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PARCO NATURALE REGIONALE DEL BEIGUA

Approfondimento

Approfondimento: PARCO NATURALE REGIONALE DEL BEIGUA

È la più vasta area protetta regionale della Liguria, che si estende per circa 18.000 ettari e interessa la porzione di territorio che si sviluppa alle spalle di Genova e Savona. Il parco si identifica sostanzialmente con il massiccio del Monte Beigua, imponente bastione che incombe sul tratto di costa tra Celle ed Arenzano ed è caratterizzato da cime che sfiorano i 1.300 m a pochi chilometri dal mare. Il crinale principale del sistema, spesso con carattere di altopiano, si sviluppa dal Colle del Giovo al Passo del Turchino con andamento parallelo alla costa, passando per le vette del Monte Beigua (1.287 m), della Cima Frattin (1.145 m), del Monte Rama (1.148 m), del Monte Argentea (1082 m) e del Monte Reixa (1.183 m). I versanti meridionali sono ricchi di brevi torrenti che si gettano nel mare, mentre quelli settentrionali declinano dolcemente verso la pianura padana, solcati da corsi d'acqua lunghi e tortuosi. Il cuore del parco è costituito in prevalenza da rocce metamorfiche, dette "ofioliti" o "rocce verdi", che derivano da mutamenti chimico-fisici intervenuti su originarie rocce ignee formatesi in ambiente di fondo oceanico. Il quadro geologico è completato da formazioni sedimentarie di origine marina. Straordinaria è la varietà di ambienti: le zone di crinale ospitano una vegetazione stentata, con praterie di origine antropica e radi faggi arbustivi. Scendendo di quota si possono ammirare estese faggete, castagneti, boschi misti di latifoglie, rimboschimenti a pino nero e a pino silvestre. Sui versanti tirrenici crescono la macchia mediterranea e pinete artificiali a pino marittimo. La fauna presenta specie di grande interesse scientifico, soprattutto tra rettili, anfibi e insetti, costituendo una via di migrazione tra Alpi ed Appennini. Accanto a specie endemiche della zona e a specie artico-alpine (la Rana temporaria e alcuni coleotteri), numerose sono quelle al limite del loro areale (la Salamandrina terdigitata e il Triturus vulgaris meridionalis, endemiche italiane, si trovano qui al loro limite occidentale). Oltre ai mammiferi di piccola taglia più comuni (volpe, donnola, faina, tasso), sono numerosi i cinghiali (Sus scrofa), i caprioli (Capreolus capreolus) e, in misura minore, i daini (Dama dama). Il settore meridionale del parco risulta essere uno dei principali punti di osservazione delle migrazioni primaverili degli uccelli e dei rapaci diurni in particolare, nell'ambito del bacino mediterraneo. Frequentata già in epoca preistorica da cacciatori e pastori, in tempi successivi la zona divenne il crocevia di importanti vie di commercio tra la costa e la pianura padana, mentre il territorio era colonizzato da insediamenti sempre più grandi e produttivi. Nei secoli, accanto alle antiche tradizioni agro-silvo-pastorali, si affiancarono ferriere, vetrerie e cartiere, con produzioni anche di ottima qualità e molto apprezzate sul mercato. Attualmente, hanno grande rilevanza l'industria dolciaria sassellese (che produce amaretti e canestrelli esportati in tutto il mondo), i prodotti caseari, la lavorazione delle carni bovine e ovine e i prodotti basati sulla raccolta e conservazione dei funghi. Va inoltre ricordata la lavorazione della filigrana d'oro e d'argento a Campo Ligure, conosciuta e apprezzata a livello internazionale.

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