ABBAZIA DI FARFA:
Famosa abbazia benedettina fondata in Sabina (nell'attuale comune reatino di Fara in Sabina, nel Lazio) intorno al 680 d. C. da Tommaso di Moriana, con l'appoggio del duca di Spoleto Faroaldo II e di papa Giovanni VII. Guidata da dotti abati e libera dal diretto controllo papale, godette di protezione e di benefici da parte di pontefici e di re longobardi e franchi; per la sua posizione strategica fu inoltre a lungo contesa tra feudatari laici ed ecclesiastici. Nella prima metà del IX secolo divenne uno dei cardini della vita religiosa e culturale dell'epoca e raggiunse anche il culmine della potenza politica ed economica. In occasione dell'incursione saracena dell'898 fu distrutta e abbandonata; ricostruita tra il 930 e il 936, visse un lungo periodo di decadenza che ebbe termine solo al principio dell'XI secolo, quando adottò la regola di Cluny. Da quel momento, e in seguito alla consacrazione della sua chiesa da parte di papa Niccolò II (1060), riacquistò ordine e importanza culturale, grazie alla ricchissima biblioteca e al famoso SCRIPTORIUM dove furono prodotti codici con la caratteristica maiuscola farfense. Per conservare l'autonomia, durante la lotta per le investiture sostenne la politica imperiale in contrasto con quella del Papato, di cui temeva il rafforzamento, ma con il concordato di Worms (1122) fu definitivamente sottoposta alla giurisdizione papale. Da allora i suoi abati furono sotto il controllo di amministratori pontifici o abati vicari; nel Quattrocento, poi, l'abbazia fu costituita in commenda e Bonifacio IX nominò abate commendatario suo nipote, il cardinale Francesco Tomacelli, al quale successero altri membri di spicco delle più nobili famiglie romane, come gli Orsini, i Farnese, i Barberini e i Lante della Rovere. Soppressa la commenda abbaziale nel 1841, nel 1872 l'abbazia fu incamerata dal regno d'Italia e abbandonata dai suoi monaci, già molto ridotti di numero, ma nel 1919 la congregazione cassinese vi trasferì un nucleo di monaci dell'abbazia di San Paolo fuori le Mura (Roma). Nel corso dei secoli l'abbazia, circondata da una cinta fortificata, fu più volte rimaneggiata: la chiesa, il cui interno fu ricostruito nel 1494 dal cardinale Orsini, presenta un portale gotico scolpito fra IX e XI secolo, resti della costruzione precedente (XII secolo) e affreschi di scuola umbra e fiamminga del Cinquecento; il convento, inoltre, conserva sculture romane e medievali nonché affreschi anch'essi risalenti al Medioevo.