Descrizione

Comune di collina, di origine antica, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il settore industriale e incrementato il turismo. È noto per la produzione del vino Barbera. I montegrossesi, che presentano un indice di vecchiaia particolarmente elevato, si distribuiscono tra il capoluogo comunale, le località Santo Stefano-Canetto e Vallumida, nonché molti aggregati urbani minori e case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche non molto accentuate. L'abitato, interessato da crescita edilizia, è disposto ad anfiteatro tra due speroni collinari.

Comune di collina, di origine antica, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il settore industriale e incrementato il turismo. È noto per la produzione del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VINOBARBERA'>vino Barbera</a>. I montegrossesi, che presentano un indice di vecchiaia particolarmente elevato, si distribuiscono tra il capoluogo comunale, le località Santo Stefano-Canetto e Vallumida, nonché molti aggregati urbani minori e case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche non molto accentuate. L'abitato, interessato da crescita edilizia, è disposto ad anfiteatro tra due speroni collinari.

Storia

Il toponimo, dal chiaro significato di “Monte” e “grosso”, ha le sue prime attestazioni in documenti della metà del XII secolo con MONSGROSSUS e MONTISGROSSIJ. Fece parte dell'antico contado di Loreto, che si estendeva da Rocca d'Arazzo al Marchesato di Saluzzo, fino al 1149, quando Ottone Boverio cedette parte dei suoi diritti feudali al comune di Asti. Intorno alla metà del XII secolo, durante la guerra fra questo comune e Federico Barbarossa, fu occupata dai marchesi d'Incisa, insieme alla fortezza, che però fu poi rioccupata e distrutta dagli astigiani. Nel XIV secolo i guelfi e ghibellini si combatterono nel suo territorio e, intorno alla metà dello stesso secolo, Balduccio, vescovo di Asti la concesse in feudo al marchese di Ceva. La guarnigione, posta dal duca Carlo Emanuele I di Savoia durante la guerra di successione resistette agli spagnoli nel 1625 ma fu costretta a cedere nel 1636 al generale da Silva. Un convento cistercense, fatto costruire ai primi del Seicento dal duca di Savoia, fu distrutto a seguito delle soppressioni napoleoniche del 1801. Un ramo della famiglia astigiana dei Roero fu il primo feudatario, ma nel 1693 una parte del feudo passò a Filippo Giacinto Gonteri marchese di Cavaglià, e l'altra pervenne a Niccolò Coardi, conte di Quarto. Il castello, con merlatura ghibellina murata, malgrado la parziale demolizione fatta eseguire nel 1637 dal governatore di Milano don Diego Leganés, mantiene integro l'aspetto difensivo del XII secolo, con l'alta scarpa e le torri cilindriche che delimitano la fiancata a sud-est, le finestre rettangolari con cornici in cotto e archi a sesto acuto. Da segnalare anche le mura medievali e, fra gli edifici destinati al culto, la seicentesca chiesetta dei Battuti e la parrocchiale dei Santi Secondo e Matteo, eretta nel XIX secolo in sostituzione di altra più antica; presenta un pronao neoclassico, una cupola ottagonale, e conserva all'interno una tavola raffigurante la Sacra Famiglia.

Il toponimo, dal chiaro significato di “Monte” e “grosso”, ha le sue prime attestazioni in documenti della metà del XII secolo con MONSGROSSUS e MONTISGROSSIJ. Fece parte dell'antico contado di Loreto, che si estendeva da Rocca d'Arazzo al Marchesato di Saluzzo, fino al 1149, quando Ottone Boverio cedette parte dei suoi diritti feudali al comune di Asti. Intorno alla metà del XII secolo, durante la guerra fra questo comune e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=FEDERICOBARBAROSSA'>Federico Barbarossa</a>, fu occupata dai marchesi d'Incisa, insieme alla fortezza, che però fu poi rioccupata e distrutta dagli astigiani. Nel XIV secolo i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GUELFI'>guelfi</a> e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GHIBELLINI'>ghibellini</a> si combatterono nel suo territorio e, intorno alla metà dello stesso secolo, Balduccio, vescovo di Asti la concesse in feudo al marchese di Ceva. La guarnigione, posta dal duca <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=CARLOEMANUELEIDISAVOIA'>Carlo Emanuele I di Savoia</a> durante la guerra di successione resistette agli spagnoli nel 1625 ma fu costretta a cedere nel 1636 al generale da Silva. Un convento cistercense, fatto costruire ai primi del Seicento dal duca di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SAVOIA'>Savoia</a>, fu distrutto a seguito delle soppressioni napoleoniche del 1801. Un ramo della famiglia astigiana dei Roero fu il primo feudatario, ma nel 1693 una parte del feudo passò a Filippo Giacinto Gonteri marchese di Cavaglià, e l'altra pervenne a Niccolò Coardi, conte di Quarto. Il castello, con merlatura <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GHIBELLINA'>ghibellina</a> murata, malgrado la parziale demolizione fatta eseguire nel 1637 dal governatore di Milano don Diego Leganés, mantiene integro l'aspetto difensivo del XII secolo, con l'alta scarpa e le torri cilindriche che delimitano la fiancata a sud-est, le finestre rettangolari con cornici in cotto e archi a sesto acuto. Da segnalare anche le mura medievali e, fra gli edifici destinati al culto, la seicentesca chiesetta dei Battuti e la parrocchiale dei Santi Secondo e Matteo, eretta nel XIX secolo in sostituzione di altra più antica; presenta un pronao neoclassico, una cupola ottagonale, e conserva all'interno una tavola raffigurante la Sacra Famiglia.

Economia

È sede di Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva (utilizzata per la produzione dei vini Doc Barbera, Freisa e Grignolino) e altra frutta e con l'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli, che alimentano il comparto dell'industria alimentare. Il settore economico secondario è costituito da piccole imprese che operano nei comparti tessile, delle confezioni, del legno, mobili, metallurgico, delle macchine per l'agricoltura, e della gomma e della plastica. È presente il servizio bancario; una buona rete commerciale, assicurazioni e agenzie immobiliari completano il panorama del terziario. Tra le strutture sociali si segnala una casa di riposo. Le scuole assicurano la frequenza delle classi dell'obbligo; per l'arricchimento culturale si può disporre della biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il servizio farmaceutico. Per lo sport si può disporre di un campo da bocce, da tennis, da calcio e calcetto e una palestra.

È sede di Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva (utilizzata per la produzione dei vini Doc <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=BARBERA'>Barbera</a>, Freisa e Grignolino) e altra frutta e con l'allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli, che alimentano il comparto dell'industria alimentare. Il settore economico secondario è costituito da piccole imprese che operano nei comparti <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TESSILE'>tessile</a>, delle confezioni, del legno, mobili, metallurgico, delle macchine per l'agricoltura, e della gomma e della plastica. È presente il servizio bancario; una buona rete commerciale, assicurazioni e agenzie immobiliari completano il panorama del terziario. Tra le strutture sociali si segnala una casa di riposo. Le scuole assicurano la frequenza delle classi dell'obbligo; per l'arricchimento culturale si può disporre della biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il servizio farmaceutico. Per lo sport si può disporre di un campo da bocce, da tennis, da calcio e calcetto e una palestra.

Relazioni

Meta di notevole fascino, richiama visitatori anche per il ricco calendario degli appuntamenti. Tra le manifestazioni di rilievo occorre segnalare: la festa del Barbera, a maggio, in cui i produttori di vino montegrossesi invitano quanti vogliano partecipare sotto le mura del castello feudale per far degustare i loro vini mentre tutto il centro storico del borgo è invaso da un'atmosfera tipica medievale: oltre cento figuranti che ripropongono antichi mestieri, balli e danze rinascimentali con la possibilità di assaggiare, nelle varie taverne allestite per l'occasione, piatti tipici locali; la fiera delle macchine agricole e merci varie, il primo martedì dopo ferragosto, istituita dal re Carlo Alberto nel 1833; la fiera del tartufo a novembre. Il Patrono, San Rocco, si festeggia il 16 agosto con “Incontri enogastronomici”.

Meta di notevole fascino, richiama visitatori anche per il ricco calendario degli appuntamenti. Tra le manifestazioni di rilievo occorre segnalare: la festa del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=BARBERA'>Barbera</a>, a maggio, in cui i produttori di vino montegrossesi invitano quanti vogliano partecipare sotto le mura del castello feudale per far degustare i loro vini mentre tutto il centro storico del borgo è invaso da un'atmosfera tipica medievale: oltre cento figuranti che ripropongono antichi mestieri, balli e danze rinascimentali con la possibilità di assaggiare, nelle varie taverne allestite per l'occasione, piatti tipici locali; la fiera delle macchine agricole e merci varie, il primo martedì dopo ferragosto, istituita dal re Carlo Alberto nel 1833; la <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=FIERADELTARTUFO'>fiera del tartufo</a> a novembre. Il Patrono, San Rocco, si festeggia il 16 agosto con “Incontri enogastronomici”.

Località

Biolla, Boscogrande, Bosino, Bricco Monti, Gorra, Montegrosso, Santo Stefano-Canetto, Tana, Vallumida, Zucchetto

Biolla, Boscogrande, Bosino, Bricco Monti, Gorra, Montegrosso, Santo Stefano-Canetto, Tana, Vallumida, Zucchetto

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Montegrosso d'Asti rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.