Riferimenti nel quadro della Battaglia di Casaloldo

Datazione: XVI sec Le truppe del Marchese Francesco II Gonzaga tentano di impossessarsi del castello di Casaloldo, il cui territorio allora faceva parte dei possedimenti della Serenissima Repubblica Veneta. Le milizie gonzaghesche al comando del capitano Alessio Beccaguto provengono da Canneto, dove c’è il loro quartier generale. I casaloldesi, in particolare tante donne, oppongono resistenza con falci e bastoni, in attesa dei rinforzi veneziani provenienti da Asola. I Casaloldesi riescono a respingere l’assalto e, forse loro stessi stupiti dell’esito della battaglia, dedicano la vittoria ai Santi Gorgiano ed Epimaco venerati quel giorno, convinti che la vittoria sia stata ottenuta per grazia di Dio e con l’intercessione di quei Martiri. Il quadro riporta in calce una scritta in latino: “[I Casaloldesi] affermarono la loro libertà il 10 maggio 1509 per grazia di Dio e con l’intercessione di questi martiri e memori di così grande beneficio dedicarono [l’opera]. Il 24 luglio 1717 diedero al quadro adeguata sistemazione.” Sono rappresentati i Santi Martiri Gordiano ed Epimaco, vi sono le truppe veneziane, la città di Asola, il Castello di Casaloldo, in basso a sinistra le milizie dei Gonzaga in arrivo da Canneto e la chiesa di S. Emiliano non più esistente.