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Provincia di SASSARI

Capoluogo: Sàssari

Scheda

 
Stemma della provincia Sassari
   

Provincia di Sassari - Statistiche

Territorio. È la provincia più grande d'Italia; articolata in 89 comuni, comprende tutta la parte settentrionale della Sardegna, l'isola dell'Asinara, l'arcipelago della Maddalena (con le isole di Maddalena, Caprera, Santo Stefano, Spargi, Budelli, Santa Maria e Razzoli, nonché alcuni isolotti minori quali la Presa, Piana, Corcelli, Barrettini, Spargiotto, Pecora, delle Bisce ecc. e numerosi scogli) e le isole di Molara e Tavolara. Può essere suddivisa in quattro sub-regioni, dotate ognuna di proprie caratteristiche fisiche, storiche e culturali. La Nurra, per esempio, è una zona ben delimitata che riveste un alto interesse naturalistico: vi spiccano le scogliere di Alghero e le falesie di Capo Caccia, dove nidificano i grifoni, e vi si trova il lago di Baratz, l'unico bacino naturale della Sardegna. La Gallura è un'area particolarmente famosa per la Costa Smeralda e Arzachena, la Maddalena con il suo arcipelago incantato, Santa Teresa di Gallura e Palau. Straordinario è l'ambiente naturale, sia quello delle coste, sia quello interno, caratterizzato soprattutto dalle rocce granitiche spesso tafonate (che per il vento e le piogge hanno preso particolari forme) e dalle vaste sugherete. Nel Logudoro si distinguono le cave di granito di Buddusò, i crateri dei vulcani spenti del Meilogu, la vallata del Tirso e i monti con le millenarie foreste del Goceano. L'idrografia del territorio è caratterizzata da corsi d'acqua a regime torrentizio. I principali fiumi sono il Tirso, il Temo e il Coghinas. Numerosi sono i laghi, tutti di origine artificiale ad eccezione del lago di Baratz. Sono presenti, inoltre, importanti stagni costieri. Il clima è tipicamente mediterraneo insulare. L'aspetto più tipico delle coste occidentali è la frequenza del vento Maestrale, che dalla Francia batte su queste coste modellandone il paesaggio in maniera unica. Nella provincia sono stati istituiti il Parco Nazionale dell'Asinara, il Parco Nazionale dell'Arcipelago della Maddalena, la Riserva marina e il Parco Regionale di Porto Conte, le Riserve ambientali del Calik e del lago di Baratz e l'innovativo Parco Geominerario, nella zona Nurra-Argentiera. Lo stemma provinciale, inquartato, concesso con Regio Decreto, racchiude nel primo e quarto riquadro, a sfondo azzurro, una croce d'argento; il secondo e terzo campo sono smaltati di rosso. Lo stemma usato dalla provincia è quello riprodotto qui in alto.

Comunicazioni. Estremamente articolata è la rete della viabilità ordinaria, che garantisce collegamenti grazie a numerosi assi viari, tra cui si annoverano le strade statali: n. 125 Orientale Sarda, n. 127 Settentrionale Sarda, n. 128 Centrale Sarda, n. 131 Carlo Felice, n. 131 bis Carlo Felice, n. 132 di Ozieri, n. 133 di Palau, n. 134 di Castelsardo, n. 199 di Monti, n. 200 dell'Anglona, n. 291 della Nurra, n. 292 Nord-occidentale Sarda, n. 292 Diramazione Nord-occidentale Sarda, n. 392 del Lago del Coghinas, n. 389 di Buddusò e del Correboi e n. 389 Diramazione di Buddusò e del Correboi, n. 427 della Gallura Centrale, n. 597 di Logudoro, n. 672 Sassari-Tempio. La rete ferroviaria è costituita dalle linee Ozieri/Chilivani- Golfo Aranci, Ozieri/Chilivani-Porto Torres, Nuoro-Macomer, Sassari-Alghero, Sassari-Sorso e Sassari-Nulvi. Completano il quadro delle infrastrutture di trasporto gli aeroporti di Alghero/Fertilia e Olbia/Costa Smeralda e i porti di Porto Torres e Olbia; porti minori sono presenti in vari comuni.

Storia. I primi insediamenti umani nel Logudoro risalgono al periodo tardo-neolitico ma l'uomo cominciò a formare le prime società nell'età eneolitica (2000-1500 a.C.), con la scoperta del bronzo; testimonianze di questo periodo sono state rinvenute a Ozieri (grotte sepolcrali di San Michele e del Carmelo), presso i centri di Pàdria e Mara (grotta di Bounighine) e tra Thiesi e Romana (grotta di Monte Majore). Nell'età nuragica furono edificate importanti costruzioni necessarie ai Protosardi per difendersi dai fenici, dai cartaginesi e dai romani; un esempio tipico è il nuraghe di Sant'Antine, presso Torralba. Durante il periodo della lotta tra pisani e genovesi per il predominio in Sardegna, il Giudicato di Torres fece registrare una chiara influenza genovese che aumentò ulteriormente con Costantino II e Mariano II. Alla morte di quest'ultimo succedette nel “giudicato” il figlio Barisone III, che ben presto venne trucidato per mano dei genovesi, lasciando, quindi, il posto alla sorella, Adelasia, che aveva sposato il Giudice di Gallura, Ubaldo Visconti. Alterne furono le vicende di quest'ultima, tra genovesi e papato. Con la sua morte finì l'autonomia del Giudicato di Logudoro e Sassari fu governata con un sistema comunale, soggetta dapprima a Pisa e poi a Genova, con cui finì per allearsi dopo la battaglia della Meloria. In seguito adottò gli Statuti, formulati sull'impronta della costituzione comunale pisana. Nel 1323 fu sottomessa agli aragonesi, i quali scatenarono la reazione dei genovesi che, con l'aiuto della potente famiglia dei Doria, uscirono più volte vincitori. Nel XIV secolo la situazione del Giudicato di Torres non era del tutto chiara: accampavano diritti su di esso gli aragonesi, i Doria e i Giudici d'Arborea (Mariano IV e Ugone III). Nel 1417 Sassari fu sottomesse al re d'Aragona, Alfonso V. Passata la Sardegna dagli aragonesi agli spagnoli e poi agli austriaci, il Logudoro e Sassari conobbero circa due secoli e mezzo di decadenza. La situazione non cambiò neppure sotto i Savoia, sebbene in questo periodo (1720), con Carlo Emanuele III, si siano avute comunque importanti riforme (ad esempio la restaurazione dell'Università, l'innovazione amministrativa ecc.). Il periodo che va dal 1793 al 1802 fu denso di rivolte, che videro Sassari spesso protagonista. Durante la spedizione francese del 1793, i miliziani logudoresi, che vigilavano sulle coste galluresi, inflissero una dura sconfitta alle truppe corse sbarcate nell'arcipelago della Maddalena. Negli anni successivi crebbero sempre più l'avversione contro i piemontesi, la rivalità con Cagliari e l'odio dei vassalli logudoresi contro i feudatari. Ma, nonostante i ripetuti tentativi dei sassaresi di rivendicazione della libertà, nulla fu ottenuto. Solo con il regno di Carlo Felice e di Carlo Alberto si ebbe una lieve ripresa: sono di questo periodo la “Legge delle Chiudende”, l'abolizione dei feudi e i regolamenti doganali. I piemontesi, però, non mancarono di operare soprusi tali da provocare la ribellione dei sassaresi. Un certo benessere Sassari e il Logudoro raggiunsero durante il periodo giolittiano, quando si affermarono molti uomini politici di spicco, quali Enrico Berlinguer, Pietro Moro, Pietro Satta Branca, che nel 1891 fondarono il giornale “La Nuova Sardegna”.

Struttura socio-economica. Dagli anni Settanta del XX secolo in poi nella provincia, come in genere in tutta l'isola, si è verificata una forte propensione verso la terziarizzazione dell'economia, con costante crescita del settore in termini sia di imprese che di occupati e con grande prevalenza delle attività commerciali. Impronta di sé l'economia l'attività agro-pastorale, particolarmente sviluppata nelle zone della Nurra, dove si eccelle nelle produzioni della vite e dell'olivo, nonché nelle zone più interne del Meilogu, del Logudoro e del Goceano, dove diffuso è l'allevamento, che alimenta il comparto lattiero-caseario. Particolarmente apprezzate sono le produzioni orticole e del carciofo dell'Algherese, nonché quelle vinicole del Sassarese. Il tessuto industriale è particolarmente sviluppato: oltre che per i comparti del sughero e del granito in Gallura, si caratterizza per la forte presenza di imprese manifatturiere, maggiormente concentrate negli insediamenti industriali di Porto Torres, Sassari e Alghero. Ma ad offrire un apporto rilevante all'economia è il comparto turistico-alberghiero, con la punta di diamante costituita dal triangolo Alghero-Stintino-Castelsardo. La cultura dell'accoglienza e dell'ospitalità, la crescente attenzione e valorizzazione delle produzioni locali, la riscoperta delle tradizioni culturali e della memoria stanno, infatti, gradualmente aprendo anche il territorio “interno” all'offerta proposta dagli operatori turistici. Rinomata è la gastronomia, che annovera piatti caratteristici. Alghero è il capoluogo del turismo e della gastronomia del pesce, con piatti famosi come l'aragosta alla catalana, il risotto alla pescatora, i calamari farciti, i pesci all'agliata, i pesci con cipolle e la zuppa di scampi. Il Logudoro e l'Anglona offrono le “panadas” e le “cozzule” ma anche i piatti di pesce di Castelsardo. Attenzione particolare viene rivolta anche alla tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico di età nuragica e post-nuragica. I parchi e le riserve marine e terresti costituiscono, infine, un'importante opportunità per la provincia e per l'intera isola.

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