TRATTATO DI CAMPOFORMIO:
Napoleone scese in Italia nell'aprile 1796 e in Piemonte sconfisse ripetutamente i piemontesi e gli austriaci: il re di Sardegna, Vittorio Amedeo III, fu costretto –con l'armistizio di Cherasco– a cedere la Savoia e Nizza alla Francia. Nel mese di maggio, dopo la battaglia di Lodi, il Bonaparte occupò anche Milano e da lì estese le operazioni al Veneto e all'Italia centrale; impose taglie e contributi ai sovrani e costrinse il pontefice Pio VI alla pace di Tolentino, che guadagnava alla Francia il territorio di Avignone e le Legazioni di Romagna. Dopo una serie di vittorie contro l'esercito austriaco, nella primavera del 1797, Napoleone riuscì ad aprirsi la strada verso l'Austria e intraprese trattative di pace con il governo viennese: il 18 aprile firmò infatti i preliminari di pace di Leoben, con cui l'Austria rinunciava definitivamente al Belgio e alla Lombardia e otteneva in cambio l'Istria, la Dalmazia e parte della terraferma veneta. Negli stessi giorni esplosero violenti disordini a Verona, che offrirono il pretesto al Bonaparte per un pesante intervento a danno del governo veneziano, intervento che favorì l'affermazione del partito giacobino a Venezia ma che con il trattato di Campoformido, firmato da Francia e Austria nell'ottobre 1797, decretò la fine della repubblica di Venezia, il cui territorio passò all'Austria fino alla riva sinistra dell'Adige.