Descrizione

Comune di pianura, di incerte origini, con un'economia essenzialmente agricola. Gli zelesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono concentrati quasi esclusivamente nel capoluogo comunale -contiguo alla località Vermezzo del comune omonimo-, che fa registrare una forte espansione edilizia. Il territorio, completamente pianeggiante, presenta un profilo geometrico molto regolare, con variazioni altimetriche praticamente impercettibili. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, in campo azzurro, un castello d'oro merlato alla ghibellina la cui cortina sostiene un destrocherio armato che impugna un gonfalone d'argento crociato di rosso.

Comune di pianura, di incerte origini, con un'economia essenzialmente agricola. Gli zelesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono concentrati quasi esclusivamente nel capoluogo comunale -contiguo alla località Vermezzo del comune omonimo-, che fa registrare una forte espansione edilizia. Il territorio, completamente pianeggiante, presenta un profilo geometrico molto regolare, con variazioni altimetriche praticamente impercettibili. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, in campo azzurro, un castello d'oro merlato alla ghibellina la cui cortina sostiene un destrocherio armato che impugna un gonfalone d'argento crociato di rosso.

Storia

Le origini del borgo risalgono probabilmente ad epoca posteriore a quella romana: stando infatti all'etimologia della prima parte del nome, riconducibile al latino AGER, 'campo', durante il dominio dei romani questa zona dovette essere semplicemente un terreno coltivabile. Da AGER e dal suo diminutivo AGELLUM, 'campicello', si è passati nel corso dei secoli alle denominazioni di Ajello, Agello, Azellum, Zellum ed Ello, arrivando infine all'attuale. La seconda parte del toponimo fu aggiunta sicuramente nel Medioevo, seguendo quella che era una tipica consuetudine dell'epoca, chiamare cioè le località col nome delle famiglie alle quali erano state infeudate: infatti, intorno al Trecento, ebbero qui estesi possedimenti i Serugone di Milano, che in seguito assunsero il nome di Surrigone. Dopo essere stata assegnata a più feudatari durante la signoria dei Visconti, passò agli Sforza e, sul finire del XV secolo, fu venduta da Gian Galeazzo Maria Sforza a Giacomo Biglia. Di proprietà dei Varese di Rosate nel 1600, fu ceduta poco dopo allo spagnolo Giovanni Garçia dell'Hoyo, pervenendo nel 1727, con l'inizio dell'occupazione austriaca, a Michele de Esmandia, cui subentrò la figlia Rosa, sposata a Giuseppe Balsamo. Nel XIX secolo fu alle dipendenze del marchese Luigi Porro Lambertenghi e del conte Federico Confalonieri, che dette un impulso all'economia locale, avviando alcune aziende agricole e tessili. Tra i monumenti, oltre a ciò che rimane del castello medievale, trasformato in villa signorile, degne di nota sono la chiesa parrocchiale dedicata a Santa Giuliana, nella quale si trovano alcune antiche lapidi tombali, e la villa Confalonieri.

Le origini del borgo risalgono probabilmente ad epoca posteriore a quella romana: stando infatti all'etimologia della prima parte del nome, riconducibile al latino AGER, 'campo', durante il dominio dei romani questa zona dovette essere semplicemente un terreno coltivabile. Da AGER e dal suo diminutivo AGELLUM, 'campicello', si è passati nel corso dei secoli alle denominazioni di Ajello, Agello, Azellum, Zellum ed Ello, arrivando infine all'attuale. La seconda parte del toponimo fu aggiunta sicuramente nel Medioevo, seguendo quella che era una tipica consuetudine dell'epoca, chiamare cioè le località col nome delle famiglie alle quali erano state infeudate: infatti, intorno al Trecento, ebbero qui estesi possedimenti i Serugone di Milano, che in seguito assunsero il nome di Surrigone. Dopo essere stata assegnata a più feudatari durante la signoria dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=VISCONTI'>Visconti</a>, passò agli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=SFORZA'>Sforza</a> e, sul finire del XV secolo, fu venduta da Gian Galeazzo Maria <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=SFORZA'>Sforza</a> a Giacomo Biglia. Di proprietà dei Varese di Rosate nel 1600, fu ceduta poco dopo allo spagnolo Giovanni Garçia dell'Hoyo, pervenendo nel 1727, con l'inizio dell'occupazione austriaca, a Michele de Esmandia, cui subentrò la figlia Rosa, sposata a Giuseppe Balsamo. Nel XIX secolo fu alle dipendenze del marchese Luigi Porro Lambertenghi e del conte Federico Confalonieri, che dette un impulso all'economia locale, avviando alcune aziende agricole e tessili. Tra i monumenti, oltre a ciò che rimane del castello medievale, trasformato in villa signorile, degne di nota sono la chiesa parrocchiale dedicata a Santa Giuliana, nella quale si trovano alcune antiche lapidi tombali, e la villa Confalonieri.

Economia

Dal punto di vista burocratico non si registra la presenza di strutture significative: le uniche attività del genere che si svolgono localmente sono quelle connesse al funzionamento del municipio e dell'ufficio postale e, mancando sul posto una stazione dei carabinieri, le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono svolte, all'occorrenza, dal sindaco. La principale, se non proprio esclusiva, fonte di reddito per gli abitanti è costituita dalle tradizionali attività agricole: si coltivano cereali e foraggi. Parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia, prediligendo l'allevamento di bovini. L'industria è pressoché inesistente e alquanto limitata è pure la presenza del terziario: infatti, c'è un solo esercizio di distribuzione al dettaglio e, accanto ai servizi forniti dalla pubblica amministrazione e dalle scuole, non si registrano attività più qualificate, come il servizio bancario. Le strutture scolastiche esistenti permettono di frequentare soltanto le scuole materne ed elementari; non manca però una biblioteca per l'arricchimento culturale. Le strutture ricettive, pur offrendo la possibilità di ristorazione, non permettono il soggiorno e l'assenza della farmacia rende indispensabile rivolgersi altrove anche per i servizi sanitari di base.

Dal punto di vista burocratico non si registra la presenza di strutture significative: le uniche attività del genere che si svolgono localmente sono quelle connesse al funzionamento del municipio e dell'ufficio postale e, mancando sul posto una stazione dei carabinieri, le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono svolte, all'occorrenza, dal sindaco. La principale, se non proprio esclusiva, fonte di reddito per gli abitanti è costituita dalle tradizionali attività agricole: si coltivano cereali e foraggi. Parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia, prediligendo l'allevamento di bovini. L'industria è pressoché inesistente e alquanto limitata è pure la presenza del terziario: infatti, c'è un solo esercizio di distribuzione al dettaglio e, accanto ai servizi forniti dalla pubblica amministrazione e dalle scuole, non si registrano attività più qualificate, come il servizio bancario. Le strutture scolastiche esistenti permettono di frequentare soltanto le scuole materne ed elementari; non manca però una biblioteca per l'arricchimento culturale. Le strutture ricettive, pur offrendo la possibilità di ristorazione, non permettono il soggiorno e l'assenza della farmacia rende indispensabile rivolgersi altrove anche per i servizi sanitari di base.

Relazioni

Pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di visitare il vicino Parco della Valle del Ticino, non è certo tra le mete più celebrate dal turismo, che infatti non occupa un posto rilevante tra le attività economiche. Molto intensi sono invece i suoi rapporti con i comuni vicini, ai quali la popolazione fa riferimento sia per motivi di lavoro e di studio che per poter usufruire dei servizi non disponibili sul posto. La seconda domenica di settembre, in occasione della festa dei Patroni, Santa Giuliana e la Madonna del Carmine, vengono organizzati un pranzo e un ballo in piazza.

Pur offrendo a quanti vi si rechino la possibilità di visitare il vicino <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=PARCODELLAVALLEDELTICINO'>Parco della Valle del Ticino</a>, non è certo tra le mete più celebrate dal turismo, che infatti non occupa un posto rilevante tra le attività economiche. Molto intensi sono invece i suoi rapporti con i comuni vicini, ai quali la popolazione fa riferimento sia per motivi di lavoro e di studio che per poter usufruire dei servizi non disponibili sul posto. La seconda domenica di settembre, in occasione della festa dei Patroni, Santa Giuliana e la Madonna del Carmine, vengono organizzati un pranzo e un ballo in piazza.

Località