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Provincia di PESCARA

Capoluogo: Pescara

Scheda

 
Stemma della provincia Pescara
   

Provincia di Pescara - Ambiti

DEFINIZIONE Ben lungi dall'essere unitaria, la provincia pescarese risulta costituita da parti fortemente differenziate dal punto di vista dei modelli insediativi e delle caratteristiche naturali e socio-economiche. Sulla base di questi fattori è possibile suddividerla in tre ambiti relativamente omogenei: l'area montuosa del Gran Sasso e della Maiella, la zona collinare del Subappennino Aprutino e il cosiddetto "pettine costiero-vallivo". Quest'ultimo rappresenta una struttura insediativa di particolare complessità, in cui si sono prodotte le più rilevanti trasformazioni dell'intera provincia: è pertanto opportuno scomporlo nei suoi elementi costitutivi, in altre parole la conurbazione costiera, che racchiude gran parte dell'area metropolitana di Chieti-Pescara, e le valli trasversali dei fiumi Pescara e Tavo-Saline. Riguardo a questa proposta di suddivisione del territorio provinciale sono necessarie due precisazioni: le valli del Pescara e del Tavo-Saline costituiscono, a rigore, parte integrante del Subappennino Aprutino ma presentano caratteristiche così peculiari da richiedere una trattazione a parte; i comuni di Bussi sul Tirino, Popoli e Tocco da Casauria, inoltre, pur appartenendo al fronte montuoso del Gran sasso e della Maiella, sono inscindibili dall'ambiente di fondovalle a cui appartengono e pertanto vengono trattati insieme ai comuni della Val Pescara.    

Gran Sasso e Maiella -Gran Sasso: Brittoli, Carpineto della Nora, Civitella Casanova, Corvara, Farindola, Montebello di Bertona, Pescosansonesco (area di transizione) e Villa Celiera; -Maiella: Caramanico Terme, Roccamorice, Salle, Sant'Eufemia a Maiella e Serramonacesca.

Subappennino Aprutino -Catignano, Civitaquana, Cugnoli, Elice, Nocciano, Penne, Pianella, Picciano, Pietranico e Vicoli (area di transizione).

Conurbazione costiera -Città Sant'Angelo, Montesilvano, Pescara, e Spoltore.

Val Pescara e bassa valle del fiume Tavo-Saline -Val Pescara: Abbateggio (area di transizione), Alanno, Bolognano, Bussi sul Tirino, Castiglione a Casauria, Cepagatti, Lettomanoppello (area di transizione), Manoppello, Popoli, Rosciano, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Scafa, Tocco da Casauria, Torre de' Passeri e Turrivalignani; -Bassa valle del fiume Tavo-Saline: Cappelle sul Tavo, Collecorvino, Loreto Aprutino e Moscufo.

GRAN SASSO E MAIELLA

Territorio. Il settore meridionale del Gran Sasso, diviso dal resto del massiccio dalla depressione di Campo Imperatore, e la grande cupola della Maiella, culminante con la vetta del monte Amaro (2.795 m), si sfiorano lungo il confine occidentale della provincia, separati appena dalle lunghe e strette gole di Popoli. I due massicci, dal tipico andamento meridiano, sono caratterizzati dall'affioramento di imponenti rocce carbonatiche, in cui le acque meteoriche e di scorrimento superficiale si infiltrano dando luogo a fenomeni carsici: suggestivi sono quelli della Riserva naturale del Voltigno e del Vallone d'Angri, che include sei comuni del Gran Sasso (Carpineto della Nora, Civitella Casanova, Farindola, Montebello di Bertona, Vicoli e Villa Celiera), ma non meno spettacolare è il selvaggio versante marittimo del massiccio della Maiella, inciso dalla valle sinuosa di Santo Spirito (Roccamorice), dal boscoso cañon protetto del fiume Orfento (Caramanico Terme) e dalle ripide forre della Riserva naturale di Lama Bianca (Sant'Eufemia a Maiella). Il faggio, spesso associato ad aceri, carpini, cerri e sorbi, copre l'orizzonte montano dai 1.000 ai 1.700 metri di altitudine: questa verde coltre è adagiata sulle pendici delle cime pescaresi, su cui si arrampicano centri compatti isolati di media e piccola grandezza. Per la salvaguardia di questi ultimi e per la tutela delle infinite risorse e delle innumerevoli varietà floro-faunistiche locali sono stati di recente istituiti il Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga e quello della Maiella.

Comunicazioni. Il settore meridionale del Gran Sasso è inciso dal valico di Forca di Penne, attraverso cui la strada statale n. 602, che proviene dall'Aquilano, si immette nella provincia pescarese, facendosi strada fra le asperità dei luoghi con un tracciato in principio molto tortuoso, poi sempre più scorrevole man mano che si avvicina al litorale. Di minore importanza logistica ma di pari rilievo turistico sono i tracciati che si diramano dalle arterie della Val Pescara diretti ai rinomati centri della Maiella: il più importante è la strada statale n. 487 di Caramanico Terme, che mette in comunicazione la n. 5 Tiburtina Valeria con la n. 17 dell'Appennino abruzzese, snodandosi con tracciato curvilineo nello scenario suggestivo delle valli dei fiumi Orta e Orfento.

Storia. I resti di un'industria litica del paleolitico inferiore nel comprensorio di Caramanico Terme e un villaggio di capanne quadrate del paleolitico superiore a Montebello di Bertona documentano la presenza dell'uomo in epoca precedente all'insediamento delle tribù dei vestini e dei marrucini rispettivamente sul Gran Sasso e sulla Maiella. Il versante marittimo dei due massicci, fu il punto di partenza della colonizzazione monastica benedettina -a cui si deve la fondazione delle potenti abbazie di San Clemente a Casauria e di San Liberatore a Maiella- e successivamente la culla di alcuni potentati locali, nati dal proliferare di strutture difensive fra IX e XII secolo e dal loro consolidamento all'ombra dell'amministrazione normanna, sveva e angioina. Su questi monti albergano alcune delle più importanti testimonianze medievali lasciate in Abruzzo dai monaci benedettini e cistercensi: le abbazie di San Clemente a Casauria (Castiglione a Casauria), di San Bartolomeo (Carpineto della Nora), di Santa Maria Casanova (Civitella Casanova), di Santo Spirito a Maiella (Roccamorice) e di San Liberatore a Maiella (Serramonacesca) sono custodite nel museo all'aperto delle suggestive vette pescaresi.

Struttura socio-economica. L'intensità dei fenomeni di indebolimento economico e di spopolamento è un importante fattore di differenziazione all'interno di quest'area montuosa. La maggior parte dei comuni appenninici pescaresi, infatti, sono Da un lato un buon numero di comuni ad economia marginale dediti ad attività agricole dai rendimenti assai contenuti, oltre che caratterizzati da una debole vocazione turistica e da un modesto livello di sviluppo dell'industria e del commercio; alcuni di essi, tuttavia, mostrano una buona dose di iniziativa nel settore delle costruzioni, nell'industria estrattiva e nelle attività turistiche -la fama dell'unico complesso termale abruzzese (Caramanico Terme), le attrattive del bacino sciistico interprovinciale di Passo Lanciano (Serramonacesca) e la recente istituzione dei parchi hanno dato un forte impulso al movimento turistico-. Il settore dei servizi pubblici e privati, che tende a non traboccare dalla cinta metropolitana e dai centri tradizionali, è in questa zona montana e decentrata molto lacunoso.

SUBAPPENNINO APRUTINO

Territorio. L'andamento dell'economia provinciale ha determinato una frattura nel vasto entroterra collinare pescarese, promuovendo in modo particolare lo sviluppo dei comuni che si affacciano sul litorale, sul basso corso del fiume Tavo-Saline e sulla Val Pescara. Alle spalle della cimosa litoranea e ai margini di questi ambienti di fondovalle si estende invece la parte più tipica della collina pescarese, una successione di morbide onde composte di argille plioceniche, in più punti intaccate dall'erosione calanchiforme e franosa. Il paesaggio ha una patina di arcaicità: benché il vivace processo di edificazione a ridosso degli assi stradali abbia infranto i limiti tradizionali tra urbano e rurale, creando un quadro insediativo diffuso e reticolare, è ancora visibile e caratterizzante l'antica disposizione delle sedi umane, allineate lungo la maglia poderale. La sopravvivenza di quest'ultima, a dispetto delle profonde mutazioni indotte dalla meccanizzazione agricola, è all'origine dell'inerzia del paesaggio, segnato dalla trama regolare dei filari di vite, dalle macchie argentee degli ulivi e dal ricamo delle siepi.

Comunicazioni. Allo scopo di alleggerire il volume di traffico sui tracciati della costa, si è progettata la realizzazione di segmenti di viabilità parallela all'asse litoraneo: la cosiddetta Transcollinare, asse attrezzato longitudinale interno, dovrebbe appunto contribuire al riequilibrio territoriale delle province costiere abruzzesi. Attualmente serpeggia fra i rilievi collinari il tracciato curvilineo della strada statale n. 81 Piceno-Aprutina, che, dopo aver intersecato l'asse trasversale della Val Pescara, sfiora il centro di Pianella e attraversa la cittadina di Penne per poi volgere verso il Teramano.

Storia. Di questo vasto territorio, privo di marcati confini territoriali, non è possibile ricostruire puntualmente una vicenda storica unitaria ma solo individuare le linee maestre. Culla della civiltà vestina, sede di stanziamenti romani e per lo più integrante del contado di Penne in epoca longobarda e franca, il Subappenino Aprutino conobbe un rapido avvicendamento di signorie -fra gli altri i Cantelmo, gli Acquaviva, gli Orsini e i Farnese-. La cornice argentea degli olivi impreziosisce i centri storici della collina pescarese e conferisce un fascino particolare al patrimonio storico-architettonico di Penne, il più ricco e integro dell'intera provincia.

Struttura socio-economica. Dopo aver conosciuto, durante gli anni Cinquanta e Sessanta, un periodo di crisi dovuto ad una forte ondata migratoria diretta verso il nord d'Italia e l'Europa, l'area collinare pescarese si sviluppa ora lentamente e senza brusche fratture rispetto al passato. Se si eccettuano plaghe marginali di persistente ritardo economico -soprattutto Pietranico e Vicoli presentano numerosi addentellati con la contigua area montana-, la crescita è evidente ma contenuta in tutti i comuni della zona; alcuni di essi (Nocciano, Pianella e Penne) hanno fatto registrare un incremento sensibile delle attività industriali -nel caso di Penne queste hanno un ritmo di crescita pari alle realtà più evolute della Val Pescara, ma si tratta di un'anomalia legata allo sviluppo di una grande industria tessile locale- e del terziario. Le colline a nord del fiume Pescara sono le zone più forti dell'agricoltura provinciale, in termini di capacità produttiva e di livello di specializzazione: a buon diritto si fregiano dell'appellativo di "terra dell'olio", poiché sono riuscite a connettere l'ottima produzione di olive con una moderna industria olearia. Questa si affianca alle molte iniziative imprenditoriali nei settori del legno e dei tessuti, le quali, tuttavia, appaiono meno coordinate che nei vivaci distretti industriali del Teramano. Per il suo dinamismo economico e per le funzioni sovracomunali che accentra in sé, Penne rappresenta un parziale punto di riferimento per i comuni dell'area.

CONURBAZIONE COSTIERA

Territorio. Lungo la piatta e sabbiosa costa pescarese si è venuta costituendo, a partire dagli anni Cinquanta, un'estesa città lineare che riunisce Marina di Città Sant'Angelo, Montesilvano e Pescara -nonché Silvi e Francavilla al Mare rispettivamente nel Teramano e nel Chietino- e che presenta caratteri di particolare complessità all'incrocio con il sistema insediativo delle valli dei fiumi Pescara e Tavo-Saline. Qui quest'immensa realtà urbana ha cominciato a crescere al di là della ferrovia per anelli concentrici, invadendo le colline circostanti e le esigue aree pianeggianti allo sbocco delle vallate, riducendo drasticamente lo spazio rurale e saldandosi a Spoltore, a Cappelle sul Tavo e a Cepagatti, per poi sconfinare in territorio chietino. Nell'ultimo decennio la fase di accelerata espansione edilizia si è lentamente esaurita e la ridistribuzione della popolazione provinciale ha messo in discussione il primato della metropoli a favore dei vicini centri di collina e delle realtà meno dense e urbanizzate.

Comunicazioni. La strada statale n. 16 Adriatica, che raccoglie il traffico commerciale e turistico di transito longitudinale e quello proveniente o diretto alle strade di penetrazione verso l'interno, corre parallela alla linea ferroviaria Bologna-Bari nel cuore della conurbazione pescarese. Il tronco autostradale Bologna-Taranto (A14), invece, descrive un'ampia curva intorno al capoluogo di provincia, delimitando la tentacolare periferia dell'immensa città costiera. Questi importanti tracciati litoranei formano la costola del cosiddetto "pettine costiero-vallivo", che affonda i "denti" nelle valli trasversali del Pescara e del Tavo-Saline. La città di Pescara è dotata di un aeroporto, il "Pasquale Liberi", che per la precisione ricade nel comprensorio di San Giovanni Teatino (CH), di un porto-canale riservato ai pescherecci e alle operazioni commerciali nonché di modernissime strutture portuali con funzioni eminentemente turistiche.

Storia. L'antico porto di ATERNUM (Pescara) fu valorizzato dai romani in quanto punto di partenza della rotta per i Balcani e capolinea di varie strade che da Roma portavano all'Adriatico. Crebbe di riflesso anche l'insediamento vestino di ANGULUS (Città Sant'Angelo) ma con la dissoluzione dell'impero romano entrambi subirono devastazioni e saccheggi. Il primo entrò quindi a far parte stabilmente del feudo della famiglia dei D'Avalos-D'Aquino, l'altro passò attraverso una lunga teoria di dominazioni acrescendo e impreziosendo il suo patrimonio architettonico oggi ancora in buon stato di conservazione. Il capoluogo di provincia, invece, gravemente danneggiato dai bombardamenti dell'ultima guerra, presenta una veste urbanistica moderna.

Struttura socio-economica. All'interno della vasta conurbazione pescarese è possibile distinguere: una fascia immediatamente adiacente alla costa, che, in virtù della sua connotazione turistico-alberghiera e residenziale, assolve ad un ruolo centrale solo per pochi mesi l'anno; un asse centrale, che ha una funzione commerciale e direzionale; e infine una zona periferica ad ovest della ferrovia, che presenta sviluppi industriali e artigianali legati alla domanda urbana e quindi alle tradizionali lavorazioni tessili, edilizie e alimentari. La zona collinare retrostante, ridotta dall'intenso processo di edificazione degli ultimi decenni, è votata essenzialmente alla coltivazione di ortaggi e alla viticoltura. Con il suo ricco tessuto distributivo Pescara è polo di attrazione a largo raggio di influenza, ma anche gli altri comuni dell'ambito sub-provinciale, grazie a forme di commercio alternative a quelle del capoluogo di provincia (hard-discount, grandi negozi specializzati, ipermercati organizzati in strade mercato), gestiscono attualmente un notevole volume di affari. A Pescara si rileva la maggiore concentrazione di servizi privati (credito e assicurazioni) e naturalmente pubblici e sociali.

VAL PESCARA E BASSA VALLE DEL FIUME TAVO-SALINE

Territorio. Nel contesto della provincia pescarese gli ambienti di fondovalle associati ai corsi d'acqua del Pescara e del Tavo-Saline hanno un eccezionale rilievo: sono infatti gli assi drenanti delle acque dei massicci del Gran Sasso e della Maiella, fondamentali direttrici di penetrazione nell'entroterra abruzzese ed elementi costitutivi di una grande struttura urbana, il cosiddetto "pettine costiero-vallivo", di cui rappresentano i "denti" -ovvero i sistemi insediativi lineari e più o meno continui che dalla conurbazione costiera si sviluppano trasversalmente verso l'interno-. In un recente passato i due ripiani vallivi costituivano un ambiente repulsivo, acquitrinoso e malsano: la bonifica, portata a termine nei primi decenni di questo secolo, ha cancellato il preesistente disordine idraulico-forestale -delle antiche boscaglie da ambienti umidi sopravvivono oggi solo frammenti lineari lungo i corsi d'acqua-, creando le condizioni per il dilagare dei seminativi fino alla zona d'alveo fluviale e per la discesa a valle delle sedi umane. Oggi, mentre il bacino del Tavo-Saline alterna un paesaggio rurale ancora integro a zone intensamente urbanizzate, nella Val Pescara la massiccia e promiscua presenza di insediamenti produttivi e residenziali soffoca l'ambiente naturale in una morsa stringente.

Comunicazioni. Le vallate del Pescara e del basso Tavo-Saline si differenziano sia per ampiezza sia per livello di infrastrutturazione. La prima, che rappresenta la più agevole via di penetrazione nell'Abruzzo interno, è percorsa da fondamentali arterie di collegamento fra i mari Tirreno e Adriatico (la strada statale di grande comunicazione n. 5 Tiburtina Valeria, il tronco autostradale Torano-Pescara A25 e la linea ferroviaria Roma-Pescara). La strada statale n. 151, che si snoda lungo l'asse vallivo del Tavo-Saline, ha invece rilievo comprensoriale, congiungendo le direttrici longitudinali della costa con i centri del Subappennino Aprutino.

Storia. In epoca preromana il Pescara, che aveva visto affacciarsi sulle sue sponde floridi insediamenti neolitici, funse da linea di confine fra il dominio dei marrucini e quello dei vestini, stanziati su buona parte del versante interno e marittimo del Gran Sasso; fin dall'antichità, inoltre, il fondovalle di questo lunghissimo fiume ospitò importanti tracciati consolari che rimasero agibili anche nelle fasi di massimo decadimento del sistema viario provinciale e regionale.  Nei secoli bui dell'alto Medioevo i monaci benedettini fondarono, nei pressi dell'odierna Castiglione a Casauria, la potente abbazia di San Clemente a Casauria: l'influenza di questa gloriosa casa religiosa si fece sentire in quasi tutta l'attuale circoscrizione, spesso in aperto conflitto con alcuni centri di potere laico -in particolare il feudo di Caramanico Terme, Manoppello e Popoli-.

Struttura socio-economica. Benché dal secondo dopoguerra ad oggi si sia registrata una forte contrazione delle attività rurali dovuta alla dilatazione dello spazio urbano, in entrambi i sistemi vallivi sopravvivono zone agricole di grande peso nella produzione di olive (Castiglione a Casauria, Collecorvino, Loreto Aprutino, Moscufo e Tocco da Casauria). Il modello di sviluppo industriale delle due vallate differisce per rilievo e taglio dimensionale delle imprese. Solo nella Val Pescara, infatti, il proliferare di stabilimenti manifatturieri, siderurgici e metalmeccanici ha sortito effetti davvero travolgenti, senza per altro riuscire a sanare preesistenti contraddizioni interne e squilibri territoriali: nel placido fiume si specchiano poderosi nuclei di industrializzazione in forme innovative e dinamiche a poca distanza dalla costa, poli industriali e terziari atipici e isolati a ridosso dell'arco appenninico (Bussi sul Tirino e Popoli), plaghe persistenti di disagio socio-economico e realtà comunali che hanno da poco avviato, fra mille difficoltà, una profonda conversione sociale e produttiva Al centro di Popoli è legata la geografia dei servizi pubblici e privati.

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