Descrizione
Centro collinare, di probabili origini medievali, che accanto alle tradizionali attività agricole ha notevolmente sviluppato il tessuto industriale. I caraschesi, con un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, numerose case sparse e le località Bavaggi, Graveglia, Paggi, Rivarola, Santa Maria di Sturla, Terrarossa, Loreto e San Quirico. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con accentuate variazioni altimetriche: si raggiungono i 675 metri di quota. L’abitato, immerso nel verde, non mostra segni di espansione edilizia; situato in una conca, ha un andamento plano-altimetrico leggermente vario. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, spicca una sbarra d’argento con la legenda CARASCO in caratteri capitali romani.
Storia
Citata per la prima volta, come Calasco, in un documento della fine del X secolo, in cui sono menzionati i possedimenti dell’abbazia di San Colombano di Bobbio, ha un toponimo di origini incerte: probabilmente si tratta di un aggettivo, col suffisso -asco, derivante forse dalla voce ligure “karà”, che significa ‘scendere’ (dal verbo latino CALARE). Importante scalo per le merci dirette in Lombardia, nel secolo XI fu infeudata a un ramo dei conti di Lavagna, i Ravaschieri, passando, nel Duecento, sotto il dominio della repubblica marinara di Genova, di cui condivise le sorti. Gravemente danneggiata dagli straripamenti del torrente Sturla, nella seconda metà del XVII secolo, divenne in seguito il capo quartiere di Chiavari. La storia successiva all’avvento di Napoleone non si discosta da quella dei territori circostanti, annessi al regno dei Savoia col congresso di Vienna, del 1815. Tra le testimonianze storico-architettoniche meritano di essere citati: la parrocchiale dell’Immacolata, edificata negli anni Cinquanta; la chiesa abbaziale di Nostra Signora del Ponte di Lavagna, della fine del Seicento; un ponte medievale, e i resti del castello di Rivarola, fatto costruire dai genovesi, nella prima metà del XII secolo.
Economia
L’agricoltura, basata sulla produzione di cereali, ortaggi, vite, olive e frutta, è integrata dall’allevamento di bovini, caprini e avicoli. Più sviluppate sono le industrie chimica, edile e metalmeccanica, affiancate da aziende che operano nei comparti alimentare, cantieristico navale, elettronico, tessile, dell’abbigliamento, del legno, dei materiali da costruzione, della stampa, dell’estrazione di pietra e della fabbricazione di mobili, articoli sportivi e in plastica, apparecchiature elettriche, parti e accessori per autoveicoli. Il terziario si compone di una sufficiente rete commerciale e dell’insieme dei servizi che, accanto a quello bancario, comprendono anche attività di consulenza informatica, valido supporto per l’economia locale. Non si segnalano strutture sociali degne di nota. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno, mentre quelle sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico; per altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.
Relazioni
Sebbene non registri un significativo movimento di turisti, offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni, godendo delle bellezze dell’ambiente naturale. Molto frequentata per lavoro, grazie alle sue attività produttive e soprattutto alla presenza delle industrie, che consentono un notevole assorbimento di manodopera, è al centro di rapporti particolarmente intensi con i comuni vicini, ai quali la popolazione si rivolge per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti sul posto. La festa del Patrono, San Marziano, si celebra il 9 dicembre.
Località
Bavaggi, Graveglia, Loreto, Paggi, Rivarola, San Quirico, Santa Maria di Sturla, Terrarossa