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ERMENGARDA

Approfondimento

Approfondimento: ERMENGARDA

La triste vicenda di Ermengarda, principessa longobarda figlia di Desiderio, resa immortale dai versi dell'Adelchi del Manzoni, in cui incarna la purezza del cuore in contrapposizione alla ragion di stato, è legata profondamente alla città di Brescia e alla fine del regno dei longobardi nell'Italia settentrionale, determinata da Carlo Magno. La dinastia longobarda e quella franca si erano combattute aspramente durante il regno di Pipino il Breve, padre di Carlo Magno. Alla morte di Pipino, la moglie Bertrada d'Ungheria combinò il matrimonio dei figli Carlo e Carlomanno rispettivamente con Ermengarda e con la sorella Gerbega, celebrando con questa doppia parentela la fine delle ostilità. Carlo e Carlomanno erano succeduti insieme al loro padre nel 768. L'intesa franco-longobarda sostenuta da Bertrada, avversata invece da papa Adriano I, nemico di Desiderio, ebbe breve durata. Dopo un solo anno di matrimonio, nel 771, Carlo ripudiò Ermengarda, che pare fosse molto cagionevole di salute, per sposare una nobile sveva di nome Ildegarda. Tornata in Italia, Ermengarda si rifugiò a Brescia, nel convento di San Salvatore, dove morì. Nello stesso anno Carlomanno si spense ancora nel fiore dell'età e il fratello Carlo venne proclamato unico sovrano del regno franco. La vedova di Carlomanno, Gerberga, e i suoi bambini vennero cacciati, senza che fosse tenuto minimo conto dei loro diritti. Essi si rifugiarono dal re Desiderio, nella capitale longobarda Pavia, invocando aiuto. Desiderio mandò a Roma, al papa Adriano I, ciocche di capelli dei nipotini, insistendo perché li incoronasse re dei franchi. Ma il pontefice rifiutò, perché Desiderio occupava ancora i territori della Chiesa; sentendo, quindi, avvicinarsi il conflitto, chiese l'appoggio di Carlo. Questi, che non voleva limitarsi come i suoi predecessori a proteggere il papa dai longobardi ma voleva conquistarne il regno per sé, scese in Italia nel 773. Forzando le Chiuse (uno stretto passo nella Val di Susa) difese dai longobardi, occupò una dopo l'altra le città della pianura padana ed espugnò Verona, vanamente difesa dal fratello di Ermengarda, Adelchi; poi si rivolse contro Pavia, la capitale, cingendola d'assedio. Nel 774 la città capitolò. Desiderio, il re vinto, finì i suoi giorni in solitudine in un convento in Francia. V. anche FRANCHI e LONGOBARDI

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