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Provincia di CUNEO

Capoluogo: Cùneo

Scheda

 
Stemma della provincia Cuneo
   

Provincia di Cuneo - Statistiche

Territorio. Situata nell'area sud-occidentale del Piemonte, confina a ovest con la Francia, a nord con la provincia di Torino, a est con quella di Asti e con la ligure provincia di Savona, a sud ancora con la Francia e con la provincia di Imperia, anch'essa in Liguria. A quest'ultima regione appartengono geograficamente le sue zone più meridionali, come i comuni di Alto e Caprauna. Nota come la provincia “granda”, per le sue notevoli dimensioni, conta oggi ben 250 comuni. La sua economia, prevalentemente di tipo agricolo, si sviluppa con notevole successo anche nella piccola e media industria, centrata soprattutto sulla lavorazione di prodotti alimentari. Benché molto estesa, è una provincia relativamente poco popolata, in parte a causa di un territorio per lo più montuoso, anche se presenta nell'insieme una morfologia diversificata che gli conferisce un notevole appeal turistico: dalla vasta area montana alla rigogliosa area pianeggiante tra montagna e collina, dalle valli del Cuneese alle Langhe. La catena alpina, che circonda la provincia con le Alpi Liguri (dal colle di Cadibona al colle di Neve), le Alpi Marittime (dal colle di Neve al colle della Maddalena) e le Alpi Cozie (dal colle della Maddalena al colle della Traversetta), ha un'ampiezza di circa 40 km in linea d'aria, dallo spartiacque al bordo della pianura. La maggiore altitudine è raggiunta dal Monviso, con 3.841 metri s.l.m.; la minima è quella dell'alveo del fiume Tanaro (130 metri), nei pressi di Govona. Tutti i corsi d'acqua sono tributari del fiume Po, che nasce in località Pian del Re, nel comune di Crissolo, e sfocia nel mare Adriatico. Ospitano numerose specie di flora e fauna le riserve naturali presenti nel territorio: il Parco Naturale dell'Alta Valle Pesio e Tanaro; la Riserva Naturale dell'Oasi di Crava-Morozzo; la Riserva Naturale Speciale dei Ciciu del Villar; la Riserva Naturale Augusta Bagiennorum; la Riserva Naturale Sorgenti del Belbo. Lo stemma provinciale è suddiviso in quattro parti, corrispondenti agli antichi circondari. La prima parte raffigura la Croce Sabauda e rappresenta Cuneo; nella seconda parte è rappresentata la città di Alba da una croce in rosso e dalle quattro lettere che ne compongono il toponimo; la terza raffigura la lettera “S” con due delfini a rappresentanza dell'antica Saluzzo; la quarta, infine, rappresenta Mondovì, raffigurata con tre vette (Montis Regalis).

Comunicazioni. Una efficiente rete serve capillarmente la provincia, laddove la morfologia del territorio lo consente, mediante infrastrutture di rilievo; e con l'ausilio di una rete secondaria è possibile stabilire un collegamento agevole anche per i centri minori. L'autostrada A6 Torino-Savona costituisce il tracciato principale, che, incidendo il territorio a sud delle Langhe, si protrae fino in Liguria. Allo stesso modo, la strada statale n. 20 del Colle di Tenda e di Valle Roja da Torino, attraversando il Saluzzese, può rappresentare un'alternativa al percorso. La statale n. 231 di Santa Vittoria attraversa le Langhe fino alla provincia di Asti e oltre, la n. 661 delle Langhe fa da trait d'union tra le Langhe e il Saluzzese, mentre la statale n. 29 del Colle di Cadibona in direzione sud ripercorre in parallelo il tracciato servendo i piccoli comuni. Le statali n. 564 Monregalese e la n. 22 di Val Macra mantengono, principalmente, il collegamento tra il Monregalese e il capoluogo e la n. 21 della Maddalena, in direzione ovest, costeggiando lo Stura di Demonte, attraversa il Colle della Maddalena per la vicina Francia. La provincia è intessuta inoltre da una rete minuziosa che si irradia dai maggiori centri urbani, riproducendo nei percorsi viari quattro ambiti territoriali. Le linee ferroviarie di maggiore rilievo sono: la Cuneo-Savigliano, la Cuneo-Bastìa Mondovì, la Cuneo-Ventimiglia (con una diramazione per Nizza), la Cavallermaggiore-Asti, la Torino-Savona e la Cuneo-Fossano, che hanno uno scalo nel capoluogo. La città di Cuneo è dotata di un aeroporto, che per la precisione ricade nel comprensorio di Savigliano, località Levaldigi; per i voli nazionali e internazionali si fa riferimento anche all'aeroporto Torino/Caselle; per le linee intercontinentali dirette si utilizza l'aerostazione di Milano/Malpensa. Il porto di maggiore rilievo si trova a Genova.

Storia. Nella provincia sono stati rinvenuti materiali di notevole interesse archeologico attribuiti alla fase finale del Paleolitico superiore o ad un generico “paleomesolitico”, nei pressi di grotte, il cui ritrovamento risale a metà ‘800 soprattutto per quanto riguarda specie animali come l'orso delle caverne (Ursus Speleus Rosem). La presenza di insediamenti stabili neolitici è indirettamente testimoniata dal rinvenimento di lame levigate in pietra verde alpina indirizzata a pratiche di tipo agricolo. Mentre non risultano note testimonianze relative alla prima età dei metalli, sono stati ritrovati, agli inizi del ‘900, resti materiali di un antico centro romano, Balneorum, il cui nome rimanda ad un luogo termale. Nel Medioevo gran parte della provincia fu feudo dei discendenti di re Arduino. Successivamente fu infeudata, con vicende alterne, dagli Angioini, dai Visconti e dai Savoia. Ma gli storici, per gli effetti economico-sociali che ne derivarono, attribuiscono un grande rilievo al fenomeno della peste che, a partire dal 1300 fino all'epilogo del 1631, decimò la popolazione del Cuneese, come del resto di gran parte d'Europa. Alla peste nera del 1300 seguirono numerose altre infezioni, dovute alla malnutrizione e alla scarsità di igiene. L'impotenza di fronte a questo tipo di calamità spinse il ricorso alla magia e alla superstizione, incentivando una assai triste fase storica popolata di persecuzioni quotidiane, tra diversità e marginalità. Tra il 1600 e il 1630 la provincia subì alterne vicende belliche politiche e religiose. Queste ultime, le cosiddette guerre di religione tra cattolici e protestanti, contribuirono non poco ad aumentare un'instabilità che provocava, a quei tempi, forti riflessi sulle economie locali. A tutto questo si aggiunsero i fenomeni meteoologici, quali le prolungate siccità alternate a violenti temporali, che riducevano di molto la potenzialità dei raccolti, provocando forti carestie. Nel 1631 la peste terminò il suo corso devastante e il 6 aprile la pace di Cherasco concluse la guerra di successione con il ducato di Mantova. Occupata da Napoleone durante la campagna d'Italia (1797), tornò al regno di Piemonte e non visse più vicende significative. L'emigrazione verso l'Argentina, tra la fine dell'800 e gli inizi del ‘900, segnò una fase cruciale di mutamento economico-sociale. Inoltre la provincia si distinse durante la resistenza, periodo in cui questi luoghi furono teatro di aspre vicende di lotta ma anche di coraggio e sacrificio.

Struttura socio-economica. L'economia del Cuneese, tradizionalmente basata sull'agricoltura e sui settori affini come l'allevamento e la lavorazione di prodotti agricoli, subì una netta trasformazione a partire dall'avvento della rivoluzione industriale, tra ‘800 e ‘900, che vide sorgere, in prossimità delle vallate, le prime piccole industrie che progressivamente si sostituirono alle imprese artigiane, pur mantenendo, al contempo, la qualità della tradizione. Nello stesso periodo incomincia a prendere coscienza di sé il settore turistico, ancora oggi in piena espansione. Nel corso degli ultimi anni l'economia della provincia ha dimostrato nel complesso una crescita migliore delle previsioni. L'agricoltura, settore caratterizzante dell'economia del Cuneese, puntando sulla qualità riesce a mantenere produzioni agricole soddisfacenti, con prezzi competitivi sul piano internazionale. La viticoltura, settore trainante di primo piano, produce vini tra i più pregiati d'Italia: è rinomata principalmente per Barolo e Barbaresco, entrambi provenienti da un vitigno autoctono, il nebbiolo. Barbera e Dolcetto, anche questi, come i primi, a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), completano il panorama fondamentale dei vini della provincia. Da segnalare, perché di antica tradizione, la coltivazione della patata e del porro in Valle Stura. Anche il comparto zootecnico vanta una grande tradizione, soprattutto relativamente ai bovini: se ha risentito, per buona parte, degli effetti negativi del fenomeno “mucca pazza”, ultimamente si può dire che se ne sia affrancato, grazie anche alla buona fama di cui gode il prodotto locale presso i consumatori su scala nazionale e internazionale. Anche la pastorizia ha un ruolo importante, per la presenza di particolari razze selezionate, come, fra gli ovini, la pecora sambucana delle Marittime. Il turismo è una risorsa storica ma in continuo divenire, grazie alle risorse naturalistiche, offerte sia dai paesaggi alpini sia da riserve e parchi naturalistici e archeologici, come dalle innumerevoli risorse storico-artistico-architettoniche di cui è ricco il Cuneese. Un'altra attività che fa ricorso alla tradizione è quella estrattiva di materiali di cava e in particolare di marmi del Monregalese. I risultati di una recente ricerca dimostrano l'uso dei marmi monregalesi sin dal periodo romano. Oggi l'attività estrattiva dei marmi può dare spazio a molte iniziative, come la trasformazione delle stesse in attività di tipo industriale o anche come il riutilizzo di antiche cave per il restauro di marmi storici in opera.

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