Descrizione

Comune di pianura, che affonda le sue origini nell’epoca romana, la cui economia si basa principalmente sull’attività agricola e industriale. I tegliesi, che hanno un indice di vecchiaia chiaramente superiore alla media, vivono prevalentemente nel capoluogo comunale e nelle località: Cintello e Fratta; il resto della popolazione si distribuisce nel nucleo urbano Piramidi, oltre che in case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti. Di questa caratteristica orografica risente l’abitato, che ha un andamento plano-altimetrico pianeggiante e fa registrare una forte espansione edilizia.

Comune di pianura, che affonda le sue origini nell’epoca romana, la cui economia si basa principalmente sull’attività agricola e industriale. I tegliesi, che hanno un indice di vecchiaia chiaramente superiore alla media, vivono prevalentemente nel capoluogo comunale e nelle località: Cintello e Fratta; il resto della popolazione si distribuisce nel nucleo urbano Piramidi, oltre che in case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti. Di questa caratteristica orografica risente l’abitato, che ha un andamento plano-altimetrico pianeggiante e fa registrare una forte espansione edilizia.

Storia

Di origine fitonimica il toponimo deriva dal latino TILIA, che significa ‘tiglio’, in ossequio all’usanza medievale di riunirsi attorno a tali piante, molto diffuse nei boschi della zona. All’epoca dell’impero romano era scarsamente abitata, nonostante facesse parte della gloriosa CONCORDIA, la colonia romana del Veneto fondata da Augusto. Con il declino del potere di Roma le folte selve vennero spesso utilizzate dagli abitanti per trovare rifugio dalle ondate dei barbari. I vescovi concordiesi non esercitarono mai direttamente la loro autorità su questa comunità agricola, ma la affidarono, di volta in volta, alle famiglie nobili del luogo impedendo che cadesse nelle mani di altre casate, come quella degli Scuarra di Portogruaro, che aspiravano a possederla. Insieme al Friuli passò sotto la repubblica di Venezia nel 1420 e, con il trattato di Campoformio del 1797, fu assoggettata all’Austria. Venne annessa al napoleonico Regno d’Italia, e quindi alle province di Udine e Pordenone ma, con la nascita del Regno del Lombardo-Veneto (1816), tornò alla provincia di Venezia. Durante la prima guerra mondiale subì, nel 1917, il rovinoso passaggio delle truppe austriache. Nel suo patrimonio storico-architettonico degno di nota è l’oratorio del XIII secolo, dedicato a Sant’Antonio abate, nel ’300 utilizzato dai capifamiglia come luogo d’incontro per discussioni su temi di interesse comune. Non lontano si può ammirare la chiesa del XIX secolo con un bellisssimo altare ligneo, nel quale si trova una pala della Vergine del Rosario.

Di origine fitonimica il toponimo deriva dal latino TILIA, che significa ‘tiglio’, in ossequio all’usanza medievale di riunirsi attorno a tali piante, molto diffuse nei boschi della zona. All’epoca dell’impero romano era scarsamente abitata, nonostante facesse parte della gloriosa CONCORDIA, la colonia romana del Veneto fondata da Augusto. Con il declino del potere di Roma le folte selve vennero spesso utilizzate dagli abitanti per trovare rifugio dalle ondate dei barbari. I vescovi concordiesi non esercitarono mai direttamente la loro autorità su questa comunità agricola, ma la affidarono, di volta in volta, alle famiglie nobili del luogo impedendo che cadesse nelle mani di altre casate, come quella degli Scuarra di Portogruaro, che aspiravano a possederla. Insieme al Friuli passò sotto la repubblica di Venezia nel 1420 e, con il <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=VEN&parola=TRATTATODICAMPOFORMIO'>trattato di Campoformio</a> del 1797, fu assoggettata all’Austria. Venne annessa al napoleonico Regno d’Italia, e quindi alle province di Udine e Pordenone ma, con la nascita del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=VEN&parola=REGNODELLOMBARDOVENETO'>Regno del Lombardo-Veneto</a> (1816), tornò alla provincia di Venezia. Durante la prima guerra mondiale subì, nel 1917, il rovinoso passaggio delle truppe austriache. Nel suo patrimonio storico-architettonico degno di nota è l’oratorio del XIII secolo, dedicato a Sant’Antonio abate, nel ’300 utilizzato dai capifamiglia come luogo d’incontro per discussioni su temi di interesse comune. Non lontano si può ammirare la chiesa del XIX secolo con un bellisssimo altare ligneo, nel quale si trova una pala della Vergine del Rosario.

Economia

Burocraticamente non registra la presenza di strutture particolarmente significative: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle connesse al funzionamento dell’ufficio postale e del municipio. Sul posto manca una stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, esercitate dal sindaco. L’economia locale è di tipo prevalentemente rurale conservando alcuni aspetti della civiltà contadina tradizionale: si producono cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva e frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, caprini, equini e avicoli. Si segnala la presenza di un’attività industriale marginale nei settori della cantieristica, dell’edilizia e della lavorazione del legno. Il terziario si compone di una rete commerciale (sufficiente per le esigenze primarie della popolazione) e dell’insieme di servizi, tra cui vi è quello bancario. Non si registrano strutture sociali degne di nota. Nelle scuole del posto s’impartisce l’istruzione obbligatoria; non manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. L’apparato sanitario è presente con la sola farmacia.

Burocraticamente non registra la presenza di strutture particolarmente significative: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle connesse al funzionamento dell’ufficio postale e del municipio. Sul posto manca una stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, esercitate dal sindaco. L’economia locale è di tipo prevalentemente rurale conservando alcuni aspetti della civiltà contadina tradizionale: si producono cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva e frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, caprini, equini e avicoli. Si segnala la presenza di un’attività industriale marginale nei settori della cantieristica, dell’edilizia e della lavorazione del legno. Il terziario si compone di una rete commerciale (sufficiente per le esigenze primarie della popolazione) e dell’insieme di servizi, tra cui vi è quello bancario. Non si registrano strutture sociali degne di nota. Nelle scuole del posto s’impartisce l’istruzione obbligatoria; non manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. L’apparato sanitario è presente con la sola farmacia.

Relazioni

Non figura tra le mete turistiche più celebrate della zona, pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di godere dell’aria salubre, della tranquillità del luogo e delle bellezze dell’ambiente naturale; è poco frequentata pure per lavoro, a causa del modesto livello delle sue attività produttive che non riescono ad assorbire neppure tutta la manodopera locale, costretta perciò a spostarsi verso le aree più sviluppate. I suoi rapporti con i comuni vicini non sono molto rilevanti; a essi, comunque, la popolazione si rivolge per l’espletamento di pratiche burocratiche, il completamento degli studi e gli scambi commerciali. Tra le manifestazioni folcloristiche si ricordano: in maggio la festa dei “fiori in piazza”, con esposizione e vendita di fiori e piante; il mese di giugno è dedicato all’arte e alla musica, con mostre di pittori, fotografi e spettacoli musicali. In settembre si segnala il “palio dei Mussi”, caratteristica rappresentazione in costume della realtà contadina. La festa del Patrono, San Giorgio, si celebra il 23 aprile.

Non figura tra le mete turistiche più celebrate della zona, pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di godere dell’aria salubre, della tranquillità del luogo e delle bellezze dell’ambiente naturale; è poco frequentata pure per lavoro, a causa del modesto livello delle sue attività produttive che non riescono ad assorbire neppure tutta la manodopera locale, costretta perciò a spostarsi verso le aree più sviluppate. I suoi rapporti con i comuni vicini non sono molto rilevanti; a essi, comunque, la popolazione si rivolge per l’espletamento di pratiche burocratiche, il completamento degli studi e gli scambi commerciali. Tra le manifestazioni folcloristiche si ricordano: in maggio la festa dei “fiori in piazza”, con esposizione e vendita di fiori e piante; il mese di giugno è dedicato all’arte e alla musica, con mostre di pittori, fotografi e spettacoli musicali. In settembre si segnala il “palio dei Mussi”, caratteristica rappresentazione in costume della realtà contadina. La festa del Patrono, San Giorgio, si celebra il 23 aprile.

Località

Cintello, Fratta, Piramidi

Cintello, Fratta, Piramidi

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Teglio Veneto rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.