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IMPERO ROMANO D'ORIENTE

Approfondimento

Approfondimento: IMPERO ROMANO D'ORIENTE

Vasta entità politico-amministrativa, con capitale Costantinopoli, formatasi tra il 330 e il 395 d. C. nella parte orientale dell'impero romano e durata fino al 1453; pur costituendo inizialmente un'unità con l'impero romano d'Occidente, se ne distinse sempre per ragioni culturali, amministrative, militari, politiche, religiose e geografiche. La riforma di Diocleziano (284-305), che separò l'amministrazione dell'Oriente greco-ellenistico da quella dell'Occidente latino, fu il primo passo verso l'effettiva divisione. Dopo di lui Costantino (307-337), benché mosso dalla volontà di preservare l'unità politica dell'impero nella figura di un unico imperatore, mantenne separate le due amministrazioni e trasferì la sede del governo da Roma a Bisanzio, che prese il nome di Costantinopoli (330). Fatta eccezione per il breve periodo in cui impero romano d'Oriente e impero d'Occidente si riunirono sotto Giuliano l'Apostata, dalla morte di Costantino ci fu un imperatore a capo di ciascuna delle due partizioni, che nel 395 diedero origine a due organismi distinti ma associati. Mentre l'impero romano d'Occidente, sconvolto dalle invasioni barbariche, si dissolveva nel 476 d. C., quello d'Oriente, attraverso fasi alterne di splendore e di decadenza, si mantenne saldo e sviluppò una florida civiltà. Le popolazioni barbariche non costituirono inizialmente una seria minaccia per l'impero d'Oriente e mostrarono rispetto per i suoi imperatori, che nel frattempo andavano rivendicando il possesso dell'Occidente considerandosi unici e legittimi eredi di Roma. Queste aspirazioni trovarono l'espressione più alta in Giustiniano (527-565), che restaurò l'universalità romana togliendo l'Italia agli ostrogoti, l'Africa ai vandali e parte della Spagna ai visigoti. Lasciò però i confini orientali del suo impero in balia di unni, àvari, bulgari, slavi e persiani, così che i suoi successori, impegnati a difendere i propri territori, cessarono di occuparsi dell'Occidente. Dal VII secolo un nuovo pericolo fu rappresentato dagli arabi, che conquistarono la Palestina, la Siria e l'Egitto (639-642) e che nel 717 arrivarono ad assediare la stessa Costantinopoli. In Italia, nel frattempo, il dominio degli imperatori orientali subiva continui colpi e si avviava al tramonto: i territori bizantini del ducato romano, della Tuscia, dell'Umbria, della Pentapoli e dell'Esarcato, caduti nelle mani dei longobardi, furono con un accordo assegnati al papa e formarono così la prima fetta del patrimonio della Chiesa (728); l'incoronazione di Carlo Magno a imperatore del Sacro Romano Impero (800) decretò la fine della dipendenza anche formale dell'Occidente da Costantinopoli e, tra l'827 e l'839, la Sicilia, la Puglia e la Calabria caddero in mano agli arabi. Dopo l'ultimo periodo di gloria sotto la dinastia macedone (867-1057), che inferse un colpo durissimo alla potenza araba e al regno dei bulgari, dall'XI secolo iniziò l'inesorabile decadenza dell'impero d'Oriente, fiaccato oltretutto da disordini religiosi interni, che portarono allo scisma della Chiesa ortodossa di Bisanzio dalla Chiesa di Roma (1054). All'orizzonte si affacciavano intanto altri fieri nemici: i turchi, che nel 1071 occuparono l'Asia Minore, e i normanni, che conquistarono l'Italia meridionale. L'alleanza cattolico-ortodossa tra latini e greci, in occasione della prima crociata contro i turchi (1096) e di quelle successive, non riuscì a fermare l'avanzata degli infedeli, soprattutto perché in luogo della collaborazione contro il comune nemico si creò un clima di diffidenza e di rivalità politica ed economica. Nel 1203, durante la quarta crociata, Costantinopoli finì nelle mani dei crociati latini (signori di Francia, Italia, Germania e mercanti veneziani) e nel 1204 l'impero fu diviso in numerosi stati feudali, trasformandosi così nell'impero latino d'Oriente; questo durò fino al 1261, quando i bizantini della dinastia dei Paleologhi ripresero possesso di Costantinopoli con l'aiuto dei genovesi. Nel corso del XIV secolo si fece più grave il pericolo dei turchi, che tentarono ben trenta volte l'assedio della capitale, e vane furono altre due crociate di occidentali accorse in aiuto della città. Il trentesimo e ultimo assedio turco, avvenuto nel 1453 sotto la guida di Maometto II, fu quello decisivo: l'ultimo imperatore, Costantino XI (1449-1453), morì combattendo in difesa di Costantinopoli. Così l'impero turco-ottomano pose fine a quello bizantino che, dopo undici secoli di storia, continuò a sopravvivere con la sua civiltà greco-romano-orientale tra tutti i popoli dell'Europa orientale e occidentale che erano stati un tempo sotto il suo dominio.

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