Descrizione

Comune collinare di fondazione alto-medievale, sorretto principalmente dall’agricoltura e dal turismo. La stragrande maggioranza dei montedinovesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, si distribuisce in case sparse sui fondi e nel capoluogo comunale, raccolto sulla cima di un colle isolato e cinto da alte mura medievali; solo una piccola parte della comunità risiede invece nei minuscoli agglomerati urbani di Dragone e Croce Rossa. Il territorio comunale, caratterizzato da variazioni altimetriche piuttosto contenute, è bagnato dalle placide acque del fiume Tesino, che scorre tra seminativi e vigneti disegnando piccole anse. A tratti il paesaggio agrario, che si colora in estate delle vistose fioriture dei piè di gallo, dei narcisi, dei tulipani e degli anemoni, cede il posto a piccole formazioni boschive di pini, abeti, aceri e roverelle, caratteristiche dei rilievi subappenninici. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, compare un monte all’italiana verde a nove cime, sormontato da due chiavi d’argento poste in “decusse”, con gli ingegni in alto, tenute insieme da un nastrino nero.

Comune collinare di fondazione alto-medievale, sorretto principalmente dall’agricoltura e dal turismo. La stragrande maggioranza dei montedinovesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, si distribuisce in case sparse sui fondi e nel capoluogo comunale, raccolto sulla cima di un colle isolato e cinto da alte mura medievali; solo una piccola parte della comunità risiede invece nei minuscoli agglomerati urbani di Dragone e Croce Rossa. Il territorio comunale, caratterizzato da variazioni altimetriche piuttosto contenute, è bagnato dalle placide acque del fiume Tesino, che scorre tra seminativi e vigneti disegnando piccole anse. A tratti il paesaggio agrario, che si colora in estate delle vistose fioriture dei piè di gallo, dei narcisi, dei tulipani e degli anemoni, cede il posto a piccole formazioni boschive di pini, abeti, aceri e roverelle, caratteristiche dei rilievi subappenninici. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, compare un monte all’italiana verde a nove cime, sormontato da due chiavi d’argento poste in “decusse”, con gli ingegni in alto, tenute insieme da un nastrino nero.

Storia

Fu fondata nel VI secolo d.C., all’epoca delle invasioni barbariche, da un gruppo di fuoriusciti ascolani; nel 1039 fu donata, con Offida, ai monaci farfensi dal longobardo Longino di Azzone e mezzo secolo dopo l’abate Berardo III ne ordinò la fortificazione. Intorno al 1240 l’esercito di re Enzo, figlio di Federico II di Svevia, l’assediò senza successo. Nel 1279 conquistò l’autonomia comunale, rimanendo comunque sotto il controllo di un podestà inviato dal papa. Passata in seguito sotto il diretto controllo della Chiesa, fu assegnata nel 1585 dal pontefice Sisto V al neocostituito presidiato di Montalto. Riacquistò l’autonomia solo con la Restaurazione (1815), dopo essere entrata a far parte del Regno Italico napoleonico. Il toponimo è composto dal termine “monte” e dal latino NOVA, il cui significato di ‘cose nuove’ prende qui il senso di ‘terra da poco ridotta a coltura’; la forma attuale risente inoltre di un accostamento al numerale cardinale nove. Il convento-santuario seicentesco intitolato al martire di Canterbury Thomas Becket fu costruito su un’antica cappella eretta dai monaci dell’abbazia di Farfa e custodisce due pregevoli oli su tela del XVIII secolo. Sui resti di una precedente costruzione religiosa sorge anche la chiesa di San Lorenzo Martire, edificata in stile barocco nel 1792 su disegno dell’architetto Pietro Maggi e decorata da pregevoli stucchi. La chiesa di Santa Maria in Cellis, affrescata da Vincenzo Pagani e ornata da una croce trecentesca in legno, fu edificata invece su quella più antica del Crocifisso, di cui conserva un bellissimo portale romanico-gotico. Merita attenzione anche il cinquecentesco palazzo comunale, con campanile a vela e porticato a tre archi.

Fu fondata nel VI secolo d.C., all’epoca delle invasioni barbariche, da un gruppo di fuoriusciti ascolani; nel 1039 fu donata, con Offida, ai monaci <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=FARFENSI'>farfensi</a> dal <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=LONGOBARDO'>longobardo</a> Longino di Azzone e mezzo secolo dopo l’abate Berardo III ne ordinò la fortificazione. Intorno al 1240 l’esercito di re Enzo, figlio di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=FEDERICOIIDISVEVIA'>Federico II di Svevia</a>, l’assediò senza successo. Nel 1279 conquistò l’autonomia comunale, rimanendo comunque sotto il controllo di un podestà inviato dal papa. Passata in seguito sotto il diretto controllo della Chiesa, fu assegnata nel 1585 dal pontefice Sisto V al neocostituito presidiato di Montalto. Riacquistò l’autonomia solo con la Restaurazione (1815), dopo essere entrata a far parte del Regno Italico napoleonico. Il toponimo è composto dal termine “monte” e dal latino NOVA, il cui significato di ‘cose nuove’ prende qui il senso di ‘terra da poco ridotta a coltura’; la forma attuale risente inoltre di un accostamento al numerale cardinale nove. Il convento-santuario seicentesco intitolato al martire di Canterbury Thomas Becket fu costruito su un’antica cappella eretta dai monaci dell’<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=ABBAZIADIFARFA'>abbazia di Farfa</a> e custodisce due pregevoli oli su tela del XVIII secolo. Sui resti di una precedente costruzione religiosa sorge anche la chiesa di San Lorenzo Martire, edificata in stile barocco nel 1792 su disegno dell’architetto Pietro Maggi e decorata da pregevoli stucchi. La chiesa di Santa Maria in Cellis, affrescata da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=VINCENZOPAGANI'>Vincenzo Pagani</a> e ornata da una croce trecentesca in legno, fu edificata invece su quella più antica del Crocifisso, di cui conserva un bellissimo portale romanico-gotico. Merita attenzione anche il cinquecentesco palazzo comunale, con campanile a vela e porticato a tre archi.

Economia

Sebbene siano interessate da una crisi fisiologica e irreversibile, le attività rurali, specializzate nella produzione di cereali, uva e foraggi, conservano un ruolo di primo piano nell’ambito dell’economia montedinovese, assorbendo una significativa percentuale della popolazione attiva locale. All’agricoltura si è affiancato il turismo, sostenuto da un apparato ricettivo di discreto livello, comprendente ristoranti e strutture per il soggiorno. È invece modesto il livello di sviluppo raggiunto dall’industria, quasi completamente assente, dalla rete distributiva, che annovera pochissimi esercizi commerciali, e dal comparto dei servizi, privo del credito e delle assicurazioni. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali, dispone di scuole materne ed elementari, della biblioteca del “Centro sociale di educazione permanente” e, per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, della farmacia.

Sebbene siano interessate da una crisi fisiologica e irreversibile, le attività rurali, specializzate nella produzione di cereali, uva e foraggi, conservano un ruolo di primo piano nell’ambito dell’economia montedinovese, assorbendo una significativa percentuale della popolazione attiva locale. All’agricoltura si è affiancato il turismo, sostenuto da un apparato ricettivo di discreto livello, comprendente ristoranti e strutture per il soggiorno. È invece modesto il livello di sviluppo raggiunto dall’industria, quasi completamente assente, dalla rete distributiva, che annovera pochissimi esercizi commerciali, e dal comparto dei servizi, privo del credito e delle assicurazioni. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali, dispone di scuole materne ed elementari, della biblioteca del “Centro sociale di educazione permanente” e, per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, della farmacia.

Relazioni

Rappresenta una tranquilla stazione climatica, che offre aria salubre e splendidi panorami. Tra le manifestazioni di maggior richiamo figurano la festa dedicata a San Tommaso (giugno) e l’“Estate a Montedinove”, rassegna agostana di rappresentazioni teatrali, proiezioni cinematografiche e concerti. Il Patrono San Lorenzo si festeggia il 10 agosto.

Rappresenta una tranquilla stazione climatica, che offre aria salubre e splendidi panorami. Tra le manifestazioni di maggior richiamo figurano la festa dedicata a San Tommaso (giugno) e l’“Estate a Montedinove”, rassegna agostana di rappresentazioni teatrali, proiezioni cinematografiche e concerti. Il Patrono San Lorenzo si festeggia il 10 agosto.

Località