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Provincia di TREVISO

Capoluogo: Treviso

Scheda

 
Stemma della provincia Treviso
   

Provincia di Treviso - Statistiche

Territorio. Occupa la porzione orientale del territorio regionale e si estende da pochi chilometri dal mare fino ai rilievi montuosi del Grappa e del Consiglio, nelle Prealpi, configurando quindi un paesaggio molto vario di pianura, collina e montagna. Confina a nord con la provincia di Belluno, a nord-est con quella di Udine, a sud-est con quella di Venezia, a sud-ovest con quella di Padova, a ovest con quella di Vicenza. È chiamata comunemente anche Marca Trevigiana, termine risalente al X secolo ad indicare una regione di confine. È molto ricca di acque. Il fiume più importante è il Piave, che attraversa per intero la provincia da nord-ovest a sud-est, suddividendosi in tanti rami che formano, in alcuni punti, isole e isolette. Altri fiumi sono: il Musone, che attraversa la piana di Castelfranco Veneto, il Sile, che attraversa Treviso e sbocca nella Laguna Veneta, il Livenza. La provincia di Treviso viene considerata, per la sua ridente e serena bellezza, il “giardino di Venezia”. Difatti era prescelta come luogo di villeggiatura dalle più nobili famiglie della Serenissima, che in questa zona hanno costruito splendide ville e parchi, che costituiscono un patrimonio architettonico e artistico unico. La popolazione si distribuisce in 95 comuni, che fanno registrare un indice di vecchiaia degli abitanti rientrante nella fascia media nazionale. Lo sfondo azzurro dello stemma provinciale, concesso con Regio Decreto, è attraversato da una fascia d’argento recante la parola TARVISIUM. Nella parte superiore dello scudo sono raffigurate tre torri merlate, dalle cui basi, lateralmente, si originano due bandiere svolazzanti; in quella inferiore campeggia un portone unito a due torri prive di merli, accostate, per entrambi i lati, da due piccole torri merlate, tra le quali spiccano altre due torri di vedetta, sormontate da una piccola croce. Il motto in caratteri romani è: MONTI MUSONI PONTO DOMINORQUE NAONI. La redazione non ne ha ottenuto l’autorizzazione alla riproduzione.

Comunicazioni. La provincia è attraversata da due autostrade: la A4 Torino-Trieste e la A27 Mestre-Vittorio Veneto-Pian di Vedoia; è servita, però, anche dalla A28 Portogruaro-Conegliano e dalla A31 Vicenza-Piovene Rocchette, che si trovano a breve distanza dal suo territorio. Ricca e ben articolata è la rete delle strade statali: la n. 13 Pontebbana, la n. 14 della Venezia Giulia, la n. 51 Alemagna, la n. 53 Postumia, la n. 245 Castellana, la n. 248 Schiavonesca Marosticana, la n. 307 del Santo, la n. 348 Feltrina, la n. 515 Noalese, la n. 635 del Passo di San Boldo. Le linee ferroviarie sono altrettanto numerose e ben distribuite sul territorio: la Treviso-Vicenza, la Venezia-Trieste, la Venezia-Trento, la Venezia-Udine, nonché la Treviso-Montebelluna, la Padova-Calalzo-Pieve di Cadore, la Conegliano-Ponte nelle Alpi, la Bassano del Grappa-Camposampiero. Gli aeroporti di riferimento sono il “Marco Polo”, di Venezia/Tessera, e, per le linee intercontinentali dirette, quello di Milano/Malpensa; in provincia c’è, comunque, il “G. Ancillotto”, di Treviso/San Giuseppe. Le strutture portuali sono quelle della provincia di Venezia.

Storia. Nel territorio sono diffuse le testimonianze della pacifica civiltà dei paleoveneti che, verso l’VIII secolo a.C., intrattennero intensi rapporti con i popoli confinanti, gli etruschi prima e in seguito i romani. La natura pianeggiante, l’abbondanza di acque e le ingenti opere di bonifica realizzate dai romani favorirono fin da allora un’agricoltura fiorente. Con la caduta dell’impero romano d’occidente, nel 476 d.C., nella zona assistiamo al passaggio cruento dei goti, degli unni, degli alani, degli ostrogoti, degli eruli e dei longobardi. Nel 774 Carlo Magno, re dei Franchi, pose fine al dominio longobardo dando vita al feudalesimo. Il Sacro Romano Impero di Carlo Magno passò poi nelle mani germaniche. Con il declino dell’autorità imperiale e la nascita dell’istituzione comunale queste zone si liberarono da secoli di oppressione. Alla guida del territorio della Marca Trevigiana si susseguirono quindi famiglie nobili spesso di origine transalpina. Alcune di esse passarono alla storia con il nome di uno dei loro principali castelli: Da Camino, Collalto, Da Romano, Camposampiero. Un ruolo importante fu svolto dai feudatari ecclesiastici, i vescovi-conti. Nel 1237 molti comuni della Marca, come altri del territorio veneto, caddero sotto la terribile tirannia dei Da Romano, che si resero responsabili di razzie e violente oppressioni. Seguì poi il dominio degli Scaligeri, dei Carraresi e dei Visconti. L’annessione nel 1389 alla Serenissima Repubblica di Venezia inaugurò in queste terre una lunga e prosperosa pace. La provincia di Treviso, come le altre province venete, condivise le fortunate vicende della Serenissima fino al 1797, quando questa cadde sotto l’urto delle armate di Napoleone. Da quel momento questa zona tollerò malvolentieri il dominio dei francesi e quindi degli austriaci. Nel 1848, con i moti risorgimentali, la Marca Trevigiana seguì Venezia nella rivoluzione contro gli austriaci. Solo nel 1866 bersaglieri del neonato regno di Italia liberarono il territorio. Dal maggio 1915 al novembre 1918 l’Italia combatte contro l’impero austro-ungarico una lunga ed estenuante guerra: è proprio nel trevigiano che si decidono le sorti di questa guerra. Con la disastrosa sconfitta di Caporetto, nell’ottobre 1917, gli austriaci dilagano nel Veneto ma dopo l’epica battaglia del Piave, nel giugno 1918, il nemico subisce perdite tali da non rimettersi più. Con la vittoria italiana di Vittorio Veneto finisce la “grande guerra”.

Struttura socio-economica. Il grande sviluppo del settore agricolo e il consolidamento della realtà industriale fanno della Marca Trevigiana una realtà economica solida e vitale. L’intera provincia ha sempre praticato con successo l’agricoltura. Si coltivano cereali, ortaggi, foraggi, vite, olivo e alberi da frutta. Alcune produzioni come il radicchio trevigiano e i vini tipici (Cabernet, Merlot, Raboso del Piave) caratterizzano il territorio all’insegna della qualità dei prodotti tipici. Sviluppato è anche l’allevamento di bovini, suini e avicoli. Il settore industriale è forte di un tessuto di piccole e medie imprese molto attive nei settori alimentare, metalmeccanico, tessile, del mobile, dell’edilizia e del cartario, che si aggiungono all’industria automobilistica e a quella per la produzione di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura. Molto vivo è anche il settore dell’artigianato: produzione di armi e di campane, lavorazione del ferro battuto, del vetro e della ceramica.

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