curato e prodotto da Loredana Commonara

Isola Ventotene girato in 360°

Le prime tracce della presenza umana sull'isola di Ventotene risalgono al tardo neolitico, quando l'isola diventò un punto di passaggio per le prime navi che solcavano il Tirreno. Denominata Pandataria, Ventotene iniziò ad essere abitata solo quando l'imperatore Augusto decise di costruirvi una sontuosa villa per le vacanze. Nel XVIII secolo Ferdinando di Borbone avvia un piano di ripopolamento dell'isola: nel luglio del 1768 iniziano i lavori per la costruzione del borgo. L'ingegnere Francesco Carpi progetta la realizzazione delle scenografiche rampe d'accesso che collegano la chiesa al porto. La chiesa di Santa Candida, in stile neoclassico, fu consacrata alla patrona dell'isola il 22 settembre 1774. Accanto alla chiesa si trova il convento dei cappuccini che ressero la parrocchia fino agli inizi del XIX secolo. Il Castello sorge sulla piazza principale e aveva inizialmente funzione di caserma militare, concepita anche per resistere agli assalti dei pirati che nel Settecento ancora infestavano le coste italiane. Circondata da un fossato fu poi carcere e ampliata in epoca fascista. Oggi ospita gli uffici del Comune e il Museo Archeologico. All'interno del Museo Archeologico sono conservati molti reperti ritrovati nei fondali dell'isola che testimoniano la frequentazione, anche se sporadica, di navi dai tempi più lontani, sino a ritrovare notizie che ci indicano il passaggio delle rotte commerciali, in epoca imperiale. Inoltre sono esposti numerosi reperti provenienti dai siti archeologici di Ventotene, come ad esempio: gli stucchi decorativi della Villa Giulia di Punta Eolo. La Villa imperiale Augustea, detta anche Villa Giulia, nata come luogo di vacanza per l'Imperatore, fu invece da subito usata come luogo di esilio. Cinque donne della Gens Julio/Claudia e Flavia abitarono l'isola per circa un secolo, tra gli sfarzi e lussi intoccabili. Della Villa ben visibili sono la ''Domus Rustica'' in cui alloggiavano gli schiavi e la guarnigione, e le terme dove si possono ammirare le strutture del Calidarium, Tepidarium, Frigidarium. Questo itinerario di cisterne Romane rappresenta il sistema idraulico dell'isola dell'epoca romana. Consisteva in sei grandi cisterne e condotti, totalmente scavati nel tufo e si estendono per oltre 1200 mq. Ancora intatte grazie all'utilizzo del cocciopesto di cui sono rivestite. Riutilizzate nel corso dei secoli, sono ricche di segni della presenza dell'uomo come: dipinti, edicole votive, firme e graffiti. Il Porto Romano di Ventotene, chiamato anche Porto Vecchio, costituisce un approdo estremamente particolare e unico nel suo genere. Non è infatti un bacino naturale ma è anzi il frutto della escavazione artificiale di un banco tufaceo che degradava in mare, per un totale di 60.000 metri cubi di materiale asportato. Il risultato fu appunto il bacino artificiale del porto, con un pescaggio medio di 3 metri e circondato e protetto dalla roccia. L'opera fu probabilmente conclusa già in epoca augustea. Il museo della migrazione, è un centro naturalistico che permette di ripercorrere il viaggio dell'avifauna attraverso diorami e modelli di uccelli in vetroresina di dimensioni reali. Ospita anche una terrazza panoramica mozzafiato e l'inanellamento a scopo didattico e scientifico. Si ringraziano: Ministero della Cultura, Comune di Ventotene, Area Marina Protetta, Agenzia del Demanio Direzione regionale Lazio, Ministero della Cultura Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio, Cooperativa Terra Maris