Descrizione

Comune di pianura, di origine medievale, con un’economia di tipo sostanzialmente agricolo (prevalentemente risicolo). I villarboitesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, vivono oltre che nel capoluogo comunale, anche nella località San Marco nonché in pochi nuclei urbani minori e molte case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche appena accennate. L’abitato, che ha il tipico aspetto di borgo rurale, si raccoglie intorno alla provinciale e non ha subito, negli anni, un’espansione edilizia degna di nota. Lo stemma comunale, inquartato, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Nel primo riquadro, azzurro, spicca una campana aurea; la seconda sezione è costituita da dieci fasce dorate e rosse; il terzo campo è troncato di rosso e d’azzurro; nella quarta partizione, smaltata d’oro, sono raffigurate due piante di riso sradicate, verdi.

Comune di pianura, di origine medievale, con un’economia di tipo sostanzialmente agricolo (prevalentemente risicolo). I villarboitesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, vivono oltre che nel capoluogo comunale, anche nella località San Marco nonché in pochi nuclei urbani minori e molte case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche appena accennate. L’abitato, che ha il tipico aspetto di borgo rurale, si raccoglie intorno alla provinciale e non ha subito, negli anni, un’espansione edilizia degna di nota. Lo stemma comunale, inquartato, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Nel primo riquadro, azzurro, spicca una campana aurea; la seconda sezione è costituita da dieci fasce dorate e rosse; il terzo campo è troncato di rosso e d’azzurro; nella quarta partizione, smaltata d’oro, sono raffigurate due piante di riso sradicate, verdi.

Storia

Il toponimo, di derivazione quanto mai incerta, sembra essere rappresentato dai due personali germanici Wala e Boto o Bodo. Citata nel Medioevo come Valleinbot, fu ceduta dai conti di Biandrate agli Avogadro nel 1170; si ebbe poi la signoria dei Raimondi e dei Rovasenda, finché Emanuele Filiberto la concesse, insieme a Monformoso, al cancelliere Giovanni Tommaso Langosco nel 1561. Dopo essere passata nel 1740 ai Falletti di Barolo, la signoria nel 1867 passò ai Solaroli. La sua storia successiva non mostra avvenimenti di particolare rilievo e segue quella dei territori circostanti. Tra le testimonianze del passato figura il castello, situato a sud dell’abitato, che subì gravi danni nel XV e XVI secolo e che, dopo l’accorpamento del feudo con quello di Monformoso, fu trasformato in una residenza signorile di campagna. Lo stato attuale di conservazione non è buono; oltre la torre, che è la parte più antica, e il loggiato, che è posteriore, sono visibili resti di merlature del XIV secolo. Nel recinto delle mura doveva essere compresa l’antica chiesa parrocchiale, dipendente da quella di Balocco nel XII secolo, che è stata demolita non molti anni or sono. Degne di nota sono anche la parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, consacrata nel 1973, e la chiesa di San Giacomo, già parrocchia.

Il toponimo, di derivazione quanto mai incerta, sembra essere rappresentato dai due personali germanici Wala e Boto o Bodo. Citata nel Medioevo come Valleinbot, fu ceduta dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=CONTIDIBIANDRATE'>conti di Biandrate</a> agli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=AVOGADRO'>Avogadro</a> nel 1170; si ebbe poi la signoria dei Raimondi e dei Rovasenda, finché <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=EMANUELEFILIBERTO'>Emanuele Filiberto</a> la concesse, insieme a Monformoso, al cancelliere Giovanni Tommaso Langosco nel 1561. Dopo essere passata nel 1740 ai Falletti di Barolo, la signoria nel 1867 passò ai Solaroli. La sua storia successiva non mostra avvenimenti di particolare rilievo e segue quella dei territori circostanti. Tra le testimonianze del passato figura il castello, situato a sud dell’abitato, che subì gravi danni nel XV e XVI secolo e che, dopo l’accorpamento del feudo con quello di Monformoso, fu trasformato in una residenza signorile di campagna. Lo stato attuale di conservazione non è buono; oltre la torre, che è la parte più antica, e il loggiato, che è posteriore, sono visibili resti di merlature del XIV secolo. Nel recinto delle mura doveva essere compresa l’antica chiesa parrocchiale, dipendente da quella di Balocco nel XII secolo, che è stata demolita non molti anni or sono. Degne di nota sono anche la parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, consacrata nel 1973, e la chiesa di San Giacomo, già parrocchia.

Economia

Ospita unicamente i consueti uffici municipali e postali e, mancando sul posto la stazione dei carabinieri, le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, esercitate dal sindaco. L’economia locale è legata per tradizione alla coltivazione di cereali (in particolare riso) e foraggi; è praticato anche l’allevamento di bovini e avicoli. L’industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti alimentare, tessile, dell’edilizia e della fabbricazione di macchine per l’agricoltura. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, ma la rete distributiva è appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione per le classi materne; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. L’assenza di una farmacia rende necessario rivolgersi altrove anche per i servizi sanitari di base.

Ospita unicamente i consueti uffici municipali e postali e, mancando sul posto la stazione dei carabinieri, le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, esercitate dal sindaco. L’economia locale è legata per tradizione alla coltivazione di cereali (in particolare riso) e foraggi; è praticato anche l’allevamento di bovini e avicoli. L’industria è costituita da piccole aziende che operano nei comparti alimentare, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TESSILE'>tessile</a>, dell’edilizia e della fabbricazione di macchine per l’agricoltura. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, ma la rete distributiva è appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della comunità. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione per le classi materne; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. L’assenza di una farmacia rende necessario rivolgersi altrove anche per i servizi sanitari di base.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, è abbastanza frequentata dagli amanti della natura: nel suo territorio, infatti, si estende parte importante del Parco Lame del Sesia. A ovest di esso si trova la Riserva Naturale, popolata da alcune centinaia di coppie di nitticore e garzette e caratterizzata da alcune presenze floristiche rare. È poco frequentata per lavoro, in quanto il modesto livello delle sue attività produttive non consente di assorbire neppure tutta la manodopera del posto, costretta ogni giorno a raggiungere le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono per il commercio, il completamento degli studi, il servizio sanitario di base e l’espletamento di pratiche burocratiche. Non vi si svolgono significative manifestazioni culturali o ricreative, che potrebbero allietare la comunità e richiamare visitatori dai dintorni. La festa patronale, in onore dei Santissimi Pietro e Paolo, si celebra il 29 giugno.

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, è abbastanza frequentata dagli amanti della natura: nel suo territorio, infatti, si estende parte importante del Parco Lame del Sesia. A ovest di esso si trova la Riserva Naturale, popolata da alcune centinaia di coppie di nitticore e garzette e caratterizzata da alcune presenze floristiche rare. È poco frequentata per lavoro, in quanto il modesto livello delle sue attività produttive non consente di assorbire neppure tutta la manodopera del posto, costretta ogni giorno a raggiungere le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono per il commercio, il completamento degli studi, il servizio sanitario di base e l’espletamento di pratiche burocratiche. Non vi si svolgono significative manifestazioni culturali o ricreative, che potrebbero allietare la comunità e richiamare visitatori dai dintorni. La festa patronale, in onore dei Santissimi Pietro e Paolo, si celebra il 29 giugno.

Località

Busonengo, Cascina Langosca, San Marco

Busonengo, Cascina Langosca, San Marco

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Villarboit rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.