Comune montano di probabile origine alto-medievale, la cui economia si fonda sulle attività rurali ma ricava discreti proventi anche dall'industria e dal terziario. La comunità dei bariscianesi, che presenta un indice di vecchiaia molto elevato, è distribuita nelle località di Petogna, San Martino e Villa, oltre che nel capoluogo comunale, il cui centro storico consta di un nucleo medievale, di un ampliamento rinascimentale e di una parte relativamente più recente, tutti e tre disposti sui terrazzamenti di un morbido rilievo -la moderna, contenuta espansione edilizia è localizzata invece lungo il tracciato viario che conduce alla statale n. 17-. Il territorio comunale, pressoché pianeggiante a sud-ovest, in corrispondenza del tratto iniziale del grande altopiano di Navelli, si fa mosso e accidentato man mano che la sua estensione raggiunge i contrafforti del Gran Sasso. Sullo sfondo di boschi radi, alternati a dense macchie di faggio e a praterie da pascolo, sorge l'abitato, che durante i mesi invernali risente dell'asprezza del clima tipicamente montano. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia una quercia su un colle all'italiana affiancato da altri due colli; la pianta presenta quattro rami con tre foglie ciascuno -i due superiori portano tre ghiande, i due inferiori una soltanto-, che formano una doppia croce di Sant'Andrea. Lo stemma usato dal Comune è quello riprodotto in alto.