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Provincia di IMPERIA

Capoluogo: Impèria

Scheda

 
Stemma della provincia Imperia
   

Provincia di Imperia - Ambiti

DEFINIZIONE All’uniformità ambientale e orografica del territorio dell’entroterra, fino a 500 metri di altitudine rivestito da ulivi coltivati su colline terrazzate (percorse da muretti a secco) e nelle zone montane ricoperto di boschi di castagni e faggi e di pascoli, non corrisponde un quadro altrettanto omogeneo dal punto di vista storico-economico. Il fulcro economico provinciale si colloca a San Remo, la città dei fiori; di gran lunga inferiore invece risulta la densità di unità locali nelle impervie zone di montagna delle Alpi Marittime. La struttura produttiva della provincia si concentra in gran parte lungo la zona costiera che da Ventimiglia giunge al confine con la Francia, fino al Savonese. La zona collinare costituisce da sempre il luogo ideale per le colture floreali che, pur nel rispetto degli aspetti tradizionali, si avvalgono di una sofisticata struttura di serre e di apparecchiature ad alto contenuto tecnologico. A un esame delle vocazioni economiche condivise, si è in grado di frazionare la provincia in due ambiti fra loro omogenei.

Alpi Liguri e Valle Argentina: Airole, Apricale, Badalucco, Baiardo, Bordighera, Camporosso, Carpasio, Castellaro, Ceriana, Dolceacqua, Isolabona, Molini di Triora, Montalto Ligure, Olivetta San Michele, Ospedaletti, Perinaldo, Pigna, Pompeiana, Riva Ligure, Rocchetta Nervina, San Biagio della Cima, San Remo, Santo Stefano al Mare, Seborga, Soldano, Taggia, Terzorio, Triora, Vallebona, Vallecrosia, Ventimiglia.

Imperiese: Aquila di Arroscia, Armo, Aurigo, Borghetto d’Arroscia, Borgomaro, Caravonica, Castel Vittorio, Cervo, Cesio, Chiusanico, Chiusavecchia, Cipressa, Civezza, Cosio di Arroscia, Costarainera, Diano Arentino, Diano Castello, Diano Marina, Diano San Pietro, Dolcedo, Imperia, Lucinasco, Mendatica, Montegrosso Pian Latte, Pietrabruna, Pieve di Teco, Pontedassio, Pornassio, Prelà, Ranzo, Rezzo, San Bartolomeo al Mare, San Lorenzo al Mare, Vasia, Vessalico, Villa Faraldi.

ALPI LIGURI E VALLE ARGENTINA

Territorio. Quello delle Alpi Liguri è un territorio di transizione: compreso tra il mare e la montagna, condiviso tra Francia e Italia, costituisce il terminale marittimo delle Alpi, una componente della catena alpina che piega verso sud, solcata da valli profonde, per riversarsi nelle acque del mar Mediterraneo. Il territorio della valle Argentina, insinuato nei rilievi alpini dell’estremità occidentale della regione, tocca il livello del mare alla piana di Taggia, salendo fino all’altitudine del monte Saccarello. Il grigio argenteo dell’ulivo e il verde tenero del larice rendono colorato il paesaggio che, man mano che si sale, assume il tono più intenso del verde degli abeti. Ma la gamma di colori non cessa di meravigliare: i colori carichi dei fiori coltivati sulla costa si alternano al verde pastello delle profumate erbe di campo; il grigio dei muri a secco in pietra si contrappone al tono scuro dei fusti alti che si trovano sulle balze digradanti delle Alpi che chiudono la valle. Anche qui i caratteristici terrazzamenti “a fasce”, sostenuti dai muri in pietra, danno la prova dell’importanza che ha rivestito l’olivo anche nel passato, se si ritenne necessario realizzare queste opere per poter utilizzare terreni angusti. La forte umanizzazione del territorio si riscontra anche nella quantità di borghi dell’entroterra e nei popolosi comuni della costa, che conservano, malgrado la trasformazione e la crescita (seguiti all’introduzione del turismo climatico della fine dell’Ottocento), le caratteristiche architettoniche di un tempo. Lo scenario incantevole costituisce la cornice ideale per i paesi che riescono a conservare le testimonianze del loro passato molto remoto.

Comunicazioni. È attraversata dalle linee ferroviarie Ventimiglia-Cuneo, che ha andamento nord-sud, e Genova-Ventimiglia che, parallelamente alla costa, ha lo stesso andamento della strada statale n. 1 via Aurelia, sulla quale si immettono (ad Arma di Taggia) la strada statale n. 548 della valle Argentina e la n. 20 del colle di Tenda e di val Roia, che da Ventimiglia giunge alla piemontese Cuneo. Ai porti di Bordighera e San Remo si aggiunge quello di Taggia, turistico e per la nautica da diporto. La zona è servita dall’autostrada A10, Ponte S. Luigi-Genova, che collega il capoluogo regionale con Ventimiglia.

Storia. Le accoglienti condizioni climatiche vi attrassero i liguri, antichi abitatori della zona, che vi si insediarono in aggregati urbani e piccoli nuclei di valle e d’altura: la natura del territorio costituì il più valido sistema di difesa di quel popolo ribelle dedito alla guerriglia, come ricordano gli storici di lingua latina. Solo dopo due secoli di tentativi i romani riuscirono ad avere il controllo completo sulle tribù locali: ne derivò una progressiva adozione degli usi e dei costumi dei conquistatori; più comoda risultò la vita nelle ville romane costiere e così ebbe inizio una prima concentrazione urbana litoranea. Per alcuni secoli i municipi romani godettero della “pax romana” ma, in seguito alla caduta dell’Impero romano, nuovo predominio ebbe il mondo rurale, che riusciva a sopravvivere al disfacimento della struttura economica del mondo classico: nacquero i villaggi di pietra, ancora caratteristici del paesaggio ligure-provenzale. Un nuovo periodo di tensione, per la minaccia delle armi, fu quello intorno al finire del IX secolo; i saraceni con le loro scorrerie seminavano il terrore sulle coste della zona settentrionale del mar Tirreno. Dal X secolo ebbe inizio un periodo di pace e di ripresa economica. L’indebolimento della struttura feudale, successivo al X secolo, portò la zona sotto il dominio dei conti di Ventimiglia, per decenni opposti alla repubblica marinara di Genova con una serie di lotte sanguinose. Dapprima i conti si ritirarono dalla costa, conservando il controllo dell’area montana; dal XIII secolo Genova cominciò ad estendere la propria influenza anche sull’entroterra. Nella seconda metà dello stesso secolo il territorio fu diviso tra i Ventimiglia Lascaris, Genova, le famiglie dei Doria e dei Grimaldi, i conti di Provenza e alcune signorie religiose La posizione del territorio, come ponte fra il continente e il mediterraneo, ne fece motivo d’attrazione per i Savoia, che la contesero a Genova. Una inversione totale di rotta si ebbe con l’avvento napoleonico: nacque la repubblica ligure, in cui fu compresa anche quella di Genova. In seguito alla sconfitta di Napoleone, il congresso di Vienna stabilì che l’intera Liguria fosse assegnata al regno di Sardegna.

Struttura socio-economica. Le favorevoli condizioni climatiche e le agevoli comunicazioni consentono una facile coltivazione di viti, olivi e fiori. Soprattutto nella zona costiera si alternano impianti per la floricoltura a oliveti, che sempre più cedono il posto alla coltivazione dei fiori. Ma alla base dello sviluppo turistico restano le attrazioni naturali e le attività ricreative, legate al casinò e al festival di Sanremo.

IMPERIESE

Territorio. I dolci e ampi declivi collinari sono anche in questa zona ammantati dagli uliveti, che di tanto in tanto si alternano ai piccoli aggregati urbani. Risalendo l’alta valle Arroscia gli uliveti cedono il passo ai vigneti; al colle di Nava le estese praterie sono circondate dai boschi che durante l’estate profumano di lavanda fiorita (dal colore azzurro intenso) e la strada, che si apre fra aspre rocce e boschi di faggi e conduce verso l’alta valle Arroscia, introduce in un susseguirsi di paesaggi alpini, fra i quali si rinvengono antichi borghi. La valle dell’Impero, in cui sorge il capoluogo provinciale, è punteggiata da castagneti, boschi di roveri, prati da pascolo e caselle (antichi rifugi per pastori e depositi per gli attrezzi agricoli), oltre che da uliveti e vigneti. Ma questa zona è costituita anche da una costa composta da spiagge sabbiose, immerse in una vegetazione mediterranea ma anche esotica: pini marittimi, olivi, agrumi, palme, agavi.

Comunicazioni. I principali collegamenti stradali, autostradali, ferroviari e marittimi della provincia servono questa zona: la strada statale n. 1 via Aurelia; la n. 28, che partendo dal capoluogo di provincia e passando per il colle di Nava si inoltra fino a Ceva (CN); la strada statale n. 453 della valle Arroscia; le linee ferroviarie Ventimiglia-Cuneo e Genova-Ventimiglia; l’autostrada A10 e il porto del capoluogo di provincia.

Storia. Fondamentale per la zona, come per il resto della provincia risulta la atipicità delle vicende del capoluogo: diviso fino al ventennio fascista, si compone di due abitati diversi fra loro per storia e costituzione dell’aggregato urbano. Porto Maurizio, di probabili origini romane, fu legata alla repubblica genovese sin dal XIII secolo ed esercitò funzioni di capoluogo di provincia dal 1860 alla sua aggregazione con Oneglia, nel 1923; quest’ultima, prima legata alla famiglia Doria, fu in seguito possedimento dei Savoia (dal XVI secolo, con Emanuele Filiberto), divenendo il principale porto del ducato sabaudo, insieme con Nizza.

Struttura socio-economica. Anche l’analisi dell’economia della zona non può prescindere dalle caratteristiche del capoluogo; il primario di tutta la zona collinare dell’alto Impero è dato soprattutto dall’olivicoltura, che fornisce materia prima agli oleifici di Imperia; l’alta valle Arroscia (come il resto dell’ampia zona collinare e montuosa), ricca di boschi e pascoli, trova nell’allevamento del bestiame l’attività predominante. Le zone costiere dall’economia più promettente e ricca di proposte attirano le forze del lavoro, allontanandole dalle zone della media valle Arroscia e della Nervia. Nella zona di Diano è concentrata l’ortofrutticoltura e, come per gran parte della zona costiera della provincia, particolare sviluppo ha la floricoltura anche a Imperia. L’introduzione della floricoltura non solo ha determinato un ampliamento delle zone poste a coltura ma ha anche offerto altri notevoli benefici: ha promosso consistenti investimenti ed elevato il reddito procapite. Di rilievo risultano anche gli impianti dell’industria siderurgica, le fabbriche di saponi, del cemento e delle paste alimentari.

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