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VANVITELLI

Approfondimento

Approfondimento: VANVITELLI

Famiglia di artisti di origine olandese, trasferitasi in Italia con Gaspare Vanvitelli, nome italianizzato di Gaspar Van Wittel, nato ad Amersfoort nel 1653 e morto a Roma nel 1736. Avvicinatosi alla pittura in patria, si affermò come vedutista dafin dal suo arrivo a Roma nel 1674. Nei suoi dipinti, che sono minute e accurate descrizioni di paesaggi e di città, egli trasferì le impressioni colte ricavate dai viaggi attraverso tutta l'Italia, aggiungendovi un carattere tipicamente nordico, che con il passare degli anni si sciolse in tonalità più calde e luminose. La sua opera, che influenzò il Canaletto, si inserisce nella nascente cultura illuministica in contrasto con il tardo-barocco e il rococò. I suoi quadri sono conservati in numerosi musei italiani e stranieri. Suo figlio Luigi, nato a Napoli e morto a Caserta nel 1773, fu pittore, scenografo, architetto, urbanista e ingegnere idraulico. Avviato dal padre alla pittura, si volse ben presto all'architettura, diventando uno dei più eclettici architetti italiani nel periodo di transizione dal barocco al neoclassicismo. Nel 1735, a ventisei anni, fu nominato architetto collaboratore della fabbrica di San Pietro. Tra le sue opere a Roma sono da ricordare la costruzione dell'acquedotto di Vermicino nei dintorni di Frascati (1730-1732), l'ampliamento di Palazzo Chigi-Odescalchi (1745), la trasformazione di Santa Maria degli Angeli (1749) e la costruzione del convento degli agostiniani. Realizzò e restaurò edifici anche in Umbria e nelle Marche. Il suo capolavoro rimane però la reggia di Caserta, voluta da Carlo III di Borbone come luogo di residenza più sicuro. I lavori, che furono allo stesso tempo di architettura, urbanistica e ingegneria idraulica, iniziarono nel 1752 e proseguirono fino alla morte dell'artista. Questo imponente palazzo, che è una vera e propria cittadella, fu realizzato in stile rigidamente classico con qualche elemento scenografico barocco, presente soprattutto negli effetti prospettici degli interni, come per esempio la celebre Scala Regia. Tra le numerosissime opere che eseguì durante il suo soggiorno napoletano, si ricordano la chiesa della Santissima Annunziata (iniziata nel 1761 e portata a termine dal figlio Carlo nel 1782) e la chiesa dei Padri della Missione (iniziata nel 1760), entrambe a Napoli, il Foro Carolino (1760-1765), l'imponente acquedotto Carolino a Caserta (1753-1768) e i ponti di Eboli e di Benevento. Durante il periodo napoletano Luigi ebbe come allievo e collaboratore suo figlio Carlo, nato a Napoli nel 1739 e qui morto nel 1821. Dopo la morte del padre, Carlo fu nominato primo architetto di corte e diresse il completamento dei lavori della reggia di Caserta, sistemando il parco e il giardino all'inglese. Costruì inoltre il palazzo d'Angri (1755), la chiesa della Trinità dei Pellegrini a Napoli, palazzo Albertini a Cimitile, i giardini sulla spiaggia di Chiaia per Ferdinando IV (1778-1780) e il Casinò reale di Baia (1782). Nelle sue opere rivelò uno stile molto vicino a quello paterno, tra il gusto barocco e quello neoclassico.

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