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Provincia di VERBANO-CUSIO-OSSOLA

Capoluogo: Verbània

Scheda

 
Stemma della provincia Verbano-Cusio-Ossola
   

Provincia di Verbano-Cusio-Ossola - Ambiti

DEFINIZIONE Già dalla scomposizione della denominazione provinciale, Verbano-Cusio-Ossola, risulta evidente la compresenza nel territorio provinciale di tre distinte realtà territoriali che si sviluppano intorno alle principali città: Verbania, Omegna, Domodossola. Omogenee nei tratti distintivi a partire dalla rispettiva struttura paesaggistico-morfologica, i tre ambiti provinciali si distinguono tra loro anche per peculiarità storiche, economico-produttive e insediative. In primo luogo dalla semplice osservazione del paesaggio si fanno evidenti due differenze fondamentali: montuosa nella zona settentrionale, l'area dell'Ossola, delimitata dalle Alpi Pennine e Lepontine, il cui nome deriva dal complesso di vallate principali che peraltro è percorso dall'omonimo fiume; collinare e prevalentemente lacustre nella fascia meridionale, dove si trovano gli altri due comprensori, il Verbano e il Cusio, approssimativamente delimitati tra loro dalla vetta del Mottarone (1.491 m).

Verbano: Arizzano, Aurano, Baveno, Bèe, Belgirate, Brovello-Carpugnino, Cambiasca, Cànnero Riviera, Cannòbbio, Caprezzo, Cavàglio Spòccia, Cossogno, Cursolo-Orasso, Falmenta, Ghiffa, Gignese, Gurro, Intragna, Miazzina, Oggèbbio, Premeno, San Bernardino Verbano, Stresa, Tràrego-Viggiona, Verbània, Vignone.

Cusio: Àrola, Casale Corte Cerro, Cèsara, Germagno, Gravellona Toce, Lorèglia, Madonna del Sasso, Massiola, Nònio, Omegna, Quarna Sopra, Quarna Sotto, Valstrona.

Ossola: Antrona Schieranco, Anzola d''ssola, Baceno, Bànnio-Anzino, Beura-Cardezza, Bognanco, Calasca-Castiglione, Ceppo Morelli, Cravèggia, Crevoladòssola, Crodo, Domodòssola, Druogno, Formazza, Macugnaga, Malesco, Masera, Mergozzo, Montecrestese, Montescheno, Ornavasso, Pallanzeno, Piedimulera, Pieve Vergonte, Prèmia, Premosello Chiovenda, Re, Santa Maria Maggiore, Seppiana, Toceno, Trasquera, Trontano, Vanzone con San Carlo, Varzo, Viganella, Villadòssola, Villette, Vogogna.

VERBANO

Territorio. Situato a sud della fascia montuosa, il comprensorio si sviluppa intorno alla costa nord-occidentale del Lago Maggiore. È caratterizzato in prevalenza da un paesaggio collinare alternato da zone pianeggianti, al cui interno scorrono corsi idrici di modesta importanza, come i torrenti S. Bernardino e S. Giovanni, a nord di Verbania. Alcuni rilievi montuosi separano il Verbano dal distretto settentrionale dell'Ossola: i Corni di Nibbio, il monte Zeda, il Togano, il Tignolino e il Proman. A nord-ovest di Verbania si trova il piccolo lago di Mergozzo dalle limpidissime acque. Nelle vicinanze dei laghi, addentrandosi per riserve naturali, fra boschi di conifere, castagni e betulle, si possono incontrare caprioli, scoiattoli, volpi e uccelli di vario genere. Inoltre la mitezza del clima, dovuta alla presenza del lago, favorisce la presenza di piante mediterranee. Rigogliosi cedri, limoni e ulivi danno vita a un singolare contrasto paesaggistico. Al centro fisico del lago sorgono le isole Borromee, dal nome della nobile famiglia, feudataria di gran parte del Verbano; con i loro palazzi e giardini lussureggianti ne rappresentano l'immagine più nota: l'Isola Madre, l'Isola dei Pescatori, l'Isola Bella.

Comunicazioni. Mentre l'autostrada A26 Voltri-Gravellona Toce rappresenta il percorso viario diretto a servizio di tutta la provincia, i principali centri del Verbano sono collegati tra loro mediante la statale n. 33 del Sempione, che arriva appunto al valico del Sempione con la Svizzera. Anche per via lacustre i centri della riviera sono collegati tra loro -comprese le Isole Borromee- e con i centri della confinante Svizzera. La rete ferroviaria di riferimento è costituita dalle linee Domodossola-Gallarate-Milano e Domodossola-Locarno. Gli scali aeroportuali di riferimento sono quello di Torino/Caselle e quello di Milano/Malpensa; per il servizio marittimo si fa riferimento al porto mercantile e turistico di Genova.

Storia. L'area del Verbano per la sua posizione ha vissuto le vicissitudini insediative e storiche che inevitabilmente rientrano nel quadro dell'intera provincia. In particolare, nella sponda occidentale sono stati trovati resti di due antiche civiltà di ceppo ligure: gli agoni e i salassi. Sebbene del tutto riassorbite dai romani, queste popolazioni continuarono a praticare speciali culti, mantenendo in qualche modo una loro identità. Delle successive dominazioni che seguirono, dei longobardi (Griffa; Massino Visconti), dei franchi, così come delle famiglie italiane dei Visconti, degli Sforza (Cannero Riviera) e dei Borromeo si conservano testimonianze in fortificazioni, ville e castelli. Infatti il Verbano è rinomato, oltre che per le sue bellezze naturalistiche, anche per quelle storico-architettoniche. Non si può non accennare a quelle che sono le più significative: Palazzo Viani Dugnani, di Verbania (una costruzione settecentesca che attualmente ospita l'importante museo del paesaggio), Palazzo Borromeo (che si trova sull'isola madre, al centro del Lago Maggiore; oltre al maestoso edificio fatto edificare dall'omonima famiglia, si trova un originalissimo giardino botanico), Villa Ripamonti, di Cannobio, (costruita all'inizio del Novecento, quando ci fu l'esplosione di dimore patrizie sulle splendide sponde del Lago Maggiore), Villa Carosio che si trova a Baveno, uno dei più significativi esempi di architettura liberty (l'edificio si trova in uno degli angoli più incantevoli prospiciente l'Isola dei Pescatori). Anche a Stresa e a Lesa sul Lago Maggiore si trovano numerose costruzioni in prevalente stile liberty.

Struttura socio-economica. Il Verbano ha conosciuto il suo sviluppo industriale intorno alla fine dell'Ottocento. Nei suoi principali centri prosperano tutt'oggi industrie tessili, cartarie, alimentari, ottiche, dell'abbigliamento (si pensi alla realizzazione dei cappelli in feltro), della lavorazione del marmo proveniente dall'Ossola. La particolarità del microclima ha permesso lo svilupparsi dell'arte fi oristica, in particolare la coltivazione delle camelie ad Oggebbio e di altre specie nel capoluogo. Nel territorio del Verbano la floricultura ha origini antichissime. Già in epoca romana essa raggiunge un ruolo di primo piano ma è in epoca post-risorgimentale che, in seguito alla costruzione delle ville, nascono i primi stabilimenti floricoli, che si specializzano su tre colture in particolare: azalea, camelia, rododendro. Dopo la prima guerra mondiale il mercato della camelia conosce anni di crisi e solo negli anni ‘60 la coltura riprende un certo impulso. Ma, per quanto riguarda l'esportazione, attestata tra il 5 ed il 10% della produzione, attualmente non si riesce ad avere uno slancio propulsivo a causa della ricorrente carenza del prodotto. Un altro punto di forza è il turismo; l'industria alberghiera e la ricettività in genere registrano nella zona del Verbano un altissimo fatturato, grazie soprattutto ad una utenza turistica di tipo internazionale.

CUSIO

Territorio. Definito così dall'antico nome del Lago d'Orta, il comprensorio è separato idealmente dal Verbano dalla vetta del Mottarone. È questo il più piccolo distretto della provincia. Ubicato al centro del territorio provinciale, comprende parte del Lago Maggiore e delle valli ossolane con l'imponente massiccio del Monte Rosa, offrendo così alla vista una suggestiva varietà paesaggistica, grazie all'alternanza di zone montuose, pianeggianti, collinari e lacustri. È intorno alle coste del Lago d'Orta, di fronte all'isola San Giulio, fanno da ornamento paesaggistico le chiome degli ippocastani.

Comunicazioni. La principale via di comunicazione è rappresentata dalla statale n.229 del Lago d'Orta che, costeggiando la sponda occidentale del Lago d'Orta, si ricongiunge alla statale n. 34 del Lago Maggiore che conduce a Cannobio. Si aggiungono strade di interesse locale, che mettono in comunicazione i comuni intorno al lago, mentre la navigazione lacuale, di grande valenza turistica, non ha una vera funzione di comunicazione viaria. La rete ferroviaria di riferimento è costituita dalla linea Novara-Domodossola. Gli scali aeroportuali di riferimento sono quello di Torino/Caselle e quello di Milano/Malpensa. Il terminale del traffi comarittimo è il porto mercantile e turistico di Genova.

Storia. Anche la storia del Cusio ricalca grosso modo quella dell'intero Verbano-Cusio-Ossola. Ma è nell'ottavo secolo, all'estinzione della dinastia carolingia, che vede proprio il territorio intorno al Lago d'Orta protagonista dello scontro tra il regno feudale d'Italia e le forze ottoniane: in particolare sull'isola San Giulio si attestarono Berengario II e, qualche anno dopo, la moglie Willa. Ma è già nel IV sec. a.C. che nella piccola isola (infestata dai draghi secondo i racconti agiografici) l'attestazione della cristianità nell'intera area ha il suo centro propulsore. I Santi Giulio e Giuliano giunsero dalla Grecia per fondare le 98 chiese, di cui l'ultima fondata da Giulio proprio nell'isola del Cusio, da cui prende il nome. Passarono molti secoli prima che in questo piccolo territorio si svolgessero trame, di primo piano, fondamentali per la storia del nord della penisola. Prima ancora che gli spagnoli divenissero signori incontrastati, si era concluso, nel 1529 e per opera dello stesso Carlo V, un periodo burrascoso per l'area del Lago d'Orta, di cui i vescovi novaresi si erano visti contendere violentemente il controllo durante gli ultimi sussulti della signoria sforzesca. Nonostante le continue pretese fiscali spagnole, il Cusio godette da questo momento di una sostanziale autonomia, che con la parentesi della Repubblica Cisalpina e di Napoleone durò fino al 1817, quando il territorio entrò a far parte dello stato sabaudo.

Struttura socio-economica. Il territorio intorno a Omegna si distingue in particolare per l'industria nel comparto dei casalinghi, valvolame e rubinetterie. Per tali ragioni il distretto viene definito “distretto industriale del casalingo”. Attorno a queste produzioni si è sviluppata l'industria di macchine utensili. La maggior parte delle aziende è localizzata nell'alto Cusio, a nord del Lago d'Orta. Quello di Omegna è uno dei maggiori poli industriali italiani per la produzione di utensili di metallo (e, in misura minore, di legno) per la cucina e la tavola. Il polo del casalingo ha origini antiche: le prime industrie nascono intorno alla metà dell'Ottocento, come evoluzione delle locali tradizioni artigiane. In quegli anni sorgono i marchi più noti dell'industria del casalingo, diffusi a livello mondiale. Dopo gli anni ‘20 nascono quelle che oggi sono le aziende che producono oggettistica e utensili di design ad alto livello, spesso anticipando tendenze e mode con prodotti in grado di soddisfare la domanda sia del mercato italiano che di quello estero. Sempre in prossimità di Omegna, ed esattamente nel comune di Quarna Sotto, si producono da oltre due secoli strumenti musicali a fiato, la cui storia è testimoniata nel locale “Museo di storia quarnese e degli strumenti musicali”. Anche il settore turistico alberghiero e sportivo che si sviluppa intorno al lago è di grande rilievo per l'incidenza del suo fatturato sulla provincia.

OSSOLA

Territorio. Caratterizzata da vertiginosi picchi montuosi, inframmezzata da profonde vallate verdeggianti e da diafani laghi alpini, l'Ossola è il comprensorio più vasto del Verbano-Cusio-Ossola e forse il più suggestivo. Tra le sue vette spicca il massiccio del Monte Rosa (4.634 m) secondo in Europa dopo il Monte Bianco. Dalla valle principale, famosa per le sue rocce e per i minerali, si diramano parecchie valli a guisa delle nervature di una foglia, tra i cui valichi spicca una vegetazione ricchissima, favorita da un clima particolarmente adatto allo sviluppo di boschi di latifoglie e di conifere, oltre agli estesi pascoli che in primavera e in estate si colorano di specie floreali spontanee. Compresa nel bacino del fiume Toce, che la percorre per intero, si articola in sette valli: Anzasca, Antrona, Bognanco, Divedro, Antigorio-Formazza, Isorno e Vigezzo (a cui si aggiunge la Val Grande, geograficamente non di pertinenza dell'Ossola ma in cui rientrano parecchi comuni del distretto). La suggestività del paesaggio montano viene completata inoltre dai numerosi laghetti, corsi d'acqua e cascatelle, di cui la più famosa è la Frua nell'alto Toce. Una considerevole porzione di territorio è stata destinata alla istituzione di parchi naturali: il Parco Naturale dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero e il Parco Nazionale della Val Grande, la più vasta area “wilderness” d'Italia. Qui predominano boschi di latifoglie con prevalenza di castagni. Nelle zone maggiormente umide cresce il tasso, relitto botanico di antica origine terziaria. Nella zona bassa predominano boschi misti di latifoglie con prevalenza di castagni. Risalendo il torrente S. Bernardino si trovano l'ontano nero e quello bianco, il cerro e il frassino; sulle pareti rocciose la primula rossa e la passiflora. Il faggio rimane comunque la specie arborea più diffusa dell'intero territorio dell'Ossola e in special modo delle zone umide, meno assolate e poco ventose. Nel settore faunistico, fra tutte le specie prevale il camoscio ma si trovano anche caprioli, donnole, martore, cervi, lepri e marmotte. Numerosi sono i roditori e ricca l'avifauna, con la presenza dell'aquila. Quasi tutta l'Ossola, c'è da dire, può considerarsi un parco naturale spontaneo, dovuto anche al progressivo spopolamento di queste zone, che ha garantito il mantenimento di uno stato di incontaminazione sia naturalistica che architettonica.

Comunicazioni. All'altezza, circa, di Vogogna, la statale n. 33 del Sempione, che prosegue per il valico del Sempione, subisce una biforcazione trasformandosi nella regionale n. 549 di Macugnaga. Questo percorso fa da spartiacque fra la Valle Anzasca e la Valle Antrona e ha come obiettivo Macugnaga, importante centro sciistico alle pendici del Monte Rosa. Il percorso in direzione nord è comunque assicurato dalla strada di interesse europeo E62. Inoltre, sempre verso nord, dalla strada statale n. 33 del Sempione si diramano strade di interesse locale, che a un certo punto del percorso (Montecretosa e Creoladossola) si ricongiungono in un'unica linea di percorrenza data dalla strada statale n. 659 di Valle Antigorio e di Valle Formazza, la quale percorre longitudinalmente le Valli Antigorio e Formazza. Per ciò che concerne il percorso su rotaie, rappresentato dalla linea ferroviaria Domodossola-Locarno, la cui progettazione risale alla fine dell'Ottocento, bisogna sottolineare l'importanza fondamentale di quest'ultima nell'incremento economico delle valli. Portata a compimento nel 1906, subì diversi interventi di ristrutturazione, fino all'ultimo, più importante, in seguito alla terribile alluvione del 1978. Il trasporto lacuale, infine, occupa una posizione marginale dal punto di vista della funzionalità nelle comunicazioni ma contribuisce considerevolmente allo sviluppo turistico della zona. La rete ferroviaria di riferimento è costituita dalle linee Novara-Domodossola e Domodossola-Gallarate-Milano. Gli scali aeroportuali di riferimento sono quello di Torino/Caselle e quello di Milano/Malpensa. Il terminale del traffico marittimo è il porto mercantile e turistico di Genova.

Storia. Per la sua struttura morfologica, in prevalenza montuosa, è stata, sin dai primi insediamenti, sfruttata come sistema difensivo naturale nei confronti delle pressioni d'oltralpe. Il primo insediamento documentato è quello dei leponzi, fondatori di Domodossola (antica Ossola Lopontiorum), tutt'oggi centro fisico, politico, amministrativo dell'Ossola. Occupata dai romani, come del resto il più vasto territorio del Verbano-Cusio-Ossola, subì in seguito l'invasione di unni, longobardi e goti; a questi successero i franchi di Carlo Magno, dopo i quali inizia il dominio dei vescovi-conti di Novara. Nel periodo signorile fu sottoposta ai Visconti e agli Sforza. La dominazione degli spagnoli, poi, durò circa due secoli e con la loro caduta l'Ossola fu assegnata a Carlo V d'Asburgo e in seguito a Maria Teresa. Durante la rivoluzione francese, l'Ossola appartenne alla Repubblica Cisalpina e al Regno d'Italia. Con la caduta di Napoleone, l'intera zona fu mandamento dei Savoia. Durante la resistenza italiana la regione dell'Ossola fu teatro di uno dei più noti episodi della guerra partigiana: dopo avere svolto attività sporadica sin dall'autunno del 1943, le formazioni partigiane intrapresero un'efficace offensiva che si concluse con l'occupazione di Domodossola. Fu allora costituita una giunta comunale particolare, subito trasformatasi in “giunta provvisoria del governo di Domodossola e della zona liberata”, presieduta dal socialista Tibaldi e composta da rappresentanti dei partiti antifascisti. La vita del minuscolo stato fu possibile per i generosi aiuti alimentari provenienti dalla vicina Svizzera e per l'opera prestata dai numerosi profughi e militari italiani affluitivi. Ma, non avendo il comando alleato ritenuto di intervenire, la controffensiva nazifascista, sferrata il 14 ottobre, costrinse le forze partigiane ad evacuare Domodossola e a riparare in Svizzera (23 ottobre).

Struttura socio-economica. Le numerose miniere e cave disseminate per il territorio montano dell'Ossola consentono il fiorire di un intensa attività nel campo estrattivo dei minerali (tra cui anche l'oro) nonché della pietra e del marmo in particolare, materia prima delle numerose ville e dei palazzi che adornano l'intera provincia. Ampio è, comunque, il panorama degli insediamenti produttivi di ogni genere: per la lavorazione del granito, laminatoi, carpenterie in ferro, falegnamerie, lavorazioni di serramenti e mobili. Questa zona, prevalentemente dedita all'industria e all'artigianato, ospita a tratti, in parecchie aree delle valli, aziende di allevamento di bestiame (bovini e, in minore quantità, ovini) e aziende agricole. Il comparto agroalimentare, però, un tempo fiorente, è oggi fortemente in crisi. Tuttavia alcuni prodotti tipici dell'Ossola, per l'elevata qualità, riescono a inserirsi nel mercato anche internazionale; una produzione tipica di alta qualità è il miele: il territorio del Verbano-Cusio-Ossola, con le sue ampie superfici ricoperte da boschi e pascoli alti, offre ottime possibilità per l'apicoltura (le differenti fioriture rendono possibile la produzione di mieli particolari); i boschi di latifoglie, con specie arboree differenti, sono ad elevata vocazione mellifica, così come il tiglio, la robinia e l'acero. Fortemente suggestive sono le praterie alpine, con ricche fioriture estive, come il rododendro e la calluna e i foraggi alpini. Nell'Ossola, a questi prodotti si aggiungono i formaggi tipici, alcuni dei quali conservano il marchio D.O.P.: tra questi il famoso battelmat della valle Formazza. Un altro comparto, nettamente in calo, però, è quello dedito allo sfruttamento dei prodotti boschivi.

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