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Provincia di CASERTA

Capoluogo: Caserta

Scheda

 
Stemma della provincia Caserta
   

Provincia di Caserta - Statistiche

Territorio. Provincia situata nella porzione nord-occidentale della Campania, con una morfologia prevalentemente collinare e pianeggiante e un'economia sostenuta principalmente dal terziario, seguito dai settori secondario e primario. La popolazione, che presenta un indice di vecchiaia inferiore alla media, si distribuisce in 104 comuni e si concentra nelle aree di pianura e di collina. Il territorio, racchiuso tra il Lazio e il Molise a nord, la provincia di Napoli a sud, il mar Tirreno a ovest e le province di Avellino e Benevento a est, è occupato per la maggior parte da ampie aree pianeggianti di origine prevalentemente alluvionale (medio e basso bacino del fiume Volturno e valle sinistra del fiume Garigliano), alternate a rilievi subappenninici di natura calcarea (monte Massico, Monte Maggiore, monte Tifata) e vulcanica (complesso di Roccamonfina); le quote si elevano sensibilmente lungo il confine con il Molise, segnato per intero dal versante occidentale del massiccio calcareo del Matese, che nel Casertano raggiunge la massima elevazione con il monte la Gallinola (1.923 m). Numerosi corsi d'acqua solcano il territorio provinciale: oltre al fiume Volturno e al Garigliano, che segna buona parte del confine provinciale con il Lazio, si ricordano i Regi Lagni, l'Agnena, il Savone e il Lete; sviluppata è anche la rete idrografica sotterranea, soprattutto nel massiccio del Matese, sede di accentuati fenomeni carsici; non mancano inoltre bacini lacustri naturali e artificiali (laghi del Matese, di Carinola, di Letino, di Gallo). Le caratteristiche geomorfologiche e climatiche favoriscono lo sviluppo di una vegetazione molto varia, composta da macchia mediterranea lungo il litorale e nelle aree pianeggianti, leccete, boschi di roverelle, carpini e ornielli nel subappennino, castagneti sui suoli vulcanici, faggete in alta montagna e vegetazione acquatica e palustre lungo le rive del Volturno e degli altri corsi d'acqua. L'aspetto attuale del territorio, tuttavia, mostra gli effetti dell'attività dell'uomo, che fin da tempi assai remoti ha operato in tutta la regione: in conseguenza di ciò la vegetazione naturale è quasi del tutto scomparsa. Sullo sfondo azzurro dello stemma provinciale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggiano due cornucopie dorate: l'una è ricolma di frutta, l'altra di spighe di grano, simboli di fertilità del suolo e di abbondanza.

Comunicazioni. Il territorio provinciale funge da cerniera, per quanto riguarda le comunicazioni, tra la conurbazione napoletana e le regioni centro-settentrionali della penisola, essendo solcato da alcune importanti direttrici longitudinali del traffico, quali l'autostrada A1 del Sole (Milano-Roma-Napoli), l'autostrada Caserta-Salerno (A30), la linea ferroviaria “Direttissima” Roma-Napoli e le strade statali di grande comunicazione n. 7 Appia e n. 6 Casilina. Altri fondamentali assi viari sono le strade statali di rilievo interregionale: n. 87 Sannitica, n. 85 Venafrana, n. 7 quater Domiziana e n. 7 bis di Terra di Lavoro; sono invece di rilievo comprensoriale le statali: n. 158 del medio Volturno, n. 162 della Valle Caudina, n. 264 del basso Volturno, n. 265 dei Ponti della Valle, n. 372 Telesina, n. 430 della Valle del Garigliano e n. 608 di Teano nonché l'Asse di Supporto, moderna arteria con giacitura est-ovest costruita allo scopo di agevolare la mobilità intercomunale di merci e persone nel comprensorio napoletano. Piuttosto articolata è la rete ferroviaria, che conta, oltre alla già citata “Direttissima”, le linee Roma-Cassino-Caserta, Caserta-Benevento-Foggia, Santa Maria Capua Vetere-Piedimonte Matese (in concessione), Vairano/Caianello-Carpinone, Aversa-Cancello, Aversa-Caserta, Cancello-Benevento e Cancello-Caserta.

Storia. Il territorio fu abitato fin da epoca molto remota, come attestano svariati ritrovamenti risalenti al neolitico e all'eneolitico. In seguito vide fiorire le civiltà degli ausoni, degli aurunci e degli opici, cui si aggiunsero quella greca nelle zone costiere, a partire dall'VIII secolo a.C., e quella etrusca nell'entroterra (VI secolo a.C.). Intorno al VI-V sec. a.C. i contrasti sorti tra etruschi, che avevano fatto di Capua la capitale di una confederazione di dodici città, e greci aprirono la strada ai fieri e bellicosi sanniti, che fondendosi con i precedenti abitanti della zona diedero origine alla civiltà osca, assai diversa e molto più evoluta rispetto a quella dei sanniti rimasti nel Sannio. Nel IV secolo a.C. la politica espansionistica perseguita da romani e sanniti diede luogo a tre sanguinose guerre, combattute tra il 343 e il 290 a.C., in seguito alle quali Roma rimase padrona di tutto il territorio. La costruzione di grandi opere infrastrutturali, come la via Appia (312 a.C.), che collegava Roma a Capua e a Brindisi, in Puglia, e la fondazione di numerose colonie determinarono il progressivo addensarsi della popolazione nelle fertilissime zone di pianura. In epoca alto-medievale il territorio, pur sconvolto dalle invasioni barbariche e devastato dalla malaria, conservò la sua unità. Durante il dominio longobardo si ebbe una certa ripresa culturale ed economica: sorsero nuovi insediamenti e Capua divenne il principale centro del comprensorio, quale capitale di un ducato indipendente (dall'840) e successivamente di principato (X secolo); da Aversa, invece, prese avvio nell'XI secolo la conquista dell'Italia meridionale da parte dei normanni: nel 1030, infatti, la città fu data in feudo dal duca di Napoli Sergio IV, in lotta con il principe di Capua Pandolfo III, al normanno Rainulfo Drengot, diventando la prima contea normanna in Italia. Da questo punto in poi la storia della provincia si identifica con quella dell'intera regione: il territorio fu compreso nel regno di Sicilia, soggetto alla monarchia normanno-sveva, e inserito nel giustizierato di Terra di Lavoro; in epoca angioina godette di una certa prosperità grazie alla vicinanza di Napoli, divenuta capitale del regno di Sicilia, ma ben presto fu coinvolto nelle lotte tra Angioini e Aragonesi e poi tra francesi e spagnoli; questi ultimi, vittoriosi, lo amministrarono tramite i loro viceré dal 1504 al 1707. Agli spagnoli subentrarono gli austriaci (1707-1734) e i Borboni, i quali, salvo le due parentesi del 1799 (Repubblica Partenopea) e del 1806-1815 (regni di Giuseppe Bonaparte e di Gioacchino Murat), governarono il comprensorio fino al 1860. Durante la seconda guerra mondiale la provincia fu teatro di aspri scontri tra alleati e tedeschi; nell'ottobre del 1943 la reggia di Caserta divenne sede del comando supremo alleato in Italia e nell'aprile del 1945 vi fu firmata la resa delle truppe tedesche operanti in Italia.

Struttura socio-economica. Negli ultimi decenni la struttura produttiva della provincia si è gradualmente modificata, passando dall'originaria configurazione quasi esclusivamente agricola ad una caratterizzata da un maggior peso dei settori secondario e terziario. L'agricoltura, grazie anche alla massiccia opera di bonifica che ha interessato buona parte del territorio provinciale, riveste tuttora un ruolo fondamentale nella formazione del reddito; è stata tuttavia interessata da un profondo rinnovamento, sia per quanto riguarda le tecniche colturali, sia in termini di nuove coltivazioni: è diminuito, infatti, il peso di alcune colture tradizionali (cereali) mentre si è avuto un enorme incremento nella produzione di tabacco, ortaggi, frutta, olive, uva e foraggio, quest'ultimo destinato a un patrimonio zootecnico in continuo aumento -notevole diffusione ha, in particolare, l'allevamento dei bovini e delle bufale da latte e di sicuro rilievo a livello nazionale è la produzione di mozzarella di bufala-. Il settore secondario, che affonda le sue radici nel Settecento, quando i Borboni avviarono la manifattura serica di San Leucio (Caserta), si è sviluppato in maniera organica sul territorio solo a partire dalla seconda metà del Novecento e oggi, accanto ai comparti alimentare, tessile, delle confezioni e dell'edilizia, spiccano quelli elettronico, metalmeccanico, dei materiali da costruzione, calzaturiero, della gomma e della plastica, chimico e farmaceutico. Nell'ambito del settore terziario l'incidenza del turismo è, in termini relativi, ancora poco significativa ma presenta ampi margini di crescita, vista l'abbondanza di attrattive (bellezze architettoniche e paesaggistiche, clima straordinario, presenza di mare limpido e ampie spiagge lungo il litorale domiziano) e la recente realizzazione di adeguate infrastrutture (ad esempio nel Matese). Oltre al capoluogo provinciale, costituiscono poli di gravitazione Aversa, Piedimonte Matese, Santa Maria Capua Vetere, Sessa Aurunca e Teano.

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