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Provincia di TREVISO

Capoluogo: Treviso

Scheda

 
Stemma della provincia Treviso
   

Provincia di Treviso - Ambiti

DEFINIZIONE Nel territorio si possono individuare quattro ambiti sub-provinciali, che si definiscono in base alla collocazione geografica e ai bacini di utenza di servizi e di strutture burocraticche e amministrative. A est, la zona dell’Opitergino-Mottense comprende 14 comuni che gravitano sui centri di Oderzo e di Motta di Livenza; a sud, l’area metropolitana di Treviso comprende 23 comuni che fanno riferimento al capoluogo provinciale; a ovest, nel territorio dell’Asolano si distribuiscono 27 comuni che gravitano su Asolo, Castelfranco Veneto e Montebelluna; a nord e ad ovest, la zona del Vittoriese-Coneglianese è costituita da 31 comuni che gravitano su Vittorio Veneto, Conegliano e Pieve di Soligo.

Opitergino-Mottense: Cessalto, Chiarano, Cimadolmo, Fontanelle, Gorgo al Monticano, Mansué, Meduna di Livenza, Motta di Livenza, Oderzo, Ormelle, Ponte di Piave, Portobuffolè, Salgareda, San Polo di Piave.

Area metropolitana di Treviso: Arcade, Breda di Piave, Carbonera, Casale sul Sile, Casier, Istrana, Maserada sul Piave, Mogliano Veneto, Monastier di Treviso, Morgano, Paese, Ponzano Veneto, Povegliano, Preganziol, Quinto di Treviso, Roncade, San Biagio di Callalta, Silea, Spresiano, Treviso, Villorba, Zenson di Piave, Zero Branco.

Asolano: Altivole, Asolo, Borso del Grappa, Caerano di San Marco, Castelcucco, Castelfranco Veneto, Castello di Godego, Cavaso del Tomba, Cornuda, Crespano del Grappa, Crocetta del Montello, Fonte, Giavera del Montello, Loria, Maser, Monfumo, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Paderno del Grappa, Pederobba, Possagno, Resana, Riese Pio X, San Zenone degli Ezzelini, Trevignano, Vedelago, Volpago del Montello.

Vittoriese-Coneglianese: Cappella Maggiore, Cison di Valmarino, Codognè, Colle Umberto, Conegliano, Cordignano, Farra di Soligo, Follina, Fregona, Gaiarine, Godega di Sant’Urbano, Mareno di Piave, Miane, Moriago della Battaglia, Orsago, Pieve di Soligo, Refrontolo, Revine Lago, San Fior, San Pietro di Feletto, Santa Lucia di Piave, San Vendemiano, Sarmede, Segusino, Sernaglia della Battaglia, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vazzola, Vidor, Vittorio Veneto.

OPITERGINO-MOTTENSE

Territorio. Occupa la porzione sud-orientale del territorio provinciale e confina a est con il Friuli-Venezia Giulia e a sud con la provincia di Venezia, stretto tra i corsi, paralleli da nord a sud, dei fiumi Piave e Livenza. È prevalentemente pianeggiante ed esibisce un paesaggio agricolo molto particolare, quasi di tipo estensivo. In questa zona si coltivano vigneti pregiati e passa la Strada dei Vini Rossi o Vini del Piave. Oltre Oderzo (l’antico municipio romano di Opitergium da cui da zona deriva il suo nome) e Motta di Livenza, altro riferimento è quello di Portobuffolè, piccolo gioiello rinascimentale situato lontano dalle grandi vie di traffico. Tutta l’area è interessata da una forte espansione edilizia.

Comunicazioni. Oltre che dalle due autostrade che attraversano la provincia, la A4 Torino-Trieste e la A27 Mestre-Vittorio Veneto-Pian di Vedoia, la zona è servita anche dalla A28 Portogruaro-Conegliano. Di notevole importanza sono le sue strade statali: la n. 13 Pontebbana, la n. 14 della Venezia Giulia, la n. 53 Postumia. Altrettanto importanti sono le linee ferroviarie: la Venezia-Trieste, la Venezia-Udine e la Conegliano-Ponte nelle Alpi.

Storia. Grazie ad alcuni reperti è possibile stabilire la presenza di insediamenti umani evoluti già nell’età del bronzo. Nell’età preistorica le popolazioni degli euganei e quindi, intorno al I millennio a.C., dei paleoventi si stabilirono in questa zona ricca di acque e di boschi e adatta per lo sviluppo di attività agricole e commerciali. Furono i paleoveneti, vessati dai continui attacchi di galli ed etruschi, a cercare l’alleanza con i romani, che si insediarono nella zona a partire dal III secolo a.C. Tra il VII e il X secolo tutto la regione veneta fu invasa dai longobardi e dagli ungari e la zona intorno all’antico e florido municipio di Opitergium costituì un rifugio sicuro per le popolazioni in fuga dagli invasori. Intorno al X secolo, contemporaneamente alla nascita della nuova istituzione comunale, questa zona fu sotto la giurisdizioni di vescovi-conti, del patriarca di Aquileia e delle famiglie dei Da Camino e dei Collalto. Subì quindi le violente angherie di Ezzelino III da Romano fino a che, intorno alla fine del 1300, entrò a far parte della repubblica di Venezia, che inaugurò un lungo periodo di pace e prosperità. Molte nobili famiglie veneziane furono affascinate dalla bellezza di queste terre ed entrarono in possesso di molti terreni, sui quali edificarono splendide ville. Nel 1797 la Serenissima Repubblica di Venezia capitolò sotto l’invasione napoleonica. Da quel momento i comuni dell’intera Marca Trevigiana subirono la dominazione francese e austriaca. L’insofferenza verso i conquistatori stranieri fece sì che gli abitanti di queste zone si mobilitassero con entusiasmo in occasione dei moti risorgimentali del 1848; nel 1866 l’intero territorio regionale fu annesso al nuovo Regno d’Italia. Nel corso dei due conflitti mondiali queste zone furono teatro di aspri scontri. Solo nel secondo dopoguerra la zona risalì la china avviandosi verso il boom economico che tuttora la contraddistingue.

Struttura socio-economica. L’agricoltura è sempre stata molto sviluppata: si coltivano cereali, foraggi, frumento, viti, frutteti. La Strada dei Vini Rossi scorre tra le rigogliose coltivazioni ed è qui che nascono alcuni dei vini più pregiati come il Cabernet, il Merlot, lo Chardonnay e il Pinot. Anche l’allevamento di bovini, suini e avicoli, è sviluppato. Il tessuto industriale gode della grande vitalità di piccole e medie imprese impegnate soprattutto nei comparti alimentare, tessile, chimico, della plastica, ottico, dei mobili, dei giocattoli, della carta. A queste si affiancano imprese impegnate nella realizzazione di materiali da costruzione e nella lavorazione del legno. Molto sviluppato è anche il turismo, attivato dalle attrazioni paesaggistiche e gastronomiche della zona e dalle bellezze artistiche delle numerose ville veneziane.

AREA METROPOLITANA DI TREVISO

Territorio. Occupa la porzione meridionale del territorio provinciale e si estende dal capoluogo Treviso fino al comune di Mogliano Veneto, a pochi chilometri dalla laguna veneziana. Il territorio, attraversato da numerosi fiumi, presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche appena accennate. Il paesaggio si presenta lussureggiante, irradiato da un dedalo di fiumi e canali affluenti del fiume Sile, il corso d’acqua più importante di questa zona, caratterizzato dalla portata costante e dalla limpidezza delle acque e il cui corso, per la bellezza del territorio che attraversa, è ora protetto dal Parco Regionale del fiume Sile. La popolazione si distribuisce nei comuni che gravitano sul capoluogo regionale e su Mogliano Veneto.

Comunicazioni. La zona è servita dalle due autostrade che attraversano la provincia: la A4 Torino-Trieste e la A27 Mestre-Vittorio Veneto-Pian di Vedoia. Alle fondamentali strade statali n. 13 Pontebbana e n. 53 Postumia si aggiunge la n. 515 Noalese. Ancora più ricca è la rete ferroviaria, costituita da linee come: la Venezia-Trieste, la Venezia-Udine, la Treviso-Vicenza e la Treviso-Montebelluna.

Storia. Molti dei comuni della zona, tra cui lo stesso capoluogo, sembrano aver avuto origine come municipi romani anche se diversi reperti archeologici denunciano la presenza di popolazioni paleovenete fin dal I millennio a.C. Nel periodo dell’amministrazione romana nel territorio furono costruite importanti vie di comunicazione. Dopo il tracollo dell’impero romano d’occidente, subì, come i vicini territori, le invasioni di galli, ungari e longobardi. Nel Medioevo la città di Treviso e i centri limitrofi accrebbero la propria importanza, divenendo dapprima sede di un ducato longobardo e quindi, sotto i franchi, capoluogo della Marca Trevigiana. Nel IX secolo appartenne al Patriarca d’Aquileia e quindi, con l’istituzione del sistema comunale nel XII secolo, passò da una famiglia all’altra, continuamente in lotta tra loro per il predominio territoriale. Gli ulteriori conflitti tra guelfi e ghibellini portarono alla dissoluzione di molti comuni e all’avvento della signoria violenta ed efferata di Ezzelino III da Romano, che segnò una fase oscura per gran parte del Veneto. Si avvicendarono, quindi, i Da Camino, gli Scaligeri e i Carraresi. Dal 1339 gran parte dei comuni della Marca passarono alla Repubblica veneta e godettero di un lungo periodo di pace e prosperità, caratterizzato da un grandissimo sviluppo artistico che arricchì queste zone di ville e palazzi stupendi. Furono merito della Serenissima anche gli ingenti lavori di bonifica e la realizzazione di opere di canalizzazione del corso, spesso irruente e calamitoso, dei tanti fiumi che irradiano questa zona. Dopo il trattato di Campoformio, che sancì il declino della Serenissima, questa zona condivise le sorti del Veneto, dapprima sotto la dominazione austriaca quindi annesso all’Italia nel 1866. Durante le due guerre mondiali fu teatro di operazioni militari, subendo i bombardamenti nemici: particolarmente violenti furono quelli dell’ultimo conflitto. Negli anni ’60 del Novecento questo territorio ha intrapreso con successo la strada di un forte sviluppo industriale, accompagnato da un rilevante incremento demografico.

Struttura socio-economica. Come per l’intera provincia, nell’economia locale convivono e si integrano i settori agricolo, industriale e turistico, creando una sinergia che rende questa zona una delle più ricche e floride di Italia. Diffuse sono le coltivazioni di cereali, foraggi, ortaggi, frumento, viti, frutteti nonché l’allevamento di bovini, suini, equini e avicoli. Sviluppatissimo è il settore industriale in molti comparti tra cui: quello tessile, particolarmente importante, ma anche quelli chimico, alimentare, metalmeccanico, edile, automobilistico, dell’elettronica, dei mobilifici e della produzione di energia elettrica. Anche le attività manifatturiere come la lavorazione del legno, del vetro e dell’oro sono ben rappresentate. Nel settore terziario, particolarmente vivace è il comparto turistico, aiutato dalle bellezze paesaggistiche e artistiche della zona.

ASOLANO

Territorio. Occupa la porzione occidentale della provincia, tra il corso del fiume Piave, a est, e la provincia di Padova, a ovest. L’area dell’Asolano è caratterizzato da una successione di colli, allineati da sud-ovest a nord-est, formatisi per sollevamento della crosta terrestre da 200 a 150 milioni di anni fa. A ovest si trova il massiccio del Monte Grappa e alcuni comuni della zona rientrano nell’area della Comunità montana del Monte Grappa. La popolazione si distribuisce nei comuni che gravitano sui centri di Asolo, Castelfranco Veneto e Montebelluna. Il territorio disegna un profilo geometrico irregolare, che evolve dalla pianura alle zone montuose, dove si riscontrano differenze altimetriche molto accentuate. Tutta la zona è caratterizzata da un fenomeno di forte espansione edilizia.

Comunicazioni. Le due autostrade che attraversano la provincia, la A4 Torino-Trieste e la A27 Mestre-Vittorio Veneto-Pian di Vedoia, insieme con la A31 Vicenza-Piovene Rocchette, costituiscono un ottimo raccordo con la rete autostradale nazionale. Altrettanto funzionale è la rete delle strade statali: la n. 13 Pontebbana, la n. 53 Postumia, la n. 245 Castellana, la n. 248 Schiavonesca Marosticana, la n. 307 del Santo, la n. 348 Feltrina. Ancora più numerose sono le linee ferroviarie: la Venezia-Udine, la Venezia-Trento, la Treviso-Vicenza, la Treviso-Montebelluna, la Bassano del Grappa-Camposampiero, la Padova-Calalzo-Pieve di Cadore.

Storia. Numerosi sono i ritrovamenti di epoca preistorica, che permettono di datare i primi insediamenti nella zona all’età paleolitica, mesolitica e neolitica. Intorno al VII sec. C. la creazione di nuclei abitati fu opera dei paleoveneti, di cui sono rimaste soprattutto necropoli. L’indole pacifica permise a questo popolo di avere buoni rapporti sia con gli etruschi che con i romani. Proprio durante la colonizzazione romana crebbe l’importanza di Acelum, l’attuale Asolo, grazie anche alla sua posizione strategica lungo la via Aurelia, che la metteva in comunicazione con Padova. Poco o nulla rimane delle invasioni barbariche. Tra il VI e il X secolo il territorio fu sotto il controllo dei vescovi-conti e in seguito risentì duramente delle lotte intestine degli Ezzelini e delle famiglie dei Da Camino e dei Castelli. Intorno alla fine del 1300 il territorio asolano fu sotto l’illuminato dominio della Serenissima. Come accadde per il resto della regione, la dominazione veneziana fu lunga, prosperosa e pacifica. Con il trattato di Campoformio, nel 1797, l’invasione napoleonica pose fine alla Serenissima. Seguirono gli austriaci e quindi, nel 1866, al termine delle guerre di indipendenza, l’annessione del Veneto al neonato Regno d’Italia. Nel corso della prima guerra mondiale e nel periodo fascista la zona fu scenario di operazioni belliche che causarono lutti e distruzione.

Struttura socio economica. Anche l’economia di questa zona rispecchia il modello produttivo dinamico che caratterizza il nord-est d’Italia e che configura un ricchissimo panorama produttivo. All’agricoltura estensiva (cereali, vite, ulivo) si affiancano fabbriche alimentari (lattiero-casearie). Il settore industriale è ben radicato con aziende meccaniche, metalmeccaniche, tessili, per la lavorazione del legno, per la produzione di abbigliamento, pelletteria, mobili, motocicli e biciclette, giochi e giocattoli. Si affiancano imprese editoriali, centrali per la produzione del gas, imprese edili, gioiellerie e oreficerie.

VITTORIESE-CONEGLIANESE

Territorio. Occupa la porzione nord-orientale della provincia e confina a nord con la provincia di Belluno, a est con quella di Pordenone e a sud con l’ambito dell’Opitergino-Mottense. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche anche accentuate, soprattutto nella parte settentrionale, stretto com’è tra le Prealpi Trevigiane e il suggestivo altopiano del Cansiglio. Molti comuni del territorio fanno parte della Comunità montana delle Prealpi Trevigiane. L’intera zona è caratterizzata da una notevole bellezza paesaggistica di dolci colline coltivate a vigneto e scenari ambientali punteggiati di borghi e di ville. Conegliano è capitale veneta di vini. Molti sono i fiumi che l’attraversano, tra cui il Piave, il Monticano e il Cervano, il Soligo. La popolazione si distribuisce nei comuni che gravitano sui tre centri principali di Vittorio Veneto, Conegliano e Pieve di Soligo.

Comunicazioni. La rete stradale è costituita dall’autostrada A27 Mestre-Vittorio Veneto-Pian di Vedoia e dalle strade statali: n. 51 Alemagna, n. 13 Pontebbana, n. 635 del Passo di San Boldo, n. 348 Feltrina. Le linee ferroviarie sono: la Conegliano-Ponte nelle Alpi, la Padova-Calalzo-Pieve di Cadore e la Venezia-Udine.

Storia. Si fanno risalire al 2000 a.C. i primi insediamenti umani in questa zona. Alle popolazioni paleovenete seguirono i celti e quindi, nel II sec. a.C. i romani. Furono questi ultimi che, intuite le grandi ricchezze di questo territorio, vessato da continui straripamenti dei fiumi, bonificarono queste zone dotandole di ottimi sistemi di canalizzazione, che resero il territorio fertile e produttivo. Come il resto del territorio veneto, subì le invasioni di goti, ungari e longobardi, che approfittarono della decadenza dell’impero romano per occupare territori di grande importanza strategica. Nel periodo medievale, con l’istituzione del comune, si avvicendarono alla guida di queste zone diverse famiglie e quindi molti vescovi-conti che ne ottennero la giurisdizione. Nel periodo delle signorie fu sotto il dominio dei conti di Gorizia e dei Della Scala. Dalla seconda metà del 1300 fu governata per quattro secoli dalla repubblica di Venezia che, come fece per il resto del Veneto, assicurò pace e prosperità economica oltre a valorizzare queste zone con magnifiche residenze nobiliari. Alla caduta della Serenissima, questa zona segue il destino del resto della provincia, prima sotto i francesi di Napoleone quindi, fino al 1866, sotto gli austriaci. Anche questi territori si contraddistinsero per l’attiva partecipazione ai moti risorgimentali di liberazione, che avrebbero portato all’annessione al Regno d’Italia. Molto alto fu il contributo in vite umane pagato dall’area Vittoriese nei due conflitti mondiali, quando l’intero territorio trevigiano fu uno dei principali scenari della guerra.

Struttura socio-economica. L’agricoltura, fiorente, conta sulla coltivazione di cereali, ortaggi, foraggi, vite e frutteti, mentre prospera l’allevamento di bovini, suini e avicoli. Il punto di forza dell’economia della zona è comunque l’industria, rappresentata da fabbriche alimentari (tra cui le lattiero-casearie e mangimifici), automobilistiche, cartarie, chimiche, meccaniche, metalmeccaniche, tessili, di calzature, di articoli in pelle, in gomma e in plastica, di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura e per ufficio, di materiali da costruzione, per la lavorazione del legno e del vetro; a queste si affiancano l’editoria, mobilifici, cantieri navali, imprese edili, gioiellerie ed oreficerie. Fiorente è anche il settore turistico.

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