Descrizione

Comune montano di origini antiche, la cui economia è sostenuta principalmente dalle attività rurali e da una moderata affluenza turistica. I monteverdesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente superiore alla media, si concentrano in massima parte nel capoluogo comunale, che sorge in posizione elevata sulla cima di un colle; solo una piccolissima fetta della comunità risiede in case sparse. Il territorio comunale è occupato per quasi tutta la sua estensione da una lunga dorsale collinare, i cui fianchi degradano sensibilmente verso le valli di due importanti corsi d’acqua; a poca distanza dall’abitato, dai cui belvedere si può godere di ampi panorami fino al golfo pugliese di Manfredonia, si estende il lago artificiale di San Pietro, orlato da una folta vegetazione idrofila dove nidificano la beccaccia e il martin pescatore. Praterie colorate dalle fioriture della menta, del timo, della lavanda e della ginestra si alternano, sulle pendici collinari, a vigneti e seminativi; solo alle quote più elevate prospera invece una folta vegetazione boschiva di quercia e cerro, popolata soprattutto da uccelli e piccoli mammiferi. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggiano due rami di palma d’oro, posti a ventaglio sulla vetta centrale di un monte argentato a tre cime.

Comune montano di origini antiche, la cui economia è sostenuta principalmente dalle attività rurali e da una moderata affluenza turistica. I monteverdesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente superiore alla media, si concentrano in massima parte nel capoluogo comunale, che sorge in posizione elevata sulla cima di un colle; solo una piccolissima fetta della comunità risiede in case sparse. Il territorio comunale è occupato per quasi tutta la sua estensione da una lunga dorsale collinare, i cui fianchi degradano sensibilmente verso le valli di due importanti corsi d’acqua; a poca distanza dall’abitato, dai cui belvedere si può godere di ampi panorami fino al golfo pugliese di Manfredonia, si estende il lago artificiale di San Pietro, orlato da una folta vegetazione idrofila dove nidificano la beccaccia e il martin pescatore. Praterie colorate dalle fioriture della menta, del timo, della lavanda e della ginestra si alternano, sulle pendici collinari, a vigneti e seminativi; solo alle quote più elevate prospera invece una folta vegetazione boschiva di quercia e cerro, popolata soprattutto da uccelli e piccoli mammiferi. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggiano due rami di palma d’oro, posti a ventaglio sulla vetta centrale di un monte argentato a tre cime.

Storia

Era abitata già in età neolitica (III-II millennio a.C.), come dimostrano ritrovamenti archeologici; resti di una cinta muraria poligonale, eretta tra il IV e il III secolo a.C., attestano inoltre l’esistenza di una città sannita. Sviluppatosi in epoca alto-medievale intorno a un castello, l’attuale abitato fu inglobato tra i possedimenti di nobili casate, quali gli Orsini, i Grimaldi di Monaco e i Sargemano. Fu interamente ricostruito dopo il violento sisma del 1856 e successivamente danneggiato dal terremoto che ha colpito l’Irpinia nel 1980. Il toponimo, citato nel Catalogus Baronum (1150-1168), è un composto del sostantivo “monte” e dell’aggettivo “verde” e allude a un’area ricca di vegetazione. Il castello, edificato nell’alto Medioevo e ampiamente rimaneggiato tra il XIV e il XV secolo, conserva la struttura quattrocentesca, con due imponenti torri angolari cilindriche e masti a pianta quadrata. La chiesa di Santa Maria di Nazareth (XVIII secolo), ricostruita all’inizio del XX secolo, è abbellita da pilastri e archi ogivali, che la dividono in tre navate; vi sono custoditi un altare in marmi policromi, statue lignee e affreschi sette-ottocenteschi. La chiesa di Santa Maria del Carmine, risalente al XVIII secolo, è caratterizzata da un campanile con bifore in stile gotico. Nei dintorni dell’abitato sono tuttora visibili i resti di un ponte romano a tre arcate, una delle quali è intatta.

Era abitata già in età neolitica (III-II millennio a.C.), come dimostrano ritrovamenti archeologici; resti di una cinta muraria poligonale, eretta tra il IV e il III secolo a.C., attestano inoltre l’esistenza di una città <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=SANNITA'>sannita</a>. Sviluppatosi in epoca alto-medievale intorno a un castello, l’attuale abitato fu inglobato tra i possedimenti di nobili casate, quali gli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=ORSINI'>Orsini</a>, i Grimaldi di Monaco e i Sargemano. Fu interamente ricostruito dopo il violento sisma del 1856 e successivamente danneggiato dal terremoto che ha colpito l’Irpinia nel 1980. Il toponimo, citato nel <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CATALOGUSBARONUM'>Catalogus Baronum</a> (1150-1168), è un composto del sostantivo “monte” e dell’aggettivo “verde” e allude a un’area ricca di vegetazione. Il castello, edificato nell’alto Medioevo e ampiamente rimaneggiato tra il XIV e il XV secolo, conserva la struttura quattrocentesca, con due imponenti torri angolari cilindriche e masti a pianta quadrata. La chiesa di Santa Maria di Nazareth (XVIII secolo), ricostruita all’inizio del XX secolo, è abbellita da pilastri e archi ogivali, che la dividono in tre navate; vi sono custoditi un altare in marmi policromi, statue lignee e affreschi sette-ottocenteschi. La chiesa di Santa Maria del Carmine, risalente al XVIII secolo, è caratterizzata da un campanile con bifore in stile <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=GOTICO'>gotico</a>. Nei dintorni dell’abitato sono tuttora visibili i resti di un ponte romano a tre arcate, una delle quali è intatta.

Economia

La posizione isolata dell’abitato non ha favorito l’apertura nei confronti del nuovo. Prevalente, all’interno dell’economia locale, è il ruolo del settore primario, rappresentato dalla silvicoltura, dalla produzione di cereali e uva nonché dall’allevamento, cui è legata la produzione artigianale di latticini e caciocavallo; oltre ad alcune piccole aziende alimentari, il settore secondario comprende poche imprese di dimensione artigianale attive nei comparti degli strumenti musicali, del legno e dei materiali da costruzione. La rete commerciale, commisurata alle esigenze della comunità, è affiancata da un modesto comparto dei servizi privati. Dispone delle scuole dell’obbligo ma è priva di rilevanti strutture culturali; l’assistenza sanitaria è garantita da un ufficio sanitario, da un punto di vaccinazione e dalla farmacia; pur se ristretto, l’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno.

La posizione isolata dell’abitato non ha favorito l’apertura nei confronti del nuovo. Prevalente, all’interno dell’economia locale, è il ruolo del settore primario, rappresentato dalla silvicoltura, dalla produzione di cereali e uva nonché dall’allevamento, cui è legata la produzione artigianale di latticini e caciocavallo; oltre ad alcune piccole aziende alimentari, il settore secondario comprende poche imprese di dimensione artigianale attive nei comparti degli strumenti musicali, del legno e dei materiali da costruzione. La rete commerciale, commisurata alle esigenze della comunità, è affiancata da un modesto comparto dei servizi privati. Dispone delle scuole dell’obbligo ma è priva di rilevanti strutture culturali; l’assistenza sanitaria è garantita da un ufficio sanitario, da un punto di vaccinazione e dalla farmacia; pur se ristretto, l’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno.

Relazioni

La bellezza della campagna circostante ne fa, in estate, una meta turistica ricercata dagli amanti delle passeggiate nella natura; destinazioni privilegiate sono il lago di San Pietro, adatto alla pesca sportiva, e la sorgente del torrente Osento sul monte Origlio, habitat ideale di diverse specie faunistiche protette. Il centro storico rappresenta lo scenario ideale per lo svolgersi della rappresentazione in forma drammatica della Passione e della morte di Cristo (Venerdì Santo), che richiama un buon numero di visitatori e di fedeli dal circondario. La Patrona, Santa Caterina, si festeggia il 25 novembre.

La bellezza della campagna circostante ne fa, in estate, una meta turistica ricercata dagli amanti delle passeggiate nella natura; destinazioni privilegiate sono il lago di San Pietro, adatto alla pesca sportiva, e la sorgente del torrente Osento sul monte Origlio, habitat ideale di diverse specie faunistiche protette. Il centro storico rappresenta lo scenario ideale per lo svolgersi della rappresentazione in forma drammatica della Passione e della morte di Cristo (Venerdì Santo), che richiama un buon numero di visitatori e di fedeli dal circondario. La Patrona, Santa Caterina, si festeggia il 25 novembre.

Località

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Monteverde rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.