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Provincia di POTENZA

Capoluogo: Potenza

Scheda

 
Stemma della provincia Potenza
   

Provincia di Potenza - Statistiche

Territorio. Occupa l’area occidentale della regione, confinando a est con la provincia di Matera, a nord con la Puglia, a sud con la Calabria e con il mar Tirreno, a ovest con la Campania. Il territorio è prevalentemente montuoso, occupato dai rilievi dell’Appennino Lucano, catena montuosa formata per lo più da massicci isolati e che si innalza di quota col procedere verso sud. Le quote medie oscillano tra i 1.200 e i 2.000 metri e propongono un paesaggio variegato, dalle cime arrotondate dalle colate laviche del monte Vulture (1.327 m) al gruppo del Sirino che, con guglie e creste che rimandano a scenari alpini, raggiunge la massima elevazione con il Monte del Papa (2.005 m). Mentre le montagne del Vulture sono caratterizzate da una intricata vegetazione, quella delle Dolomiti Lucane si presenta arida e spoglia. I fiumi sono piuttosto lunghi anche se caratterizzati da una portata oscillante tra periodi di piena e altri di secca. Tra i più importanti ricordiamo il Bradano, il Basento e l’Agri. Numerosi sono i laghi, sia naturali che artificiali, tra i quali, a nord, il gruppo dei laghi di Monticchio, il lago di Abate Alonia, quello del Pantano, nei pressi di Potenza e, più a sud, quello di Marsiconuovo. La popolazione, che presenta un indice di vecchiaia nella media, si distribuisce in 100 comuni. Lo stemma provinciale, concesso con Regio Decreto, raffigura, in campo dorato, un’aquila coronata che fuoriesce da una fascia composta di tre onde azzurre.

Comunicazioni. Il territorio provinciale, come il resto della regione, soffre da sempre di una carenza di infrastrutture nel settore delle comunicazioni. Per quanto riguarda il sistema autostradale si fa riferimento alla A3 Salerno-Reggio Calabria, e alla A16 Napoli-Canosa. La rete di strade statali è molto fitta, formata da un gran numero di arterie: la n. 7 via Appia, la n. 18 Tirrena Inferiore, la n. 19 delle Calabrie, la n. 92 dell’Appennino meridionale, la n. 93 Appulo-Lucana, la n. 94 del Varco di Pietrastretta, la n. 95 di Brienza, la n. 96 Barese, la n. 103 di Val d’Agri, la n. 167 dei laghi di Monticchio, la n. 168 di Venosa, la n. 169 di Genzano, la n. 276 dell’alto Agri, la n. 276 diramazione dell’alto Agri, la n. 303 del Formicoso, la n. 381 del Passo delle Crocelle e di Valle Cupa, la n. 401 dell’alto Ofanto e del Vulture, la n. 407 Basentana, la n. 481 della Valle del Ferro, la n. 585 di Fondo Valle del Noce, la n. 598 di Fondo Valle d’Agri, la n. 653 della Valle del Sinni. La rete ferroviaria è costituita dalla linea Potenza-Foggia, dalla Sicignano degli Alburni-Lagonegro, dalla Napoli-Reggio di Calabria, dalla Battipaglia-Metaponto, dalla Rocchetta Sant’Antonio/Lacedonia-Gioia del Colle (sostituita da servizio autobus) e dalla Taranto-Reggio di Calabria. Per quanto riguarda il servizio aereo si fa riferimento all’aeroporto di Bari//Palese e a quello di Lamezia Terme/Sant’Eufemia nonché a quello di Napoli/Capodichino. I porti mercantili che servono il territorio sono quello campano di Salerno nonché quelli pugliesi di Barletta (BA), di Taranto e di Bari, mentre uno scalo marittimo turistico si trova a Maratea.

Storia. I reperti paleolitici trovati nei pressi di Venosa attestano che la storia e la cultura di queste zone hanno origini remote. Al Neolitico risalgono interessanti pitture rupestri portate alla luce in località Toppa Li Sassi, presso Filiano. Numerosi sono anche i reperti osco-ellenici. Queste terre furono colonizzate dai greci e dai romani ma, alla caduta dell’impero romano, furono preda delle invasioni di visigoti e ostrogoti mentre i saraceni devastarono l’intera regione, che conobbe un periodo di rinascita economica e demografica solo con la dominazione normanna. Durante questo regno la città di Melfi fu eletta capitale dello stato normanno (XI- XIII sec.) Nel 1089 a Melfi si tenne il famoso concilio nel corso del quale Papa Urbano II bandì la prima crociata. Sempre a Melfi, nel 1231, l’imperatore Federico II emanò le Constitutiones Melphitanae. Seguirono gli angioini, la cui dominazione fu caratterizzata da un periodo di instabilità dovuto alle continue lotte fra le fazioni nobiliari per il dominio del territorio. Dopo il dominio aragonese seguirono secoli nel corso dei quali queste zone furono assoggettate da varie famiglie di feudatari che instaurarono un regime latifondistico così radicato da essere responsabile, in parte, dell’arretratezza economica dell’intera regione. Nel 1762 fu costruita la strada detta “delle Calabrie”, iniziata già ai tempi di Carlo III e che collegava Napoli con Reggio di Calabria. La realizzazione di questa importante via di comunicazione fu un importante risultato che permise, almeno in parte, di far uscire la regione da una condizione millenaria di isolamento. Durante la breve vita della Repubblica partenopea del 1799, il territorio fu percorso dalle scorrerie delle bande sanfediste che dal Golfo di Policastro agivano fino all’alta Val d’Agri per combattere i repubblicani. Nel corso dell’Ottocento l’intera la regione partecipò attivamente ai moti risorgimentali che agitavano il resto d’Italia in corsa verso l’indipendenza e seguì le vicende nazionali e internazionali successive all’unificazione della penisola. Tra la fine dell’Ottocento e per tutta la prima parte del Novecento, molta gente fu costretta ad emigrare in America del Nord, in Argentina e nell’Italia nel Nord per fuggire alla miseria endemica della regione che, solo negli ultimi anni e grazie ad aiuti economici, sta conoscendo un certo sviluppo industriale.

Struttura socio-economica. Pur registrando un progressivo e sensibile calo degli addetti al settore, l’agricoltura continua ad avere un ruolo importante nella struttura economica della provincia. Si coltivano cereali, frumento, foraggi, ortaggi, vite ed olivo. Piuttosto sviluppato è anche il comparto zootecnico con l’allevamento di bovini, suini, caprini, equini ed avicoli. Lentamente si va strutturando anche un tessuto industriale di piccole aziende che operano soprattutto nei comparti edile, metallurgico, alimentare, tessile, del legno e dei materiali da costruzione. In lenta ma progressiva espansione è anche il settore turistico grazie agli sforzi per promuovere le bellezze naturalistiche della regione.

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