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Provincia di VENEZIA

Capoluogo: Venèzia

Scheda

 
Stemma della provincia Venezia
   

Provincia di Venezia - Ambiti

DEFINIZIONE Il territorio può essere suddiviso in quattro aree distinte ed omogenee, che hanno al loro interno dei poli caratterizzati da attività economiche diversificate per distretti.

L'area lagunare veneziana comprende: Chiòggia, la città di Venèzia, comprensiva del territorio comunale di Mestre e Marghera in terraferma, i comuni della prima cintura veneziana Marcòn, Quarto d'Altino ed il nuovo comune di Cavallino Treporti.

L'area orientale comprende i comuni di: Annone Vèneto, Càorle, Cèggia, Cinto Caomaggiore, Concòrdia Sagittària, Eraclèa, Fossalta di Piave, Fossalta di Portogruaro, Gruaro, Jèsolo, Mèolo, Musile di Piave, Noventa di Piave, Portogruaro, Pramaggiore, San Donà di Piave, San Michele al Tagliamento, Santo Stino di Livenza, Tèglio Vèneto, Torre di Mosto.

L'area centrale comprende i comuni di: Dolo, Fiesso d'Àrtico, Martellago, Mira, Mirano, Noale, Pianiga, Salzano, Santa Maria di Sala, Scorzè, Spinèa, Stra.

L'area meridionale comprende i comuni di: Campagna Lùpia, Campolongo Maggiore, Camponogara, Cavàrzere, Cona, Fossò, Vigonovo.

Area Lagunare

Territorio. La quasi totalità del territorio, luogo di transizione tra la terraferma e l'Adriatico, comprende lo specchio acqueo lagunare esteso per 550 km2. Due cordoni sabbiosi separano la laguna dal mare: l'isola di Pellestrina e l'isola del Lido. Tre sono i varchi, bocche di porto, che consento la comunicazione tra mare e laguna. Luogo unico al mondo per la presenza di Venezia e Chioggia e delle numerose isole che compongono l'estuario. A partire dal 1966, anno in cui si verificò un feno meno di alta marea eccezionale, la laguna è oggetto di uno studio ingegneristico-ambientale, volto ad attenuare gli effetti dirompenti delle maree sul suo fragile equilibrio. Il legislatore ha ritenuto di considerare la conservazione e salvaguardia dei comuni di Venezia e Chioggia e, più in generale, della laguna, problema di preminente interesse nazionale, destinando ingenti risorse finanziarie volte alla sua salvaguardia. Al di fuori dell'ambito lagunare è situato il territorio veneziano di Mestre e Marghera e i comuni di Marcon e Quarto d'Altino che comprende il 70% della popolazione residente.

Comunicazioni. La città di Venezia è collegata alla terraferma da due ponti translagunari di circa 6 km: ferroviario e stradale. Il ponte ferroviario costruito dagli austriaci nel 1846 è stato ristrutturato nel corso degli anni '70 del Novecento, con quadruplicazione delle linee. Il ponte stradale, inaugurato il 25 aprile del 1933, è opera dell'ing. Eugenio Miozzi e rappresenta il segmento terminale della statale n. 11 Padana Superiore. In ambito lagunare i collegamenti sono assicurati da una capillare rete di mezzi acquei pubblici (vaporetti, motonavi, ferry boat) e privati taxi acquei ed i caratteristici “topi”, l'equivalente di camion e furgoni. A Mestre sono situati gli svincoli ed i caselli autostradali della A4 Milano-Venezia e Venezia-Trieste e della A27 Venezia-Belluno. Il sistema viario, strade statali e provinciali, che parte da Mestre per raggiungere le altre città del Veneto, risente del sottodimensionamento delle carreggiate che non riescono a far fronte all'intenso traffico di attraversamento. L'ammodernamento delle infrastrutture viarie è, del resto, uno dei principali obiettivi del piano delle opere pubbliche nazionali. La rete ferroviaria ha nella stazione di Mestre il nodo principale per tutta la rete nord orientale ed il parco ferroviario è uno dei più grandi d'Italia. Viceversa la stazione ferroviaria di Venezia “Santa Lucia” è stazione terminale. Il porto di Venezia ha subito nell'ultimo decennio un grande sviluppo con riguardo al traffico crocieristico. L'aeroporto “Marco Polo” è situato in località Tessera sul bordo lagunare: assicura più collegamenti quotidiani con le città italiane ed è aerostazione internazionale ed intercontinentale. In caso di nebbie, non infrequenti in laguna nei mesi autunnali, i voli vengono spostati nei vicini aeroporti di Treviso, Verona o Ronchi dei Legionari in Friuli. La città di Chioggia è collegata alla terraferma da un moderno ponte che supera un braccio di laguna e costituisce un segmento della statale “Romea”. I collegamenti con Venezia sono, altresì, assicurati da mezzi navali lagunari. La stazione ferroviaria di Chioggia è inserita nella tratta Venezia-Adria. Gli altri comuni dell'area lagunare, situati in terraferma, sono tutti raggiungibili da strade statali e/o provinciali che assicurano il collegamento con la città capoluogo.

Storia. La storia dell'area lagunare è la storia di Venezia, città che ha condizionato e continua a condizionare culturalmente il territorio. Scarse le testimonianze storico-artistiche dell'area di Mestre, città che si è sviluppata intensamente a partire dagli anni 50 del ‘900. Degno di nota il duomo opera del tardo ‘700; la torre civica tardo-medioevale è l'unica superstite di una serie che componeva il castello di Mestre. Nelle vicinanze di Tessera si eleva un bel campanile cilindrico del IX secolo, annesso alla chiesa di Sant'Elena più tarda. In località Fusina, quartiere di Mestre ai margini dell'area industriale di Marghera, si trova la palladiana villa Foscari detta La Malcontenta. Chioggia è una bella città d'impronta veneziana e marinara. Attraversata da una strada, il Corso, dove si affacciano chiese e palazzi di grande valore storico-artistico, è solcata da un solo grande canale, Canal Vena, dove attraccano le numerose imbarcazioni dei pescatori. A Chioggia nell'anno 1380 si svolse la battaglia che vide i genovesi contrapposti ai veneziani e che segnò, con la sconfitta dei genovesi, il predominio di Venezia sui traffici marinari del Mediterraneo.

Struttura socio-economica. La struttura socio-economica è stata caratterizzata sino agli anni Settanta dal concetto di “Grande Venezia“ che si riassumeva nella sintesi di attività turistiche ed industriali. La struttura turistica si diversificava in turismo d'élite, nei grandi alberghi di Venezia e del Lido legati alla presenza, in città, di uno dei quattro casinò operanti in Italia, e in un turismo minore, non ancora pendolare, che poteva utilizzare i campeggi lungo la spiaggia del Cavallino, gli alberghi di Sottomarina e la spiaggia di Chioggia. La struttura industriale era incentrata nell'area di Porto Marghera: grandi industrie legate alla chimica ed alla raffinazione del petrolio. L'attività agricola si integrava con quella industriale nella figura dell'operaio/mezzadro che terminato il turno di lavoro in fabbrica si dedicava all'attività di coltivatore. Questo modello di economia integrata si è modificato nel corso del decennio successivo, con la crisi della grande industria, con lo sviluppo di una sensibilità ambientale che vuole l'estromissione delle fabbriche dalla laguna e con il venir meno di un turismo d'élite superato da un turismo pendolare mordi e fuggi. L'esodo costante dei veneziani dalla città lagunare verso terraferma e la presenza invadente di un turismo molto spesso disattento hanno comportato una modifica e trasformazione degli esercizi commerciali nella città storica. Molti negozi di maschere e specialità veneziane hanno sostituito i negozi di generi alimentari o di abbigliamento. Contemporaneamente sono proliferati in terraferma gli ipermercati ed i centri commerciali che attraggono una vasta clientela da tutta la provincia. L'economia di Chioggia, da sempre marginale, essendo legata all'attività orticola ed ittica, ha segnato uno sviluppo esponenziale grazie alla costituzione di cooperative tra lavoratori ed il riconoscimento di marchi di qualità ed origine come la “rosa di Chioggia” una varietà di radicchio rosso. L'attività ittica ed i quantitativi di pescato, fresco e trasformato congelato, fanno di Chioggia uno dei principali mercati ittici italiani. Il terziario è presente con gli uffici periferici dello Stato; in quest'area sono presenti gli uffici del Magistrato alle Acque, braccio operativo del Ministero delle Infrastrutture, che, con ingenti stanziamenti statali, tutela il riequilibrio ambientale lagunare. Buona e capillare è la distribuzione degli sportelli bancari.

Area Orientale

Territorio. L'area orientale, ricompresa tra i fiumi Tagliamento e Sile, è caratterizzata da un litorale sabbioso e da un retroterra di fertile campagna. Il litorale presenta aree umide, dette valli: celebri quelle di Caorle che, oltre al grande valore ambientale e naturalistico, rappresentano fattore economico importante per l'allevamento ittico. I fiumi che in quest'area trovano il loro naturale sfogo nel mare hanno da sempre caratterizzato il territorio, ricomprendendosi il loro nome nei toponimi dei paesi: San Donà di Piave, Noventa di Piave, Fossalta di Piave, Santo Stino di Livenza.

Comunicazioni. I fiumi erano, nel passato, le grandi direttrici di comunicazione e scambio tra il mare ed il nord Italia e, più oltre, la nazione tedesca. Mettevano in comunicazione il litorale con la zona pedemontana e le vie che conducevano al nord Europa. Centro importante in questi secoli era il porto di Gruaro, che sorgeva lungo le sponde del fiume Lemene e che col passare del tempo ha superato d'importanza la vicina Gruaro riportando nel suo toponimo l'origine: Portogruaro. Il fiume Piave, oggi ridotto in portata d'acqua per le dighe costruite a monte, era la grande via che conduceva al mare il legname proveniente dai boschi alpini. Il Sile, il più lungo fiume di risorgiva d'Italia, è ancora oggi una tranquilla, comoda ed economica via di comunicazione tra la città di Treviso ed il litorale. I porti, piccoli per dimensione, hanno tutti una vocazione turistica. La città di mare più importante è Caorle, che conserva la tradizione di porto peschereccio. Un tipo di imbarcazione molto usata a Venezia porta il nome di “caorlina”, evidenziando i legami tra queste città. Il territorio è attraversato dalla A4, con casello autostradale a Noventa-San Donà di Piave, e dalla statale “Triestina”. Sulla stessa direttrice corre la linea ferroviaria Venezia-Trieste. Capillare la rete di strade provinciali che mettono in comunicazione l'area con le confinanti province e la regione a statuto speciale Friuli-Venezia Giulia.

Storia. Il territorio era solcato dalla romana strada Claudia Augusta che metteva in comunicazione la città di Aquileia con la regione germanica; è ricco di testimonianze romane che in Concordia Sagittaria hanno il centro più rilevante. Pregevole la città medievale di Portogruaro. La fondazione di Caorle sul mare è di molto anteriore a Venezia, a cui si richiama per la struttura urbana ricca di calli e campielli; bella la chiesa paleocristiana ed il caratteristico campanile cilindrico. San Donà di Piave è stata interamente distrutta durante il primo conflitto mondiale essendo la linea di fronte rappresentata dal Piave, fiume sacro alla Patria. Alcuni di questi paesi hanno rappresentato la linea del ricordo di Hemingway, che li ha descritti nei romanzi “Addio alle armi“e “Di là del fiume e tra gli alberi“.

Struttura socio-economica. Area tra le più vive della provincia, ha saputo esaltare la vocazione agricola con produzioni selezionate e specifiche: celebri i vini bianchi di Pramaggiore e Lison, quali il Tocai Italico ed il Verduzzo. La coltivazione cerealicola e della barbabietola da zucchero è praticata in maniera estensiva. Il turismo che interessa, senza soluzione di continuità, tutto il litorale ha i punti di forza nelle cittadine di Jesolo, Caorle, Bibione, Eraclea, centri balneari frequentatissimi dai turisti tedeschi. Jesolo, la seconda spiaggia d'Italia dopo Rimini, è un'invenzione degli anni '50: prima era l'anonimo cordone sabbioso del paese di Cava Zuccherina, conosciuto per la coltivazione della barbabietola. Il turismo ha prodotto una radicale modificazione della struttura socio-economica della zona: basti pensare che la popolazione residente passa dalle 23.000 unità del periodo invernale alle oltre 180.000 del periodo estivo.

Area Centrale

Territorio. Ricomprende un'area che spazia dal margine della laguna sino a lambire le confinanti province di Padova e Treviso. Mirano e Dolo sono i centri degli antichi mandamenti che da sempre hanno caratterizzato quest'area, che si è sviluppata lungo due direttrici: verso Padova, con l'antico alveo del fiume Brenta e la strada provinciale Miranese, e verso Treviso, con la strada statale n. 245 Castellana. Lungo il Brenta sono sorti i comuni di: Mira, Dolo, Fiesso d'Artico, Strà; lungo la provinciale i comuni di: Spinea, Mirano, Santa Maria di Sale, Noale. Lungo la statale sorgono i comuni di: Martellago, Salzano e Scorzé. Il paesaggio è quello agrario tipico della centuriazione romana: grandi appezzamenti baulati divisi da siepi e percorsi da lunghe strade rettilinee che s'intersecano ad angolo retto.

Comunicazioni. Gli assi viari e navigabili hanno rappresentato la genesi e continuano ad essere elementi che caratterizzano l'area che ha una duplice vocazione verso Padova e verso la cittadina di Castelfranco Veneto in provincia di Treviso. Le strade, quella provinciale e quella statale, sono tra le più trafficate d'Italia; sostengono le comunicazioni tra l'area di Porto Marghera e l'area industriale di Padova e il Trentino-Alto Adige, congiungendosi con la statale della Valsugana. Dolo è casello autostradale della A4. L'asse fluviale è rappresentato dall'antico alveo del fiume Brenta, da numerosi canali navigabili e dalla moderna idrovia Venezia-Padova. La rete ferroviaria è, anch'essa, sulle due direttrici di Padova e Castelfranco Veneto-Bassano, quest'ultima ad un solo binario. Le vie di comunicazione, sebbene integrate, non sono in grado di sostenere e tenere il passo di un'economia a modello Veneto, casa e annesso capannone industriale, estremamente dinamica e produttiva di beni.

Storia. Territorio con testimonianze romane (famoso il reticolato augusteo cardo e decumano, che caratterizza la zona del miranese), fu conteso tra Padova e Treviso, per poi passare alla signoria di Venezia a partire dal ‘300. Nella cittadina di Noale è ancora ben conservato il castello della famiglia Tempesta, i signori medievali del luogo, ed è ben leggibile l'impianto urbanistico: fossato, mura, borgo e piazza al centro. Nella cittadina di Spinea, sorge in località Rossignago l'antico oratorio di Santa Maria Assunta della fine del ‘300, con affreschi della scuola di Tommaso da Modena. La “civiltà di villa”, imposta e voluta da Venezia, ha lasciato innumerevoli testimonianze che toccano l'apice lungo il Brenta con un susseguirsi ininterrotto di ville e giardini, quasi un prolungamento, in terraferma, del Canal Grande. La più spettacolare villa si trova a Strà ed è villa Pisani, ora museo nazionale. Circondata da uno dei più bei giardini settecenteschi del Veneto, è stata progettata dall'architetto Girolamo Frigimelica. Il giardino, parte all'inglese e parte alla francese, è ricco di costruzioni quali la coffee house, la torre belvedere ed il celebre labirinto di bosso. Gli edifici, molti dei quali residenze private, possono essere visitati su prenotazione. Le ville, oltre al corpo di fabbrica principale, sono composte da altri edifici annessi, quali le barchesse, gli oratori e i rustici; sono tutelate dall'Istituto regionale delle Ville Venete, istituito nel 1958, col compito di vigilare sul mantenimento di uno dei simboli della venezianità in terraferma.

Struttura socio-economica. È l'area più dinamica della provincia e quella che produce il maggior numero di beni. Per un lungo periodo di tempo ha fornito la manodopera alla vicina zona industriale di Porto Marghera. Questo fatto ha comportato un aumento della popolazione ed una conseguente espansione delle aree comunali residenziali che si susseguono senza soluzione di continuità. Analogamente al territorio anche la struttura socio-economica è polarizzata lungo le direttrici per Padova e Treviso. La riviera del Brenta è caratterizzata dal distretto calzaturiero, con un proprio marchio, per l'antica vocazione degli abitanti di questa zona: per importanza, livello di produzione ed esportazioni non è secondo al distretto calzaturiero marchigiano. Il trovarsi a ridosso di Venezia ha comportato lo sviluppo delle strutture alberghiere. Se in un primo tempo queste erano funzionali alla visita della città lagunare ora, grazie ad una massiccia attività promozionale, servono il turismo locale che è in continua espansione. La zona del Miranese si contraddistingue per la presenza della cosiddetta “fabbrica diffusa”. In molte aree artigianali, davanti al capannone è collocata la villetta dove abita l'imprenditore. Dalla metallurgia alla meccanica, dalla falegnameria al tessile, dalle acque minerali all'alimentare, lo spettro delle attività è vastissimo. Un marchio di livello mondiale, nel settore cicli e motocicli, un'industria molto importante, nel settore dell'abbigliamento per giovani, e lo stabilimento per l'imbottigliamento di acque minerali di un noto marchio nazionale, direttamente e attraverso l'indotto, creano occupazione sul territorio.

Area Meridionale

Territorio. È situata tra le valli a sud della laguna di Venezia e le confinanti province di Padova e Rovigo. Morfologicamente è costituita da terreni di origine alluvionale, formati dal fiume Adige e dal fiume Gorzone. Parte del territorio a sud di Chioggia è rappresentato da un largo arenile sabbioso con retrostante zona dunale. Queste terre, depresse rispetto al livello marino, erano soggette a periodiche inondazioni che solo a partire dalla fine del secolo XIX sono state attenuate con lavori di bonifica che hanno creato grandi zone arative. Una curiosità è rappresentata dal fatto che proprio in quest'area venne applicata, per la prima volta, la macchina a vapore negli interventi di bonifica.

Comunicazioni. La statale n. 309 Romea rappresenta da sempre la via principale di comunicazione di quest'area. Strada antichissima, prima romana e poi medievale, deve il suo nome ai “romei”, i pellegrini che, giunti a Venezia, si recavano a Roma in occasione degli anni santi. A differenza delle altre aree il numero dei comuni è più limitato; conseguentemente gli assi viari non sono sviluppati come nel restante territorio. La linea ferroviaria è rappresentata dalla Venezia-Adria, secondaria per importanza.

Storia. Gli antichi abitanti di queste terre, con arginature di fiumi e canalizzazioni, iniziarono l'opera di assestamento idrico e diedero vita ad alcuni villaggi. Questi villaggi di contadini e pescatori si svilupparono in epoca romana dipendendo da Padova, Patavium, come testimoniano numerosi ritrovamenti in varie località. La toponomastica rivela un'origine romana: Lugo (Lucus), Lova (Lupa), Campagna. Questo territorio era attraversato dalla via Popilia ed in parte componeva la Saccisica, il territorio dipendente da Piove di Sacco, ora in provincia di Padova. Sul decumano sorgeva Lova che divenne sede di una Pieve antichissima, quasi certamente anteriore all'invasione longobarda del 568. Per la situazione orografica questo territorio è sempre stato marginale e scarsamente popolato per le periodiche epidemie malariche.

Struttura socio-economica. Gli elementi fisici sfavorevoli hanno caratterizzato il territorio sino ai primi del ‘900, determinando un'arretratezza che solo recentemente è stata superata grazie alle colture agricole: mais e barbabietola, che sfruttano le vaste aree riscattate alla palude. L'attività industriale non presenta i caratteri di dinamicità del restante Veneto. Lo stesso legame con Venezia è sfumato, per la naturale propensione degli abitanti verso il rodigino Polesine. Pur distinta geograficamente, l'area non presenta al suo interno poli di attrazione. I comuni gravitano o su Padova, come Vignovo e Fossò, o sulla riviera del Brenta, come Campagna Lupia, Camponogara, Campolongo Maggiore, o su Chioggia, come Cona e Cavarzare.

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