D'AVALOS D'AQUINO:
Nobile famiglia di origine spagnola. Il capostipite del ramo italiano, Inico d'Avalos, arrivò a Napoli intorno alla metà del XV secolo al seguito di Alfonso d'Aragona e sposò Antonella d'Aquino, marchesa di Pescara e contessa di Loreto e Monteodorisio. Fedeli agli Aragonesi e poi agli spagnoli, i marchesi D'Avalos D'Aquino divennero ben presto una delle famiglie più importanti del Cinquecento. Da ricordare è il generale napoletano Ferdinando Francesco (1489-1525), marchese di Pescara e comandante in Italia delle truppe di Carlo V, re di Spagna. Dopo una sconfitta subita a Ravenna, dove fu anche ferito e fatto prigioniero dai francesi, costui conseguì numerosi successi, il più importante dei quali fu la vittoria di Pavia (1525). In seguito a questa successo militare, che affermò il predominio spagnolo nella penisola, i principi italiani, temendo di perdere la loro indipendenza, cercarono di convincere Ferdinando Francesco a ribellarsi a Carlo V in cambio del trono del regno di Napoli; egli rimase però fedele al re spagnolo e rivelò la congiura, morendo di lì a poco. Nel 1496 la famiglia D'Avalos D'Aquino, nella persona di Rodrigo, ottenne da Ferdinando II d'Aragona il feudo di Vasto. Alfonso (1502-1546), marchese di Vasto e di Pescara, combatté al servizio di suo cugino Ferdinando Francesco nella battaglia di Pavia. Divenuto capitano generale delle fanterie spagnole in Italia, riuscì a convincere Andrea Doria a passare dalla parte degli spagnoli. Nel 1538 fu nominato governatore del ducato di Milano e in questa veste si scontrò più volte con gli spagnoli per i provvedimenti finanziari, spesso arbitrari e non sempre equilibrati, riguardanti il ducato. Ripresa la guerra con la Francia, fu battuto e ferito a Ceresole d'Alba ma riuscì a rientrare a Milano e a difenderla fino alla pace di Crepy (1544). Uomo di grande cultura e poeta egli stesso, sposò Maria d'Aragona, protettrice di letterati. Suo figlio Francesco Ferdinando, marchese di Pescara (1530-1571), fu un valoroso uomo d'arme: comandò la cavalleria spagnola in Italia (1554), governò lo stato di Milano (1559-1563), rappresentò il re di Spagna nell'ultima sessione del Concilio di Trento e ricoprì la carica di viceré di Sicilia dal 1568 fino alla morte. Un altro membro, Andrea, principe di Montesarchio (morto nel 1708 circa), partecipò alla congiura, poi sventata, contro il viceré di Napoli (1649) e per questo fu tenuto prigioniero fino al 1652 in Spagna, dove conquistò le simpatie di Filippo IV. Tornato a Napoli, nel 1701 fece fallire una rivolta antispagnola.