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Provincia di PAVIA

Capoluogo: Pavìa

Scheda

 
Stemma della provincia Pavia
   

Provincia di Pavia - Statistiche

Territorio. Estesa su una superficie di 2.964,7 kmq (pari al 12,4% del territorio lombardo e a quasi l'1% di quello italiano), comprende 190 comuni ed è la terza provincia in Lombardia per numero di comuni. Il territorio provinciale appartiene per tre quarti alla pianura padana e per il resto all'appennino; i fiumi Po e Ticino costituiscono i principali corsi d'acqua mentre non esistono bacini lacustri di rilievo. Il profilo geometrico si presenta vario, completamente pianeggiante a nord e a ovest e più mosso a sud, con rilievi collinari e montuosi e cime che raggiungono i 1.460 metri col Monte Penice, i 1.498 con la Cima della Colletta ed i 1.724 col Monte Lesima. Vario anche il paesaggio, che offre angoli di notevole pregio naturalistico; come in altre province della regione, la cura per la conservazione del patrimonio ambientale ha portato all'individuazione di aree sottoposte a vincoli di tutela, delle quali la più importante è senza dubbio quella interessata dal Parco lombardo della Valle del Ticino. Lo stemma provinciale, concesso con Regio Decreto, riunisce gli stemmi di Pavia, Voghera, Mortara e Vigevano. L'arma di Pavia è rappresentata da una croce bianca in campo rosso; lo stemma di Voghera, diviso in due campi, reca un'aquila nera coronata con le ali spiegate, a testimoniare che Voghera fu città imperiale alle dipendenze dei marchesi di Monferrato nel secolo XIV, e dei Marchesi Dal Pozzo nel secolo XVII. A regnare invece su Mortara, anch'essa città imperiale come attesta l'aquila raffigurata nella parte superiore dello stemma, furono i Sanseverino e gli Orosco; in quella inferiore, come da leggenda, è raffigurato un cervo che si abbevera a una fonte sita al margine di una grande foresta, la SILVA PULCHRA, attraverso la quale passò la regina Teodolinda quando, sposato Agilulfo, da Lomello si recò a Monza. Vigevano è infine rappresentata da un castello merlato in campo rosso.

Comunicazioni. Due tracciati autostradali attraversano la provincia: quello della A7 Milano-Genova e quello dell'A21 Torino-Piacenza; i collegamenti stradali sono assicurati altresì da una fitta rete di strade statali e provinciali, spesso realizzate sul tracciato di antiche strade romane. Tra le strade statali meritano di essere menzionate soprattutto la s.s.10 Padana Inferiore, la statale n. 35 dei Giovi e la s.s. 494 Vigevanese. Anche la ferrovia offre un servizio in grado di raggiungere tutti i principali distretti del territorio, ad eccezione della parte più meridionale e montuosa; tra le linee principali vi sono la Milano-Genova, che interessa i tre ambiti principali del territorio provinciale, e la Alessandria-Novara che, con sviluppo nord-sud, attraversa la parte occidentale della provincia. Mancano porti per la navigazione interna, ora che i grandi fiumi hanno perduto la loro antica vocazione di vie di comunicazione e di traffici, e non vi sono aeroporti raggiunti dai voli di linea. La qualità dei collegamenti, generalmente buona, è talvolta disturbata dal fenomeno della nebbia, che affligge tutta la pianura padana, e più raramente dalle precipitazioni nevose sui rilievi appenninici.

Storia. Fu abitata dai liguri e dai galli insubri e conquistata da Roma nel III secolo a.C. Probabilmente ospitò civiltà palafitticole che costituiscono il passaggio dalla civiltà nomade a quella stanziale ma non esistono prove sufficienti, a dispetto delle ricerche archeologiche condotte. La storia provinciale è legata soprattutto al ruolo del capoluogo, come capitale del regno dei goti e dei longobardi; fu poi teatro delle gesta dei carolingi. Dal XIII secolo attraversò vicissitudini storiche conclusesi con la soggezione ai Visconti e agli Sforza; fu declassata, così, da capoluogo e centro autonomo a città sottomessa. La contea pavese fu poi principato fino al Settecento, quando la guerra di successione spagnola modificò i confini della circoscrizione. La seconda guerra d'indipendenza riportò la provincia alle antiche dimensioni del principato con 4 circondari, 34 mandamenti e ben 284 comuni.

Struttura socio-economica. Se nello sviluppo del terziario la provincia pavese non differisce dalle altre plaghe lombarde, l'organizzazione del settore primario presenta invece caratteristiche interessanti: in agricoltura prevalgono infatti le coltivazioni di riso, cereali e vite; si coltivano anche barbabietola da zucchero e frutta. Alla sinistra del Po la ricchezza di risorse idriche e la natura del territorio consentono un'agricoltura di tipo industriale, che condiziona fortemente il paesaggio; a destra del principale fiume italiano l'irrigazione è, invece, decisamente più scarsa. L'industria conferisce un apporto nettamente maggiore alla soluzione del problema occupazionale: distribuita in modo sostanzialmente equilibrato nei diversi comparti, vede tuttavia la prevalenza della meccanica e del calzaturiero; il capoluogo ed i centri di Vigevano e Voghera sono i maggiori poli di sviluppo industriale. La tipologia dei prodotti è quanto mai varia: l'industria metalmeccanica produce pompe, serbatoi, impianti per la refrigerazione industriale, forni, caldaie, compressori, utensili, carpenteria e macchine industriali; le imprese chimiche fabbricano detersivi, vernici, colle e non mancano prodotti della chimica farmaceutica e alimentare o della petrolchimica. Sul mercato interno ed internazionale hanno successo anche gli articoli in pelle e cuoio, in particolare la valigeria e la pellicceria. Appartengono alla cultura locale piatti poveri ma apprezzati quali la zuppa alla pavese, le rane, il risotto alla certosina; la colomba pasquale è originaria di questa zona e non, come alcuni erroneamente ritengono, di Milano.

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