Descrizione

Centro collinare di origini antiche, sorretto principalmente dall'industria, dal turismo, dal commercio e, in minor misura, dalle tradizionali attività rurali. Ben più della metà dei forsempronesi, il cui indice di vecchiaia è superiore alla media, risiede nel capoluogo comunale mentre il resto della comunità si distribuisce nelle località di Calmazzo, Ghilardino, Isola di Fano, Ponte degli Alberi e San Lazzaro, in alcuni agglomerati urbani elementari e in numerose case sparse. L'abitato, adagiato lungo le pendici di un colle, consiste di un nucleo medievale, dominato dai resti di una rocca, e di una zona moderna, solcata da vie ampie e regolari e distesa su una pianura alluvionale. È dominato da alcuni rilievi calcarei, rivestiti di formazioni boschive di pino, cipresso, cedro, abete, roverella, acero e orniello nonché di una folta macchia mediterranea. Il territorio comunale, che confina con un'isola amministrativa del comune di Fermignano, ospita numerose specie animali, quali diversi ungulati, rapaci e piccoli mammiferi.

Centro collinare di origini antiche, sorretto principalmente dall'industria, dal turismo, dal commercio e, in minor misura, dalle tradizionali attività rurali. Ben più della metà dei forsempronesi, il cui indice di vecchiaia è superiore alla media, risiede nel capoluogo comunale mentre il resto della comunità si distribuisce nelle località di Calmazzo, Ghilardino, Isola di Fano, Ponte degli Alberi e San Lazzaro, in alcuni agglomerati urbani elementari e in numerose case sparse. L'abitato, adagiato lungo le pendici di un colle, consiste di un nucleo medievale, dominato dai resti di una rocca, e di una zona moderna, solcata da vie ampie e regolari e distesa su una pianura alluvionale. È dominato da alcuni rilievi calcarei, rivestiti di formazioni boschive di pino, cipresso, cedro, abete, roverella, acero e orniello nonché di una folta macchia mediterranea. Il territorio comunale, che confina con un'isola amministrativa del comune di Fermignano, ospita numerose specie animali, quali diversi ungulati, rapaci e piccoli mammiferi.

Storia

Fondata dai romani, che la elevarono al rango di municipio nel I secolo a.C., fu devastata dai goti e successivamente inserita dai bizantini nella Pentapoli montana; distrutta nel VI secolo dai longobardi, fu donata al pontefice Silvestro II dal re franco Pipino il Breve. Nei primi anni del Duecento fu infeudata alla famiglia D'Este e in seguito ai Malatesta, che la cedettero a Federico da Montefeltro. Dopo essere passata ai Della Rovere, nel 1631 ritornò allo Stato Pontificio. Il toponimo è una continuazione di quello latino, FORUM SEMPRONII, attestato in fonti classiche con l'etnico FORO SEMPRONIENSES. Il centro storico conserva edifici quattro-cinquecenteschi e numerosi palazzi nobiliari, quali la Corte Alta e la Corte Rossa (XV e XVI secolo), residenze dei duchi d'Urbino, il palazzo vescovile (XV secolo), quello comunale (XVI secolo) e quello Seta-Cattabeni. Oltre a consistenti resti dell'antica città romana, sono tuttora visibili i ruderi della rocca pentagonale malatestiana. Gli edifici religiosi di maggior pregio sono la chiesa seicentesca di San Filippo, la cattedrale (XVIII secolo) e le chiese di San Francesco, Sant'Agostino e Santa Maria del Popolo, tutte adorne di preziose tele e arredi sacri di varie epoche.

Fondata dai romani, che la elevarono al rango di municipio nel I secolo a.C., fu devastata dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=GOTI'>goti</a> e successivamente inserita dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=BIZANTINI'>bizantini</a> nella <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=PENTAPOLIMONTANA'>Pentapoli montana</a>; distrutta nel VI secolo dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a>, fu donata al pontefice Silvestro II dal re <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=FRANCOPIPINOILBREVE'>franco Pipino il Breve</a>. Nei primi anni del Duecento fu infeudata alla famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=DESTE'>D'Este</a> e in seguito ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MALATESTA'>Malatesta</a>, che la cedettero a <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=FEDERICODAMONTEFELTRO'>Federico da Montefeltro</a>. Dopo essere passata ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=DELLAROVERE'>Della Rovere</a>, nel 1631 ritornò allo Stato Pontificio. Il toponimo è una continuazione di quello latino, FORUM SEMPRONII, attestato in fonti classiche con l'etnico FORO SEMPRONIENSES. Il centro storico conserva edifici quattro-cinquecenteschi e numerosi palazzi nobiliari, quali la Corte Alta e la Corte Rossa (XV e XVI secolo), residenze dei duchi d'Urbino, il palazzo vescovile (XV secolo), quello comunale (XVI secolo) e quello Seta-Cattabeni. Oltre a consistenti resti dell'antica città romana, sono tuttora visibili i ruderi della rocca pentagonale <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=MALATESTIANA'>malatestiana</a>. Gli edifici religiosi di maggior pregio sono la chiesa seicentesca di San Filippo, la cattedrale (XVIII secolo) e le chiese di San Francesco, Sant'Agostino e Santa Maria del Popolo, tutte adorne di preziose tele e arredi sacri di varie epoche.

Economia

Alla tradizionale produzione di frumento, ortaggi, uva, olive, foraggi e barbabietole nonché all'allevamento avicolo si sono affiancati da tempo l'industria e il terziario. Il settore secondario è rappresentato da un ricco apparato di imprese, attive prevalentemente nei comparti dell'abbigliamento, del legno, dei mobili, della lavorazione dei metalli, della meccanica e dell'elettronica. Buoni proventi derivano inoltre dall'articolata rete commerciale, da un nutrito ventaglio di servizi privati e dal turismo. Il comune, sede della Comunità montana, dispone delle scuole dell'obbligo, di un istituto tecnico industriale, di una scuola magistrale, di un museo civico, di una pinacoteca, di una galleria d'arte contemporanea, di una biblioteca civica e di una conventuale, curata dai cappuccini del santuario del Beato Benedetto. Il qualificato apparato ricettivo comprende vari ristoranti e alberghi mentre le strutture sanitarie annoverano un ospedale, la sede del distretto sanitario, un poliambulatorio e un Sert (Servizio Tossicodipendenze).

Alla tradizionale produzione di frumento, ortaggi, uva, olive, foraggi e barbabietole nonché all'allevamento avicolo si sono affiancati da tempo l'industria e il terziario. Il settore secondario è rappresentato da un ricco apparato di imprese, attive prevalentemente nei comparti dell'abbigliamento, del legno, dei mobili, della lavorazione dei metalli, della meccanica e dell'elettronica. Buoni proventi derivano inoltre dall'articolata rete commerciale, da un nutrito ventaglio di servizi privati e dal turismo. Il comune, sede della Comunità montana, dispone delle scuole dell'obbligo, di un istituto tecnico industriale, di una scuola magistrale, di un museo civico, di una pinacoteca, di una galleria d'arte contemporanea, di una biblioteca civica e di una conventuale, curata dai cappuccini del santuario del Beato Benedetto. Il qualificato apparato ricettivo comprende vari ristoranti e alberghi mentre le strutture sanitarie annoverano un ospedale, la sede del distretto sanitario, un poliambulatorio e un Sert (Servizio Tossicodipendenze).

Relazioni

Di rara spettacolarità sono le attrattive paesaggistiche locali, come le cosiddette “marmitte dei giganti”, incise nella roccia dalle acque del Metauro in prossimità della selvaggia gola del Furlo. All'ingrediente principale della gastronomia locale, il tartufo bianco, è dedicata una mostra-mercato (prima domenica di marzo), in occasione della quale è possibile degustare altri prodotti tipici come gli “straccadenti”, dolcetti simili ai cantucci toscani. Di grande richiamo sono anche il “Trionfo del carnevale” (seconda domenica di maggio), con palio equestre e sfilata in costumi rinascimentali, e il “Torneo internazionale di minibasket” (prima settimana di luglio), che richiama numerosi giovanissimi atleti da ogni parte d'Europa. Il Patrono Sant'Aldebrando si festeggia il 2 maggio. È gemellata con Entraigues Sur Sorgue (Francia) dal 1988. Ha dato i natali, tra gli altri, allo stampatore Ottaviano Petrucci (1466-1539), ai pittori e incisori Giovanni Francesco Guerrieri (1589-1655) e Giuseppe Diamantini (1621-1705) nonché al letterato Giacomo Pergamino (1531-1615).

Di rara spettacolarità sono le attrattive paesaggistiche locali, come le cosiddette “marmitte dei giganti”, incise nella roccia dalle acque del Metauro in prossimità della selvaggia gola del Furlo. All'ingrediente principale della gastronomia locale, il <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=TARTUFO'>tartufo</a> bianco, è dedicata una mostra-mercato (prima domenica di marzo), in occasione della quale è possibile degustare altri prodotti tipici come gli “straccadenti”, dolcetti simili ai cantucci toscani. Di grande richiamo sono anche il “Trionfo del carnevale” (seconda domenica di maggio), con palio equestre e sfilata in costumi rinascimentali, e il “Torneo internazionale di minibasket” (prima settimana di luglio), che richiama numerosi giovanissimi atleti da ogni parte d'Europa. Il Patrono Sant'Aldebrando si festeggia il 2 maggio. È gemellata con Entraigues Sur Sorgue (Francia) dal 1988. Ha dato i natali, tra gli altri, allo stampatore Ottaviano Petrucci (1466-1539), ai pittori e incisori Giovanni Francesco Guerrieri (1589-1655) e Giuseppe Diamantini (1621-1705) nonché al letterato Giacomo Pergamino (1531-1615).

Località

Bellaguardia, Calmazzo, Caspessa, Ghilardino, Isola di Fano, Montalto Tarugo, Ponte degli Alberi, San Gervasio, San Lazzaro, San Martino dei Muri, Torricella

Bellaguardia, Calmazzo, Caspessa, Ghilardino, Isola di Fano, Montalto Tarugo, Ponte degli Alberi, San Gervasio, San Lazzaro, San Martino dei Muri, Torricella