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Provincia di BRINDISI

Capoluogo: Brìndisi

Scheda

 
Stemma della provincia Brindisi
   

Provincia di Brindisi - Statistiche

Territorio. Istituita nel 1927 con parte del territorio delle province di Bari e Lecce, conserva ancora inalterate le caratteristiche geomorfologiche dell'area contigua, alla quale storicamente appartiene: il Salento, che un tempo comprendeva il territorio occupato dalle attuali province di Lecce, Brindisi e Taranto, mentre oggi questo termine fa riferimento a un'area pianeggiante molto più ristretta -tra Ostuni e Capo Santa Maria di Leuca, tra Adriatico e Jonio-, intervallata da piccole alture sassose. Articolata in 20 comuni, è la meno estesa e la meno popolata fra le province pugliesi; segue la costa adriatica con un percorso rettilineo, interrotto solo dall'insenatura di Brindisi, e confina all'interno con le province di Bari, Taranto e Lecce. Il suo territorio è diviso in due unità geografiche ben evidenziate: le alteterre calcaree delle Murge (a nord-ovest), che degradano a est e a sud-est con una successione ben marcata di ripiani, e il Tavoliere di Lecce (a sud-est), una pianura calcarea, che costituisce la parte più settentrionale del Salento. Le due unità geografiche sono separate tra loro da una frattura tettonica (nota come Istmo Messapico), che corre tra le insenature di Brindisi e Taranto. Il clima mediterraneo (inverni miti e piovosi ed estati calde e asciutte) rende inconfondibile la vegetazione del territorio: ulivi (di proporzioni a volte monumentali), pini, oleandri, agavi e fichi d'India crescono spontaneamente tra le valli, lungo le spiagge e il ciglio delle strade, dietro le bianche costruzioni che caratterizzano il paesaggio con la loro tipica architettura. La scarsità delle precipitazioni e la diffusione delle formazioni calcaree ostacolano lo sviluppo dell'idrografia di superficie, limitata a pochi corsi d'acqua a regime torrentizio. La ricchezza idrografica è data pertanto dalle acque piovane, che, assorbite dagli strati permeabili del suolo e inghiottite da voragini naturali, percorrono il sottosuolo. Dei 20 comuni che compongono la provincia solo Brindisi supera i 50.000 abitanti: i maggiori addensamenti tuttavia sono riscontrabili negli agglomerati in cui è presente una fiorente attività, prevalentemente artigianale, nei comparti manifatturiero e agro-alimentare. I risultati dei bilanci demografici evidenziano inoltre: una stazionarietà del quoziente di incremento naturale; un progressivo aumento del saldo migratorio naturale; una diminuzione del tasso di crescita della popolazione residente. Sullo sfondo azzurro dello stemma provinciale, concesso con Decreto Reale, campeggia l'immagine di una testa di cervo, posta in maestà, accompagnata, in punta, dalla parola BRVN.

Comunicazioni. La rete stradale provinciale è strettamente collegata alla rete del capoluogo, a quella di tutti i comuni, grandi e piccoli, e alla maglia costituita dalle strade statali. Estremamente articolata è la maglia della viabilità ordinaria che garantisce collegamenti più che soddisfacenti. Gli assi viari più importanti sono rappresentati dalle strade statali n. 7 via Appia, n. 7 Ter Salentina, n. 16 Adriatica, n. 172 Diramazione dei Trulli, n. 379 Egnazia e delle Terme di Torre Canne, n. 581 di Massafra, n. 603 di San Giorgio Jonico, n. 605 di Mesagne, n. 613 Brindisi-Lecce. Un solo tracciato autostradale serve il territorio: l'A14 Bologna-Taranto, a cui buona parte della provincia è ben collegata. La rete ferroviaria comprende le tratte di collegamento con Bari, Taranto e Lecce; presenta, però, limiti strutturali legati al parziale raddoppio della linea Bari-Lecce, al mancato potenziamento della linea Brindisi-Taranto e all'assenza dell'elettrificazione. Va aggiunto che, oltre a comprendere il collegamento di Brindisi Centrale con la propria zona industriale, la rete è dotata di una linea di collegamento in concessione ad azienda privata (Ferrovie Sud-Est) tra Cisternino, Francavilla e San Pancrazio Salentino, che ricade nella tratta Bari-Lecce. Il collegamento con la rete del traffico aereo è garantito dall'aeroporto di Brindisi/Papola Casale, che assume un ruolo importante per i traffici aerei del Centro-Sud della penisola e del Salento in particolare. Il porto di Brindisi, situato in una posizione privilegiata che ne fa il porto più sicuro del basso Adriatico, sorge nel fondo di una vasta insenatura a forma di imbuto, suddivisa trasversalmente in due sezioni dall'isola di Sant'Andrea e da un complesso di dighe. Per la sua posizione naturale il porto ha la capacità di assolvere a una funzione polisettoriale: industriale, commerciale, turistica e di servizio al polo energetico. Infatti la sua suddivisione in tre bacini (porto esterno o avamporto, porto medio e porto interno) consente di svolgere attività di movimentazione di carbone per le centrali ENEL, di prodotti commercializzati da o per l'area industriale, di traghetti da e per la Grecia nonché il ruolo di base militare.

Storia. Sebbene sia stato l'impero romano a segnarne il destino (collegata direttamente con Roma mediante la via Appia, Brindisi divenne il principale porto romano verso l'Oriente e svolse un ruolo di primo piano sia come centro commerciale sia come base militare), il territorio brindisino era frequentato già nell'età del Bronzo. Fu patria dei misteriosi messapi, le cui prime notizie storicamente sicure risalgono alle lotte con Taranto all'inizio del V secolo a.C. Quando Taranto, nel 272 a.C., si arrese a Roma anche i messapi entrarono a far parte della confederazione capitanata dai romani. Questo popolo ha lasciato tracce importanti: una lingua, in parte decifrata, attestata da circa 200 iscrizioni; templi di pietra; suppellettile importata da ricchi mercanti d'oltremare; corredi tombali. Accanto a scodelle e recipienti di uso domestico e di fattura grossolana sono stati rinvenuti vasi più raffinati di fabbricazione egea, dalle forme eleganti e con decorazioni dipinte, che attestano il processo di ellenizzazione di questa terra e provano che il passaggio di merci lungo le rotte fra lo Jonio e l'Adriatico non fu episodico e casuale né fu interrotto dalla fine della civiltà micenea. Con la caduta di Taranto il territorio brindisino si legò alle sorti dell'Urbe e lungo le sue strade passò la storia politica e militare di Roma: gli eserciti di Cesare, nel tentativo di accerchiare Pompeo, bloccarono l'uscita dal porto; qui fu stipulato il FOEDUS BRINDISINUM fra Ottaviano e Marco Antonio che sancì un lungo periodo di tranquillità; qui nacque Marco Pacuvio, padre della tragedia latina, Cicerone scrisse le “Lettere brindisine” e Virgilio compose i suoi ultimi versi. Con l'arrivo dei longobardi il territorio perse autorevolezza: Brindisi fu rasa al suolo nel 674 e la cattedra episcopale fu spostata a Oria. La ricostruzione, iniziata nel secolo XI, fu ultimata per opera dei normanni, mercenari provenienti dal Nord Europa, che inaugurarono un lungo periodo di stabilità politica, che determinò miglioramenti economici e profonde trasformazioni territoriali. Con gli svevi questo angolo della penisola registrò un ulteriore sviluppo, interrotto dall'arrivo degli angioini, con i quali emerse una nobiltà feudale poco attenta ai ceti medi e al mondo agricolo e commerciale e intenta a vessare di tasse i singoli possedimenti. La situazione non migliorò con gli spagnoli e solo il XVIII secolo inaugurò un lungo periodo di rinnovamento, che culminò con l'annessione al regno d'Italia. La storia più recente ha registrato l'attiva partecipazione ai due conflitti mondiali e un nuovo processo di sviluppo agricolo e industriale.

Struttura socio-economica. La popolazione, distribuita secondo una tipica forma di insediamento accentrato, ha nell'agricoltura (cereali, prodotti ortofrutticoli, uve da vino e olive) la principale risorsa economica. Rilevante è il movimento cooperativistico che ha avuto inizio con la riforma fondiaria: le cooperative presenti sul territorio provinciale sono numerose e operano nei comparti oleario, vinicolo, ortofrutticolo, conserviero e lattiero-caseario. Le cooperative olearie sono concentrate prevalentemente a Carovigno, Ostuni, Fasano, Torre Santa Susanna; quelle vinicole a Brindisi, Mesagne e San Pietro Vernotico; quelle conserviere a Mesagne, Torre Santa Susanna, San Pietro Vernotico e Ostuni. La naturale conseguenza dell'espansione associazionistica è stata la nascita di aggregazioni di secondo grado, specie nel comparto enologico. Il patrimonio zootecnico è esiguo e non trova un adeguato sviluppo a causa della limitata disponibilità di foraggi e mangimi nonché dello scarso approvvigionamento idrico. L'insediamento industriale promosso negli anni Sessanta del XX secolo ha provocato un flusso di iniziative sia pubbliche che private, che hanno consentito una graduale diffusione di attività produttive. Il tessuto industriale brindisino è costituito da piccole, medie e grandi aziende che operano nei comparti alimentare, estrattivo ed edile, affiancati da quello chimico grazie agli interventi della Cassa per il Mezzogiorno. Mentre i grandi complessi industriali sono ubicati nel capoluogo, i comparti minori, costituiti prevalentemente su base artigianale, sono addensati specialmente nei centri di Fasano, Ostuni e Francavilla Fontana, dove assumono una funzione specializzata in relazione alle tradizioni degli stessi centri. L'apparato distributivo della provincia di Brindisi è basato su un modello caratterizzato dalla coesistenza di piccoli e piccolissimi esercizi tradizionali con eser cizi di medie dimensioni: tuttavia ha un peso rilevante sull'economia provinciale sia in termini produttivi che occupazionali. In espansione è il turismo, favorito dalla funzione di Brindisi come scalo di transito delle correnti turistiche italiane e medio-europee dirette in Grecia e nel Vicino Oriente ma anche dal richiamo offerto da alcuni centri caratteristici (Francavilla Fontana, Oria, San Vito dei Normanni, Carovigno, Ostuni). Il territorio provinciale, vario nel suo aspetto, assume in alcune zone caratteristiche di notevole interesse: il suo paesaggio alterna la bellezza del litorale sabbioso, a tratti frastagliato, a quella delle colline. La ricchezza è determinata non solo dalle bellezze naturali ma anche dalle vestigia delle civiltà messapica, romana, normanna, sveva, angioina e aragonese. Il turismo prevalentemente di transito, che caratterizza la vita e sostiene le attività commerciali di Brindisi, si integra perfettamente con il turismo residenziale, che ha trovato un notevole sviluppo grazie al potenziamento delle capacità alberghiere con la realizzazione di moderni villaggi turistici.

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