Descrizione

Comune collinare, di origine tardo-medievale, con un’economia basata prevalentemente sulle tradizionali attività agricole. Gli aliminusensi, con un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, sono concentrati esclusivamente nel capoluogo comunale. Il territorio, caratterizzato da folta vegetazione boschiva, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate: si raggiungono i 1.145 metri di quota. L’abitato, che sorge arroccato su un dolce declivio sviluppatosi originariamente intorno a un antico “baglio”, presenta una caratteristica forma ortogonale; interessato da espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico inclinato. Lo stemma comunale, interzato in palo, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. La prima sezione, a sua volta interzata in fascia, raffigura: cinque gigli azzurri su sfondo dorato, uno scudo argenteo, recante cinque scudetti azzurri, accompagnato da quattro torri dorate in campo rosso, e tre gigli azzurri su fondo aureo. Anche il secondo palo è interzato in fascia: il primo campo, partito, rappresenta un leone rosso in campo argentato; nella seconda partizione, inquartata in decusse, spiccano: quattro pali rossi su sfondo dorato e due aquile coronate, nere, su fondo argenteo; lo sfondo a fasce rosse e argentate della sezione centrale è attraversato da uno scudo azzurro, in cui figurano tre gigli dorati; nella terza sezione, azzurra, campeggiano sei gigli dorati. Nel terzo partito, aureo, sono raffigurate, infine, sei palle: la prima, più grande, è azzurra, le rimanenti sono rosse.

Comune collinare, di origine tardo-medievale, con un’economia basata prevalentemente sulle tradizionali attività agricole. Gli aliminusensi, con un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, sono concentrati esclusivamente nel capoluogo comunale. Il territorio, caratterizzato da folta vegetazione boschiva, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate: si raggiungono i 1.145 metri di quota. L’abitato, che sorge arroccato su un dolce declivio sviluppatosi originariamente intorno a un antico “<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=BAGLIO'>baglio</a>”, presenta una caratteristica forma ortogonale; interessato da espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico inclinato. Lo stemma comunale, interzato in palo, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. La prima sezione, a sua volta interzata in fascia, raffigura: cinque gigli azzurri su sfondo dorato, uno scudo argenteo, recante cinque scudetti azzurri, accompagnato da quattro torri dorate in campo rosso, e tre gigli azzurri su fondo aureo. Anche il secondo palo è interzato in fascia: il primo campo, partito, rappresenta un leone rosso in campo argentato; nella seconda partizione, inquartata in decusse, spiccano: quattro pali rossi su sfondo dorato e due aquile coronate, nere, su fondo argenteo; lo sfondo a fasce rosse e argentate della sezione centrale è attraversato da uno scudo azzurro, in cui figurano tre gigli dorati; nella terza sezione, azzurra, campeggiano sei gigli dorati. Nel terzo partito, aureo, sono raffigurate, infine, sei palle: la prima, più grande, è azzurra, le rimanenti sono rosse.

Storia

L’etimo del toponimo è di difficile individuazione. Sono state fatte al riguardo solo timide proposte: alcuni isolano l’articolo arabo “al-” a inizio parola; altri, invece, riconducono l’ “-ùsa”, in fine parola, al greco “ûsa”. La sua origine non risale a un’epoca molto antica: infatti, le prime attestazioni documentate certe, a tal proposito, risalgono a un documento del XV secolo, dove è citata come Terrae Harminusae. Il borgo feudale fu fondato nel XVII secolo, e precisamente nell’anno 1635, dal nobile Gregorio Bruno. Numerose furono le altre famiglie feudali che si occuparono della giurisdizione del feudo; tra esse meritano menzione: i Luna, i Peralta, gli Aragona, i Moncada, i Cutelli, i Villarosa e i Milone. Nel 1812, in seguito all’abolizione dei diritti feudali, ottenne la libertà amministrativa come comune. Il suo patrimonio artistico non è molto ricco di testimonianze storico-architettoniche, che evidenzino l’evoluzione della cultura dei secoli passati; tra esse si segnalano soltanto: la chiesa madre, edificata verso la fine del XVIII secolo, e il Baglio Baronale, intorno al quale si sviluppò l’intero feudo, costruito nel Seicento dalla nobile famiglia dei Bruno.

L’etimo del toponimo è di difficile individuazione. Sono state fatte al riguardo solo timide proposte: alcuni isolano l’articolo <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=ARABO'>arabo</a> “al-” a inizio parola; altri, invece, riconducono l’ “-ùsa”, in fine parola, al <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=GRECO'>greco</a> “ûsa”. La sua origine non risale a un’epoca molto antica: infatti, le prime attestazioni documentate certe, a tal proposito, risalgono a un documento del XV secolo, dove è citata come Terrae Harminusae. Il borgo feudale fu fondato nel XVII secolo, e precisamente nell’anno 1635, dal nobile Gregorio Bruno. Numerose furono le altre famiglie feudali che si occuparono della giurisdizione del feudo; tra esse meritano menzione: i Luna, i Peralta, gli Aragona, i Moncada, i Cutelli, i Villarosa e i Milone. Nel 1812, in seguito all’abolizione dei diritti feudali, ottenne la libertà amministrativa come comune. Il suo patrimonio artistico non è molto ricco di testimonianze storico-architettoniche, che evidenzino l’evoluzione della cultura dei secoli passati; tra esse si segnalano soltanto: la chiesa madre, edificata verso la fine del XVIII secolo, e il <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=SIC&parola=BAGLIO'>Baglio</a> Baronale, intorno al quale si sviluppò l’intero feudo, costruito nel Seicento dalla nobile famiglia dei Bruno.

Economia

Oltre che dei consueti uffici municipali e postali, è sede di stazione dei carabinieri. L’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva, olive e frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da aziende di piccole dimensioni, che operano nel solo comparto dell’edilizia. Il terziario si compone di una buona rete commerciale e dell’insieme dei servizi che comprendono quelli più qualificati, come il bancario, l’assicurativo e quello dei fondi pensione. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; per l’arricchimento culturale è presente la biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. Per lo sport e il tempo libero è a disposizione un campo di calcio. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico.

Oltre che dei consueti uffici municipali e postali, è sede di stazione dei carabinieri. L’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva, olive e frutta; si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria è costituita da aziende di piccole dimensioni, che operano nel solo comparto dell’edilizia. Il terziario si compone di una buona rete commerciale e dell’insieme dei servizi che comprendono quelli più qualificati, come il bancario, l’assicurativo e quello dei fondi pensione. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; per l’arricchimento culturale è presente la biblioteca civica. Le strutture ricettive offrono la sola possibilità di ristorazione. Per lo sport e il tempo libero è a disposizione un campo di calcio. A livello sanitario è assicurato il servizio farmaceutico.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, si trova tuttavia in una favorevole posizione che permette di raggiungere facilmente interessanti siti naturalistici nei dintorni: la Riserva Bosco della Favara e Bosco Granza, che si estende per circa 2.971 ettari, in una suggestiva cornice paesaggistica, tra sughere, roverelle, ornielli e lecci. Tra le manifestazioni folcloristiche meritano di essere citate: la sagra dell’origano, a giugno; la festa di Santa Rosalia, di Maria Santissima del Rosario e di San Calogero, ad agosto; le fiere del bestiame di agosto, settembre e ottobre; la festa di Santa Rosalia, a settembre; la festa della Madonna del Rosario, a ottobre. La Patrona, Sant’Anna, si festeggia il 26 luglio.

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, si trova tuttavia in una favorevole posizione che permette di raggiungere facilmente interessanti siti naturalistici nei dintorni: la Riserva Bosco della Favara e Bosco Granza, che si estende per circa 2.971 ettari, in una suggestiva cornice paesaggistica, tra sughere, roverelle, ornielli e lecci. Tra le manifestazioni folcloristiche meritano di essere citate: la sagra dell’origano, a giugno; la festa di Santa Rosalia, di Maria Santissima del Rosario e di San Calogero, ad agosto; le fiere del bestiame di agosto, settembre e ottobre; la festa di Santa Rosalia, a settembre; la festa della Madonna del Rosario, a ottobre. La Patrona, Sant’Anna, si festeggia il 26 luglio.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Aliminusa rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.