Descrizione

Comune collinare, di probabili antiche origini, in cui l’industria è affiancata dalle attività agricole. Gli zubienesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, si distribuiscono tra il capoluogo comunale, le località di Trucchi-Rossi-Filippi e Vermogno, alcuni aggregati urbani minori (Belvedere, Costa-Caporale, Ferreri, Perini, Molini, Montano e Parogno) nonché case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche accentuate; nelle parte orientale del comprensorio tra le uniformi colline di sassi della Bessa, spuntano boscaglie di latifoglie e rare specie botaniche e floristiche (il giglio rosso, il cappello di vescovo e la Pulsatilla montana) tra cui volteggiano upupe, capinere, fringuelli, rampichini e ghiandaie. Lo stemma comunale, partito, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Il primo campo si compone di dieci fasce dorate e rosse; lo sfondo azzurro della seconda sezione è attraversato da una fascia accompagnata, in capo, da tre bisanti e, in punta, da un monte a tre cime; il tutto d’oro.

Comune collinare, di probabili antiche origini, in cui l’industria è affiancata dalle attività agricole. Gli zubienesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, si distribuiscono tra il capoluogo comunale, le località di Trucchi-Rossi-Filippi e Vermogno, alcuni aggregati urbani minori (Belvedere, Costa-Caporale, Ferreri, Perini, Molini, Montano e Parogno) nonché case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche accentuate; nelle parte orientale del comprensorio tra le uniformi colline di sassi della Bessa, spuntano boscaglie di latifoglie e rare specie botaniche e floristiche (il giglio rosso, il cappello di vescovo e la Pulsatilla montana) tra cui volteggiano upupe, capinere, fringuelli, rampichini e ghiandaie. Lo stemma comunale, partito, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Il primo campo si compone di dieci fasce dorate e rosse; lo sfondo azzurro della seconda sezione è attraversato da una fascia accompagnata, in capo, da tre bisanti e, in punta, da un monte a tre cime; il tutto d’oro.

Storia

Il toponimo deriverebbe, secondo alcuni studiosi, dall’aggettivo “joviana”, riconducibile, a sua volta, al gentilizio JOVIUS; secondo una diversa teoria sarebbe invece da ricondurre alla radice celtica “zu”, che indicherebbe una ‘posizione elevata dal suolo’, con evidente riferimento alla collocazione geografica dell’insediamento. Il suo territorio era già popolato in epoca romana, come dimostrano alcuni reperti archeologici tra cui una lapide dedicata agli dei e alcune gallerie sotterranee scavate dai Vittimuli. Le prime notizie storiche relative all’abitato risalgono tuttavia all’epoca alto-medievale, quando faceva parte del comitato di Vercelli; infeudata ai conti di Pombia e ai signori di Cerrione, passò in seguito agli Avogadro di Cerrione (1165) rimanendovi per più di sei secoli fino al 1731, quando venne acquistata da Carlo Luigi da San Germano. Come molti comuni limitrofi proclamò la sua autonomia alla fine del Settecento in seguito alle campagne napoleoniche e al propagarsi delle idee rivoluzionarie francesi. La parrocchiale di San Nicolao, risalente alla seconda metà del XIII secolo, venne affrescata nell’Ottocento dal Bergonzoli e dallo Zanini e agli inizi del Novecento dal Gaia; custodisce internamente un altare maggiore in marmo variopinto e pregiati arredi sacri, tra cui un leggìo del Tagli (XVII secolo). La seconda parrocchiale dell’abitato, quella di San Cassiano, venne invece riedificata in epoca secentesca su un edificio preesistente; nella navata interna, ampliata ai lati da due eleganti cappelle, sono conservati un bell’altare maggiore, una tela del Ciardi (1896) e una balaustra marmorea del 1827. Oltre al palazzo De Marchi decorato internamente da splendide pitture parietali del XVIII secolo, merita una visita anche l’oratorio dei Santi Nereo, Achilleo e Pancrazio: situato nel cantone Parogno esso risale almeno al Cinquecento ed è abbellito internamente da un altare in pietra locale.

Il toponimo deriverebbe, secondo alcuni studiosi, dall’aggettivo “joviana”, riconducibile, a sua volta, al gentilizio JOVIUS; secondo una diversa teoria sarebbe invece da ricondurre alla radice celtica “zu”, che indicherebbe una ‘posizione elevata dal suolo’, con evidente riferimento alla collocazione geografica dell’insediamento. Il suo territorio era già popolato in epoca romana, come dimostrano alcuni reperti archeologici tra cui una lapide dedicata agli dei e alcune gallerie sotterranee scavate dai Vittimuli. Le prime notizie storiche relative all’abitato risalgono tuttavia all’epoca alto-medievale, quando faceva parte del comitato di Vercelli; infeudata ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=CONTIDIPOMBIA'>conti di Pombia</a> e ai signori di Cerrione, passò in seguito agli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=AVOGADRO'>Avogadro</a> di Cerrione (1165) rimanendovi per più di sei secoli fino al 1731, quando venne acquistata da Carlo Luigi da San Germano. Come molti comuni limitrofi proclamò la sua autonomia alla fine del Settecento in seguito alle campagne napoleoniche e al propagarsi delle idee rivoluzionarie francesi. La parrocchiale di San Nicolao, risalente alla seconda metà del XIII secolo, venne affrescata nell’Ottocento dal Bergonzoli e dallo Zanini e agli inizi del Novecento dal Gaia; custodisce internamente un altare maggiore in marmo variopinto e pregiati arredi sacri, tra cui un leggìo del Tagli (XVII secolo). La seconda parrocchiale dell’abitato, quella di San Cassiano, venne invece riedificata in epoca secentesca su un edificio preesistente; nella navata interna, ampliata ai lati da due eleganti cappelle, sono conservati un bell’altare maggiore, una tela del Ciardi (1896) e una balaustra marmorea del 1827. Oltre al palazzo De Marchi decorato internamente da splendide pitture parietali del XVIII secolo, merita una visita anche l’oratorio dei Santi Nereo, Achilleo e Pancrazio: situato nel cantone Parogno esso risale almeno al Cinquecento ed è abbellito internamente da un altare in pietra locale.

Economia

È sede di Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali e ortaggi e l’allevamento di bovini. L’industria si avvia invece a svolgere un ruolo più consistente soprattutto nel settore tessile, mentre resta legata a una dimensione artigianale per quanto riguarda i comparti delle confezioni, del legno e meccanico. Il terziario, nonostante una discreta affluenza turistica, comprende, tra i servizi più qualificati, solo le assicurazioni, mentre l’attività commerciale si sta lentamente specializzando. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; per l’arricchimento culturale è presente il museo dell’Oro e della Bessa (per la storia bimillenaria dell’antica miniera d’oro che i Romani seppero sfruttare dopo aver conquistato la regione e sottomesso la popolazione autoctona dei Victimuli). Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Per lo sport sono a disposizione vari maneggi. Il servizio sanitario è garantito dalla locale farmacia.

È sede di Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali e ortaggi e l’allevamento di bovini. L’industria si avvia invece a svolgere un ruolo più consistente soprattutto nel settore <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TESSILE'>tessile</a>, mentre resta legata a una dimensione artigianale per quanto riguarda i comparti delle confezioni, del legno e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MECCANICO'>meccanico</a>. Il terziario, nonostante una discreta affluenza turistica, comprende, tra i servizi più qualificati, solo le assicurazioni, mentre l’attività commerciale si sta lentamente specializzando. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; per l’arricchimento culturale è presente il museo dell’Oro e della Bessa (per la storia bimillenaria dell’antica miniera d’oro che i Romani seppero sfruttare dopo aver conquistato la regione e sottomesso la popolazione autoctona dei Victimuli). Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Per lo sport sono a disposizione vari maneggi. Il servizio sanitario è garantito dalla locale farmacia.

Relazioni

La bella posizione sul versante Biellese della Serra, l’anfiteatro morenico più grande d’Europa, offre, a quanti vi si rechino, la possibilità di godere di un suggestivo panorama. Altro motivo di richiamo è “la ricerca dell’oro”, che ancora oggi appassiona numerosi visitatori attratti dal fascino antico di questa attività: la ricerca dell’oro alluvionale nei torrenti della zona. Non vi si svolgono manifestazioni di rilievo. Il Patrono, San Nicolao, si festeggia il 6 dicembre.

La bella posizione sul versante Biellese della Serra, l’anfiteatro morenico più grande d’Europa, offre, a quanti vi si rechino, la possibilità di godere di un suggestivo panorama. Altro motivo di richiamo è “la ricerca dell’oro”, che ancora oggi appassiona numerosi visitatori attratti dal fascino antico di questa attività: la ricerca dell’oro alluvionale nei torrenti della zona. Non vi si svolgono manifestazioni di rilievo. Il Patrono, San Nicolao, si festeggia il 6 dicembre.

Località

Belvedere, Costa-Caporale, Ferreri-Perini-Molini, Filippi, Montano, Montino, Parogno, Roletti, Trucchi-Rossi, Vermogno

Belvedere, Costa-Caporale, Ferreri-Perini-Molini, Filippi, Montano, Montino, Parogno, Roletti, Trucchi-Rossi, Vermogno

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Zubiena rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.