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Provincia di MILANO

Capoluogo: Milano

Scheda

 
Stemma della provincia Milano
   

Provincia di Milano - Ambiti

DEFINIZIONE L'analisi dell'evoluzione del sistema imprenditoriale (con riferimento alla tipologia delle imprese e al numero degli addetti) e della dinamica delle assunzioni (per tipologia professionale e tipo di contratto) è alla base di uno studio condotto nel 1998 dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura della Provincia di Milano, che ha determinato l'individuazione di sedici subaree provinciali, identificate con le circoscrizioni per l'impiego; l'individuazione di alcuni tratti comuni a questi territori ha consentito, in un secondo tempo, di aggregarli in un numero più ridotto di aree relativamente omogenee al proprio interno: il comune di Milano, il Nord-Est, il Nord milanese, il Nord-Ovest, la Brianza e il Sud milanese. Sulla base di un esame di natura più prettamente territoriale e urbanistica è stato possibile giungere alla definizione di quattro ambiti sub-provinciali: l'Area metropolitana, che trova il suo naturale punto di aggregazione nel capoluogo di provincia; la Brianza, definita su base storica e geografica; la Valle del Ticino e la Valle dell'Adda, che riuniscono rispettivamente i comuni lambiti dal corso dei due fiumi. Resta al di fuori di tale suddivisione il comune di San Colombano al Lambro, nel Lodigiano, che, adagiato ai piedi di una verde collina lungo il corso del fiume Lambro, è staccato dal blocco costituito da tutti gli altri comuni della provincia né confina con questi, pur gravitando, sostanzialmente sull'Area metropolitana oltre che, ovviamente, su Lodi.

Area metropolitana : Arese, Arluno, Assago, Baréggio, Basìglio, Bellinzago Lombardo, Binasco, Bollate, Bresso, Brughèrio, Buccinasco, Bùssero, Busto Garofalo, Calvignasco, Cambiago, Canegrate, Carpiano, Carugate, Casarile, Casorezzo, Cassina de' Pecchi, Cernusco sul Naviglio, Cerro al Lambro, Cerro Maggiore, Cesano Boscone, Cesate, Cinisello Bàlsamo, Cisliano, Cologno Monzese, Colturano, Cormano, Cornaredo, Còrsico, Cusago, Cusano Milanino, Dairago, Dresano, Gaggiano, Garbagnate Milanese, Gessate, Gorgonzola, Lacchiarella, Lainate, Legnano, Limbiate, Liscate, Locate di Triùlzi, Magnago, Medìglia, Melegnano, Melzo, Milano, Nerviano, Nova Milanese, Novate Milanese, Novìglio, Òpera, Paderno Dugnano, Pantigliate, Parabiago, Paullo, Pero, Peschiera Borromeo, Pessano con Bornago, Pieve Emanuele, Pioltello, Pogliano Milanese, Pregnana Milanese, Rescaldina, Rho, Ròdano, Rosate, Rozzano, San Donato Milanese, San Giòrgio su Legnano, San Giuliano Milanese, San Vittore Olona, San Zenone al Lambro, Sedriano, Segrate, Senago, Sesto San Giovanni, Settala, Sèttimo Milanese, Solaro, Trezzano sul Navìglio, Tribiano, Vanzago, Vernate, Vignate, Villa Cortese, Vimodrone, Vittuone, Vizzolo Predabissi, Zìbido San Giàcomo.

Brianza : Agrate Brianza, Aicùrzio, Albiate, Àrcore, Barlassina, Bellusco, Bernaréggio, Besana in Brianza, Biassono, Bovìsio Masciago, Briosco, Burago di Mòlgora, Camparada, Caponago, Carate Brianza, Carnate, Cavenago di Brianza, Ceriano Laghetto, Cesano Maderno, Cogliate, Concorezzo, Correzzana, Dèsio, Giussano, Lazzate, Lentate sul Sèveso, Lesmo, Lissone, Machèrio, Meda, Mezzago, Misinto, Monza, Muggiò, Ornago, Renate, Ronco Briantino, Seregno, Sèveso, Sovico, Sulbiate, Triùggio, Usmate Velate, Varedo, Vedano al Lambro, Vedùggio con Colzano, Verano Brianza, Villasanta, Vimercate.

Valle del Ticino : Abbiategrasso, Albairate, Arconate, Bernate Ticino, Besate, Boffalora sopra Ticino, Bubbiano, Buscate, Cassinetta di Lugagnano, Càstano Primo, Corbetta, Cuggiono, Gudo Visconti, Inveruno, Magenta, Marcallo con Casone, Mésero, Morimondo, Motta Visconti, Nosate, Ossona, Òzzero, Robecchetto con Induno, Robecco sul Navìglio, Santo Stéfano Ticino, Turbigo, Vanzaghello, Vermezzo, Zelo Surrigone.

Valle dell'Adda : Basiano, Busnago, Cassano d'Adda, Cornate d'Adda, Grezzago, Inzago, Masate, Pozzo d'Adda, Pozzuolo Martesana, Roncello, Trezzano Rosa, Trezzo sull'Adda, Truccazzano, Vàprio d'Adda.

AREA METROPOLITANA

Territorio. Non esistono confini naturali che consentano di circoscrivere l'ambito dei comuni che fanno capo al capoluogo di provincia: quasta zona, che occupa la parte centrale del territorio provinciale, si estende in una regione piatta, solcata dai fiumi Lambro e Olona, a pochi chilometri dai primi gradini delle colline della Brianza; il Naviglio Grande e il Naviglio della Martesana la collegano con il Ticino, l'Adda e il Po, unitamente ad altri canali fluvio-lacustri. L'intera area (che si caratterizza per una fittissima urbanizzazione, un elevato grado di industrializzazione e una rete viaria estremamente articolata) ha l'aspetto di una vasta conurbazione, all'interno della quale la città capoluogo e i comuni della sua cintura metropolitana si susseguono senza soluzione di continuità. Sfugge all'inarrestabile avanzata del fenomeno di urbanizzazione e industrializzazione il semicerchio meridionale della città-regione milanese, tutelato dal Parco di Cintura Metropolitana Sud Milano, istituito allo scopo di preservare i tratti caratteristici della bassa milanese solcata da una complessa rete irrigua e da siepi e filari. Il Parco di Cintura Metropolitana Nord Milano comprende, invece, l'area periferica a nord del capoluogo, sostanzialmente indenne dalla conurbazione e ricca di complessi di notevole interesse storico e artistico.

Comunicazioni. Si trova in posizione felicissima per le comunicazioni irradiantisi in ogni senso: a nord verso i laghi, le Prealpi e alcuni valichi alpini; a ovest verso il Piemonte; a est verso il Veneto; a sud verso il Po e il mar Ligure, con Genova suo sbocco marittimo. I tracciati autostradali, che si snodano nell'area (A1 Milano-Napoli, A4 Torino-Trieste, A7 Milano-Genova, A8 Milano-Varese e A9 Lainate-Como-Chiasso) e trovano un naturale punto d'arrivo nella città capoluogo, si integrano con la fitta rete delle strade statali (n. 9 via Emilia, n. 11 Padana Superiore, n. 33 del Sempione, n. 35 dei Giovi, n. 36 del lago di Como e dello Spluga, n. 233 Varesina, n. 412 della Val Tidone, n. 415 Paullese, n. 494 Vigevanese, n. 525 del Brembo, n. 526 dell'Esticino e n. 527 Bustese), che ha avuto un impatto determinante sul territorio, fino a modificare il paesaggio †e le dinamiche insediative della popolazione. Al trasporto stradale e autostradale si affianca una rete ferroviaria in grado di garantire collegamenti su scala locale e interregionale, nonché nazionale e internazionale (Milano-Torino, Milano-Gallarate-Domodossola, Milano-Domodossola (fino a Gallarate) Milano-Genova, Milano-Venezia, Milano-Como-Chiasso, Milano-Tirano, Molteno-Monza, Milano-Mortara e Milano-Bologna), la cui gestione e manutenzione sono in parte affidata alle Ferrovie Nord di Milano (Milano-Laveno Mombello e Milano-Asso).

Storia. I primi insediamenti nella zona risalgono ad epoca antichissima: i rinvenimenti archeologici -i più antichi dei quali, databili all'età del bronzo, testimoniano la presenza di tribù liguri- e l'origine di numerosi toponimi evidenziano il profondo radicamento delle popolazioni di origine e lingua celtica in questa parte dell'attuale provincia milanese; la stessa Milano, fondata nel V secolo a.C. dai galli insubri e nota ai romani sin dal III secolo, deriva il toponimo da un termine di origine celtica, "Mediolanum", 'in mezzo alla pianura'. La conquista romana incise profondamente sull'organizzazione territoriale con la fondazione di nuovi insediamenti, la costruzione di strade, la realizzazione di opere di centuriazione, che favorirono lo sviluppo economico e l'evoluzione politica della zona. Le invasioni di goti e longobardi, che coincisero con la caduta dell'impero romano d'Occidente, segnarono un lungo periodo di decadenza, cui pose fine il sorgere dell'era comunale. I fini mercantili della società comunale milanese portarono inizialmente ad una politica ostile verso le città vicine e i feudatari di campagna; questi interessi furono ben visibili anche nei primi tempi della lotta contro l'imperatore Federico Barbarossa ma cedettero ben presto al più vitale bisogno di autonomia, sentito insieme con le altre città lombarde, che trionfò nella battaglia di Legnano del 1176. Dal 1179, inoltre, la costruzione del Naviglio Grande aveva creato il collegamento tra l'Adda e il Ticino, incrementando i commerci alimentati dalle fiorenti industrie dei metalli e della lana. Il XII secolo registrò anche i violenti scontri tra le opposte fazioni dei Torriani, di parte guelfa ed esponenti del partito popolare, e dei Visconti, di parte ghibellina ed esponenti del partito dei nobili; la vittoria arrise ai Visconti, la cui signoria si affermò definitivamente agli inizi del XIV secolo con l'appoggio dell'imperatore Enrico VII. Circa un secolo dopo Francesco Sforza assediava e occupava Milano instaurandovi la signoria sforzesca: il ducato fu allora coinvolto nelle guerre della Francia per l'espansione in Italia e vide alternarsi, con fortunose vicende, l'occupazione francese agli eredi degli Sforza. Il XVII secolo segnò l'inizio della dominazione spagnola, che fu causa di grande decadenza per la città di Milano e dei territori che su di essa gravitavano, prostrati da guerre e pestilenze (1576 e 1630). Dal 1707, e per più di un secolo e mezzo, gli austriaci governarono efficientemente facendo prosperare l'economia dell'intera zona che, dopo la breve parentesi napoleonica e la Restaurazione asburgica, con i moti risorgimentali partecipò attivamente alla liberazione della penisola dai dominatori stranieri fino all'annessione, nel 1859, al Regno di Sardegna e, poco più tardi, al Regno d'Italia.

Struttura socio-economica. Milano è una tipica città di pianura e ha ereditato dal passato una struttura urbana radiocentrica, costituita da assi radiali collegati tra loro da successive cerchie, sulle quali si dispongono, come satelliti, i comuni della sua cintura metropolitana. L'intensa motorizzazione e l'esodo delle industrie fuori dal perimetro della città capoluogo hanno notevolmente influito sul paesaggio, sulla localizzazione e conformazione degli insediamenti, sulla mobilità della popolazione e sull'integrazione economica delle diverse aree. L'area industriale milanese si è pertanto notevolmente estesa interessando anche i comuni vicini, che, persa l'originaria fisionomia agricola, ne hanno assunto una industriale e residenziale. Il settore secondario predomina nell'alta pianura milanese costellata di industrie metallurgiche, meccaniche, chimiche, farmaceutiche, siderurgiche, tessili, della carta, della gomma, dell'abbigliamento, grafiche ed editoriali. Nella bassa irrigua prevalgono le colture agricole, che sfruttano la fitta rete di canali e rogge che ricopre tutto il territorio rendendo altamente produttivo un suolo che non sempre lo era per natura. Il processo di terziarizzazione ha affiancato alla funzione direttamente produttiva di beni quella di direzione finanziaria e di impulso alla ricerca in campo tecnico e culturale, che ha moltiplicato i servizi ad alto contenuto tecnologico (di assistenza alle imprese) e le istituzioni attive in ambito artistico e scientifico.

BRIANZA

Territorio. La Brianza si estende a nord di Milano, tra i fiumi Seveso (a ovest) e Adda (a est); la zona dei laghi segna il confine settentrionale e la pianura di Monza quello meridionale. La regione, morfologicamente collinosa, è molto ricca di corsi d'acqua, tra cui il più importante è il fiume Lambro; nella sezione settentrionale comprende alcuni specchi d'acqua: Annone, Alserio, Pusiano, Segrino, tra i maggiori. Nel territorio si estende una zona di peculiare interesse geologico e botanico, le "Groane", formata da ripiani argillosi "ferrettizzati", ossia ricchi di ossidi e idrossidi di ferro; la tipica vegetazione di brughiera che la contraddistingue è disseminata di ville, castelli e interessanti testimonianze di archeologia industriale, costituite da alcuni edifici di vecchie fornaci per mattoni, la cui presenza è giustificata dalla forte componente argillosa del terreno. Tra i laghi di Pusiano e di Alserio (a nord) e il Parco della Villa Reale di Monza (a sud) si estende il Parco della Valle del Lambro, che si articola in piccole valli scavate da fiumi, rogge e torrenti, in grandi prati e in più modeste zone boschive; al fascino delle risorse naturali si unisce quello delle residenze patrizie con i relativi giardini. Le linee ferroviarie e automobilistiche, nonché le numerose ville di importanza storica e artistica segnano il progresso dell'uomo nella trasformazione geografica di un così ridente paesaggio naturale, tanto che oggi la Brianza è una delle zone turistiche più apprezzate.

Comunicazioni. Ai tracciati autostradali dell'A4 Torino-Trieste e dell'A9 Lainate-Como-Chiasso si affianca una rete di strade statali di estrema importanza per i collegamenti locali (n. 342 diramazione Briantea) e con i capoluoghi lombardi (n. 11 Padana Superiore, n. 35 dei Giovi, n. 36 del lago di Como e dello Spluga, n. 233 Varesina e n. 527 Bustese). Il trasporto su rotaia può contare su una rete ferroviaria altrettanto fitta e articolata (Milano-Como-Chiasso, Molteno-Monza, Milano-Tirano, Ponte San Pietro-Carnate Usmate, Seregno-Carnate Usmate e Saronno-Como), gestita in parte dalle Ferrovie Nord di Milano (Milano-Laveno Mombello, Saronno-Novara e Milano-Asso).

Storia. I rinvenimenti archeologici testimoniano la presenza di gruppi umani già dall'età del bronzo. Allo stanziamento di tribù liguri e celtiche seguì la colonizzazione romana, che ha lasciato tracce particolarmente evidenti nei toponimi, che in parte alludono alla presenza di VICI e stanziamenti militari e in parte derivano dai personali latini degli antichi possidenti e proprietari terrieri. Dopo la caduta dell'impero romano d'Occidente, come l'intera regione subì le invasioni barbariche; durante il regno longobardo in Italia la regina Teodolinda scelse Monza come residenza della sua corte e vi fece costruire la basilica di San Giovanni Battista, dotandola di numerose terre e ricchezze. Con la disfatta dei longobardi ad opera dei franchi la città non perse il suo prestigio, che finì col risultare poco gradito ai milanesi, che nel 1185 posero fine alla sua autonomia coinvolgendo Monza e l'intera Brianza negli scontri tra i Torriani, di parte guelfa ed esponenti del partito popolare, e i Visconti, di parte ghibellina ed esponenti del partito nobiliare. Dopo le signorie viscontea e sforzesca, come tutta la regione fu fortemente provata da più dominazioni straniere, spagnola e francese in particolare, e da carestie e pestilenze; la situazione migliorò nel XVIII secolo con gli Asburgo e le riforme di Maria Teresa d'Austria, che determinarono una forte ripresa economica. Nel possesso di queste terre, che nel corso del Medioevo appartennero alle pievi di Agliate, Vimercate, Desio e Seveso, si alternarono le famiglie degli Arese, dei Crivelli, degli Arrigoni, dei Saccoborelli, dei Verri (che possedevano nella zona estese proprietà terriere e il cui più illustre esponente fu Pietro, fondatore del periodico "Il Caffè" e amico di Cesare Beccaria), nonché l'ordine degli Umiliati, che dettero notevole impulso all'attività di filatura della lana, e i monasteri di Sant'Ambrogio e di San Simpliciano, entrambi con sede a Milano.

Struttura socio-economica. Il turismo rappresenta una parte notevole delle attività produttive locali grazie alle bellezze naturali e alla vegetazione lussureggiante, cui si unisce la singolare ricchezza di ville e residenze signorili, circondate da parchi e giardini, costruite o ampliate, in prevalenza, nel XVII secolo. Le colline della Brianza, più fresche della pianura in estate e meno nebbiose in inverno, sono anche sede d'elezione della seconda casa per gli abitanti della cintura metropolitana milanese: ville e quartieri residenziali sorgono a gruppi o dispersi nella fascia boschiva che ammanta i dolci rilievi brianzoli. Un ruolo di primo piano nell'apparato produttivo dell'area gioca l'industria del mobile che si affida, ancora oggi, a piccoli laboratori artigiani (anche se non mancano esempi di organizzazioni industriali), che producono oggetti d'arredamento con metodi e procedure che si inseriscono in una tradizione decennale. A Monza, dove hanno sede impianti metallurgici e meccanici, domina la grande industria.

VALLE DEL TICINO

Territorio. L'area è quella dei comuni situati lungo il corso del fiume, che scorre in un alveo incassato rispetto alla pianura milanese, dentro un solco vallivo che via via si allarga dal lago Maggiore al Po. Il territorio può essere a sua volta diviso in tre ambiti omogenei: la valle fluviale, la pianura irrigua e l'altopiano asciutto. La cosiddetta valle fluviale è la parte scavata dal fiume nei sedimenti della pianura lombarda ed è quella naturalisticamente più interessante: campi e colture si insinuano tra boschi di querce, olmi, carpini e pioppi neri. La pianura irrigua, solcata da rogge e canali per l'irrigazione, si estende a sud del canale Villoresi ed è sede di una ricca attività agricola. Nell'altopiano asciutto prevalgono gli insediamenti industriali a carattere sparso, che presentano fenomeni di inquinamento. Ricchissime le testimonianze storiche: dai reperti della cultura di Golasecca alle opere di bonifica dei monaci cistercensi (e di Leonardo da Vinci), dai castelli di epoca medievale alle numerose ville nobiliari settecentesche. Una funzione prevalentemente paesaggistica assolvono i navigli, un tempo utilizzati per l'irrigazione delle zone circostanti e per il trasporto di merci e passeggeri.

Comunicazioni. La qualità dei collegamenti è di buon livello e si affida alle strade statali n. 11 Padana Superiore, n. 341 Gallaratese, n. 494 Vigevanese e n. 526 dell'Esticino; a queste vanno aggiunti i tracciati autostradali dell'A4 Torino-Trieste e dell'A7 Milano-Genova, che facilitano le comunicazioni con i maggiori poli produttivi. Le linee ferroviarie Milano-Mortara, Milano-Torino e Saronno-Novara (quest'ultima gestita dalle ferrovie Nord di Milano) completano il quadro delle infrastrutture di trasporto.

Storia. I primi insediamenti, come testimoniano sporadici rinvenimenti funerari databili al X secolo a.C., rimandano ai liguri, una popolazione la cui area di diffusione dovette essere assai vasta e che, nel tempo, assorbì rilevanti elementi celtici. Ai liguri subentrarono, nel VI secolo a.C., i galli e in seguito i romani, la cui presenza ha lasciato traccia nei toponimi e nel patrimonio archeologico. L'invasione longobarda accelerò il declino economico-politico in atto dalle invasioni barbariche dei primi secoli dell'impero. I luoghi prescelti dai longobardi, che presero il posto degli antichi proprietari fondiari romani, risposero quasi sempre a esigenze di controllo del territorio: lungo la sponda sinistra del Ticino sorsero, infatti, numerosi castelli e borghi fortificati. Successivamente, comunità di monaci benedettini e cistercensi, alle quali si deve la fondazione di abbazie e monasteri, promossero una vasta opera di bonifica di questo territorio, trasformandolo in una delle zone più fertili della pianura milanese grazie alla realizzazione di una fitta rete di canali che, nel corso dei secoli, fu perfezionata dalla costruzione del Naviglio Grande, del Naviglio di Bereguardo e del Canale Villoresi. Ai saccheggi e alle distruzioni causate dalle guerre tra la Lega lombarda e il Barbarossa, spalleggiato dai pavesi, seguirono: gli scontri tra le famiglie rivali dei Torriani e dei Visconti, in lotta per il predominio su Milano, la signoria viscontea e sforzesca e le disastrose dominazioni francese, spagnola e austriaca. Nel corso dei secoli, dalle lotte per l'affermazione delle autonomie comunali contro l'egemonia imperiale ai moti risorgimentali, nel possesso di queste terre si alternarono le famiglie degli Avogadri, dei Crivelli, degli Arconati, dei Villani, dei Lucini, dei Melzi e numerosi enti ecclesiastici con sede nel capoluogo lombardo. Da sempre al centro di scontri per la sua posizione strategica nelle vicinanze del Ticino, l'area fu teatro, nel 1859, delle operazioni della battaglia di Magenta, che si svolse tra le truppe austriache e quelle franco-piemontesi e che si concluse con la vittoria di queste ultime e l'annessione di Milano, con gran parte della Lombardia, al regno di Sardegna.

Struttura socio-economica. Il territorio risulta fortemente urbanizzato (sono presenti anche numerosi e importanti sistemi infrastrutturali) ma gran parte di esso è utilizzata a fini agricoli. Diverse sono le condizioni agrarie: l'alta pianura a nord del canale Villoresi, essendo asciutta, si presta alle colture del mais e del grano, intercalate da filari di viti e gelsi. Nella zona irrigua l'agricoltura è altamente specializzata e tecnicamente progredita, basata tradizionalmente su colture che sfruttano l'abbondanza d'acqua, quali le risaie e le cosiddette marcite, alternate a pioppeti e a prati da sfalcio, che alimentano un fiorente allevamento bovino e suino con relativa industria lattiero-casearia. Nell'altopiano asciutto sono molto numerosi gli insediamenti industriali, di piccole e medie dimensioni, all'interno dei quali prevalgono le industrie chimiche.

VALLE DELL'ADDA

Territorio. L'area comprende i comuni distribuiti lungo il corso del fiume Adda, le cui acque delimitano il confine della provincia, a partire da Porto d'Adda, in Brianza, con quelle di Bergamo e di Cremona. Dopo una placida corsa tra il verde e le colline della Brianza e dopo aver formato i laghi di Garlate e Olginate, l'Adda si incunea tra balze e dirupi e si snoda tra rive profonde. L'ambiente è fortemente antropizzato e conserva solo pochi tratti dell'originaria copertura vegetale, oggi perlopiù limitata alle parti boschive lungo le scarpate settentrionali. Particolarmente rilevanti gli aspetti archeologici e monumentali: assumono grande interesse le opere di ingegneria idraulica e le centrali idroelettriche progettate all'inizio del secolo scorso.

Comunicazioni. Le proncipali direttrici del traffico sono rappresentate dalle strade statali n. 11 Padana Superiore, n. 525 del Brembo e n. 342 diramazione Briantea. La qualità dei collegamenti, già di buon livello, è migliorata dalla presenza del tracciato autostradale dell'A4 Torino-Trieste. Il territorio è inoltre interessato da tre tracciati ferroviari: Milano-Venezia, Ponte San Pietro-Carnate Usmate e Milano-Tirano.

Storia. I rinvenimenti archeologici, di varia natura e riferibili ad un ampio arco cronologico, e l'origine latina di buona parte dei toponimi non lasciano dubbi sulla natura dei primi insediamenti in un'area che fu più volte teatro dei cruenti scontri tra le tribù dei galli insubri, lì stanziate da tempo, e i romani, decisi ad imporre la propria presenza sulle sponde dell'Adda, importante via di comunicazione fluviale. Alla colonizzazione romana, che, con una fitta rete di avamposti militari e borghi commerciali, seppe sfruttare appieno la notevole rilevanza strategica e commerciale dell'area, seguirono le devastazioni e i saccheggi dell'invasione longobarda: tuttavia, ai longobardi si deve la realizzazione, lungo il fiume, di una imponente linea difensiva, articolata in torri di avvistamento e castelli, attorno ai quali si svilupparono i primi nuclei insediativi degli abitati attuali. Inseriti nella pieve di Pontirolo, questi borghi fortificati furono sede, nel Medioevo, di monasteri e comunità monastiche, che promossero una vasta opera di dissodamento dei terreni incolti e di canalizzazione delle acque, volta a dare nuovo impulso alle attività agricole. Nel corso del XII secolo, più volte l'esercito di Federico Barbarossa si scontrò con le truppe milanesi lungo la sponda destra dell'Adda che, solo un secolo più tardi, avrebbe assistito alle violente battaglie che opposero i Torriani ai Visconti per il predominio su Milano. Gli scontri continuarono anche nei secoli successivi e particolarmente cruenti furono quelli che caratterizzarono il periodo delle guerre di successione al potere nel capoluogo lombardo e quelli che, nel corso del Quattrocento, opposero il ducato di Milano alla repubblica di Venezia. Nel corso del XVI secolo buona parte di queste terre fu infeudata ai marchesi D'Adda, a cui si affiancarono e si alternarono, negli anni, gli Stampa, i Leyva, i Trivulzio, i Robbia, i Recalcati, i Moroni, gli Schiaffinati e i Castaldi, concessionari dei feudi sottoposti alla corona di Spagna. Con l'avvento di Napoleone in Italia i feudi furono soppressi ma la Restaurazione promosse una nuova distribuzione di queste terre tra le nobili famiglie del tempo.

Struttura socio-economica. Il polo Adda è una delle zone di più antica industrializzazione in Italia: numerose sono le testimonianze di archeologia industriale, come le chiuse di Leonardo e la centrale idroelettrica a Trezzo sull'Adda. Le attività produttive predominanti sono l'agricoltura, l'attività estrattiva e l'industria tessile. Quest'ultima vanta tradizioni antiche ma il vero boom si ebbe nel secondo Ottocento grazie all'avanzata tecnologia inglese: lungo l'Adda si svilupparono così le prime fabbriche della nascente industria italiana, utilizzando per forza motrice e scarichi industriali le ricche, e da allora non più limpide, acque fluviali. Oggi l'industria tessile risente delle generali difficoltà dei mercati produttivi, alle quali si cerca di porre rimedio con la riduzione della manodopera e la contrazione dei costi di produzione grazie all'acquisto di macchinari sempre più sofisticati. L'agricoltura, vivace e dinamica, imperniata sulla cerealicoltura e sull'allevamento, ha acquistato una fisionomia moderna, con la completa meccanizzazione dei processi produttivi. Tuttavia la progressiva urbanizzazione ha sottratto ampi spazi di superficie coltivabile agli agricoltori.

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