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Provincia di REGGIO NELL'EMILIA

Capoluogo: Reggio nell'Emìlia

Scheda

 
Stemma della provincia Reggio nell'Emilia
   

Provincia di Reggio nell'Emilia - Statistiche

Territorio. Si articola in 45 comuni, e occupa la parte centrale della regione. È compresa tra le provincie di Mantova (Veneto) a nord, di Parma a ovest, di Massa Carrara (Toscana) e di Lucca (Toscana) a sud e di Modena a est. È per la maggior parte della sua estensione, a sud della provincia, montuosa e collinare, il territorio settentrionale, invece, è costituito da pianure. La parte montuosa è composta dal cosiddetto Appennino reggiano, un compatto crinale di cime e creste lungo più di cento chilometri. Caratteristica peculiare di questo è la quota elevata delle cime: l'altezza media è superiore ai 1.600 metri e quella massima è di circa 2.000 metri. Si tratta di una parte dell'Appennino Tosco-Emiliano. I rilievi si addolciscono salendo da sud verso nord, arrivando alle colline della fascia sub-appenninica: un vastissimo territorio tagliato da ampie vallate attraversate da fiumi che scendono verso la Pianura Padana. Perseguendo verso nord troviamo una zona pianeggiante, fertile e ricca di centri abitati collegati da una fitta rete stradale e tronchi ferroviari. I corsi d'acqua principali sono: l'Enza, che delimita il confine con la provincia di Parma, il Crostolo e il Secchia che per un lungo tratto delimita la provincia di Modena, tutti tributari del Po. Di tipo torrentizio sono il Dolo e il Tresinaro. Numerosi sono i laghi posti ad altezze superiori ai 1.000 metri, bacini di piccola estensione, specchi d'acqua di sette-ottocento metri di estensione (il lago di Monte Acuto, il Calamone e i laghi cerretani) ed anche bacini artificiali creati dallo sbarramento delle dighe. Due sono i parchi istituiti per valorizzare il territorio, tutelare l'ambiente e promuovere uno sviluppo economico: il Parco Naturale Regionale dell'Alto Appennino Reggiano, che è situato a sud ovest della provincia (confina a est con la provincia di Modena, a ovest con quella di Parma e a sud è delimitato dal confine regionale con la Toscana) e il Parco Provinciale della Flora Appenninica, incluso nel primo sebbene separato fisicamente (è spostato a nord rispetto al primo). Il capoluogo è l'unico centro compiutamente urbano della provincia. Il sistema insediativo comprende tuttavia numerosi altri poli di gravitazione, attivi e popolosi. Mentre la fascia montuosa è in progressivo spopolamento, e poco densamente popolata è la zona collinare, molto densa è la popolazione nella fascia pedemontana e pianeggiante. Lo stemma provinciale, inquartato, raffigura, nella prima sezione, troncata d'azzurro e di rosso, un leone rampante (arma di Guastalla); nella seconda, a sfondo azzurro, un sole raggiante d'oro è circondato da una correggia con fibbia, anch'essa d'oro (arma di Correggio); lo sfondo azzurro del terzo quarto è dominato dall'immagine di una scalinata d'oro (arma di Scandiano); nell'ultimo quarto, infine, un cervo in corsa, in campo aureo, è sormontato da una fascia rossa con tre gigli d'argento col capo azzurro in cui sono raffigurate tre stelle d'oro a sei punte (arma di Castelnovo né Monti). Sul tutto spicca uno scudetto, a sfondo argenteo, con una croce rossa recante nei quattro cantoni le maiuscole nere S P Q R (arma di Reggio nell'Emilia).

Comunicazioni. Il territorio provinciale è attraversato da una fitta rete viaria e ferroviaria, su di esso, inoltre, passano le principali arterie autostradali della Penisola. La rete delle strade statali garantisce i collegamenti locali e interregionali: n. 9 via Emilia, n. 62 Cisa, n. 63 Valico del Cerreto, n. 358 Calstenovo, n. 413 Romana, n. 467 di Scandiano, n. 468 Correggio, n. 486 Montefiorino, n. 513 Val d'Enza. Anche il traffico su rotaia si articola su di una rete molto ricca: Reggio Emilia-Sassuolo-Modena, Reggio Emilia-Guastalla, Reggio Emilia-Ciano d'Enza, Bologna-Roma, Bologna-Milano, Parma-Suzzara, Verona-Modena. I tracciati autostradali completano il quadro dei collegamenti: A1 Milano-Napoli, A22 Brennero-Modena, A15 Parma-La Spezia.

Storia. Diverse sono le tracce di una antica origine del territorio: i primi insediamenti, infatti, risalgono ad epoche preistoriche, come testimoniato dai ritrovamenti in varie zone di resti di villaggi di età neolitica e dell'età del bronzo. Fu colonia dei romani, che effettuarono diverse opere di bonifica e sotto i quali visse un periodo di floridezza e prosperità. Caduto l'impero romano d'occidente, subì le invasioni barbariche, in particolare l'occupazione dei goti, degli unni e infine dei longobardi, che resero il territorio parte del regno longobardo con capitale Pavia. Nel 774 divenne possesso dei Franchi, chiamati nella Penisola dal papa. L'età feudale vide il prevalere di alcune nobili famiglie, come i Correggeschi, i Visconti, gli Ottobono Terzi e gli Sforza; di esse la più rilevante è stata quella degli Attoni. La contessa Matilde ne è un celebre esponente: fu la mediatrice, insieme all'abate di Cluny, all'incontro avvenuto a Canossa nel 1077 tra Enrico IV e il papa Gregorio VII in lotta per la guerra per le investiture; Matilde, inoltre, fu vicaria imperiale in Italia. Durante il Medioevo il territorio fu diviso dalla signoria di varie famiglie. Crollato l'impero napoleonico, con il Congresso di Vienna, nel 1815, venne annessa, insieme a Modena, al Ducato degli Estensi. Durante la seconda guerra mondiale è stata teatro di diversi episodi della resistenza contro i nazifascisti e, soprattutto tra le montagne, si costituirono zone libere.

Struttura socio-economica. L'attività economica è preminentemente legata alla produzione agricola, incentrata sull'allevamento industrializzato di bovini e suini, sulla viticoltura e sulla frutticoltura. Operano nella provincia vari consorzi di bonifica (Tresinaro-Secchia, Bonificazioni reggiane-Bentivoglio, ecc.) e di miglioramento fondiario (Canale d'Enza, Barco-Bibbiano, ecc.). Accanto a un'agricoltura fiorente la provincia dispone di un notevole apparato produttivo industriale. Si sono sviluppate numerose imprese di medie e piccole dimensioni che operano nei tradizionali settori di trasformazione dei prodotti agricoli e zootecnici oltre che in quelli metalmeccanico, tessile, chimico (fertilizzanti e materie plastiche), dei materiali da costruzione (piastrelle) e delle confezioni. In aumento è il turismo nei centri di villeggiatura collinari, nei centri termali (come il Centro idroterapico Terme di Cervarezza, il parco delle Fonti di Santa Lucia e presso le Terme di Poiano) e nelle località sciistiche invernali. Vi è anche un fiorente centro di produzione delle ceramiche a Casalgrande.

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