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MARCA DI ANCONA

Approfondimento

Approfondimento: MARCA DI ANCONA

La marca di Ancona fu costituita intorno al 1090 dall'imperatore Enrico IV di Hohenstaufen; si estendeva tra i fiumi Po e Tronto, tra il mare Adriatico e l'Appennino e confinava con il Patrimonio di San Pietro e con il normanno regno di Sicilia. Dal 1179 ebbe vari feudatari, tra cui Corrado di Lützelhatd, Gotobaldo di Senigallia e Marcovaldo di Amweiler, e nel 1199 entrò a far parte dello Stato della Chiesa. Da quel momento la marca anconitana, dipendente nominalmente dall'imperatore ma governata di fatto dal papa, fu amministrata da diverse potenti famiglie. Le città che ne facevano parte, tra le quali Ancona, Numana (AN), Osimo (AN), Jesi (AN) e Senigallia (AN), furono perennemente in lotta le une contro le altre e si trovarono al centro di accaniti contrasti tra Papato e Impero. Nonostante le rivendicazioni di autonomia da parte di alcuni centri della marca, nel 1208 papa Innocenzo III la diede in feudo al marchese Azzo VI d'Este e la sua decisione fu ratificata nel 1210 dall'imperatore Ottone IV. Nel 1239 Federico II di Svevia s'impossessò della marca e la affidò ai suoi vicari; i contrasti tra il papa e l'imperatore si fecero più duri quando nel 1258 re Manfredi l'affidò al genovese Percivalle Doria, che fu nominato regio vicario generale della marca d'Ancona, del ducato di Spoleto e della Romagna. Restituita dall'imperatore al papa nel 1273, la marca si trovò in una difficile situazione durante il periodo della cattività avignonese (1306-1378) e dello scisma d'Occidente (1378-1417), quando le signorie locali e i nascenti liberi comuni si sollevarono contro il governo pontificio per ottenere l'indipendenza. Intorno alla metà del XIV secolo il legato pontificio cardinale Albornoz, inviato in Italia da papa Innocenzo VI, riuscì, ma solo temporaneamente, a ricondurre all'ordine le tante città e i tanti signori della marca. La latitanza del potere centrale, la debolezza delle singole realtà locali e il malcontento delle popolazioni verso i rappresentanti del governo pontificio suscitarono le mire espansionistiche di alcune potenti casate, come quelle dei Malatesta, dei Montefeltro, dei Piccolomini, dei Della Rovere, dei Da Varano e degli Sforza, che durante tutto il XIV secolo e buona parte del XV si contesero il controllo della marca. Ciò accadeva, però, sempre sotto il controllo del Papato, che concedeva e toglieva poteri e feudi per impedire la formazione di signorie troppo vaste. Nel 1332 Gentile II da Varano fu eletto da papa Clemente VI vicario della Chiesa per Camerino (MC); dal 1420 al 1424 Braccio da Montone ottenne da papa Martino V il titolo di vicario di Jesi e di altre città; dal 1433 al 1447 la marca anconitana fu sotto la signoria del condottiero Francesco Sforza (1401-1466) che, dopo averla occupato quasi per intero, ebbe da parte del pontefice Eugenio IV il riconoscimento giuridico delle sue conquiste e governò con il titolo di vicario, marchese e gonfaloniere della Chiesa. A poco a poco le città conquistate dagli Sforza si arresero e tornarono a obbedire al papa e da quel momento la marca di Ancona seguì le vicende storiche dello Stato Pontificio.

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