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Descrizione

Comune di montagna di origini molto antiche, sorretto principalmente dall’agricoltura e da poche piccole imprese industriali. Più della metà dei forchiani, o forchianti, il cui indice di vecchiaia è inferiore alla media, si concentra nel capoluogo comunale; il resto della comunità è equamente suddiviso tra la località Cagni, alcuni aggregati urbani elementari e un certo numero di case sparse. L’abitato, situato su una collina boscosa, da cui si domina la stretta Valle Caudina e si distingue la piana di Caserta, conserva un aspetto medievale, con strette e tortuose vie gradonate, che s’inerpicano sul pendio. Il territorio comunale presenta variazioni altimetriche piuttosto pronunciate, determinate dalla compresenza di aree pianeggianti coltivate –si tratta delle estreme propaggini orientali della Terra di Lavoro, l’ampia e fertilissima pianura che occupa buona parte del territorio della provincia di Caserta– e di rilievi, che superano gli 800 metri di quota. La vegetazione alle quote superiori è pressoché intatta e comprende boschi di castagni, misti a querce e lecci; nelle fasce altimetriche inferiori dilagano gli alberi da frutta e gli oliveti. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, figurano due monti verdi e, su una verde campagna, una forca caudina formata da tre lance, sotto la quale passa un soldato romano con le mani legate dietro la schiena.

Storia

Fu abitata probabilmente sin da epoche molto remote, come suggerisce il ritrovamento di reperti archeologici, quali tombe e arredi sacri; secondo la tradizione, inoltre, fu teatro nel 321 a.C. della clamorosa sconfitta inflitta dai sanniti ai romani durante la seconda guerra sannitica. L’odierno abitato, che si formò gradualmente tramite l’aggregazione di più insediamenti minori, fu nell’alto Medioevo un casale dipendente da Arpaia e nell’VIII secolo d.C. fu donata alla chiesa beneventana di San Benedetto. Per la sua posizione strategica divenne sede, in epoca longobarda, di un gastaldato, territorio amministrato da un funzionario di nomina regia. Nell’849 fu concessa a Siconolfo, principe di Salerno. Successivamente seguì le vicende di Arpaia: fu annessa alla provincia del principato Ultra e nel 1816 passò alla Terra di Lavoro, nel distretto di Nola; in seguito fu assegnata al distretto di Caserta e infine, nel 1861, alla provincia di Benevento. Il toponimo deriva dal termine latino FURCULA, diminutivo di FURCA, ‘passo stretto, gola dalla forma a V’. Tra gli edifici risparmiati dal terremoto del 1980 figurano alcune abitazioni antiche nonché, tra gli edifici religiosi, la seicentesca parrocchiale di San Nicola di Mira e la chiesa di Sant’Alfonso de’ Liguori, caratterizzata da abside circolare e da un singolare campanile decorato da tessere bianche, gialle e verdi.

Economia

Alla base dell’economia locale, che mostra uno sviluppo piuttosto modesto, figura ancora l’agricoltura, specializzata nella produzione di frutta (soprattutto ciliegie), olive, uva da vino e canapa. Il settore industriale si compone di poche piccole imprese, attive principalmente nei comparti della gomma, della plastica e dell’elettronica; il terziario, fermo a uno stadio embrionale di sviluppo, comprende una rete di distribuzione perlopiù rivolta alla distribuzione di beni di prima necessità e non conta servizi più qualificati. Dispone di scuole materne ed elementari e, per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, della farmacia. Buona è la dotazione di strutture culturali, che annoverano un museo all’aperto e una biblioteca comunale, modesto invece è l’apparato ricettivo, che offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

Relazioni

Alle notevoli attrattive ambientali e archeologiche si affianca un programma di manifestazioni piuttosto ricco: la manifestazione culturale denominata “Raduno dei sanniti” (ultimi giorni di marzo), dedicata allo studio dell’antica cultura locale; la sagra della ciliegia (primi giorni di giugno); la festa dei Santi Pietro e Paolo (28 e 29 giugno), animata da celebrazioni religiose e trattenimenti popolari; la rassegna internazionale del folclore (tra luglio e agosto); la festa della Madonna della Libera (prima quindicina di agosto) e il “Cantagiro” della Valle Caudina (ottobre). Il Patrono, San Nicola, si festeggia il 6 dicembre.

Località

Acquavitale, Cagni, Croce

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Forchia rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.

INFO
  • Popolazione 1.235
  • Lat 41° 1' 47,44'' 41.02984444
  • Long 14° 32' 12,29'' 14.53674722
  • CAP 82010
  • Prefisso 0823
  • Codice ISTAT 062032
  • Codice Catasto D693
  • Altitudine slm 282 mt
  • zona clim./gradi giorno
    Riscaldamento: dal 1/11 al 15/04 per 12 ore/giorno
    D/1583
  • Superficie 5.42 Km2
  • Densità 227,86 ab/Km2
  • Sismicità Zona 2
  • Alba 04:46
  • Tramonto 19:10
Contatti
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