglio è un apprezzato vino rosso Doc-. Il comparto zootecnico, seppure in contrazione, dà origine a una produzione di insaccati suini e formaggi di alto livello qualitativo: tra i prodotti caseari più rinomati figurano la marzolina, il pecorino e alcuni tipi di formaggi caprini. Il terziario si concentra prevalentemente nei comuni più popolosi della provincia: assai cospicui sono i proventi del commercio mentre il turismo, nonostante le numerose attrattive locali, incide ancora in misura non elevata sul reddito. Oltre a Frosinone, costituiscono poli di gravitazione Cassino, Fiuggi e Sora.

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