Descrizione

Centro collinare di origini molto antiche, sorretto principalmente dall'industria e, in minor misura, dall'agricoltura e dal turismo. I rotondesi, il cui indice di vecchiaia è inferiore ai valori medi, si concentrano in gran parte nel capoluogo comunale mentre il resto della comunità è dislocato tra la località di Campizze e un discreto numero di case sparse. L'abitato, sovrastato dal santuario della Madonna della Stella, è disposto ai lati di un'importante arteria viaria. Il territorio presenta un paesaggio molto vario, in cui si alternano i colori dei seminativi e delle coltivazioni orticole, predominanti nell'area pianeggiante e fertile della Valle Caudina, e di folti boschi di castagni e faggi, diffusi soprattutto lungo le pendici dei monti del Partenio; qui la fauna è ancora diversificata, nonostante l'intensa attività venatoria di alcuni periodi dell'anno, e comprende numerose specie di uccelli, tra stanziali e di passo, nonché anfibi, rettili e piccoli mammiferi (tra gli altri, il gatto selvatico, il riccio e il pipistrello).

Centro collinare di origini molto antiche, sorretto principalmente dall'industria e, in minor misura, dall'agricoltura e dal turismo. I rotondesi, il cui indice di vecchiaia è inferiore ai valori medi, si concentrano in gran parte nel capoluogo comunale mentre il resto della comunità è dislocato tra la località di Campizze e un discreto numero di case sparse. L'abitato, sovrastato dal santuario della Madonna della Stella, è disposto ai lati di un'importante arteria viaria. Il territorio presenta un paesaggio molto vario, in cui si alternano i colori dei seminativi e delle coltivazioni orticole, predominanti nell'area pianeggiante e fertile della Valle Caudina, e di folti boschi di castagni e faggi, diffusi soprattutto lungo le pendici dei monti del Partenio; qui la fauna è ancora diversificata, nonostante l'intensa attività venatoria di alcuni periodi dell'anno, e comprende numerose specie di uccelli, tra stanziali e di passo, nonché anfibi, rettili e piccoli mammiferi (tra gli altri, il gatto selvatico, il riccio e il pipistrello).

Storia

Fu popolata dai sanniti prima e dai romani dopo. Citata in fonti documentarie del regno di Napoli con la denominazione di CASTRUM ROTUNDORUM, il primo nucleo dell'abitato si formò in epoca normanna e fu amministrato, tra il XIII e il XIV secolo, dalla famiglia De Rotondis, cui risulta appartenere nel 1245. Il feudo fu successivamente inglobato tra i possedimenti di diverse famiglie nobiliari, come quelle dei Della Leonessa, dei Carafa e dei D'Avalos D'Aquino. Nel 1662 fu acquisita dal nobile Antonio de Fiore, da cui passò a Francesco Mariconda e a Marino Cortese. Dal 1695 al 1806, anno dell'eversione della feudalità nel regno di Napoli, appartenne alla potente casata campana dei Caracciolo. Il toponimo deriva dall'aggettivo “rotondo”, con cui si allude, probabilmente, a qualche costruzione o rudere di forma arrotondata situato nei pressi dell'abitato. Il centro storico, abbellito da numerose abitazioni ottocentesche ornate da pregevoli portali in pietra, ospita la settecentesca chiesa dell'Annunziata nonché, tra le costruzioni civili, una bella torre dell'Orologio, palazzo Maietta e palazzo Gallo. In piazza Vittorio Emanuele è inoltre esposta una culla per i bimbi abbandonati, risalente al 1855. Domina l'abitato il santuario della Madonna della Stella, (XVI secolo), situato in una splendida posizione panoramica ed eretto su un imponente muro a scarpa in pietra bianca.

Fu popolata dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=SANNITI'>sanniti</a> prima e dai romani dopo. Citata in fonti documentarie del regno di Napoli con la denominazione di CASTRUM ROTUNDORUM, il primo nucleo dell'abitato si formò in epoca <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=NORMANNA'>normanna</a> e fu amministrato, tra il XIII e il XIV secolo, dalla famiglia De Rotondis, cui risulta appartenere nel 1245. Il feudo fu successivamente inglobato tra i possedimenti di diverse famiglie nobiliari, come quelle dei Della Leonessa, dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CARAFA'>Carafa</a> e dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=DAVALOSDAQUINO'>D'Avalos D'Aquino</a>. Nel 1662 fu acquisita dal nobile Antonio de Fiore, da cui passò a Francesco Mariconda e a Marino Cortese. Dal 1695 al 1806, anno dell'eversione della feudalità nel regno di Napoli, appartenne alla potente casata campana dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CARACCIOLO'>Caracciolo</a>. Il toponimo deriva dall'aggettivo “rotondo”, con cui si allude, probabilmente, a qualche costruzione o rudere di forma arrotondata situato nei pressi dell'abitato. Il centro storico, abbellito da numerose abitazioni ottocentesche ornate da pregevoli portali in pietra, ospita la settecentesca chiesa dell'Annunziata nonché, tra le costruzioni civili, una bella torre dell'Orologio, palazzo Maietta e palazzo Gallo. In piazza Vittorio Emanuele è inoltre esposta una culla per i bimbi abbandonati, risalente al 1855. Domina l'abitato il santuario della Madonna della Stella, (XVI secolo), situato in una splendida posizione panoramica ed eretto su un imponente muro a scarpa in pietra bianca.

Economia

La comunità rotondese ha mantenuto solidi legami con le proprie origini, pur risentendo degli stimoli del progresso apportato dal vivace movimento turistico. Le attività rurali, benché stiano attraversando una fase di crisi fisiologica, danno buoni raccolti di cereali, uva, olive, ortaggi e frutta. Buona parte della manodopera locale (nonché una buona percentuale di forza lavoro proveniente dai comuni limitrofi) trova comunque impiego nell'industria, particolarmente sviluppata nei comparti dei prodotti alimentari, della lavorazione del tabacco (una volta attività trainante), delle confezioni, della pelletteria, delle calzature e della lavorazione dei metalli. Una certa vivacità interessa inoltre la rete commerciale e il ventaglio dei servizi tra cui quello bancario e agenzie assicurative e di consulenza informatica. Ospita le scuole dell'obbligo ma è sprovvista di rilevanti strutture culturali; un ufficio sanitario comunale e la farmacia garantiscono l'assistenza sanitaria mentre l'apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno.

La comunità rotondese ha mantenuto solidi legami con le proprie origini, pur risentendo degli stimoli del progresso apportato dal vivace movimento turistico. Le attività rurali, benché stiano attraversando una fase di crisi fisiologica, danno buoni raccolti di cereali, uva, olive, ortaggi e frutta. Buona parte della manodopera locale (nonché una buona percentuale di forza lavoro proveniente dai comuni limitrofi) trova comunque impiego nell'industria, particolarmente sviluppata nei comparti dei prodotti alimentari, della lavorazione del tabacco (una volta attività trainante), delle confezioni, della pelletteria, delle calzature e della lavorazione dei metalli. Una certa vivacità interessa inoltre la rete commerciale e il ventaglio dei servizi tra cui quello bancario e agenzie assicurative e di consulenza informatica. Ospita le scuole dell'obbligo ma è sprovvista di rilevanti strutture culturali; un ufficio sanitario comunale e la farmacia garantiscono l'assistenza sanitaria mentre l'apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno.

Relazioni

La natura montana tipica dei monti del Partenio, ricchi di boschi e di corsi d'acqua, costituisce un sicuro richiamo per escursionisti e amanti della montagna; il santuario della Madonna della Stella è inoltre meta di devoti pellegrinaggi. Numerose manifestazioni tradizionali animano la vita della comunità: si ricordano la “Zeza” (febbraio), rappresentazione folcloristica carnevalesca in cui si succedono sfilate di maschere e macchiette in costume, le celebrazioni della Pasqua, accompagnate da spari di archibugio, la sagra della pasta e fagioli con le cozze (15 agosto) e la festa del “Ciuccio di fuoco” (26 dicembre), durante la quale si brucia un asino di cartapesta pieno di fuochi d'artificio; nel periodo natalizio hanno inoltre luogo il “Festival dei bambini” e la “Cantata dei pastori”, che richiama alla memoria remote usanze. Il Patrono, San Michele, si festeggia il 29 settembre.

La natura montana tipica dei monti del Partenio, ricchi di boschi e di corsi d'acqua, costituisce un sicuro richiamo per escursionisti e amanti della montagna; il santuario della Madonna della Stella è inoltre meta di devoti pellegrinaggi. Numerose manifestazioni tradizionali animano la vita della comunità: si ricordano la “Zeza” (febbraio), rappresentazione folcloristica carnevalesca in cui si succedono sfilate di maschere e macchiette in costume, le celebrazioni della Pasqua, accompagnate da spari di archibugio, la sagra della pasta e fagioli con le cozze (15 agosto) e la festa del “Ciuccio di fuoco” (26 dicembre), durante la quale si brucia un asino di cartapesta pieno di fuochi d'artificio; nel periodo natalizio hanno inoltre luogo il “Festival dei bambini” e la “Cantata dei pastori”, che richiama alla memoria remote usanze. Il Patrono, San Michele, si festeggia il 29 settembre.

Località

Campizze

Campizze

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Rotondi rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.